
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Campagna |
A cura del dr. Giuseppe Pizzuti |
Arma:
d'azzurro, al pino al naturale nodrito sopra un monte di verde
di tre cime movente dalla punta, accostato da due leoni d'oro
affrontati e controrampanti al tronco, attraversati in banda da
un bastone scorciato di rosso, il tutto sormontato da tre stelle
d'oro ordinate in fascia.
Altra:
d'azzurro all'albero nodrito accompagnato in capo da tre stelle,
alla gemella in banda caricata di tre stelle di sei punte
(1). |
Titolo:
Nobile di Serra Pedace.
Dimore:
Serra Pedace, Mendicino, Cosenza, San Biase, e Righio.
Patroni:
San Francesco di Paola, Madonna del Rosario. |
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Serra Pedace (Cosenza),
Palazzo Campagna, stemma |

Serra Pedace (Cosenza),
Palazzo Campagna, portale con lo stemma, la scritta
Celestino
è stata aggiunta da successivi proprietari |
La famiglia Campagna da
secoli era presente in
Calabria Citra
a Pedace e Serra Pedace nella Presila Cosentina, ma ve
ne erano anche altre nella provincia come quella di San
Marco Argentano
(1bis).
Sappiamo che nel 1620
Giovanni Pietro era in trattative con il comune di
Pedace per “l'incanto dei fiscali”.
Nel 1640, Scipione,
effettuò una donazione al figlio Lorenzo,
chierico, per la costituzione del sacro patrimonio e
nello stesso anno Pietro Vincenzo venne eletto
razionale del Comune di Pedace.
Nel 1728, come si evince
dagli atti del notaio Francesco Ferrari, Mariano
era presente in una riunione dei cittadini di Serra per
le spese dell'Università.
Nel 1739 Don Francesco
era uno dei parroci della chiesa di San Donato di Serra
Pedace, nel 1752 sarà cappellano della Cappella del
Purgatorio eretta nella stessa chiesa, dove 1736 aveva
fondato nella una Cappella dedicata a San Francesco di
Paola, ius patronato della famiglia, dove fu sepolto. |

Serra Pedace, chiesa di
San Donato |
Cappella di San Francesco
di Paola. A destra: stemma Campagna |
Nel 1750, Mariano e
Francesco acquistarono due case palaziate in località
Lo Vallone. Nel Catasto Onciario del 1753 i Campagna
sono presenti con Mariano, come capo famiglia, e con
Francesco tra i sacerdoti.
Don Francesco nel 1756 comprò dai signori
Arnone di
Celico una difesa
(2) nella Sila Regia in
località Pizzirillo seu Polverento, dal suo
testamento del 1770, apprendiamo che abitò in località
Steccato e nominò eredi universali i nipoti
Pietro, Dottore fisico, sposato a Grazia
Donato,
figlia del notaio Giovanni, e Donato, sacerdote,
figli del fratello Giuseppe, sposato con Ursula
Scavelli, che sarà usufruttuario della terza parte
dell'eredità. Nel suo testamento nomina anche
Innocenza, moglie del Magnifico Francesco Antonio
Leonetti, in particolare Don Francesco fonda un
maggiorascato in favore di suo nipote Pietro sulla
difesa della Sila in località Piano delli Santi
e in altra località detta l'Acero comprate dai
signori De Luca, il maggiorasco passerà sempre da
primogenito a primogenito maschio della linea di Pietro;
lasciò la difesa di Polverento al nipote Donato,
e stabilì che le nipoti suor Anna Maria e
Teresia “siano
governate e alimentate da detti suoi eredi con le
rendite di tutta la sua eredità e se qualcheduna delle
sue medesime nipoti si volesse maritare ciò si faccia
con le rendite suddette o qualche robba libera non
sottoposta al sopradetto vincolo di fedecommesso
”. |

