
Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano,
ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano,
appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano
dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia
Milano |
Arma:
d'oro al leone rosso tenente uno scudetto
coronato d'oro ed inquartato, nel 1° e 4° d'argento alla croce patente
scorciata nera (ducato di Calabria), nel 2° e 3° d'oro a quattro pali rossi
(Aragona) (1).
Motto:
Utroque coruscat. |

© Stemma Famiglia Milano, decorata della Grandezza
di Spagna, principi del Sacro Romano Impero e d'Ardore,
duchi di S.
Paolo e marchesi di S. Giorgio e di Polistena. |
Titoli:
barone di: Mazzavales,
San Giorgio
(1501),
Ardore (1696)
conte palatino (1731)
marchese di: San Giorgio
(1593),
Postiglione (1637),
Polistena
(1669)
duca
di: San Paolo
(per successione Casa Mastrilli - 1671)
principe di: Ardore
(1702), del Sacro Romano Impero
(1731).
I Milano hanno inoltre posseduto
numerosi feudi:
Bellaccio, Bellaforia, Bombile, Calvano, Casignana, Galatro,
Melicucco, Pellegrina, Plaisano, Pratéria, Salandra,
Scuderi, Siderno, San Nicola, S. Maria ad Placet, S.
Donato, S. Marina, S. Filippo, Torre di Cardito,
Villa Milano.
La famiglia Milano originaria della Spagna,
il cui nome Milà fu italianizzato in Milano, alla metà del secolo XV,
si trasferì nel Napoletano per seguire
re Alfonso d'Aragona;
fu aggregata al Patriziato del
Seggio di Nido
sin dal 1457 e, dopo l'abolizione dei Sedili (1806), fu
ascritta nel Libro d'oro Napoletano. |

