
Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte
ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse,
all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo
nelle vicende del Sud Italia.
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Battaglia
di Lepanto 1571
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A cura del dott. Vincenzo Triente
Castaldo |

Giorgio Vasari, La battaglia di
Lepanto, particolare, Vaticano, Sala Regia |
Il Mar Mediterraneo, in particolar modo quello orientale, dove le
navi della Serenissima Repubblica di Venezia transitavano per
raggiungere i molteplici avamposti commerciali, non fu piu’ sicuro.
Quando il Sultano Turco Selim II (1566-74 ) occupò l’isola di
Cipro, zona strategica e di fondamentale importanza per gli
interessi spagnoli e veneziani, il mondo cristiano subì uno scossone
e diede l’avvio ad una serie di trattative articolate, ma nonostante
la complessità della missione, si riuscì a trovare una comunione
d’intese.
Decisiva fu la mediazione di Papa Pio V (1565 – 72) che portò alla
costituzione della Santa Lega; aderirono: Repubblica di Venezia,
Spagna con i Viceregni di Napoli e di Sicilia, autonomamente, come
Stati a sè, Stato Pontificio, Repubblica di Genova, ducato di
Savoia, Gran ducato di Toscana, ducato di Urbino, Repubblica di
Lucca, ducato di Ferrara, ducato di Mantova, i
cavalieri di Malta comandati da Fra’ Pietro Giustiniani
(1510 - 1572) ammiraglio Italiano e gran priore di Messina.
Il comando delle navi cristiane venne affidato a Don Giovanni
d’Austria (1547 † 1578), figlio dell’Imperatore Carlo V e
fratellastro del Re di Spagna
Filippo II, che
ricevette a Napoli, nella Basilica di Santa Chiara, dalla mani del
Cardinale Granvelle, il bastone del comando e lo stendardo (un drappo
di seta pregiata con l’immagine del Redentore in croce). |

Don Giovanni d'Austria
(1547
† 1578) |
Altra
figura di spicco per la grande impresa, fu il nobile
notaio Antonino
Castaldo,
segretario del Regno Aragonese, la cui fame era
conosciuta in tutta Europa.
Il notaio fu da Don Giovanni d’Austria accolto con tutti
gli onori ed adoperato da subito per l’intero impianto
dei contratti da farsi per quella che si sarebbe
conclusa con la piu’ grande vittoria della Cristianità.
L’alto onore concesso dal generalissimo riempì
d’orgoglio il Castaldo, il quale nella sua opera
"Dell’istoria di notar Antonino Castaldo", volle
dedicare a Giovanni d'Austria un lirica, sotto
riportata. |
“Ebbi da Dio Tanta Felicita’
Che fui degno sei o otto volte
Di stipular contratti con l’Altezza Sua
Per conto delle occorrenze
Di quella impresa, dal quale fui,
benignamente ascoltato e mirato” |
Don Giovanni d'Austria, prima di salpare con la flotta, volle
recarsi nella Chiesa di S. Pietro a Maiella, edificata nei primi
anni del XII secolo, per pregare innanzi all'immagine della Madre di
Dio. Qui il Religioso Don Giovanni Battista della Guardia Grelle dei
Padri Celestini, gli predisse la vittoria se avesse portato con sè
un quadro con l'immagine di S. Maria del Soccorso. Ottenuta la
vittoria il Duca qui ritornò con 400 alabardieri e donò alla Chiesa
la nave ammiraglia della flotta; i suoi soldati lasciarono davanti
all'affresco della Madonna gli elmi, scudi e archibugi in segno di
ringraziamento. |

Napoli -
Chiesa di S. Pietro a Maiella,
affresco del 1400 di
Santa Maria del Soccorso |
Il 7 ottobre 1571 la Lega, forte di 208 galere, incrociò, al
largo della costa greca poco lontano da Lepanto, la flotta Turca
superiore come numero di vascelli ma inferiore come bocche da
fuoco.
Il nobile Scipione
Cavallo che aveva armato a sue spese la galea "Luna de
Napoles" si schierò alla destra della flotta.
Don Vincenzo
d'Afflitto, Cavaliere dell’Ordine di Malta, a bordo di
un’altra galea napoletana, era dell'avanguardia della flotta.
La galea Sagittaria di Napoli era comandata da Martino Pirola,
mentre Orazio
Minutolo, morto in battaglia, comandava la galea napoletana
S. Filippo; Francesco Antonio
Venato, capitano di galee schierate all’avanguardia, morì in
combattimento. |

Giromalo Danti (Perugia
1547-1580) -
La battaglia di Lepanto.
Affresco nella Galleria delle Carte Geografiche
Musei Vaticani |
Gaspero
Toraldo, barone di Badolato e Signore di Ischia, con i gradi di
colonnello, era al comando dei suoi duemila uomini.
La battaglia navale durò circa quattro ore, gli ottomani subirono
una umiliante sconfitta; tra le loro fila si contarono 40.000 morti
e quasi 200 vascelli affondati: la potenza navale turca era finita
per sempre. Furono liberati 15000 forzati imbarcati come rematori
nelle stive turche. |

Battaglia di Lepanto di autore ignoto |
Alcuni eroi che parteciparono attivamente alla battaglia:
Giovan Battista
Mastrilli, cavaliere
dell’Ordine Gerosolimitano, Giovanni Battista
del Tufo, barone di
San Massimo, Andrea
Frezza che ricevette
da Filippo II di Spagna nel 1575 il titolo di duca sul cognome,
Carlo
Villani,
Orazio
Caracciolo di Martina,
Marcantonio
Moles,
Maggiordomo dell'Arsenale di Napoli, Berardino
Falangola (1552
† 1597) sotto il comando del principe Niccolò Bernardino
Sanseverino;
Marcantonio
Colonna (n. 1535
† 1584), principe di Tagliacozzo
e Paliano,
Gran Connestabile
del Regno di Napoli, Prospero
Lannoy, figlio di
Carlo vicerè di Napoli, i fratelli Lelio, Fabio, Carlo e Ascanio
Massimo, tutti
capitani agli ordini di Marcantonio Colonna, Ferrante
Bisbal, 3° conte di
Briatico, ucciso in battaglia, Francesco
Maria II
Montefeltre della Rovere
(1549 † 1631), duca di
Urbino e Gubbio, comandante di 2.000 soldati, Giovanni
Magdalone; Tullio
de Paulis, Capitano,
morto in battaglia.
Cesare
Pantusa, sotto il comando di
Marco Antonio Colonna. |
La flotta
rientrò trionfalmente in Napoli, all’altezza della colonna romana e
dell’attuale piazza Vittoria, dove Donna Giovanna d’Austria,
principessa di Butera, maritata
Branciforte, figlia
del vincitore di Lepanto, fece costruire nel 1628 la Chiesa della
Vittoria (di Lepanto), in sostituzione di una prima chiesa edificata
in ricordo della vittoria nel 1573. |

Napoli, Chiesa della Vittoria (di
Lepanto) |

Napoli - Targa sormontata
dall'arma partita con le insegne di Casa d'Austria e dei Branciforte, imparentate. |
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