Stemma Leonetti di Serra
Pedace |
Sila Grande Cosentina,
difesa Pizzirillo, il Casino Nobile, poi posseduto dai
marchesi Martucci di Rossano, oggi della famiglia
Leonetti |
Casa del fattore, veduta
d'insieme e portale in granito silano |
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Pietro e Grazia Donato ebbero per figli: Donato,
Canonico dal 1790, dopo aver lasciato la sua porzione
della chiesa di San Donato, dal 1797 sarà Cappellano nel
Convento di Santa Maria di Costantinopoli e nel 1802 di
quello di Santa Chiara; e Domenico (1774
† 1813), Dottore
fisico, chiamato al maggiorasco istituito dal fu Don
Francesco Campagna Seniore, nel 1794 sposò Maria
Gaetana del Gaudio di Mendicino, figlia del Barone
Carlo, ambasciatore tra le due famiglie fu il Barone
Francesco Saverio
Mollo,
nei capitoli matrimoniali venne concordato che gli sposi
“abbiano domicilio e casa a Cosenza”,
nello stesso anno il Canonico Donato iniziava le
trattative per l'acquisto del “palazzo innanzi la Piazza
Maggiore”, della
famiglia
Gaudiosi
che si trasferì a Napoli; Maria Gaetana ebbe una dote di
ducati 2.000, oltre a gioielli e corredo per ducati 400,
inoltre promette di rinunciare a qualsiasi altra pretesa
che le potrebbe spettare dell'eredità paterna e materna,
dal matrimonio nacquero, da come emerge nello
“Stato delle anime”
del 1813: Maria Grazia di anni 17, sposerà Don
Cesare Marini di San Demetrio Corone (n. 1792), di
spirito liberale, lo stesso che ebbe più tardi suo
nipote Domenico Campagna; Giuseppe di anni
14, si trova in collegio, sarà umanista e poeta;
Carlo Maria di anni 12, sarà patriota; Mariano
di anni 9, scolaro; e Maria Raffaella di anni
8,
sposata a Raffaello Frugiuele
(2bis). |
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Barone Carlo del Gaudio
(1740
† 1793) |

Mendicino (Cosenza),
Palazzo Campagna del Gaudio |
Arma del Gaudio:
d'azzurro, alla fascia di nero accompagnata in capo da
un destrocherio vestito di rosso movente dal fianco
sinistro tenente un falco sorante, e da un monte di tre
cime di verde movente dalla punta. |

Mendicino (Cosenza),
Palazzo Campagna del Gaudio, stemma del Gaudio |

Cosenza, Palazzo Campagna |
Giuseppe
(Serra Pedace, 29 marzo 1799
†
Vienna, 1869) figlio di Domenico e Gaetana, poeta e
drammaturgo, studiò a Napoli, dove si trattenne dopo gli
studi universitari in quanto suo fratello (del quale si
scrive di seguito) gli concesse un vitalizio di 600
ducati annui per dedicarsi agli studi letterari; fu
socio dell'Accademia Pontaniana di Napoli, scrisse su
varie riviste e giornali dell'epoca; sposò la contessa
russa Zenaide de Laval, vedova dell'ambasciatore di
Vienna presso la corte napoletana. |

Giuseppe Campagna (Serra Pedace, 29 marzo
1799 † Vienna, 1869)
|
Il Calabrese,
rivista alla quale collaborava Giuseppe |
Carlo
(1801
†
1861), fratello di Giuseppe, medico, nella chiesa di San
Francesco di Paola a Cosenza vi è una lapide che ricorda
il suo valore di patriota. Ricordiamo, tra gli altri,
l'episodio della capitolazione del 27 agosto 1860 a
Cosenza del generale Cardarelli il quale per conto del
Re firmò la resa e, per il Comitato cosentino
firmarono: Francesco
Guzzolini, Pietro
Compagna, Donato
Morelli, Carlo
Campagna e
Domenico Frugiuele
(3). |

Cosenza, Chiesa di San
Francesco di Paola, lapide in memoria di Carlo Campagna |

Cosenza, Chiesa di San
Francesco di Paola, lapide in memoria di Carlo Campagna,
stemma |

