
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia Bombini |
A cura del dr. Giuseppe Pizzuti |
Arma:
d’azzurro, alla croce di Sant’Andrea d’oro, accompagnata da due
stelle del medesimo, una in capo e l’altra in punta.
Dimora:
Cosenza
Titoli:
Patrizio di Cosenza. |

Cosenza, Stemma della famiglia
Bombini
© Per gentile concessione del dr. Giuseppe Pizzuti |
La famiglia Bombini agli inizi del secolo XI, per
sfuggire alle persecuzioni dei Turchi, emigrò in Genova
e, subito dopo nel Regno di Napoli con Giovanni
Bombini che fu nominato Correttore delle Puglie; il
figlio Giuseppe si stabilì in Cosenza, come
risulta in un documento del notaio cosentino Bartolo
Serritano dell’anno 1088.
Cosenza aveva quattro classi di cittadini: nobili, i
quali avevano il diritto di eleggere ed essere eletti
nelle cariche municipali; quasi nobili, i quali potevano
aspirare a dette cariche; onorati, i quali appartenevano
a distinte famiglie; popolo. I Bombini erano ascritti
alla classe dei nobili insieme alle famiglie
Abenante,
Andreotti,
Arnone, Barone,
Barracco,
Caputo,
Cavalcanti,
Cicala,
Firrao,
di Francia,
di
Gaeta,
Longo,
Mollo,
Parisio,
Rocco,
Rota,
Salerni,
Sambiase,
Sanfelice,
Scaglione,
Sersale,
Telesio ed altre.
Giovanni Bombini fu tra i baroni che partecipò
valorosamente alla
battaglia di Benevento del 26 febbraio 1266
contro Manfredi di Svevia; al suo fianco, sotto le
insegne di Carlo d’Angiò, vi erano Pandolfo
Dentice, Ruggiero
Sanseverino, Garzia
Cavaniglia, Marino
Mastrilli, Bertrando
del Balzo, Bertrando e Raimondo
Cantelmo, e tanti altri.

Cosenza, Chiesa
di Santa Maria della Sanità, già Santa Maria
delle Grazie dei Frati Conventuali |

Cosenza, Chiesa
di Santa Maria della Sanità, quadro
commissionato dalla Famiglia Bombini |

Cosenza, Convento
quattrocentesco dei Frati
Conventuali, oggi Conservatorio Musicale |

Cosenza, Chiesa
di Santa Maria della Sanità, particolare dello
stemma nel quadro commissionato dalla famiglia
Bombini |
Bartolomeo,
nel 1531 fu nominato Presidente della
Regia Camera della Sommaria ed ottenne
dall’Imperatore
Carlo V in feudo le Fiscalie di
Calabria Citra ed Ultra.
Nicola,
figlio di
Natale
Bombini originario di Paterno (oggi comune di Paterno
Calabro), U.J.D., si laureò a Padova nel 1499, esercitò
la sua professione lontano dalla città natìa per diversi
anni, fu Regio Uditore di Basilicata e
Principato Citra; membro del Parlamento cittadino di
Cosenza nel 1526, fu presente nello stesso Parlamento
come avvocato fino al 1534; nel 1477 era stato ammesso
nella 2^ Piazza degli Onorati Cittadini di Cosenza, e
nel 1515 passò alla Piazza dei Nobili del Sedile, ebbe
per fratello
Rinaldo
ed abitavano a Capo Piazza (presso gli archi di
Ciaccio)
con altri congiunti. Sposò Dianora
Rocco
(† 1560),
figlia di Bernardino (di Giovanni), e sorella di Angelo,
possessore della Bagliva dei Casali di Cosenza, ebbero
per figli:
Vincenza,
suora;
Giustina;
Vincenzo († 1557), morto per le ferite
causate da due suoi congiunti unitamente ad altri
sconosciuti, lasciò a sua zia, Elisabetta Rocco, la cura
delle sue due bambine,
Aurea
e
Cassandra, quest'ultima sposerà Orazio
Jannoccaro, il loro figlio Vincenzo nacque a Cosenza il
28 febbraio 1586;
Carlo;
Cesare;
Pietro
detto Petruzzo; e
Giovanni
Bernardino o Bernardino (Cosenza, 1523 †
ivi, 1582), dottore in
legge, si dedicò agli studi giuridici; nel 1547 a
Ferrara svolse l’attività di avvocato non tralasciando
di scrivere diverse opere, tra di esse si ricorda
De doctoris
dignitate. Tenne a Napoli lezioni private di
ius civile,
dedicandosi alla composizione di
Repetitiones
aliquot in titulum de verborumobligatione
e De
praeheminentia Episcoporum.
Dal 1551 lo troviamo stabile a Cosenza. Il 9 maggio
1560, in tarda età, sposò Antonia
Sanseverino, figlia di Roberto
(1) e di Vincenza Santacroce,
con la quale ebbero per figli:
Pompeo,
Attilio e
Napoleone;
testò il 10 aprile 1582, lasciando come erede universale
il figlio Attilio, di quindici anni, in quanto gli altri
due figli gli erano premorti. Compose altre opere,
dedicò dieci anni alla stesura del manoscritto
Historia
Brutiorum, andato disperso e poi ritrovato
presso la Biblioteca Nazionale di Londra, rientrato in
Italia nel 1966 e riscattato dall'Archivio di Stato di
Cosenza. |

