
Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano,
ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano,
appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano
dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Pappalettere |

© Stemma famiglia Pappalettere |
Alcuni storici sostengono che l'antichissima famiglia Pappalettere
sia di origine normanna; le prime notizie si hanno con
Giordano Pappalettere vivente nel 1119.
Manfredi Pappalettere fu creato
cavaliere
della Croce di Napoli da
re Guglielmo II detto il Buono; possedeva in
Terra d'Otranto i feudi di Cirina, di Guadagno e il
ducato di Papavero.
Stefano fu notaio e sindaco della città di
Barletta nel 1255, dove il Casato venne ascritto al
Patriziato di detta città; egli si recò a Napoli insieme
al nobile Nicola Acconciajoco, per giurare fedeltà al
re Manfredi di Svevia.
Signorello Pappalettere, giureconsulto, fu
confidente della regina Giovanna II di Durazzo;
possedeva due galee che mise al servizio regio.
Girolamo, cavaliere di S. Giacomo, fu valoroso
capitano al servizio di
re Alfonso II d'Aragona.
Giuseppe, capitano di cavalli, fu inviato in
Lombardia sotto le insegne di
Filippo IV d'Asburgo-Spagna. |
Francesco
Saverio, cavaliere gerosolimitano, dovette fuggire a Malta
chiedendo l'incolumità al Gran Maestro avendo ucciso
l'aggressore di suo fratello Giovan Benedetto. Rientrato
a Napoli fu nominato da re Filippo IV comandante di galee, in
Fiandra catturò una nave francese e la condusse prigioniera a
Cadice. Promosso Maestro di Campo morì durante l'assedio di S.
Omer colpito da un proiettile di moschetto.
Altro Francesco Saverio nel 1688 fu cavaliere gerosolimitano e
poi Balio dell'Ordine
di Malta. |
© Malta, lapidario:
Francesco Pappalettere |
Ruggiero, anch'egli cavaliere del S.M.O. di Malta,
morì su una galea di Malta domandata dal Commendatore
Marulli.
Ettore fu cavaliere di S. Stefano in Toscana.
Il Casato
contrasse varie parentele con altrettante famiglie
nobili, tra le quali i
d’Ancora (il nobile Fabrizio Pappalettere
della città di Napoli nel 1597 sposò Fulvia d’Ancora del
ramo di Amalfi trapiantato in Salerno),
i
Frisari, i Vischi e i
Venusio, marchesi di Turi. |

Priorato di Napoli |
Marcantonio
Bonelli,
Sindaco di Barletta, sottoscrisse il voto fatto dalla
città nel luglio del 1656 affinchè cessasse la peste,
che fu firmato dagli eletti Scipione Elefante,
Giambattista de Micco, Antonio Amabile, Giuseppe Pacella
e dai deputati Orazio Marulli
e
Giuseppe
Pappalettere.
La famiglia risulta iscritta nell'Elenco Ufficiale
Italiano del 1922 col titolo di nobile di Barletta, in
persona dei discendenti da
Ettore,
ascritto nel 1801 all'Elenco del Priorato di Barletta ed
è rappresentata dai gemelli
Ettore
e
Nicola
Pappalettere, figli di
Francesco Saverio
(14.03.1813 †
23.06.1879) e di Raimondina
Gattini,
nobile di Matera, già vedovo di Giavanna Rogadeo dei
patrizi di Bitonto con la quale aveva avuto per figlia
Aurora.
Fratelli e sorelle di Francesco Saverio furono:
Gaetano,
patrizio di Barletta, sposato a Gaetana
Esperti,
dei patrizi della stessa città; Don
Simplicio
III,
Abate di Montecassino dal 1858 al 1863, Gran Priore
della Real Basilica di San Nicola di Bari; Don
Michele,
benedettino;
Anna Maria,
sposata a Vincenzo
Calà;
Giustina,
sposata a Salvatore Bacile dei baroni di Spongano; e
Camilla,
sposata a Giuseppe d'Elia,
Cavaliere
Costantiniano. |
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