Castello di Tropea (Vibo Valentia)
www.prolocotropea.eu/public/archeologia.html
www.tropeamagazine.it/archeologia/torrelunga/
|
Il capostipite spagnolo della famiglia fu Goffredo,
signore di Milà presso
Tarragona (1200), ebbe come figlio Raimondo, da cui
Pietro de Milà,
1° barone
di Mazzavales (1247), ebbe come figlio Andrea,
2° barone di Mazzavales, sposato a Giraldona Centelles, a
succedergli fu suo figlio Giovanni, 3° barone di
Mazzavales, sposato a Giraldona de Milà, da cui
Giovanni, 4° barone di Mazzavales, sposato a Caterina
Borgia, figlia di Giovanni e sorella di papa Callisto
III, ha avuto come figli: Pietro, continuò la linea
di Spagna, esperto maestro d'armi,
gran cavaliere e consigliere di re Alfonso d'Aragona, nel
1448 fu nominato dal sovrano governatore e castellano di
Tropea in Calabria
Ultra I e tre anni dopo
castellano d'Ischia; Luigi o Ludovico Giovanni (†
1508), creato cardinale da papa Callisto III suo zio il 17
settembre 1456, vescovo di Segorbe, stipite dei marchesi di
Albayda; ed Auxia, servitore come il fratello di re
Alfonso d'Aragona,
patrizio napoletano,
aggregato al Seggio di Nido
nel 1457, sposato a Luigia o
Luisa d'Alagno,
figlia di Nicola e di Covella
Toraldo,
e sorella, tra gli altri, della bellissima Lucrezia e di
Ugo, Gran
Cancelliere del Regno. |
Auxia e Luigia hanno avuto come figli: Diana, sposata
ad Alfonso Sanz, barone di Santo Nocito; Jacopo o Giacomo,
creato
barone di San Giorgio
nel 1497
(oggi comune di San Giorgio Morgeto in provincia di Reggio
Calabria), confermato nel 1501, confiscato nel 1502; e
Baldassarre Milano d'Aragona
(† 1513), partecipò alla cavalcata che
re
Ferdinando II d’Aragona
fece per la città di Napoli portando il vessillo del Seggio
di Nido, insieme a Lancillotto Agnese per
Portanova, Giovanni Scondito per
Capuana, e Pietro Pignone per
Montagna; fu
Primo Capitano e Primo Cameriere d'arme di
re
Federico d'Aragona, ed ebbe nel 1501 il privilegio di
aggiungere il cognome d'Aragona al suo e di inserire
nell'arma le insegne del ducato di Calabria, rappresentato
dalle due croci di Calabria
Citra ed Ultra, e della casa regnante (lo scudetto retto
dal leone).
Sposato a Maria
Caracciolo,
figlia del conte di Biccari, ha avuto come figlio, tra gli
altri, Nicolò, sposato a Beatrice Caracciolo di
Mesoraca ha avuto come figlio Baldassarre († 1579),
avendo rivendicato la terra di San Giorgio, contro di duchi
di Terranova ottenne sentenza in suo favore il 7 agosto
1560, sposato a Laudomia
Pignatelli,
figlia di Scipione, marchese di Lauro, ha avuto come figli,
tra gli altri, Giacomo (1564 † 1597),
patrizio napoletano, 3° barone di San Giorgio,
con privilegio di
re Filippo II
dell'8 febbraio 1593, gli venne concesso il titolo
di
marchese di San Giorgio.
Sposato ad Isabella
del
Tufo,
figlia di Giovanni, 3° marchese di Lavello e di Caterina
Caracciolo dei conti di Biccari, ha avuto come figli, tra
gli altri, Baldassarre (1585 † 1607), 2° marchese di
San Giorgio, celibe; alla sua morte gli successe suo
fratello Giovanni († 1615), 3° marchese di San
Giorgio, sposato ad Alvina
della Tolfa,
figlia di Orazio, duca di Grumo e conte di Serino e di Diana
della Tolfa dei conti di San Valentino, ha avuto come figlio
Giovanni Milano Franco d'Aragona
(1616, postumo † 1667), 4° marchese di San Giorgio, diviene
nel 1637 marchese
di Postiglione,
a seguito di matrimonio con donna Placida Franco,
marchesa di Postiglione (in seconde nozze sposerà Porzia,
figlia di Francesco Milano d'Aragona). Detto titolo
fu poi trasferito su Polistena nel
1669. Al cognome venne aggiunto quello di Casa Franco. Ha
avuto come figli Isabella (1638 † 1645), e
Giacomo (1639 † 1693), 5° marchese di San Giorgio,
marchese di Postiglione, nel 1669 ottenne il privilegio di
poter trasferire il titolo (anzianità 1637) sul casale di
Polistena appartenente alla sua terra di San Giorgio;
sposato a Beatrice Ventimiglia, figlia di Francesco, 3°
principe di Castelbuono e di Dorotea
del Carretto,
ha avuto come figlio Giovan Domenico (1675 †
Polistena, 30 gennaio 1740), patrizio napoletano, 6°
marchese di San Giorgio e marchese di Polistena, nel 1696 comprò
dal
Sacro
Regio Consiglio
per 50.000 ducati la baronia
di Ardore con
i casali di San Nicola e Bombile, la bagliva e la
mastrodattia
(oggi comune in provincia di Reggio Calabria), con
istrumento del notaio Nicola D'Aversa di Napoli del 24
luglio 1696, seguì il regio assenso del 16 febbraio 1699,
esecutoriato il 12 settembre dello stesso anno e registrato
nel Quinternione 183, f.118. Con privilegio di
re Filippo V
dato a Madrid il 30 luglio 1702, esecutoriato in Napoli il
30 novembre dello stesso anno, ottenne il titolo di
principe di Ardore.
Intimo dell'Imperatore
Carlo VI,
e suo consigliere, ebbe concesso da lui il titolo
trasmissibile di
principe del Sacro Romano Impero, col
diritto
di zecca e col titolo di conte,
con privilegio del 7 maggio 1731. Nel 1734 fu vicario
generale in Calabria. Avendo sia lui che i discendenti la
residenza abituale a Polistena e Napoli, il castello di
Ardore venne abbandonato ai governatori baronali, e ciò fu
causa della sua lenta decadenza, in precedenza fu posseduto
dai
Gambacorta
e per successione gli
Spina.
Giovan Domenico aveva acquistato la
terra di Plaisano col casale di Galatro,
con le seconde cause e la catapania di Plaisano e le seconde
cause civili e criminali della metà di Galatro (oggi comune
di Galatro, più la frazione di Plaisano del comune di
Feroleto in provincia di Reggio Calabria), per vendita
fattagli da Giuliano
Colonna,
principe di Galatro, per ducati 34.000, con regio assenso
del 2 maggio 1716, registrato nel Quinternione 221, f.1,
ebbe intestazione il 13 maggio 1717, Cedolario 83, f.436t.
Nel 1729 ereditò il
feudo
di San Paolo,
divenendone duca nel 1739, per eredità di casa
Mastrilli.
Fu confratello dell’Augustissima Compagnia
della Disciplina della Santa Croce. Sposato ad
Aloisia Gioeni, figlia di Giacomo duca d'Angiò e di Anna
Maria
Lanza
dei principi di Trabia ha avuto come figli Beatrice
(n. Polistena 1698), sposata a Ferdinando d'Alarcon y
Mendoza, marchese di Rende, e Giacomo Milano Franco
d'Aragona (Polistena, 4 maggio 1699 † 28 novembre 1780),
suo erede. |

