Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.    

Stemma Famiglia Agnese

Famiglia Agnese

Arma: d’azzurro, alle due spade incrociate d’argento con le punte rivolte verso il basso, alla filiera dentata d'argento.
Altra: d’azzurro, alle due spade incrociate d’argento
con le punte rivolte verso il basso.

Stemma Famiglia Agnese
© Stemma della Famiglia Agnese

Abili e valorosi cavalieri, come si evince dall’insegna, hanno reso grande e famosa la famiglia Agnese, le cui origini si perdono nella notte dei tempi e, come accade sovente in questo casi,  si è ipotizzato:
1) che i primi rappresentanti si trasferirono dall’Inghilterra nella città di Napoli ai tempi di re Carlo I d'Angiò;
2) che la famiglia, originaria della Francia, si trasferì nel Regno di Napoli al seguito di re Carlo I;
3) che le origini non vanno ricercate in luoghi lontani, in quanto la famiglia Agnese era già reputata nobilissima nel sedile di Portanova, come si evince anche nell’Apologia dei tre Seggi illustri di Napoli e come mostrano i numerosi sepolcri in marmo nelle chiese di Napoli, tra cui quella di Roberto Agnese, napoletano, del 1289 nella chiesa di S. Sanseverino.
Nel 1270 Mario Agnese, cavaliere napoletano, ebbe l’incarico di Credenziere del Sale
insieme ad Abbracciabene Venato, Giacomo Severino, Angelo Quaranta, Gugliemo Coppola, Angelo Poderico, Insisogna Pappainsogna ed altri.
Nel 1272 i cavalieri Marino Agnese, Tommaso Pignatelli, Lorenzo Caputo, Roberto d’Anna e Bartolomeo Gaetani ricevettero il cingolo militare dal re Carlo I.
Roberto Agnese, gran milite, alla sua morte avvenuta nel 1289 fu seppellito nella chiesa dei SS. Severino e Sossio.
Astorgio († 1451) fu Vescovo di Malta, di Melfi, Ancona, Ascoli e Benevento.

Ch.Aug.Comp. della S.C.

Ch.Aug.Comp. della S.C.

Astorgio Agnese († 1451) e il suo stemma con le insegne ecclesiastiche

Il Magnifico Lancellotto Agnese, insieme a Cola Venato e Gualtiero Galeota, fu inviato in Provenza come ambasciatore della città di Napoli per sollecitare la venuta di Re Renato d'Angiò, erede della regina Giovanna II di Durazzo.
Il designato erede al trono era prigioniero del duca di Milano e Lancellotto, con abile strategia, riuscì a condurre Isabella, moglie di Renato, nella capitale del Regno di Napoli. Per i servigi resi fu nominato governatore della città di Gaeta e nell’anno 1485 fu eletto rappresentante dei deputati dei sedili per prestare giuramento di fedeltà alla regina Isabella in nome del consorte re Renato.

Il citato Lancellotto sposò Clemente Ferrella dei conti di Muro, ed ebbe per figlio Giovanni, stimato e valoroso cavaliere ascritto seggio di Nido.
Giovanni, figlio di Lancellotto, sposò nel 1463 Giovannella Spinelli, di Antonio /Antonello Galeazzo, signore di Roccaguglielmina della baronia di S. Giovanni Incarico (Frosinone) dal matrimonio nacque Lancellotto che, per successione materna, divenne barone di Piro, di Roccaguglielmina  e di S. Giovanni Incarico;  fu valoroso cavaliere di re Carlo VIII ed ebbe tre figli.
Astorgio Agnese, figlio di Lancellotto II, sposò Giulia Mele, nobildonna del Seggio di Porto e dal matrimonio nacquero:
1)  Margherita che sposò Giacomo d’Anna, nobile del seggio di Portanova, e generò Faustina d’Anna, monaca, la quale nel 1576 donò la cappella gentilizia sita nella chiesa di S. Maria Portanova allo zio Camillo Agnese;
2) Eleonora sposò Simone Caracciolo.

Nel 1495 Cesare Agnese fu  tra gli Ambasciatori dei Sedili di Napoli, fra cui Giulio Cesare Caracciolo, Filippo Capece, Carlo Dentice, Scipione Loffredo, Girolamo Carafa, Tomaso Pignatelli, Angelo d’Anna, Marcello Ruffo, Nicolò di Sangro, Angelo d’Alessandro, Scipione Moccia, Paolo Brancaccio ed altri, che i Sedili mandarono ad Aversa al Re Carlo VIII  per dichiarare  la disponibilità dei napoletani ad accoglierlo come Re di Napoli, come sarebbe avvenuto al suo ingresso a Napoli il 21 febbraio dello stesso anno.
Nel 1574 Lutio Agenese partecipò all’assedio di Malta al comando di con 250 soldati. 
Altro Camillo Agense  fu nomato da re Filippo II d'Asburgo-Spagna sindaco di Napoli nel 1580, sposò una Mormile ed ebbe per figlio Astorgio († Napoli, 1660), Signore della Rocchetta, che prese in moglie Claudia Piscicelli, figlia di Marino e Girolama Ravaschieri; le sue spoglie riposano in pace nella basilica di S. Paolo Maggiore in Napoli.
ASTORGIO Agnese nel 1602
fu uno dei sette fondatori del Pio Monte della Misericordia.

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© Napoli - targa in memoria dei fondatori del Pio Monte della Misericordia

Molti componenti della famiglia Agnese furono confratelli dell’ Augustissima Compagnia della Disciplina della Santa Croce, prima arciconfraternita laicale sorta a Napoli nel 1290 con il silenzioso auspicio del Pontefice Nicolò III, al secolo Giovanni Gaetano Orsini (1216 1280), ricordato anche da Dante (Inferno, XIX, 70-72). L’ istituzione che fin dalle origini ha operato per il bene della collettività, assistendo i più bisognosi, vanta tra i suoi membri i Papi Clemente XIV, Pio IX, Leone XIII, Pio X e il fior fiore della nobiltà, con innumerevoli  togati, uomini d'arme, pubblici reggitori, esponenti delle lettere e delle arti, tra i quali spiccano Jacopo Sannazaro (1455 1530),  i Cardinali Rinaldo Brancaccio (nel 1384 fece erigere la prima navata della chiesa) e Astorgio Agnese, e il duca di Maddaloni  Domenico Marzio Carafa, Priore dell’arciconfraternita nel 1724.
Nell’oratorio
vi sono le insegne delle famiglie aggregate alla Compagnia della S. Croce decorate nel pavimento in piastrelle di ceramica e sugli scudi ovali in legno inseriti nel fregio del cassettone ligneo del soffitto.


© Napoli - Arma Famiglia Agnese

Per la genealogia si consiglia di consultare le tavole genealogiche redatte da Serra di Gerace.


Casato inserito nel 1° Volume di "LA STORIA DIETRO GLI SCUDI"

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