Bernardino Bombini dal
libro di Domenico Puntillo e Cinzia Citraro "Historia
Brutiorum - Bernardino Bombini" -
Edizioni Prometeo, Castrovillari |
Sul
finire del Cinquecento, altri rami della famiglia
avevano a capo:
Aurelio
e
Fabrizio,
abitanti a
li Padulisi;
Donato,
a
li
Revocati;
Giovanni
e
Geronimo
in
Capu Piaza;
Pietro
a
li Pignatari;
e
Giovanni Bernardino
a
Portapiana.
Ibidem opera sopra citata.
Emiliano
fu
vescovo di Umbriatico dal 16 marzo 1579 fino al 1592,
anno del suo decesso.
Marzio
fu capitano di fanti sotto le insegne di
Filippo II, re di Napoli dal 1554 al 1598.
Curzio
Bombini in data 22 agosto 1591 fu ricevuto nel
S.M.O. di Malta; nel 1619 fu Ambasciatore
dell’Ordine presso la Santa Sede.
Paolo
(1575 † 1642) a diciassette anni si recò a Roma, ebbe la
vocazione religiosa entrando nell'Ordine dei Gesuiti,
più tardi disubbidendo, venne punito e allontanato;
perduta ogni speranza di essere riammesso chiese di
entrare nei Somaschi, in seguito fu alla corte del Duca
di Mantova. Scrisse diverse opere ecclesiastiche e si
cimentò anche nella prosa latina. |
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Opera del Gesuita Paolo
Bombini |

Cosenza, Palazzo Bombini,
cortile interno. |

Cosenza, Palazzo Bombini, Portale |

Cosenza, Palazzo Bombini
Per gentile concessione del Dr. Giuseppe Pizzuti
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Saverio,
nato a Cosenza, visse nel XVII secolo, fu giureconsulto
a Napoli.
Antonio,
nato a Cosenza, vissuto tra il XVII e XVIII secolo,
segretario dell'Accademia
dei Costanti,
già
Cosentina
in quanto le diede nuovo impulso l'arcivescovo di
Cosenza Giovanni Battista
Costanzo.
Antonio
(1710), laureato in legge, fu Governatore di Maratea nel
1750, letterato e poeta fu accademico dei
Costanti
scrisse una storia dei tumulti cosentini del 1647-48 che
rimase manoscritta.
Bonaventura,
nato a Cosenza, visse nel XVIII secolo, erudito.

Uno dei tanti elogi scritti come
ringraziamento dai
nobili le cui famiglie furono inserite
nell’opera del Castiglione Morelli |
Pasquale Teodoro,
militare, il 13 ottobre del 1799 portò la croce
dell’Ordine di Malta con consenso del Balì
Francone.
Tommaso,
rese l'anima a Dio nel 1809 all'età di 85 anni,
appassionato di letteratura e delle scienze, sposato con
Orsola
Castiglione
ebbero numerosa prole, tra gli altri:
Francesco
(1764 † 1848)
, ereditò il titolo di
patrizio di Cosenza ed impalmò la nobildonna Nicoletta
Telesio, e
Michele
(Cosenza, 30 settembre 1775 †
ivi, 18 gennaio 1871),
giureconsulto, ricoprì diverse cariche sotto il governo
francese, fu socio della Società Agraria di Cosenza,
segretario perpetuo dell'Accademia
Cosentina,
ripristinata come
Istituto
Cosentino;
Arcidiacono del Capitolo Cosentino e poi Vicario
Generale, fu Vescovo di Cassano dal 21 maggio 1829 fino
alla sua morte.
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Museo Diocesano di
Cassano all'Jonio, ritratto del Vescovo Michele |