Lastra tombale del marchese Giovanni
Domenico
Milano |

Castello di Ardore |

© Napoli - Effige di Giacomo IV Milano (1699 † 1780),
principe di Ardore e del Sacro Romano Impero |

© Napoli - Effige di Gian Domenico Milano (1675
† 1740),
marchese di S. Giorgio e di
Polistena. |
Nella
sagrestia della Basilica di S. Domenico Maggiore a Napoli vi è la
cappella gentilizia della famiglia Milano, marchesi di S. Giorgio,
principi di Ardore e del Sacro Romano Impero(2). |

© Napoli - Cappella Milano
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© Napoli - Arma con le
insegne delle famiglie Milano,
Franco,
Normanno Gioeni e Lanza.
|
Nel 1754 Cesare,
già priore di San Giovanni a Mare, fu Balì di Napoli nell' Ordine
Gerosolimitano.
Il conte Michele Maria Milano Franco
d'Aragona (Polistena, 1778
† Napoli, 1843),
settimo figlio di Giovanni,
terzo principe di Ardore e
principe del S.R.I.,
ottavo marchese di S.
Giorgio Morgeto
e
quarto marchese di
Polistena, e di
Giovanna
Evoli
dei duchi di Castropignano, sin da piccolo si dedicò agli studi
di
classici latini e greci; entrato nel Collegio Clementino di Napoli,
diretto dai padri Somaschi, mise in mostra tutta la sua sapienza,
destando stupore e ammirazione. |
Terminati gli studi, fece sue le idee rivoluzionarie
provenienti dalla Francia e scrisse due saggi: "Sulla
cultura delle nazioni" e "Sui mezzi per rendere forte una nazione";
a Polistena, proclamata la
Repubblica Napoletana
nel 1799, fu innalzato l'albero della libertà dai giacobini, tra i
quali, oltre allo stesso conte, citiamo il fratello
Raffaele,
don
Nicola e don Girolamo Ierace, don Gaetano
Lombardo, don Michele Maria Valenzise, don
Giuseppe
Rodinò e don
Giuseppe Antonio Pilogallo.
Anche in casa Milano, si formarono due schieramenti, il
fratello maggiore Francesco
Maria
(Napoli, 1765
†
ivi, 1838), patrizio napoletano, governatore di Gaeta e
ufficiale nell' esercito borbonico col grado di tenente
generale, si schierò con i Sanfedisti.
Quando le milizie del cardinale
Fabrizio Ruffo di
Bagnara ristabilirono il dominio borbonico, il
conte Maria Michele fu arrestato a Monteleone (l'attuale
Vito Valentia) nonostante si fosse dichiarato nipote
del vescovo di Mileto Enrico
Capece Minutolo.
|

