Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.

de Dominicis

   a cura del dott. Federico La Longa Mancini

Arma: di rosso all’alabarda d’argento posata su un monte di tre colli verde, sostenuta da due leoni controrampanti d’oro con la coda controrivoltata e sormontata da tre stelle d’argento
Titoli nobiliari:
Baroni di Zagarise e Sersale (mpr.), Nobili (mf.)
Dimora:
Napoli, Aiello Calabro, Popoli, Teramo.


© Stemma Famiglia de Dominicis

Famiglia assai antica e nobile originaria di Valencia il cui cognome primariamente era Domenech. Nel XIV secolo si trasferì nel Regno di Sicilia al seguito del Re Martino d’Aragona e poi a Napoli. Personaggi di spicco furono: Flaminio, UJD, che  acquistò nel 1628 dai Migliaccio, baroni di San Felice,  la metà del feudo di San Felice, in Terra di Lavoro, passato poi al Regio Fisco e poi in casa Grimaldi; Niccolò  fu Vescovo di Nocera dal 1718 fino alla morte (22/8/1744);


Stemma con le insegne ecclesiastiche del Vescovo Niccolò - Foto inviata dal collaboratore Matteo Fimiani da Montoro (Av)

il Revendo Giustino de Dominicis nel 1808 fu nominato reggente della Cattedrale di Chieti; Caterina de Dominicis sposò verso la metà del '700 Domenico Cavallo, patrizio di Amantea; Enrico (Avellino 1828 - Amalfi 17/6/1908)  fu Vescovo della Diocesi dei Marsi dal 1884 al 1894 e Arcivescovo di Amalfi dal 21-5-1895 sino alla sua morte.


© Amalfi - Arma del Vescovo Enrico de Dominicis

Ramo calabrese: all’inizio del XV secolo un ramo si trasferì ad Aiello Calabro, in Calabria Citeriore; tra i personaggi: Niccolò fu sindaco dei Nobili di Aiello nel 1456; il Barone Lelio (morto il 24/2/1818 ad Aiello Calabro, figlio di Lorenzo (1718  1803) e della Nobile Angela Pagano (morta ad Aiello Calabro l’1/6/1773) fu l’ultimo feudatario di Zagarise e Sersale (1798- 1806), nonché amministratore di Aiello e Cleto per ordine del Cardinale Ruffo dal 1799 al 1801: tra i figli, il primogenito Lorenzo (1771 6/7/1817) sposò la Nobile Maria Fortunata Gagliardi, Carolina (1777 6/2/1841) sposò Muzio Giannuzzi Savelli dei Baroni di Pietramala, Patrizio di Cosenza (1773 1851) e Maria Saveria (3/12/1783 12/2/1860) sposò Scipione Giannuzzi Savelli dei Baroni di Pietramala, Patrizio di Cosenza (1753 14/6/1820).


Aiello Calabro (Cosenza)

I de Dominicis acquistarono ad Amantea, città in Calabria citra, dalla famiglia Arlia un magnifico palazzo che fu verso la fine del XVIII secolo di proprietà dei baroni d'Epiro Dusmet.

© Napoli - stemma de Dominicis. A destra: Napoli - Altare della Famiglia de Dominicis

Ramo abruzzese: nel XVII secolo un ramo si trasferì a Popoli, in Abruzzo Citra, dove amministrava i beni dei Cantelmo Principi di Pettorano e Duchi di Popoli: tra i personaggi: il Nobile Michele Alfonso (Collepietro 8/12/1907 Roma 27/7/1960), figlio di Sabatino e di Savina Di Scipio, Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, sposò Maria Moretti (Collepietro 6/1/1914 Roma 29/7/1963), figlia di Giuseppe Moretti e della Nobile Domenica Tomassetti dei Baroni di Prezza; la figlia Giulia (Collepietro 11/5/1930 Lido di Ostia 11/7/1988) sposò nel 1951 il Conte Antonio Mancini dei Marchesi di Fusignano (San Vittore del Lazio 14/1/1915 Lido di Ostia 9/4/1990), eroe della II Guerra Mondiale e Croce al Merito di Guerra.

Mancini 3

Mancini 3

Il Nobile Michele Alfonso de Dominicis (1907 1960) e la Nobildonna Giulia de Dominicis (1930 1988)

Questo ramo fu inserito tra le famiglie nobili di Teramo e faceva parte della lista dei membri del Consiglio che appare nel Libro municipale del 1767 nel Quarto di Santa Maria.






 

© Amalfi - Arma Famiglia de Dominicis. A destra: Amalfi - Il chiostro, glorioso ricordo della Repubblica Amalfitana,
 restaurato a spese dell'Arcivescovo di Amalfi Enrico de Dominicis nel 1908

Il ramo abruzzese si imparentò con la famiglia napoletana de Jorio che diede illustri giuristi e prelati al Regno: Francesco de Jorio Regio Governatore e Giudice; il  Marchese Michele de Jorio Presidente del Sacro Regio Consiglio; Monsignor Domenico de Jorio Vescovo di Samaria; Filippo de Jorio Deputato al Parlamento napoletano e scienziato di fama internazionale; don Andrea de Jorio Canonico della Cattedrale di Napoli ed insigne archeologo. 
Il Nobile Sabatino de Dominicis sposò Savina Di Scipio, figlia di Antonio; il cavaliere Beniamino de Jorio (1838 1921) adottò Clorinda Di Scipio, sorella di Savina, in data 23/01/1917, con l’obbligo per Sabatino di adottare il doppio cognome de Jorio - de Dominicis e lo stemma de Jorio, per sè e per i discendenti, ereditando, in compenso, le vaste terre di Popoli, Bussi, Collepietro, San Benedetto in Perillis, Civitaretenga e San Pio delle Camere e i gli immobili di Collepietro e Roma.
I de Dominicis assunsero così il cognome de Jorio - de Dominicis e lo mantennero fino alla fine del XIX secolo.


Arma di alleanza Mancini e de Jorio-de Dominicis

Per Giuseppe de Dominicis si consiglia di consultare il Vol. 1 pag. 20 anno 1834, per Emanuele de Dominicis il Vol. 2 pag. 767 e per Francesco de Dominicis il Vol. 1 pag. 83 anno 1833 della “Real Commissione dei Titoli di Nobiltà” – Archivio di Stato di Napoli.

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Fonti bibliografiche:
-
Archivio Mancini di San Vittore.
- Archivio di Stato di Napoli - Decreto dell'11 maggio 1808.


Casato inserito nel 4° Volume di "LA STORIA DIETRO GLI SCUDI"

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