
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia Catizone |
A cura del dr. Giuseppe Pizzuti |
Arma:
partito semitroncato; nel 1° d'azzurro, alla banda d'argento
accompagnata da due gigli d'oro, uno in capo e l'altro in punta;
nel 2° d'oro, all'aquila spiegata di nero coronata del campo;
nel 3° di rosso, al sinistrocherio d'oro tenente un ciuffo
d'erba al naturale.
Arma di Crotone e Reggio:
d'azzurro, alla banda cucita di rosso accompagnata da due gigli
d'oro, uno nel capo e l'altro in punta
(1).
Titoli:
Nobili di Crotone, Nobili di Reggio, Nobili di Taverna, Baroni di Maldotto.
Patrona:
Santa Cecilia. |

Taverna,
stemma
Catizone |
La famiglia
Catizone è di probabile origine bizantina.
Andrea
Catizone, nel X secolo fu abate del convento basiliano
di Simeri.
Marco Tullio
Catizone, nato a Magisano, Casale di Taverna, a metà del
Cinquecento, da
Ippolito
e da Petronia Cortes o Cortese,
partecipò, al seguito di don Sebastiano I Re del
Portogallo, alla battaglia di Alcazarquivir in Marocco,
combattuta il 4 agosto 1578, furono sconfitti, del Re
non fu mai ritrovato il cadavere
(2),
dopo qualche tempo tornò dal Marocco, e sbarcato a
Messina, disse a moglie e figlia di dover assolvere ad
un incarico importante, suggestionato dai riconoscimenti
di molti per la somiglianza col Re, e spinto anche da
gentiluomini portoghesi impegnati a sostenere
l'indipendenza del Portogallo contro le pretese del Re
di Spagna, dalle corti di Parma e Venezia fu invitato ad
allontanarsi, avviatosi per Livorno per imbarcarsi in
Franca, sostò in incognito a Firenze presso il convento
dei padri Borgognoni, raggiunto dal frate Grisostomo da
Venezia per sostenerlo, dopo dieci giorni si lasciò
sospettare come don Sebastiano, il Granduca per
ingraziarsi il Re di Spagna,
Filippo III,
fece in modo di poterlo arrestare, processato, si disse
che egli era calabrese, preteso da Filippo III fu
consegnato e portato a Napoli, il 20 maggio 1602 venne
condannato alla galera a vita, lo stesso anno fu inviato
in Spagna, il 27 settembre 1603, con l'altro calabrese
Annibale Balsamo, porgevano al carnefice la mano destra
su un ceppo, per poi essere impiccati. |

Marco Tullio Catizone |
Taverna, l'antico Palazzo
Catizone |
Giovan
Pietro,
sposò Costanza
Ferrari,
figlia del giureconsulto Raimondo, molto stimato dalla
Principessa Margherita d'Austria figlia dell'Imperatore
Carlo V,
fratello di Antonello capostipite dell'omonimo ramo in
Cosenza, e di Elisabetta Campana.
Orazio,
fu Sindaco dei Nobili di Crotone nell'anno 1591-1592.
Scipione,
fu mastro giurato di Crotone nel 1647, anno in cui vi
furono rivolgimenti popolari in tutto il regno, nel
mentre era Sindaco dei Nobili Lelio Montalcino, gli
eletti erano: Giuseppe
Suriano,
Carlo
Berlingieri
e Giovan Battista di Nola Molise, zio di Scipione; sposò
Ippolita Barricellis, figlia di Giovan Battista e di
Vittoria Pelusio di Fabio.
Antonio,
di Reggio, nel 1671 fu Canonico della Cattedrale, poi
Decano del Capitolo.
Giovanni
Antonio,
di Reggio, frate Agostiniano, fu oratore e poeta.
Padre
Giovanni
Fiore
da Cropani elenca le famiglie che facevano parte del
Sedile Nobile di Taverna nel Seicento: Anania, Blaschi,
Caraffa,
Carpanzano, Catizone, Cirillo,
Ferrari,
Filante, Iozolino, Madotto, Mandella,
Marincola,
Masella, Mazza, Morrone, Munizza, Pistoia,
Poerio,
Ricca, Rocca, Rotella,
Schipani,
Teutonica,
Veraldi. |

Stemma di Taverna |
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Taverna (Catanzaro) |

Taverna, Palazzo Catizone
già
Poerio |
Giovan
Pietro
(† 1593) fu possessore del
feudo di
Maldotto o Quartieri
(quarta parte del feudo), sito in territorio di Magisano
presso Taverna.
Camillo,
erede di suo padre, barone Giovan Pietro, Capitano,
iscritto al Seggio dei Nobili di Taverna sin dalla sua
fondazione avvenuta nel 1604, fu eletto Sindaco dei
Nobili nel 1605. Sposò Caterina Scarola.
Carlo,
barone di Maldotto per successione a suo padre Camillo,
sposò Maria Castellet; vendette il feudo a Giovan
Battista
Poerio,
con Regio Assenso del 1661.
Francesco,
sacerdote, nel settembre del 1637 ottenne il Canonicato
nella Cattedrale di Belcastro e la prebenda di San
Giacomo.
Filippo,
con atto del 1687 dispose la fondazione della Cappella
di Santa Cecilia, jus patronato della famiglia,
all'interno della chiesa di Santa Maria Maggiore in
Taverna, sposato a Beatrice Crispo, sposata in prima
nozze in casa Capialbi di Monteleone.

