Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia. 

Famiglia Parisio

A cura del dr. Giuseppe Pizzuti

- Parte Seconda -

I Parisio a Santo Stefano di Rogliano e dintorni

A Santo Stefano di Rogliano è ubicato, in posizione dominante, il palazzo Parisio ricostruito dopo il terremoto del 27 marzo 1638, sopra il portale vi è l'epigrafe in latino:
MAGNIFICA HANC AULAM CUM - ATRIX NON NAE JANE - ERIGITA CULMEN. CAROLUS AYQUE SIMUL - MARTINO EST VERUS DOMINUS - CUM FRATE PARISE - QUOS GENUS AC FORTIS TOLLAT AD - ASTRA DEUS - A.D. 1375.
(Magnifica o Giano questo palazzo costruito sulla sommità delle cui sale certamente Carlo insieme con il fratello Martino Parise è il vero padrone, la cui stirpe e il cui valore Dio innalzi al cielo. A.D. 1375).


Santo Stefano di Rogliano, Palazzo Parisio, chiave di volta del portale sulla quale è scolpito lo
stemma incastonato tra due maschere apotropaiche, il tutto sormontato da un altro mascherone


Palazzo Parisio, stemma de Piro, nel capo vi è lo stemma Parisio

Ruggero, fu feudatario di Figline e Santo Stefano, nel 1188 fu uno dei baroni che andò a combattere in Terrasanta ai tempi di re Guglielmo II detto il Buono, come riporta Francesco Piro, attesa l'importanza strategica del comprensorio, il territorio sotto la signoria dei Parisio era molto più vasto e riguardava le colline presilane fra il Savuto ed il Crati. I discendenti di Ruggero continuarono ad abitare il palazzo; Domenico, figlio di Stefano, sposato a Faustina Stocco, ha avuto  come figli: Maria Giuseppa († Santo Stefano di Rogliano, 10 ottobre 1863 all'età di 80 anni); Rosa (Santo Stefano di Rogliano, 1776 † 1840), sposata a Giuseppe Maria Cosentini (1765 † 1836); e Stefano († Santo Stefano di Rogliano, 13 marzo 1858 all'età di 80 anni), sposato ad Artemisia Mazzei, antica famiglia di patrioti di Santo Stefano di Rogliano, ha avuto come figli: Giulia Rosaria Fortunata (n. Santo Stefano di Rogliano, 9 agosto 1838); Virginia Rosa Concetta (n. Santo Stefano di Rogliano, 3 dicembre 1832); Isabella Carolina (n. Mangone, 25 luglio 1828); Maria Rosaria (n. Mangone, 15 settembre 1825); Alessandro (n. Mangone, 4 giugno 1823); Michele Maria; Faustina Maria Rosaria (Santo Stefano di Rogliano, 20 maggio 1821 † Mangone, 27 luglio 1830); Francesco Maria Saverio (n. Mangone, 24 giugno 1819); Faustina Carmela (n. Mangone, 22 luglio 1812 † ivi, 26 aprile 1814); Teresa Domenica (n. Mangone, 7 agosto 1813), sposata il 1° settembre 1853 con Benedetto Veltri; Vincenzo Saverio Nicola (n. Mangone, 22 gennaio 1810); ed Antonio Rocco Francesco (Mangone, 22 aprile 1817 † 15 novembre 1900), fu Sindaco di Santo Stefano di Rogliano dal settembre 1860 al 1864 e dal 1873 al 1875, sposato a Magnoliveria Enrichetta, ha avuto come figli: Stefano Francesco Emanuele Giuseppe (n. Santo Stefano di Rogliano, 29 marzo 1863); Nicola Francesco Biagio Geraldi Giuseppe Ruggero (n. Santo Stefano di Rogliano, 5 luglio 1865), il 13 agosto 1898 sposò Teresa Parisio (n. 3 marzo 1877) ha avuto come figli: Enrichetta (25 novembre 1901  22 ottobre 1991) sposata in casa Nicoletti; Luigi (17 aprile 1900  13 febbraio 1976); ed il primogenito Rocco (n. 19 aprile 1899), il quale emigrò in sud America.


Santo Stefano di Rogliano, Casa Mazzei


Lapide in ricordo dei patrioti di Casa Mazzei


Santo Stefano di Rogliano, stemma Mazzei

Da una Platea del 1695 (documento redatto da un ente ecclesiastico, monastero, chiesa, o diocesi contenente un inventario dei possedimenti) la Signora Vittoria Parise da Rogliano, moglie del Signor Dottore Antonio Pallone, risulta sostenere la Commenda dei Cavalieri di Malta di Cosenza. Dopo cento anni, donna Anna Parise, vedova di Giovan Battista Parise, don Domenico Parise, e la Signora Marianna Parise, moglie del Signor Dottore Antonio Pallone, tutti di Santo Stefano di Rogliano, sono menzionati nella Platea del 1790 come benemeriti dell'Ordine. Si potrebbe definire una partecipazione collaterale,  pur non militando personalmente nell'Ordine vollero essere presenti e partecipi, indotti dall'influenza sopra loro esercitata da legami di parentela direttamente con Cavalieri, o famiglie a questi danti quarto, esistenti nella stessa località della presenza di chi assumeva obblighi, oppure collegato con un Cavaliere Gerosolimitano. Gustavo Valente in  Il Sovrano Ordine di Malta e la Calabria, pagg. 185-186.

