
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia Marincola |
Arma:
d'argento, all'ancora non fareata al naturale, accompagnata nel
capo da due stelle d'azzurro, e mareggiato dello stesso nella
campagna.
Titoli:
nobili di Taverna, nobili di Catanzaro, baroni di Argusto,
Soverato, San Floro, San Calogero, Sellia, Lochicello,
Magliacane, Maldotto, Falaga, Palermiti e Guarna, duchi di
Petrizzi.
Dimore:
Taverna, Catanzaro, Petrizzi, San Floro, Copanello di Stalettì,
Napoli e Roma. |

Stemma Marincola dei baroni di
San Floro |
La famiglia
Marincola è tra le più antiche e nobili di Catanzaro.
Originari dell'Aragona passata in Sicilia al seguito dei
sovrani
Aragonesi i quali in seguito alla ribellione
dei Vespri Siciliani scoppiata a Palermo nel 1282 contro
gli
Angioini s'impossessarono dell'isola. Il
capostipite fu
Leonardo
Marincola, Provveditore delle armi del re Federico III
d'Aragona tra il 1355 ed il 1377, suo figlio fu
Dinasto.
Verso la
fine del Trecento si diramarono in Calabria a Taverna
dove furono aggregati alla nobiltà di questa città.
Nicola
Francesco,
dal 1488 al 1551 fu abate commendatario del monastero
basiliano di Santa Maria di Peseca di Taverna.
Andrea,
nel 1493 aveva l'Ufficio di vice Protonotario.
Evellino o
Avellino I,
capitano, servì
Alfonso I d'Aragona, morì combattendo contro
i Saraceni ad
Otranto nel 1480.
Nei primi
decenni del Cinquecento la famiglia passò a Catanzaro e
fu aggregata alla nobiltà di questa città.
Giovan
Pietro I,
figlio di Avellino, fu generale di re
Ferdinando I
d'Aragona.
Avellino II,
figlio di Giovan Pietro e fratello di Cesare,
combattè nella battagia di Montesoro contro i francesi
che avevano assediato la città di Catanzaro; ebbe per
figli: Giovanni Paolo, vescovo di Teano dal 1575
al 1588 per dimissioni; Luzio, sposato a Lucrezia
Marasculo; Tiberia, monaca, fondò a Taverna il
monastero di Santa Chiara e quello di Amantea dove fu la
prima abbadessa ; Annibale; Francesco
Antonio, sposato ad Olimpia
del Giudice ed
ebbero per figli: Giovan Paolo,
capostipite dei
baroni di Lochicello,
Geronimo, capostipite dei
baroni di Lochicello
e
Magliacane,
Luzio, Francesca, Giuseppe ed
Ottavio (gesuita);
Giovan Pietro II, sposò Vittoria Maresculo ed ebbero prole.
Cesare, figlio di Giovan Pietro I e fratello di Avellino II, il 1°
novembre del 1540 venne nominato dall'Imperatore
Carlo V
Governatore delle armi della Provincia, sposato a Luigia
Tomarchiello ebbero per figli: Fabrizio,
Cavaliere di Malta; Orazio, sposato a Diadora Miglio ebbero per figli:
Salvatore, capostipite del ramo dei
duchi di Petrizzi; Fabrizio, diede origine al ramo dei
baroni di San Calogero;
Cesare, sposato a Beatrice Moyo, diede origine al
ramo dei
baroni San Floro;
Francesco, sposato a Belluccia Arcieri;
Girolamo, sposato ad Antonia Pistoja; Giovan
Battista; Orazio; Antonio; Diana,
sposata a Fabrizio
Sanseverino; Isabella;
e Lucrezia. |
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San Floro (Cz), palazzo Marincola, fu
fortificato per timore delle incursioni saracene,
nel '700 fu venduto ai Caracciolo, oggi appartiene alla
famiglia Zolea |