Don
Michele Maria Milano Franco d'Aragona
|
Fu trasferito
nel carcere di Messina insieme a don Francesco Antonio Grio di
Polistena, don Giuseppe Antonio
Ferraro di Galatro,
don Giovanni Francesco Ferraro di Galatro, don Domenico Raso di
Casalnuovo, don Giovanni Richichi di Pedavoli, don Giuseppe Franzè
di Laureana, don Carlo Augimeri di Palmi, don Michele
Grimaldi
di S. Eufemia e don Giuseppe Albanese di Fabrizia, dove fu rinchiuso
per circa 24 mesi.
Il
23.3.1801 fu liberato e da quale giorno si
dedicò allo studio delle Scienze naturali; ritornato a Napoli
pubblicò nel 1804 "Introduzione allo studio della natura".
Il re Giuseppe Bonaparte nominò il conte Michele
Maria Milano Franco
d'Aragona
ciambellano e introduttore degli ambasciatori stranieri, grazie alla
conoscenza di diverse lingue. Successivamente venne nominato
Cavaliere del Nuovo Ordine Equestre, istituito da Giuseppe
Bonaparte. Fu uno dei primi soci fondatori del Reale Istituto
d'incoraggiamento delle Scienze Natutali nella classe delle Scienze
Naturali; all'inaugurazione del Reale Istituto lesse la relazione
"Memoria geologica su la Calabria Ulteriore".
Re
Gioacchino Murat lo nominò
nel 1808 intendente della Terra d'Otranto. Nel 1811si dimise dalla
carica di intendente e rientrò a Napoli dove sposò la signorina
Maria Liberata, figlia unica del marchese De Turris. Nel 1814
pubblicò una raccolta di poesie che intitolò "Ozii poetici" e
successivamente "Cenni geologici sulla provincia di Terra
d'Otranto", "Cenni geologici sul tenimento di Massa Lubrense".
Nel 1830 pubblicò
l'operetta intitolata i Borgia, con la storia della sua famiglia e
dei legami di parentela con la famiglia
Borgia e con la Casa
Reale d'Aragona. Nel 1832 a Napoli, unitamente a Cesare Dalbono,
Luigi Blanch e Paolo Emilio Imbriani, iniziò la sua
collaborazione attiva e fattiva al periodico il "Progresso"fondato e
diretto dal suo caro amico Giuseppe
Ricciardi.
Inoltre
pubblicò "Cenni sulla
fisica sperimentale", "Istituzioni di fisica", "Le cinque età della
filosofia naturale", "Vestibulo della teoria dell'Universo", opera
che dedicò alla memoria del suo secondo figlio Francesco nato
dal suo secondo matrimonio con Lucia Talamo.
Rese l'anima a Dio in Napoli il 4 gennaio 1843, all'età di
sessantacinque anni, lasciando in tenera età tre figlioletti, dei
quali ne prese cura e tutela il nipote Giovanni principe di
Ardore. |
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© Napoli - Stemma Famiglia
Milano. A destra: Arma con le insegne delle famiglie Milano
e Normanno Gioeni |
Nel Duomo di Napoli vi è la cappella gentilizia della famiglia Milano,
chiamata anche cappella dell'Assunta per la tavola della Vergine datata
inizi sec. XVI. Una scritta ricorda il restauro voluto dal principe di
Ardone e del Sacro Romano Impero Giacomo
Francesco Milano Franco d'Aragona nel 1755.
La
cappella nacque come giuspatronato della famiglia Capece
Baraballo, poi passò ai Caracciolo e ai Franco, come si
legge nell’epigrafe marmorea: |

