
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia Bonelli |
Arma: controinnestato bandato d’argento e d’azzurro.
Titoli: nobili di Barletta, marchesi di Cassano (Cassano
d'Adda), marchesi sul cognome.
Dimore: Arienzo , Barletta, Catanzaro, Napoli, Palermo,
Messina, Scala. |

© Stemma dei marchesi Bonelli |
Le radici dell’antichissima e nobilissima famiglia
Bonelli, chiamata anche, a seconda dei luoghi e dei
tempi, Bonello e Bonella, sono in Brindisi dove, nella
Chiesa di S. Maria di Nazareth si conserva un diploma
del X secolo degli imperatori Basilio II (958
†
1025) e Costantino VIII (960
†
1028) nel quale viene menzionato Grisenolfo,
valoroso milite.
La famiglia ha posseduto molti feudi, tra i quali:
Alboraggio di Barletta, Asti, Butera, Caccamo, Carini,
Mistratta, Morrone, Prizzi, Rapone, S. Marzano in Terra
d’Otranto, Villacirquito, Villavisciano, Villa S. Rufina,
Villasetticeni.
Nella prima metà del XV secolo il casato si divise in
due rami, il primo rimase a Brindisi dove si estinse nel
XVIII secolo, il secondo si trasferì nel 1415 con
Pietro Bonelli in Arienzo (CE), per poi far ritorno
a Brindisi con Camillo, Giovanandrea,
Antonio, Scipione e Pirrogiovanni
Bonelli, i quali furono prima riconosciuti discendenti
di detto Pietro con sentenza del Sacro Regio Consiglio
del 16-11-1581 e poi, con sentenza del 20-2-1584, fu
stabilito che essi dovevano godere di tutti gli onori e
prerogative e dignità degli altri nobili di Barletta.
Con sentenza del Sacro Regio Consiglio emessa il
21-10-1679 fu decretato che i fratelli Cesare,
Filippo e Ruggiero Bonelli, pronipoti di
detto Antonio, fossero mantenuti nel possesso degli
onori della nobiltà di Barletta.
Fu ricevuta per giustizia nell’Ordine di Malta sin dal
1655 e nel 1839, per prove di nobiltà fatte. Dichiarata
ammissibile nelle RR. Guardie del Corpo.
Unfriudo Bonello, coraggioso milite, intervenne
nel 1130 alla coronazione di re
Ruggiero II detto il
Normanno; per la spedizione in Terra Santa
offrì un uomo a cavallo e due fanti
(1).
Nel 1145 Roberto fu milite ed avvocato della
Chiesa di S. Giacomo di Barletta.
Matteo Bonello, Signore di Caccamo, fu inviato
come Ambasciatore in Calabria da Maione da Bari (1115
†
1160), Grande Ammiraglio del Regno, per sedare una
rivolta contro di lui. Giunto a Mileto, in provincia di
Vibo Valentia, si innamorò di Clemenzia, figlia
illegittima di re Ruggiero e, quindi, passò dalla parte
dei rivoltosi; ritornato a Palermo, il 10-11-1160
assassinò Maione da Bari.
Malgieri, Goffredo e Ruggiero,
figli del predetto Unfrido Bonello, donarono nel 1190
alla maggior Chiesa di Barletta la Chiesa di S.
Pancrazio, dove possedevano il patronato.
Andrea Bonello di Barletta, giureconsulto del XII
secolo, scrisse un copioso Commento a molti libri del
codice giustinianeo, ed alle costruzioni del Regno di
Napoli(2).
Fu professore di diritto nella Università di Napoli,
regio consigliere e nel 1271 avvocato fiscale in assenza
di Andrea
di Capua.
Franco Bonelli ebbe da
Carlo II d’Angiò
la nomina di Prefetto alla fabbrica del porto di
Barletta.
Laura Bonella, donna pia e molto religiosa,
lasciò tutti i suoi beni a favore dei Padri del Convento
di Santa Maria in Napoli dove volle essere seppellita. |
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Napoli, lastra tombale di Laura Bonella -
Anno 1630 |
Giovanni Battista (Barletta, 1585
†
Prato, 1651) fu ordinatore maggiore della fanteria spagnola e
capitano di cavalleria del Gran Duca di Toscana.
Marcantonio fu sindaco di Barletta, sottoscrisse il voto
fatto dalla città nel luglio del 1656 affinchè cessasse la
peste, che fu firmato dagli eletti Scipione
Elefante,
Giambattista de Micco, Antonio Amabile, Giuseppe Pacella e dai
deputati Orazio Marulli e Giuseppe
Pappalettere.
Nel 1774 fecero parte della consulta della Real Camera di Santa
Chiara di Napoli, tra gli altri, don Filippo
Bonelli, don Gaetano
Pappalettere anche in nome di don Giuseppe
Carcano, Commendatore Fra Giuseppe
Marulli, don Fulvio Elefante, Francesco Maria
Quarto duca di Belgioiosa,
Giuseppe Affaitati marchese di Canosa, don Carlo
Campanile.
Scipione (n. Barletta, 1793), fratello del barone
Filippo ed avo del marchese Raffaele, nel 1740 fu ricevuto
nel
S.M.O. di Malta;
ottenne le commende di Putignano minore e di S. Giovanni di
Troia. Fu poi Luogotenente del Gran Priorato di Barletta ed
ottenne il grado di Balio. Nel 1801 il Sacro Consiglio
dell’Ordine, essendo rimasta vacante il Gran Magistero
dell’Ordine, invitò a ciascun Priorato di proporre un candidato;
furono presentate 14 candidature, tra le quali vi fu il balio
fra Scipione Bonelli. Fu scelto Bartolomeo Ruspoli. |