Catanzaro, palazzo Marincola di San Floro
oggi Museo delle Arti di Catanzaro |

San Floro, portale del palazzo |

Catanzaro, portale del palazzo |
Il citato Fabrizio nel 1617 aveva sposato Caterina
Lentini, baronessa di San Calogero (1)
ha avuto come figli: Margherita, sposata a
Carlo Antonio Sanseverino, 8° barone di Marcellinara;
Dianora; Cornelia; Vincenza;
Giovan Francesco; Bernardino (1622 † 1658),
gli fu concesso il titolo di barone
di Sellia, feudo acquistato nel 1654 da Francesco Sersale,
2° duca di Belcastro, 11° barone di Sellia, sposò Porzia di
Francia; Tommaso (n. San
Calogero, 1626), Sovrintendente e Generale delle
Calabrie, sposò Maria Dattilo.
Cesare, in qualità di Deputato dei Nobili nel
1639, con altri tre nobili, compilarono l'elenco delle
famiglie nobili di Catanzaro all'atto in cui fu chiusa
la nobiltà della città, rimasero iscritte due famiglie
Marincola: la prima con Salvatore duca di
Petrizzi, Luzio, Antonio, Bernardino, Tommaso, Marcello ed
i loro discendenti; la seconda con Francesco, Antonio ed
i loro discendenti.
Luzio, nel 1644 possedeva la metà dell'Ufficio di
Mastrodattia della città di Taverna.
Biagio, in occasione della visita a Catanzaro di re Carlo
III, diede in suo onore un ricevimento nel suo palazzo.
Tommaso, nel 1657, in occasione dei solenni
festeggiamenti che si tennero a Catanzaro per la nascita
del principe ereditario, recitò l'orazione per esaltare
la casa regnante.
Ignazio Marincola
Panzanera, nel 1799 diresse l'assalto contro
le case dei partigiani
francesi ed in particolare contro il palazzo
del barone
Salzano
che fu dato alle fiamme, fu fedele alla corona dei
Borbone a differenza degli altri rami della famiglia,
sposato a Geronima Marincola Politi, ha avuto
come figli: Maria, sposata in casa Sanseverino;
Carlo; Domenico, sposato con Elisa
Marincola Politi (n. 1812), figlia di Domenico e
di Maddalena Sanseverino dei baroni di Marcellinara, non
ebbe prole, con la sua morte, avvenuta nel 1868, questo
ramo si estinse; e Saverio, fratello minore,
ventenne, di ritorno dal fondo Chiattini (nei pressi
dell'odierna stazione ferroviaria di Sala), l'8 novembre
del 1822 venne ucciso con due colpi di fucile dai
fratelli Cesare, Domenico ed Antonio De Nobili per aver
corteggiato Rachele, loro sorella, gli autori del
delitto furono costretti a fuggire a Corfù
(2).

Stemma De Nobili |
Arma De Nobili: interziato in fascia; 1°
d'oro, all'aquila bicipite di nero; 2° di rosso,
al leone passante accostato da sei stelle tre
per lato poste in palo, d'oro; 3° d'azzurro, a
tre bande d'oro. |
Cesare
ed Edoardo, furono ufficiali al servizio di
Murat, portarono la massoneria a Catanzaro quando
tornarono dalla campagna di Macerata; carbonari con il
loro fratello Giovanni, si resero protagonisti
nei moti del 1821 e del 1848 e pagarono con condanne ed
il carcere.
Domenico
Marincola Pistoja (1818
†
1894) di Raffaele (di Domenico) e di Maria
Teresa de Riso, Cavaliere della Corona d'Italia, membro
dell'Accademia delle Scienza, storico ed archeologo
lasciò numerose pubblicazioni, ebbe per fratelli:
Beatrice; Giuseppa, sposata a Tommaso
Marincola; Luigi, sposato ad Irene de Riso.
Filippo
Marincola di San Floro (1824
†
1899) fu tra i più dotti economisti calabresi del suo
tempo. |
Saverio
(1681 † 1724), Sindaco dei Nobili di Catanzaro nel 1720,
nel 1711 aveva sposato Gerolama Politi, vedova di
Gaetano
Rocca,
creando il ramo
Marincola Politi, ebbero per figli:
Rosa,
sposata a Paolo Vivone;
Nicola
(1718 † 1720);
Clara
(1714 † 1810), sposata a Ferdinando Mirabelli; ed il
primogenito
Domenico, sposato a Rosa Gariti (1711 †
1792) ebbero per figli:
Rachele, sposata a Lorenzo Cornè nel
1786;
Raffaele († 1819), sposato nel 1807 a
Marianna
Petrone,
vedova Giovan Battista Rodio;
Marianna
(1764 † 1845);
Gerolama
(1761 † 1836), sposata ad
Ignazio
Marincola di
Carlo;
Saverio (1760 † 1823); ed il primogenito
Antonio (1753 † 1826), sposato nel 1782
a Teresa
Sanseverino.
I Marincola Politi di Raffaele:
sposato a Marianna Petrone ebbero per figli:
Andrea
(1819 † 1879);
Giulietta;
Maria,
suora;
Letizia o
Lauretta;
Michele († 1893);
Enrichetta
(1808 † 1878), suora col nome di Serafina;
Clementina;
Luigino;
Alessandro;
e
Clemente (1809 † 1888), nel 1842 sposato
a sua cugina
Gaetana
Marincola Politi di
Antonio,
ed ebbero per figli:
Maria,
Raffaele,
Raffaele
(1846 † 1889),
Marianna
(1851), sposata a Cesare Scandale; e
Giuseppe
(1848 † 1889), sposato nel 1882 a Carmela De Caria. |