Busto di Carolina
d’Aquino (n. 1848 †
20.5.1874), figlia di Tommaso
principe di Caramanico,
principessa di Montesarchio e d’Ardore, moglie del
principe Francesco M.
Milano. |
La linea
primogenita si estinse a seguito di matrimonio celebrato il 10
luglio 1864 tra Giulia (†
1871), sorella del principe
Giuseppe Milano (1852 † 1911) deceduto senza prole, e il duca Giovanni
Riario Sforza; i titoli di principe di Ardore, duca di San Paolo,
marchese di San Giorgio e di Polistena passarono per successione
femminile al duca Nicola
Riario Sforza,
marchese di Corleto e patrizio napoletano, figlio della predetta Giulia.
La linea
secondogenita coi titoli di principe del S.R.I. e di conte palatino
risulta iscritta nell’Elenco Nobiliare Ufficiale in persona
di don Pietro Milano Franco d’Aragona dei principi di Ardore
(Napoli, 1853 †
S. Margherita Ligure, 1942) patrizio napoletano.
Laureatosi in legge all'Università di Napoli, entrò in magistratura
percorrendo una luminosa carriera sino ad arrivare alla carica di
presidente di Corte di Cassazione (1922-1923), incarico che lasciò
perchè nominato Senatore del Regno d’Italia; sposò nel 1884 donna Marianna
Caracciolo dei duchi di Vietri (Napoli, 1860 †
S. Margherita Ligure, 1944). |

© Don Pietro Milano d’Aragona
(1853 †
1942) |

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© Napoli - Stemma Milano Franco d'Aragona |