Lapide del Vescovo
Michele |

Cosenza, Cattedrale,
stemma del Vescovo Michele Bombini |
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Tommaso
(10 ottobre 1800 † 26 novembre 1866),
figlio di Francesco e di Nicoletta Telesio,
sposato a Marianna
Magdalone
(1815
† 24 marzo 1866), ebbero per figli:
Luisa
(7 agosto 1852), sposata l'8 dicembre 1877 ad Antonio
Zupi;
Enrichetta
(14 gennaio 1846), il 10 luglio 1870 sposata ad
Innocenzo Zumbini; ed il primogenito
Francesco
(16 ottobre 1841), patrizio di Cosenza.
Nicoletta,
sorella consanguinea dei precedenti, il 4 agosto 1864
sposò Pietro Fascelli Leon.
Fratelli e sorella di
Tommaso
(10
ottobre 1800 † 26 novembre 1866) furono:
Alfonso
(10 settembre 1810);
Paolina
(15 febbraio 1815), sposata il 3 novembre 1844 ad
Antonio
Giannuzzi,
rimasta vedova nel 1849;
Pietro
(3 gennaio 1923); e
Pasquale
(1820 †
1896), patrizio di Cosenza, a seguito di matrimonio
celebrato con Virginia Orlando
(† 8 agosto 1862, quattro giorni dopo il parto del
figlio), adottò il doppio cognome, creando il ramo
Bombini Orlandi.
Giuseppe Bombini Orlandi
(1862
† 1933), patrizio di Cosenza, figlio di Pasquale e
Virginia, sposato nel 1885 ad Anna
Guzzolino
(1868 † 1937) figlia di Angelo, barone di
Cervicati, e di Giuseppina
Pignatelli
dei principi di Strongoli, hanno avuto per figli:
Angelo
(Cosenza, 2 aprile 1899);
Adele
(Cosenza, 30 marzo 1895);
Francesco
(Cosenza, 4 ottobre 1893),
patrizio di Cosenza;
Maria
Paolina
(Cosenza, 11 agosto 1890);
Virginia
(Cosenza, 19 agosto 1888), sposata il 4 aprile 1910 a
Luigi
Longo; e
Pasquale
(1886 † 1963), patrizio di Cosenza, sposato nel 1945 ad
Anna Andreotti Loria hanno avuto per figli:
Virginia
(1951), sposata a Ferdinando Gallo;
Anna
(1947), sposata a Domenico
Berlingieri;
ed il primogenito
Giuseppe
(1946), patrizio di Cosenza, sposando Maria Ravazzolo
hanno per figlio
Marco Bernardino
(1974), patrizio di Cosenza. |
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Francesco Bombini,
patrizio di Cosenza, e sua sorella Virginia, sposata
Longo
Per gentile concessione del N.H. Roberto
Bilotti Ruggi d'Aragona |

Cosenza, Palazzo Bombini Orlandi
Per gentile concessione del Dr. Giuseppe Pizzuti
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Cosenza, Palazzo Bombini Orlandi,
Portale |
Donnici, frazione di
Cosenza, Villa Bombini |
Altre parentele contratte dai Bombini:
de DOMINICIS: Francesco Bombini (1800 †
1886), patrizio di Cosenza, sposò in prime nozze
Francesca
de
Dominicis (†
1836). |
Grottaglie (TA) - Palazzo Pignatelli; a destra stemma
partito con le insegne
de Palma (?) e Bombini
Foto di proprietà di Antonio Rombone |

Fiorenza Bombini Orlandi
nata Pulci Doria con Roberto Bilotti Ruggi d'Aragona
Per gentile concessione del nobile Roberto
Bilotti Ruggi d'Aragona |
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Note:
(1) - Roberto
era figlio di Francesco, barone di Càlvera, residente a
Senise in Basilicata, ramo cadetto della famiglia
Sanseverino principi di Bisignano, al quale Bernardino,
3° principe di Bisignano, gli concesse in feudo la
terra di San Donato (oggi comune di San Donato di Ninea)
e di Policastrello, di pertinenza dello Stato di
Bisignano; oltre Roberto ebbe per figli Giulio e Pietro
Antonio, quest'ultimo erede del feudo di San Donato e
Policastrello. Roberto, oltre ad Antonia ebbe per
figlie: Giulia, sposata a Scipione Caponsacco di
Rossano, e Laura, sposata a Pietro Antonio Gonsaga di
San Marco. Domenico Puntillo, libro citato nella scheda. |
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