La chiesetta sconsacrata, ubicata in
località Aranceto in Catanzaro, era un tempo dedicata a
Sant'Angelo. Fu costruita nel fondo di proprietà
Giuseppe Marincola fu Clemente, appartenente alla
famiglia catanzarese più antica, che nel 1889 la donò al
Vescovo
Mons. De Riso, a condizione che la mantenesse decorosa e
che facesse celebrare ogni giorno una messa in
suffragio, oltre che
della sua anima, anche di quella della madre, del padre,
della moglie, della zia Giulietta e del fratello.
|
I
Marincola Politi di Antonio:
sposato con Teresa Sanseverino ebbero per figli:
Luigi,
Gaetana,
sposata con il cugino
Clemente
Marincola Politi di
Raffaele;
Rosa
(1805 1868),
Giovanni
(1803 † 1871);
Vincenzo
(1790);
Cesare
(1789 † 1858);
Chiara
(1787 † 1858);
Odoardo
(1785 1814);
Maddalena
(1783 † 1850), sposata con
Domenico
Marincola di
Raffaele
del ramo di San Floro, Cavaliere di Malta; e
Domenico,
nel 1804 sposato a Maddalena Sanseverino ebbero per
figli:
Fabrizio
(1810 1834);
Isabella
(1812 † 1885), sposata a
Domenico
Marincola di
Ignazio
ed in seconde nozze con Domenico Pisacane;
Gaetano
(1813 † 1839), sposato a
Clementina
Marincola Politi;
Aloisio;
Saverio
(1818 † 1869);
Teresa
(1820);
Rachela
(1823 † 1909);
Antonia,
sposata con Ermenegildo Colombini; e
Raffaele,
nel 1825 sposato ad Emanuela Conidi ebbero per figli:
Maddalena,
nel 1863 sposata a Giuseppe Aliano;
Maria Teresa;
Anna,
sposata ad Ernesto Prestipini;
Maria Concetta,
sposata a Cesare
Suriano;
Maria,
sposata a
Giovanni
Marincola, Sindaco di
Catanzaro nel 1860;
Chiarina,
nel 1895 sposata a Carlo Colombini, nel 1916 in seconde
nozze a Gaetano Ferelli; e
Domenico,
sposato in prime nozze a Laura Cricelli ed ebbero per
figli
Saverio
ed
Elisabetta
sposata a
Nestore
Marincola Tizzani, in
seconde nozze sposato a
Concetta
Marincola ed hanno avuto
per figli:
Emanuela
(1910) sposata ad
Arturo
Marincola, ed il
primogenito
Raffaele
(1909) che sposando Anna
Longo
hanno avuto per figli:
Maria Concetta
ed
Antonio
che risiede a Copanello di Stalettì in provincia di
Catanzaro.
|

In villeggiatura
Seduti da sinistra: Roberto Provenzano, Elisa Marincola,
Lina Suriani, Marchesa Luisa Susanna,
Lina Marincola ed i bambini Emanuela Marincola e
Raffaele Marincola.
In piedi da sinistra: Duca Vitaliano Provenzano, Sasà
Marincola,
Ernesto Marincola,
Concetta Suriani, Marchese Antonio
Susanna e Barone Domenico Marincola |