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Famiglie
imparentate con casa Milano |
La famiglia, nel corso degli anni, si imparentò con i casati più
illustri, tra i quali ricordiamo:
ALBERTINI:
il conte Giacomo (1762
†
1786), patrizio napoletano, figlio di don Giovanni Maria Loreto
, principe d Ardore, e di Donna Giovanna d'Evoli, sposò nel 1780
donna Maria Teresa
Albertini, figlia
di don Giovanni Battista, principe di Cimitile e di donna
Francesca Carafa dei Duchi di Noia.
di
BOLOGNA:
Giovanni Battista (Napoli, 1593
† ivi,
1650), patrizio napoletano, sposò nel 1649 Maria
di
Bologna, figlia di Cesare , patrizio napoletano, e di
Claudia Carafa.
CAPECELATRO:
donna
Maria Enrichetta (1786
†
1842), figlia di conte Giacomo e di Donna Maria Teresa
Albertini, sposò nel 1817
Pietro
Capecelatro, duca
di Nevano e patrizio napoletano.
CATTANEO della VOLTA: il
principe
Giovanni Maria (1784
†
Napoli, 1852), principe di Ardore, duca di San Paolo, marchese
di San Giorgio, marchese di Polistena e Grande di Spagna di
prima classe dal 1816, patrizio napoletano, sposò nel 1802 donna
Giulia
Cattaneo della Volta,
figlia di Augusto, principe di San Nicandro e di donna Teresa
Colonna dei Principi di Stigliano.
COSCIA : Lucrezia, figlia di Joan de Mila, sposò Michele
Coscia, quarto Signore di Procida e patrizio
napoletano.
FILANGIERI:
don
Francesco Maria (1765
†
1838), patrizio napoletano, Maresciallo di campo e Brigadiere
dell' esercito napoletano, sposò nel 1790 donna Anna
Filingeri, figlia di Pietro, duca di Pino, nobile di
Messina, e di donna Angela di Giovanni, duchessa di Pino.
PIGNATELLI:
Baldassarre (†
1579), figlio di Nicola e di Beatrice
Caracciolo, patrizio napoletano, barone di San Giorgio dal
1567, sposò
Laudomia
Pignatelli, figlia di Scipione,
primo marchese di Lauro e di
Isabella Caracciolo dei baroni di Castelfranco.
di SANGRO:
Laudomia (1587
†
1643), figlia di Giacomo marchese
di San Giorgio e di Isabella del Tufo, sposò in seconde nozze,
nel 1619 Giovanni Francesco II
di Sangro,
principe di Sansevero
SERSALE:
Donna Maria Teresa (1803
†
1871) sposò nel 1826 il marchese Gaetano
Sersale, patrizio
napoletano e di Sorrento.
di SOMMA:
Clarice (1590
†
1672), figlia di Giacomo marchese
di San Giorgio e di Isabella
del Tufo, sposò
nel 1612 Nicola
di Somma, principe di Colle.
STATELLA: Giacomo (1811
†
Napoli, 1872), principe di Ardore, duca di San Paolo, marchese di
San Giorgio e di Polistena e Grande di Spagna di prima
classe, patrizio napoletano, sposò nel 1838 donna Costanza
Statella, figlia di Antonio
principe di Cassaro e marchese di Spaccaforno.
della TOLFA: Giovanni (1594
†
1615), marchese di San Giorgio e patrizio napoletano, sposò nel
1615 Alvina
della Tolfa, figlia di Orazio duca
di Grumo e conte di Serino e di Diana della Tolfa dei Conti
di San Valentino.
ULLOA SEVERINO:
don Antonio (Nola, 1823
†
1900), patrizio
napoletano,
sposò nel 1870 Marianna dei Marchesi
Ulloa Severino († 1910).
VENUSIO:
don Pietro (1793
†
1874), patrizio napoletano, sposò nel 1822 Maria Anna
Venusio
dei Marchesi di Turi.
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_______________
Note:
1)
- Libro d'Oro Napoletano - Archivio di Stato di Napoli -
Sezione Diplomatica.
2) -
Francesco Ceva Grimaldi, "Memorie storiche della città di
Napoli", Napoli 1857
______________
Bibliografia:
- Mario Pellicano Castagna “La Storia dei Feudi e
dei Titoli Nobiliari della Calabria” Voll.I-IV, Editrice C.B.C.
1984-2002.
- Mario Pellicano Castagna “Le ultime
intestazioni feudali in Calabria”, Edizioni Effemme 1978.
-
http://www.genmarenostrum.com/pagine-lettere/letteram/milano_franco_d_aragona.htm.
- Berardo Candida Gonzaga, “Memorie delle
famiglie nobili delle Province Meridionali d’Italia”, Napoli,
1875.
- Vittorio Spreti, “Enciclopedia storico-nobiliare Italiana”,
Arnaldo Forni Editore.
- Erasmo Ricca, “La nobiltà del Regno delle Due Sicilie”,
Napoli, 1839.
- G.B. di Crollalanza, “Dizionario storico-blasonico delle
famiglie nobili e notabili italiane estinte e fiorenti”, Pisa
1896.
- Francesco Bonazzi di Sannicandro, “Famiglie nobili e titolate
del Napolitano”, Arnaldo Forni Editore, 2005.
- Carlo Padiglione, “Trenta centurie di Armi Gentilizie”,
Napoli, 1914.
- Sovrano Militare Ordine Gerosolimitano di Malta, “Elenco
storico della Nobiltà Italiana”, Tipografia Poliglotta Vaticana
1960.
- Carlo De Lellis, “Discorsi delle famiglie nobili del Regno di
Napoli”, Napoli 1663.
- Lorenzo Giustiniani , “Dizionario geografico-ragionato del
Regno di Napoli”.
- Giuseppe Lumaga, “Teatro della nobiltà dell'Europa ovvero
Notizie delle famiglie nobili, che in Europa vivono di presente,
e che in lei vissero prima ...”, Napoli 1725. |
Continua nel sesto
volume in preparazione di "LA STORIA DIETRO
GLI SCUDI"
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