Stemma Campagna in
brisura dipinto su pergamena
Si ringrazia il Dott. Francesco Paolo
Dodaro
per avercela fatta conoscere |

Pergamena nella quale è concesso un Privilegio (laurea) al
Magnifico Don Domenico Campagna nel 1788 |
Carlo
(Serra Pedace 1801 † Cosenza, 1861), studioso di
problemi dell'agricoltura, avviò nelle sue proprietà
nuovi metodi di coltura delle terre, introducendo
l'innesto di qualità di patate, e si adoperò per
ritrovare i mezzi per chiarificare i vini, fu socio
ordinario della Società Economica di Calabria Citra. Il
26 dicembre 1824 aveva sposato, a Cosenza, Maria
Raffaella
Vercillo,
ha avuto come figli:
Gaetana Maria
(n. Cosenza, 5 gennaio 1826); Domenico Fortunato o
Domenico (n. Cosenza, 5 marzo 1827), di spirito
liberale, come appare nella cronaca del 15 febbraio 1848
de
Il Calabrese,
si esalta per la concessa costituzione, e percorre le
strade della città agitando il vessillo dei fratelli
Bandiera, più tardi, per dare concretezza al suo ideale
unitario vestirà la camicia rossa di Garibaldi;
Donato Filippo
(n. Cosenza, 25 maggio 1828); Gaetana Maria Rosaria
(n. 26 settembre 1831); Teresa (n. Cosenza, 12
febbraio 1833); Maria Eugenia (Cosenza, 28 marzo
1834 † ivi, 25 gennaio 1835); Luigi Pasquale (n.
Cosenza, 8 settembre 1835); Luigi (n. Cosenza, 22
ottobre 1836); e
Giacinto Mariano
o Mariano (Cosenza, 26
gennaio 1838 † 1886), giurista, giornalista,
appassionato degli studi in materia di agricoltura, nel
1861 fece parte della redazione del risorto
Calabrese e ne fu
gerente, collaborando, tra gli altri, con Bonaventura
Zumbini e Francesco Martire. Sposato a Rosina Lateano,
ha avuto come figlio Carlo (1869 † 1934),
agli inizi del Novecento acquistò le terre di
Righio nella Sila Grande Cosentina da Giannuzzi
Savelli, barone di Pietramala, nelle quali venivano
portate, per la transumanza estiva, le mandrie e le
greggi; d'inverno, sostavano a San Biase di Rende le
pecore; bovini e cavalli a marina di Sibari dove le
pianure erano coltivate a grano e foraggio. |

Mariano Campagna (†
1886) |

Righio di Campagna, Torre |
Righio, Cappella dedicata alla Madonna
del Rosario; Altare e particolare del soffitto |
Carlo (1869 † 1934), il 16 luglio 1889 sposò Emilia
Ferrari d'Epaminonda (1869
† 1953), ed ebbero per figli: Raffaella, sposata
in casa Quintieri; Benedetta; Rosa;
Ester, sposata a Pietro
Massa;
Ada (1905 † 1996), sposata a Bernardino
Martirano; Teresa,
sposata ad Emanuele Loria; Anna, sposata a
Raffaele Vivacqua, Nobile di Luzzi; Maria (1891 †
1963), sposata all'avvocato Tucci; Mariano (1890
† in guerra il 18 luglio 1917), avvocato; Donato
(1895 † 1919 di spagnola); Rosario, sposato a
Clelia Fiertler (1913 † 1978), sorella di Giuseppe,
pilota di automobili negli anni trenta, di origini
austriache, hanno avuto l'unico figlio Donato
(1949 † 1995), giurista, sposato a Maria, nata
Pontoriero, mecenate, la quale ha continuato a gestire i
latifondi di Righio e San Biase, dopo la prematura
scomparsa di Donato, ha voluto onorarlo con la
Fondazione Donato Campagna rivolta a giovani
meritevoli per la formazione post-universitaria, la
fondazione elargisce borse di studio alle Università, ad
Istituti di ricerca e Culturali; e Domenico,
sposato a Maria Cristina Ponzano hanno avuto per figli:
Ada (1932 † 1934); Rita, sposata a Gordon
Heron; Maria Luisa, sposata a Luigi
Amantea; Grazia, sposata a Domenico Turato;
Mariano (1936 † 2011), morto improle; e Carlo
(30 marzo 1935 † 4 agosto 2019), avvocato, sposato a
Felicia Feraco hanno avuto per figlie Maria Cristina
(n. 16 febbraio 1969), e Marina (n. 16 luglio
1972), Carlo con altra donna ha avuto per figlio
Giacomo (n. 31 agosto 2002). |