Copanello, stemma Marincola Politi con la
corona di nobile ed insegne Ordine di Malta |
Linea dei
duchi di Petrizzi |

Stemma Marincola con
corona di duca |
Petrizzi,
terra di
Calabria Ultra (oggi comune omonimo in
provincia di Catanzaro) dipendente dallo Stato di
Squillace.
Salvatore
Marincola, nobile di Catanzaro, U.J.D. acquistò da Marco
Antonio
Loffredo, principe di Maida, la
terra di Petrizzi
per ducati 26.000 con Regio Assenso del 1629. Nel
1634 acquistò i feudi di
Soverato ed Argusto,
seguì il Regio Assenso nel 1635. Con privilegio del 1°
luglio 1642 ottenne da re
Filippo IV il titolo di duca di Petrizzi. Nel
1609 sposò Eleonora Squitti, figlia di Giovanni Alfonso,
barone di Palermiti
e Guarna
o
Malatina,
feudi che alla sua morte ereditò. |
Petrizzi (Cz), cappella gentilizia dei
duchi Marincola dedicata alla SS. Trinità, particolare
dello stemma e portale |

Cappella Marincola,
monumento funebre del duca Salvatore |

Cappella Marincola,
lapide funeraria di Giuditta Lubrano, consorte del duca
Diego |
Diego
(†
1678), 2° duca di Petrizzi, nel 1644 successe al
padre, duca Salvatore, che gli refutò le terre. Vendette
il casale di Argusto a Bernardino Marincola che
rivendette a Matteo
Salerno di Guardavalle con Regio Assenso del 1657.
Sposò donna di casa Lubrano di Ceglie.
Antonio
(†
Napoli, 1732), 3° duca di Petrizzi, per successione a
suo padre Diego nel 1689; sposò Lucrezia Furnari e non
ebbero prole.
Diego
(†
1735) 4° duca di Petrizzi, figlio di Fabrizio e
di Isabella de Cesare, come legittimo erede di suo zio
Antonio. Nel 1717 sposò Antonia
Ferrari, figlia di Diego, barone di tre
quarti del feudo di Quartieri
o
Maldotto,
sito in territorio di Magisano presso Taverna che
gli portò in dote, ed ebbero per figli: Giuditta
(1717
†
1815), sposata ad Orazio Marincola della
linea di San Floro;
Beatrice; Antonio; Anna, sposata nel
1744 a Girolamo Poerio, barone di Belcastro; Fabrizio,
sposò in seconde nozze Aurora Marincola della
linea di San Floro.
Pietro
(Catanzaro, 1721
†
1795), 5° duca di Petrizzi, successe a suo padre Diego
nei feudi, vendette Palermiti e Guarna a Leopoldo de
Gregorio; con i suoi fratelli vendettero i tre quarti
del feudo di Quartieri o Maldotto alla loro zia
Rosa Marincola, sorella del duca Diego, che sposò
Fabrizio Sanseverino, nobile di Catanzaro e possessore
del feudo di metà dello scannaggio di Cosenza. |
 |
Petrizzi, Cappella Marincola, dipinto,
in basso a destra Santa Caterina D’Alessandria |
Francesco Antonio, 6° duca di Petrizzi,
successe a suo padre Pietro,
Cavaliere di Malta; sposò Maria Antonia
Mariconda dei principi di Garagusa ed ebbe
tre figli: il primogenito morì in giovane età, sua
figlia
Maria
Giovanna (1799 †1871)
nel 1817 sposò Nicola Crivelli, duca di Rocca Imperiale,
e
Pietro
(1801 † 1852), 7° duca di
Petrizzi, prese l'ultima intestazione per le terre di
Petrizzi e Soverato, rappresentato dalla madre perchè
minore. La famiglia risiedette a Napoli, ad amministrare
fu don
Cesare (1759 †
1833), figlio di
Pietro (1801 † 1852), 7° duca di Petrizzi,
prese l'ultima intestazione per le terre di Petrizzi e
Soverato, rappresentato dalla madre perchè minore. La
famiglia risiedette a Napoli, ad amministrare fu don Cesare (1759 † 1833),
figlio di Tommaso Marincola
