
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia d'Ancora |
Arma dei d'Ancora di Amalfi e
Napoli: d'argento alla banda rossa accompagnata da due
ancore di ferro.
Arma dei d'Ancora di Salerno: d'argento all'ancora di
ferro.
Motto: Tenax funditus
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© Napoli - Arma della Famiglia d'Ancora |
La famiglia
amalfitana d'Ancora,
detta pure Ancoraria ed Anchola, godette di grande nobiltà nella
città natale, a Barletta, a Salerno e a Napoli nel
Sedile di Nido.
Amalfi dal IX al XII secolo fu una Repubblica, al pari di
Napoli, Sorrento ed altre città e, quindi, aveva proprie leggi e
batteva moneta (celebri sono i tarì amalfitani); i suoi abitanti
arrivavano con le loro navi nelle più remote terre della Grcia,
dell'Egitto, della Siria, delle Indie, acquistando ovunque
reputazione e rispetto. Ad essi si deve il diritto navale
chiamato Tabula Amalphitana, l'origine sin dal 1020 della
religione militare detta di Malta, e l'invenzione della bussola
nel 1302 ad opera di Flavio Gioja. La Repubblica di Amalfi era
governata prima dai Prefetti annuali, poi dai Conti e infine dai
Dogi.
Nell'anno 846 Leone e Mauro Ancoraria furono Conti
della Repubblica di Amalfi.
Il Brandi(1)
afferma che il pontefice Stefano VII (†
8 dicembre 930) apparteneva al Casato in quanto innalzava come
insegna gentilizia l'ancora.
Leone d'Ancora fu Diacono e Primicerio del Capitolo di
Amalfi dal 1172 al 1213.
Fra
Paolo d'Ancora nel 1469 fu cavaliere di giustizia del S.M.O.
di Malta.
Matteo d'Ancora fu Giudice annale di Amalfi nel 1504 e
nel 1538, sposò in prime nozze Sabatina Crisconio, figlia del
nobile Giliberto di Amalfi, con la quale procreò Annibale
d'Ancora che nel 1577 venne nominato Governatore della SS.
Annunziata di Napoli insieme ad altri nobili dei Sedili di
Capuana e Nido. Il predetto Matteo sposò in seconde nozze
Bernardina
Coppola dei conti di Sarno.
Nel 1561 Innico III
Piccolomini, duca di Amalfi, donò ad Albenzio
d'Ancora e a suo figlio Giovan Nicola il
feudo di Bastia. |
Ottavio d'Ancora fu nominato Canonico
dell'Arcivescovado di Amalfi; ottenne nel 1574 la
cappella gentilizia intitolata a Santa Orsolina che già
apparteneva agli avi Giovan Domenico e
Alberico d'Ancora. Nel 1602 rinunciò a favore dei
poveri che morivano in Amalfi la sepoltura nella
cappella che aveva
ereditato dalla famiglia
de
Ponte che era nel Duomo.
Francesco Antonio, figlio del Decano del Capitolo
metropolitano di Amalfi Giovan Domenico 1°,
nacque ad Amalfi nel 1676 e rese l'anima a Dio senza
figli; suo erede fu il nipote, il barone Antonio
Milano, che ereditò la sepoltura fondata nel
1415 dal Canonico Francesco d'Ancora situata
dietro l'antico coro del Duomo di Amalfi. La sepoltura
nel 1780 pervenne a don Gennaro Milano. |

Stemma famiglia d'Ancora su
sepoltura pervenuta per
eredità alla famiglia Milano |

Lastra tombale con le insegne
delle famiglie d'Ancora
e Tramontano, imparentate |
Ferdinando 2° d'Ancora (Amalfi, 1650
† ivi, 1726)
sposò Lucrezia
Vitagliano,
figlia di Mattia e di Vittoria Lanario(2);
il loro
figlio primogenito Giuseppe ereditò i beni
feudali di detta Vittoria Lanario (†
1686) tra cui l'ufficio feudale del perso della dogana
di Majori che, successivamente, nel 1732 fu venduto a
Nicola
Confalone.
Giovan Battista d'Ancora trasferì la sua famiglia
a Barletta nel 1448 e nel 1459, in occasione
dell'incoronazione di re
Ferdinando I d'Aragona, fu dichiarato da
detto sovrano nobile di Barletta.
Pietro d'Ancora, figlio di Leonzio e padre di
detto Giovan Battista, fu ascritto al Patriziato
napoletano del Seggio di Nido.
Nel 1519 Paolo d'Ancora possedeva una porzione
del feudo di Bolignano,
feudo in Provincia di
Abruzzo ultra I.
Giovanni Antonio († 1592) fu Razionale della
Regia Camera della Sommaria, nel 1572 Conservatore
generale del real patrimonio.
Giuseppe nel 1570 fu nominato Segretario della Regia
Udienza delle provincie di Principato citra e
Basilicata.
Giovan Tommaso nel 1578 ottenne l'ufficio di
Regio Credenziere della Dogana del sale di Salerno.
Giovan Battista e Scipione d'Ancora, del
Seggio di Nido di Napoli, divennero dottori in legge
rispettivamente nel 1596 e nel 1597.
Antonio d'Ancora nel 1599 possedeva una porzione
del feudo di Pilolano in
Calabria citra.
Tommaso d'Ancora (†
1655) fu nominato arcivescovo di Trani nel 1635. |

Stemma dell’arcivescovo Tommaso d’Ancora |
Andrea 2° d'Ancora, figlio di Agostino e di Anna
Gargiulo, fondò nel 1708 per se e la famiglia una
cappella gentilizia in Napoli intitolata alla Madonna
dei Sette Dolori; impalmò la nobile Angela Tramontano e
inserì nello stemma sopra l'ancora un sole che tramonta
sul mare, ovvero l'insegna della famiglia della
consorte. |

Napoli - Altare famiglia d'Ancora |

Arma con le insegne delle famiglie d'Ancora e Tramontano |
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Note:
1)
Giovanni Antonio Brandi, "Cronologia dei sommi Pontefici
che contiene le effige e Patrie loro", Roma 1608
2) La famiglia
Lanario della città di Majori ottennero i titoli di
conte del Sacco, principe di Carpignano (concesso a
Francesco Lanario d'Aragona nel 1627) e marchese di
Piedimonte (concesso a Tommaso Lanario nel 1635). |
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