Napoli. l'insegna del
S.M.O. di Malta |
Vincenza dei marchesi
Bonelli (1778 †
1856) sposò Filippo
Volpicella (1803 †
1833), patrizio di Molfetta.
Il 30 settembre 1846 Giuseppe Bonelli, figlio di
Filippo, nobile di Barletta, marito di Costanza
Pignone del Carretto
dei principi di Alessandria, fu decorato del titolo di
marchese da re
Ferdinando II di
Borbone. Il titolo passò al figlio
Raffaele (Napoli, 3-6-1819
†
ivi, 28-3-1903) che nel 1861 fu nominato Senatore; sposò
Marianna
Giudice Caracciolo
dei principi di Villa e Cellamare (1822 †
1900) che generò quattro figli: Costanza,
Giuseppe, Filippo e Stefania. |

Il Senatore Raffaele
Bonelli |
Il marchese Filippo Bonelli (Napoli,1860
†
ivi, 1942), nobile di Barletta, figlio del Senatore
Raffaele, in esecuzione di un obbligo testamentario, fu
autorizzato con R.D. 23-4-1908 ad anteporre al proprio
cognome quello della nobile famiglia de Beaumont di
Taranto, e con altro R.D. del 6-8-1910, ad innestare le
armi. Filippo sposò a Napoli nel 1888 Teresa
Doria, figlia di Marcantonio, principe di
Angri e patrizio napoletano. |
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Note:
(1) -
Catalogo de’ feudatari delle provincie napoletane sotto
i Normanni del 1161.
(2) - I. Cantu’, “Panteon
Pittoresco – Biografie di uomini e donne illustri di
tutte le nazioni”, Milano 1844.
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Fonti bibliografiche:
- Archivio di Stato di Napoli, "Real
Commissione dei Titoli di Nobiltà" , Anni
1833 - 1860
- Berardo Candida Gonzaga, “Memorie delle famiglie
nobili delle Province Meridionali d’Italia”, Napoli,
1875.
- Vittorio Spreti, “Enciclopedia storico-nobiliare
Italiana”, Arnaldo Forni Editore.
- G.B. di Crollalanza, “Dizionario storico-blasonico
delle famiglie nobili e notabili italiane estinte e
fiorenti”, Pisa 1896.
- Francesco Bonazzi di Sannicandro, “Famiglie nobili e
titolate del Napolitano”, Arnaldo Forni Editore, 2005.
- Carlo Padiglione, “Trenta centurie di Armi
Gentilizie”, Napoli, 1914.
- Sovrano Militare Ordine Gerosolimitano di Malta,
“Elenco storico della Nobiltà Italiana”, Tipografia
Poliglotta Vaticana 1960.
- Giuseppe Lumaga, “Teatro della nobiltà dell'Europa
ovvero Notizie delle famiglie nobili, che in Europa
vivono di presente, e che in lei vissero prima ...”,
Napoli 1725
- Franz von Lobstein, “Settecento Calabrese”, Napoli
1978.
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