di Catanzaro, Cavaliere di Malta, cugino del defunto
duca, dal 1804 visse stabilmente con la famiglia ducale.
Pietro sposò in prime nozze (3) Virginia Pignatelli
di Strongoli ed ebbero per figli: Giuseppa,
sposata a Giuseppe di
Lieto dei
duchi di San Martino; Teresa,
sposata in prime nozze a Giovanni de Montes ed in
seconde nozze a Raffele Mottola; Vincenzo (1833),
Ufficiale della Real Marina da Guerra, sposò Giovanna
Larussa ed ebbero per figli Pietro,Virginia, Giuseppina, Emilia, Sara e Guido; Cesare Capitano
dei RR. Carabinieri, Cavaliere Mauriziano e della Corona
d'Italia, sposato a Maria Krisch ebbero per figlie Anna e Rosa; Fabio,
sposato a Rosa de'
Medici dei principi di Ottajano ed ebbero per figli Virginia, Francesca, Giovanna ed Anna; Diego,
Reale Guardia del Corpo a Cavallo, sposato a Francesca Pignatelli
dei duchi di Terranova, ebbero per figlia Maria; Alfonso (1840),
sposato ad Emilia Cobb-Montaigne ed ebbero per figli Diego,
e Margherita.
Francesco Antonio (Napoli, 1830 † ivi, 1903), 8°
duca di Petrizzi, come erede di suo padre Pietro,
Cavaliere Mauriziano e della Corona d'Italia,
riconosciuto nei titoli con Regio Rescritto dell'11
ottobre del 1852, iscritto nell' Elenco regionale con il
titolo di duca di Petrizzi ed il predicato di Soverato.
Sposato a Cecilia Correale dei
patrizi di Sorrento non ebbero prole. |
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 |
Petrizzi (Cz), portale del palazzo ducale
e fontana dedicata a San Giovanni Nepomuceno costruita
dal duca Marincola |
Pietro
(1868), 9° duca di Petrizzi, figlio dei citati Vincenzo
e Giovanna, successe a suo zio Francesco Antonio in
qualità di primo nipote.
Diego
(1883
†
Soverato, 1953) 10° duca di Petrizzi, figlio dei
citati Alfonso ed Emilia, successe a suo cugino Pietro.
Sposato a Teresa Lucifero
dei marchesi di Apriglianello ebbero tre figlie femmine:
Enrichetta, Margherita ed Alfonsina,
con esse estinse questa linea. |
Catanzaro, cappella Marincola |
Linea dei
baroni di Lochicello |
Giovan
Paolo
o Paolo (†
1624) di Francesco Antonio ed Olimpia del
Giudice, acquistò un quarto del feudo di Lochicello (suo
fratello Geronimo i restanti tre quarti) nel
territorio di Belcastro in
Calabria Ultra, venduto dal
Vicerè duca di Ossuna per 5.800 ducati nel 1618
in quanto il feudo era stato devoluto alla Regia Corte
in seguito alla morte della baronessa Giulia
Cavalcanti morta nel 1581 senza discendenti.
Sposò Stratonica De Nobili, figlia di Cesare, feudatario
della bagliva di Catanzaro.
Francesco
Antonio
(†
1687), ebbe
significatoria di rilevio per un quarto del feudo come
erede di suo padre Giovan Paolo, sposò Laura
Cattaneo dando origine al ramo
Marincola Cattaneo
ed ebbero per
figli: Teresa, Vittorio, Saverio,
Olimpia, Tommaso, Paolo Giuseppe,
Paolo Domenico, Eleonora,
Domenico Antonio (1646
†
1721) e Geronimo, erede di suo padre ma
gli premorì, sposato ad Anna Marescano ebbero per figlio
Ignazio (morto in odore di santità) il quale nel
1706 ebbe significatoria di rilevio del feudo come erede
di suo nonno Francesco Antonio, Ignazio decise di farsi
sacerdote e refutò a favore di suo zio Domenico Antonio,
con Regio Assenso del 1698, sposato a Chiara Marescano,
vendette la sezione del feudo di Lochicello a Giuseppe
Mottola. |

