
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia Marciano |
Arma:
di azzurro alla banda d’oro, accompagnata da tre stelle dello
stesso, due in capo ed una in punta.
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© Napoli - Stemma famiglia Marciano |
Le radici della famiglia Marciano sono in Scala (anticamente
Cama) che fu la culla dell’antica Repubblica Amalfitana, di
fronte alla più nota Ravello.
Il Casato ha vestito l’abito di Malta ed ha goduto di nobiltà a
Scala, a
Tramonti e a
Napoli fuori Piazza.
Il cavaliere Simone Marciano, ai tempi di
Carlo I d’Angiò, fu barone di
Montemillullo e di
Moriona.
I nobili Puccio e Castelluccio Marciano, figli di
Gizzolante, furono valorosi combattenti sotto re Carlo
III di Durazzo e re Ladislao di Durazzi e furono ricompensato
con alcuni beni feudali della Rocca di Mondragone, in
Terra di Lavoro.
Perotto Marciano, figlio di Puccio, ai tempi della regina
Giovanna II di Durazzo fu giudice e Presidente della
Provincia di Basilicata.
Puccio II Marciano, nobile e cavaliere della città di
Scala, fu nominato Sindaco di Tramonti e fu esentato dalla
regina Giovanna II a pagar tasse.
I magnifici Gio:Andrea e Bellotto Marciano, figli
di Puccio II, ottennero nel 1463 da re
Ferdinando I
d'Aragona di far
entrare nel Regno una gran quantità di grano senza pagare dazio. |
Aniello Marciano, figlio di Gio:Andrea, trasferì la
famiglia a Napoli; fu erudissimo dottore in legge ed esercitò la
professione forense, così come fece suo figlio Marcello
che fu ammesso nel Collegio dei Dottori Napoletani; quest’ultimo
nel 1623 da re
Filippo IV
d'Asburgo-Spagna fu nominato Regio Consigliere nel
Consiglio di S. Chiara di Napoli. Sposò donna Isabella Vitale
della città di Sessa, e per figli ebbe: |

© Napoli - Epitaffio in
memoria di Don Marcello Mariano |
- don Gio:Francesco, dottore in legge, esercitò
la professione di avvocato nel Regi Tribunali di Napoli
e nel 1645, come il padre, fu nominato Regio Consigliere
nel Consiglio di S. Chiara di Napoli; nel 1645 fu
nominato Reggente della Real Cancelleria.
Sposò donna
Antonia
Saracino, figlia di Gio:Tommaso, barone di
Andrano e patrizio del
Seggio di Nido di Napoli.
Napoli, probabile
lastra tombale di Isabella Marciano,
figlia di Gio:Francesco e di Antonia Saracino |
- don Gennaro, Abate
- don Gio:Battista, Abate
- donna Olimpia che sposò Donato Ant. Allegretti
Frangipani, barone di Mirabella; dal matrimonio nacque
Carlo Frangipane Allegretti che divenne poi nel 1664 duca di Mirabella, terra in
Contado di Molise, che un tempo apparteneva
ad Andriolo
Cavaniglia che nel 1569 la vendette a Gio.
Lorenzo de Allegrettis per ducati 12.000.
I predetti coniugi Gio:Francesco e Antonia Saracino
procrearono:
1- Marcello II che seguì le orme del padre,
dottore in legge, fu giudice della Gran Corte della
Vicaria, poi avvocato fiscale della
Regia Camera della Sommaria e infine Reggente
del Consiglio d’Italia nella Real Corte di Spagna;
impalmò donna Camilla
Castriota della città di Lecce, figlia di
Ercole e di Ippolita Castriota discendenti dell’eroe
Giorgio Castriota Scanderberg. |

© Napoli - Stemma interziato con
le insegne delle famiglie Marciano, Sarracino e Castriota,
imparentate |
2 -
Andrea vestì l’abito di Malta e fu prima decorato
con la Commenda di Sorrento e poi di Castellati; ricoprì
molte cariche della religione sino a Governatore
dell’isola di Malta. |

© Napoli - Arma di Don Andrea
Marciano, cavaliere del S.M.O. di Malta |

© Napoli - Epitaffio in
memoria di Frà Andrea Mariano, Commendatore
Gerosolimitano di Sorrento e Castellati |
3
-
Giuseppe fu religioso della Compagnia del Gesù
4 - Giovanni, cavaliere del S.M.O. di Malta, si fece
prete nella Congregazione in Napoli di San Filippo dei Neri
detta dei Gerolamini; rifiutò la nomina a Vescovo di Monopoli,
che fu così conferita a don Gaetano
d’Andrea dei Chierici
Regolari Teatini.
5 - Isabella che vestì l’abito dei Gesuiti
6 - Maria che morì giovanissima nel Monastero di S.
Sebastiano di Napoli
7 - Maria Cristina, suora, si rinchiuse nel Monastero di
San Giovanni Battista di Napoli.
I coniugi Marcello II e Camilla Castriota, tra gli altri figli,
ebbero Gio: Francesco II, dottore in legge, che seguì la
carriera del padre, fu giudice della Gran Corte della Vicaria,
poi avvocato fiscale della Regia Camera della Sommaria e infine
Reggente del Consiglio d’Italia nella Real Corte di Spagna. |

© Napoli - Epitaffio in
memoria di Don Gio: Francesco II |
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