Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia. 

Stemma Viti

Famiglia Viti

Arma: d'azzurro, alla banda di rosso alla gemella d'oro, sormontata da una (variante: due) stella dello stesso a otto raggi ed accostata nella punta da un tralcio di vite coi pampini e con l'uva al naturale.
Motto: Prudens  gubernat
Dimora: Napoli, Altamura, Roma e Picerno


Stemma dei conti Viti


© Stemma famiglia Viti.

La famiglia Viti, di origini calabrese, feudataria dal 1600, si diramò in Napoli, Altamura, Roma e Picerno; fu decorata col titolo di conte dall'imperatore Carlo VI d'Asburgo-Austria (periodo vicerale austriaco 1707-1734).
Fu ricevuta, per giustizia nel S. M. Ordine di Malta nella persona del Conte Gaetano Viti, per onore e devozione nel 1912, come quarto della famiglia d'Alessandro
(1).
Don Nicola Viti, già Maresciallo d'alloggio della Gendarmeria Reale fu nominato nel 1808 all'Impiego della Tenenza della Gendarmeria ausiliaria della Provincia di Chieti
(2).

Il conte Vincenzo fu ufficiale di cavalleria agli ordini di re Francesco II di Borbone.
D
onna Giuseppina Viti sposò a Napoli nel 1907 Oderisio di Sangro (Napoli, 1876†1910), principe di Fondi, di Striano e Palazzo San Gervasio.

Napoli - piazzale Madre Landi
Napoli- Basilica dell'Incoronata Madre del Buon Consiglio

In Napoli, piazzale Landi, nella Basilica dell'Incoronata del Buon Consiglio tra le insegne dei Viti e d'Alessandro, una targa così recita:
                                        
Rosa d'Alessandro
                                       dama dell'Incoronata
                                    in memoria della mamma
                         CLARICI VITI in d'ALESSANDRO
                                     XXVI APRILE MCMLVI
 


 

Il casato Viti possedette in Altamura un sontuoso palazzo:

© foto proprietà Casa Longo de Bellis
Altamura (BA) - Palazzo Viti de Angelis
© foto: Carlo Longo de Bellis

© foto proprietà Casa Longo de Bellis
Altamura (BA) - Palazzo Viti de Angelis
© foto: Carlo Longo de Bellis

"Castello edificato dal Principe di Taranto Giovanni Antonio Orsini de Balzo, il più potente feudatario del Regno di Napoli nel XV sec. in Altamura (Ba). In questo palazzo Giovanni Antonio Orsini del Balzo fu avvelenato nel 1463 per i suoi comportamenti da despota assoluto. Fu in seguito trasformato in un suntuoso palazzo dalla famiglia Viti de Angelis col titolo di Conti di Altamura (portale del XVII sec. con stemma)."

                                                                                                                   Carlo Longo de Bellis

© foto proprietà Casa Longo de Bellis
Altamura (BA) - Palazzo Viti de Angelis
© foto: Carlo Longo de Bellis

© foto proprietà Casa Longo de Bellis
Altamura (BA) - Palazzo Viti de Angelis
© foto: Carlo Longo de Bellis

Molti componenti della famiglia Viti furono confratelli dell’ Augustissima Compagnia della Disciplina della Santa Croce, prima arciconfraternita laicale sorta a Napoli nel 1290 con il silenzioso auspicio del Pontefice Nicolò III, al secolo Giovanni Gaetano Orsini (1216 1280), ricordato anche da Dante (Inferno, XIX, 70-72). L’ istituzione che fin dalle origini ha operato per il bene della collettività, assistendo i più bisognosi, vanta tra i suoi membri i Papi Clemente XIV, Pio IX, Leone XIII, Pio X e il fior fiore della nobiltà, con innumerevoli  togati, uomini d'arme, pubblici reggitori, esponenti delle lettere e delle arti, tra i quali spiccano Jacopo Sannazaro (1455 1530),  i Cardinali Rinaldo Brancaccio (nel 1384 fece erigere la prima navata della chiesa) e Astorgio Agnese, e il duca di Maddaloni  Domenico Marzio Carafa, Priore dell’arciconfraternita nel 1724.
Nell’oratorio
vi sono le insegne delle famiglie aggregate alla Compagnia della S. Croce decorate nel pavimento in piastrelle di ceramica e sugli scudi ovali in legno inseriti nel fregio del cassettone ligneo del soffitto.


© Napoli - Arma della Famiglia Viti

Il ramo di Pierno risulta iscritto nel Libro d'Oro della Nobiltà Italiana col titolo di nobile dei conti (mf.), in persona di Alfredo Viti, nato a Picerno nel 1876.
Don Pasquale Viti (Altamura, 1806
† Napoli, 1871), figlio del conte Francesco Viti e di Giovanna Gattola Mondelli, intraprese la carriera militare studiando alla Nunziatella di Napoli; nel 1860 fu promosso Colonnello del 2° Reggimento Dragoni dal re Francesco II poco prima dello scioglimento dell'esercito borbonico.

V.d.P.C.S.M.O.M.
Napoli - Arma del conte Gaetano Viti, cavaliere del S.M.O. di Malta

I:V.E.B.
Il maggiore don Pasquale Viti (1806
† 1871)

Per la genealogia si consiglia di consultare le tavole genealogiche redatte da Serra di Gerace.

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Note:
1) - La parentela di 1/4 della famiglia Viti è collegabile alla regola dei 4/4 per dimostrare l'appartenenza nobiliare e il riconoscimento di taluni ordini. Il matrimonio con i d'Alessandro di Marigliano è stato un importante sodalizio nella famiglia Viti con una famiglia riconosciuta nella sua qualità nobiliare.
2) - Archivio di Stato di Napoli, Decreto originale di Giuseppe Napoleone del 19 maggio 1808.



Casato inserito nel 4° Volume di "LA STORIA DIETRO GLI SCUDI"

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