Settembre 1920, Domenico
Campagna e sua sorella Raffaella |

San Biase, il Casino
Nobile |

San Biase, casa del fattore |

San Biase, la Cappella |

Cosenza, Cappella
Campagna |

Mariano Campagna, morto in guerra il 18
Luglio 1917 |

Donato Campagna |

Domenico Campagna |
Carrozze appartenute ad
Emilia Ferrari d'Epaminonda Brisac (a sinistra con le
ruote rosse) e a Carlo Campagna (a destra) |
_________________
Note:
(1) -
Luca Irwin Fragale, pag. 167, in
“Microstoria e araldica di Calabria Citeriore e di
Cosenza. Da fonti documentarie inedite”, Milano, Banca
CARIME, 2016.
(1bis)
- Carlo Campagna il 22 agosto 1755
si intestò (Cedolario 77, f. 326) delle seconde e
terze cause criminali e miste, portulania e zecca, di
Macchia, San Cosmo, San Demetrio e Vaccarizzo (oggi
comuni di San Demetrio Corone e San Cosmo Albanese in
provincia di Cosenza), per vendita fattagli, per la
somma di ducati 7.800, da Luigi
Sanseverino
Principe di Bisignano, con Regio Assenso
del 7 maggio 1746, registrato nel Quinternione
290, f. 158. Gaetano Campagna, quale erede del
citato Barone Carlo, suo padre, il 10 marzo 1772, si
intestò del casalinaggio di San Cosmo e San Demetrio,
con seconde e terze cause criminali e miste, zecca e
portulania, nonchè di quelle di Macchia e Vaccarizzo (Cedolario
78, f. 73t). Mario Pellicano Castagna “La Storia dei
Feudi e dei Titoli Nobiliari della Calabria” Vol.III,
Editrice C.B.C. 1999, p. 47.
(2) -
Estensioni di terreni recintati per far
pascolare le mandrie o per seminarvi.
(2bis)
- Manlio del Gaudio “ Spigolature da una
alleanza familiare in Calabria alla fine del XVIII
secolo”, Walter Brenner Editore, Cosenza 1994, pp.32-46.
(3)
-
Riccardo Giraldi “Il popolo cosentino e
il suo territorio (da ieri a oggi)” pag. 204, Pellegrini
Editore, Cosenza 2003.
_________________
Bibliografia:
- “Le pietre raccontano... case baronali
in Sila....”; curato dall'ARSSA, dall'Istituto
Conprensivo Statale B.
Telesio
e dei comuni di Spezzano della Sila e Spezzano Piccolo;
Pubblisfera, 2000.
- Enciclopedia Treccani.
- Ivan Pucci "Guida agli stemmi nobiliari
di Cosenza e casali", pag. 33. Editrice Arti Grafiche
Barbieri. Cosenza 1996.
-
Barone Manlio del Gaudio - Sito Web
- Gustavo Valente “Dizionario
bibliografico biografico geografico storico della
Calabria” Vol.III, Frama Sud 198.
-https://www.storiadigitale.it/portale-della-storia-degli-italiani/#:~:text=realizza%20la%20duplice%20finalit%C3%A0%20di,%2C%20
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