Stemma Marincola con
corona di barone |
Linea dei baroni di Lochicello e Magliacane |
Geronimo (†
1624), fratello di Giovan Paolo, acquistò i restanti tre
quarti del feudo, inoltre acquistò il feudo di
Magliacane da Giovanni Alfonso
de
Matera con Regio Assenso del 1621, fu Sindaco dei Nobili di Catanzaro nel
1620, sposò Antonia Poerio, nobile di Taverna.
Luigi, primogenito di Geronimo ereditò il feudo di Lochicello.
Marcello, nel 1650 ebbe significatoria di rilevio per il feudo di
Lochicello come erede di suo fratello Luigi, nel 1626
aveva avuto significatoria di rilevio per il feudo di
Magliacane come erede di suo padre Geronimo e che
vendette nel 1641 a Carlo Mannarino, nobile di
Catanzaro. Sposò Rosa Scinto e non ebbero prole.
Geronimo, successe nel feudo di Lochicello in qualità di nipote di
Marcello, figlio di sua sorella Faustina sposata
con Antonio Marincola di Orazio.
Domenico (†
1683), nel 1675 ereditò il feudo da suo fratello
Geronimo, sposò Flavia
Cosentino da Cropani.
Ferdinando, ereditò il feudo da suo padre, il barone Domenico, sposò Anna
Maria Assanti di Squillace ed ebbero per figlio
Domenico; con i suoi fratelli, Orazio e
Giuseppe, vendettero i tre quarti del feudo
di Lochicello ad Antonio Maria Sanseverino. |
I principali rami della famiglia furono:
Marincola duca di Petrizzi
Marincola barone di San Floro
Marincola barone di San Calogero
Marincola Dattili
Marincola Campitelli
Marincola Cattaneo
Marincola Perrone
Marincola Pistoja
Marincola Politi
Marincola Tizzano |

Catanzaro, cappella Marincola Tizzano |
Il titolo di
Nobile col predicato di San Floro
fu riconosciuto con Decreto Ministeriale del 20 agosto
1881 ed il 5 settembre 1885 nella persona di Luigi
Filippo Marincola (1897
†
1967) di Evellino (di Filippo Mario e
Raffaella
Alemanni)
ed Anna Trojani, iscritto nei Registri Nobiliari della
Consulta Araldica del Regno; fu Ufficiale
di Marina e risiedette a Roma, sposò Josephine Cowis
Pomeroy ed ebbero per figli: Giovanni Paolo ed il
primogenito Evellino (1930
†
2004). |
Cartoline di palazzo Marincola in Roma e
di villa Marincola di San Floro in Santa Marinella
(Roma) |
Alcuni Palazzi di famiglia in Catanzaro |

Catanzaro, Palazzo
Marincola, già Gironda Veraldi, di fronte alla porta
piccola della chiesa dell'Immacolata |
Catanzaro, Palazzo Marincola Tizzani;
a destra: Catanzaro, Palazzo Marincola Cattaneo in zona
Maddalena |
Palazzo Marincola di via
XX settembre acquistato da Ignazio nel 1802 dal barone
Schipani.
A destra: Palazzo
Marincola in Largo Sant'Angelo acquistato nel 1761 |

A sinistra Palazzo
Marincola Pistoia appartenuto a Domenico e Saverio |
______________
Note:
(1) -
Calimera e San Calogero, terre baronali di
Calabria Ultra (oggi Calimera è frazione del comune di San
Calogero in provincia di Vibo Valentia) ebbero vicende feudali
comuni fino al 1580, anno in cui successe nei feudi la baronessa
Laura Suriano erede di suo fratello, barone Giulio Cesare, morto
improle nel 1578. La baronessa vendette il feudo di San Calogero
a Marco Antonio Lentini.
(2)
-
Enzo Zimatore in “Calabria Sconosciuta”,
n. 20 (ottobre-dicembre) 1982.
(3)
- In seconde nozze sposò Giovanna de
Montes de Navarro, non ebbero prole.
_______________
Bibliografia:
- Modesta De Lorenzis in “Catanzaro”
Vol.III, la Tipo meccanica, 1968.
- Mario Pellicano Castagna “La Storia dei
Feudi e dei Titoli Nobiliari della Calabria” Vol.III-IV,
Editrice C.B.C. 1999-2002.
- Don Pietro Marincola Duca di Petrizzi
“Notizia necrologica del Cavalier D. Cesare Marincola”,
1834.
- Berardo Candida Gonzaga “ Famiglie
nobili”, Napoli 1875.
-
L'Araldo, Almanacco Nobiliare Napoletani, 1833 |
|