Taverna, chiesa
di Santa Maria Maggiore, Cappella Catizone,
Altare |
Cappella Catizone,
Santa Cecilia; a destra: Cappella Catizone,
Stemma |
Francesco,
nel 1779 fu Sindaco dei Nobili di Taverna.
Il Reverendo
Tommaso
acquistò da Marcello Blasco il
feudo di Maldotto o
Quartieri (quarta parte del feudo) seguì il Regio
Assenso del 1° giugno 1790.
Vincenzo
(† 19
agosto 1799), barone di Maldotto per successione al
barone Tommaso suo zio paterno, figlio di
Antonio
e di
Lavinia
Catizone appartenente al ramo che si era trasferito a
Reggio. Sposò Ippolita Provenzano di Malito.
Filippo Antonio
(Taverna 1798 † ivi, 1868) barone di Maldotto per
successione a suo padre, barone Vincenzo, fu l'ultimo
intestatario; nel 1821 sposò Anna Rotella, nobile di
Taverna ed ebbero per figli:
Ruggero
(1839†1908), Vescovo Ausiliario di Catanzaro e Vescovo
di Augustopoli di Frigia dall'11 luglio 1895 a gennaio
1908, antica sede episcopale della provincia romana di
Frigia Salutare nell'odierna Turchia;
Tommaso
(1825); ed il primogenito
Vincenzo
(1821
† 1879) i quali crearono due rami.
I Catizone di Vincenzo:
nel 1843 sposò in prime nozze Dianora
Ricca
(in seconde nozze, nel 1868, Giuseppa Veraldi) ed ebbero
per figli
Filippo
(1852 †1904), sposato a Beatrice Ricca; e
Luigi
(1856 † 1907), sposato ad Amalia Infelise, ebbero per
figli:
Filippo,
sposato a Felicia Carmela Tamburelli, e
Ruggero
(1898 † 1975), sposato a Fioruzza Ciacci hanno avuto per
figlio
Antonio
(1949), sposato a Rosetta Ardettini.
I Catizone di Tommaso:
sposato ad Angiola Ferrari ebbero come figlio, tra gli
altri,
Filippo,
che sposando Eugenia de Septis generarono:
Ruggero
(1895), sposato a Guglielmina Riello, hanno avuto per
figlio
Antonio;
Tommaso
(1896 † 1978), sposato a Maria Virdò, ebbero per figlia
Camilla
(1947); e
Lorenzo
(1907), sposato ad Eva Mosciaro generarono
Filippo
(1932 † 2002) che sposando Virginia Carusi hanno avuto per
figli:
Lorenzo,
Camillo († 2013)
ed
Evelina detta Eva
(Cosenza, 1965), che è stata Sindaco di Cosenza dal 21
giugno 2002 al 25 gennaio 2006, ha per figlio
Filippo
Eugenio
Catizone.
Vogliamo
ricordare
Lavinia,
che con testamento del 17 novembre 1869, fondò
l'ospedale dei poveri infermi di Taverna, eretto ad Ente
Morale con delibera del consiglio comunale il 21 luglio
1878; sposò Vincenzo Ferrari
(Taverna, 1841 † ivi, 1886) al quale premorì. |
_________________
Nota:
(1)
- Blasonature a cura di Umberto Ferrari in "Armerista
Calabrese", La Remondiana, Bassano del Grappa 1971,
pagg. 22-23. Inoltre l'autore aggiunge che il ramo di
Reggio è stato ricevuto nell'Ordine
di Malta come quarto nel processo dei fratelli
Melissari del 1796.
(2)
- La spedizione era stata preceduta da messe, preghiere,
comunioni, e consacrazioni, Santa Teresa d'Avila seppe
della disfatta soprannaturalmente e si lagnò con Gesù:
Signore, come
hai potuto permettere una cosa del genere su quelli che
in Te confidavano?
Gesù le rispose:
Se li ho trovati pronti a comparire alla Mia presenza,
perchè sei triste?.
Rino Camilleri in
il Timone, mensile
di apologetica,
Anno XXII, n.196, giugno 2020.
_________________
Bibliografiche:
- Giovanni
Fiore
da Cropani “Della Calabria Illustrata”.
- Franz von Lobstein “Settecento Calabrese”, Vol. II,
Napoli 1978.
- Mario Pellicano Castagna “Le ultime intestazioni
feudali in Calabria”; Effe Emme, 1978.
- Gustavo Valente "Dizionario
bibliografico biografico geografico storico della
Calabria" Vol.II, Frama Sud 1989.
- Gustavo Valente “Storia della Calabria nell'età
moderna”, Voll.I-II, Frama Sud, 1980.
- Archivio Storico di Crotone
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