
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia Massimo |
Arma: partito, nel primo d’argento a tre fasce d’azzurro
e alla banda d’oro attraversante; nel secondo d'argento al palo
fascia d'azzurro, uscente dalla partizione, carico sul palo di
sette (o più) scudetti del campo, sulla fascia di tre scudetti
eguali posti nel verso della pezza, la fascia accompagnata da
due leoni di rosso, coronati d'argento.
Motto: Conctando Restituit
Dimora: Roma |

© Napoli, stemma famiglia Massimo |
Le radici della famiglia romana Massimo si perdono nella
notte dei tempi, infatti è considerata la più antica
d’Europa. Alcuni storici sostengono che il capostipite
fu Quinto Fabio Rulliano, avo del Cuntator, che aggiunse
per senato-consulto della repubblica romana il cognome
Massimo. Il Casato si divise in più rami e fu decorata
di numerosi titoli, tra i quali: principi di Arsoli, di
Lauro e di Marzano, duchi di Rignano e Calcata, marchesi
di Roccasecca, di Ortona e di Calcata.
I fratelli Lelio, Fabio, Carlo e
Ascanio Massimo, tutti capitani, parteciparono
attivamente alla
battaglia di Lepanto del 1571, agli ordini di
Marcantonio
Colonna (1535
† 1584),
principe di Tagliacozzo
e Paliano,
Gran
Connestabile
del Regno di Napoli
Si narra che Paolo Massimo, figlio di Fabrizio
(1536
†
1631) Signore di Arsoli, fu resuscitato da San Filippo
Neri il 16 marzo 1583.
Inncenzo Massimo (1581
†
1633), patrizio romano, fu Nunzio straordinario presso
il duca di Savoia, poi presso il granduca di Toscano,
quindi a Madrid presso
Filippo IV; fu nominato vescovo di Catania. |
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© Catania, stemma ed epitaffio in
ricordo del Vescovo Innocenzo Massimo. |
Il
23/1/1553 Olimpia Massimo, figlia di Angelo,
nobile
romano e di Attilia
Mattei, nobile romana (†
7/9/1593) sposò
Lorenzo IV
Mancini (†
10/1/1589), 7° Signore di Leprignana, nobile romano.
Camillo Massimo (Roma, 27.9.1730
†
Napoli, 21.2.1801),
patrizio romano, fu Generale delle
Poste Pontificie, Ministro Plenipotenziario della Santa
Sede al trattato di Tolentino del 1797. |
© Napoli, monumento funebre
dedicato a Camillo Massimo (1730
†
1831). |
Giuseppina Massimo, sorella del principe Vittorio
Emanuele Camillo IX Massimo, sposò Ottavio Lancellotti (†
1852), principe di Lauro; quest’ultimo morì senza eredi
e, pertanto il titolo e le proprietà passarono a
Filippo Massimo, figlio cadetto del citato Vittorio
Emanuele Camillo IX (Roma, 15.8.1803
†
ivi, 5.4.1873).

© Castello di Lauro (AV),
incendiato dai francesi nel
1799, una delle tante proprietà in Campania
ereditate dalla famiglia Massimo. |
Il citato Camillo IX scrisse varie opere, tra le quali:
“Notizie storiche della Villa Massimo alle Terme di
Diocleziano” e “Realzione del viaggio di Gregorio XVI da
Roma a S. Felece”; sposò la principessa Gabriella di
Savoia Carignano. |

Roma, Palazzo Massimo
alle Colonne |

Roma, stemma Massimo |
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volume in preparazione di "LA STORIA DIETRO
GLI SCUDI"
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