Da Santo Stefano i Parisio si radicarono nella vicina Rogliano creando più rami, re Alfonso I d'Aragona detto il magnifico nel 1443 riconosceva nella Bagliva o Universitas Civum di Rogliano l'esistenza di tre comunità: Criti, Casale Grande e le Marche, corrispondenti alle attuali Cuti, Rota-Spani e Marzi (quest'ultimo oggi è comune).
In un atto del 23 novembre 1575 stipulato a Cosenza, il nobile Giovanni de Parisio da Rogliano, avendo acquistato all'asta pubblica una proprietà sita in Marzi, contrada Amarella, fatta incatare in danno del nobile Giovan Tommaso Vaccaro dal magnifico Bernardino Telesio da Cosenza, il cui prezzo in ducati 60 avrebbe dovuto pagare al detto Bernardino Telesio, cede allo stesso in pagamento la medesima proprietà, per lo stesso prezzo di ducati 60. Vincenzo Maria Egidi - Mario Borretti in I Telesio Regesto dei documenti del sec. XVI, a cura di Raffaele Borretti, pag. 68.
In un atto del 6 gennaio 1617 Scipione  risulta essere Sindaco di Cuti ed Antonio Giudice Regio a contratto. Pietro Domenico fu eletto Revisore il 6 ottobre, il 21 novembre, ed il 19 dicembre del 1619.
Claudio e Pietro vennero eletti come componenti del Reggimento (giunta comunale) rispettivamente, il 4 agosto 1719, ed il 3 agosto 1721. Tommaso, si aggiudicò all'asta la vendita delle esazioni fiscali per gli anni 1716 e 1717.
La Famiglia prosperò in particolare nel rione Cuti di Rogliano.
Frà Guglielmo Parise da Rogliano fu il primo custode dei Riformati di Calabria.
Margano, capeggiò a Rogliano la rivolta del 1647 al seguito di Isodoro Guzzolino, personaggio preminente a Cosenza fu capitan Beppe  ovvero Giuseppe Gervasi.
Reverendo Padre Francesco, provinciale nell'anno 1681 del terzo ordine di San Francesco.
Alberto Parisi da Rogliano, LXI Abate di Corazzo dal 1686 al 1689, .
Bernando Parise di Rogliano, ecclesiastico della diocesi cosentina nel Seicento, scrisse “Dei  moti di Rogliano dai Normanni ai nostri giorni”, manoscritto, il quale non ci è pervenuto.
Carlo Parise, frate Cappuccino del casale di Cuti, vivente nel 1730.
Domenico, chimico e commediografo vissuto nell'Ottocento.
Luigi, fu componete dell'esecutivo nominato da Garibaldi a Cosenza nel 1860.
Giuseppe, Procuratore dell'Arciconfraternita che sovrintendeva all'amministrazione della chiesa di Santa Maria di Cuti, detto Ponzo, sul portale della chiesa si legge la seguente iscrizione:
ELEGANTI OPERE ORNATIQUE MAGNIFICO ADSPECTUM HUIUS PRAECLARISSIMAM TEMPLI FACIEM, JOSEPH PARISIO PONZO PROCURATOR, AFFECTA DEIPARAE CULTUM NOVITATE FACIENDAM CURAVIT.
(Giuseppe Parisio Ponzo, in qualità di procuratore, curò che fosse restaurata, con elegante fattura e magnifico ornamento, la splendida facciata esterna di questo tempio ormai rovinata, allo scopo di rinverdire il culto alla Vergine. Anno del Signore 1820).

Rivista Il Calabrese dove scriveva Domenico


Rogliano, rione Cuti, Chiesa di Santa Maria

Achille (Cuti, 25 aprile 1909 Napoli, 25 marzo 1974), studiò teologia e filosofia a Milano presso l'opera del Cardinal Ferrari, fu ordinato sacerdote a Montalto Uffugo il 28 ottobre 1932.
A Cuti, tre rami della Famiglia ebbero i loro palazzi ubicati in via Pietro Nicoletti rispettivamente ai numeri 61, 15, e 29.
Il palazzo al numero civico 61, nei pressi della chiesa di Santa Lucia, presenta una facciata ottocentesca di piccole dimensioni, nell'Ottocento fu abitato da Giuseppe, sposato a Serafina Bosco ebbero per figli: Raffaele, (n. 22 agosto 1837), ordinato sacerdote, dal 1882 al 1905 fu direttore del seminario arcivescovile di Cosenza, sullo scalone è apposta una lapide in suo onore, oggi l'edificio è parte integrate della Biblioteca Nazionale di Cosenza; Francesco, Sindaco di Rogliano dal 27 marzo 1885 al 31 marzo 1886 e dal 10 ottobre 1892 all'11 ottobre 1895; e Caterina, sposata a Felice Roberti di Pedace, i loro discendenti sono gli attuali proprietari del patrimonio di questo ramo dei Parisio.


Lapide in memoria di Raffaele Parise


Rogliano, Palazzo Parisio nel rione Cuti in via Pietro Nicoletti numero civico 15

Il palazzo al numero civico 15 fu ricostruito dopo il terremoto del 1638, il portale è sormontato dallo stemma di famiglia, abitato nell'Ottocento da Francesco Antonio, il 19 gennaio 1840 sposò Marietta Clausi di Cuti, famiglia ora estinta, ebbero per figli: Virginia, l'11 novembre 1852 emigrò negli Stati Uniti, a seguito della morte di un figlio ritornò a Rogliano in condizioni precarie e morì nella primavera del 1913; Nicola (Rogliano, 19 luglio 1840 28 febbraio 1913), il 24 maggio 1864 venne ordinato sacerdote, fu parroco di San Lorenzo Martire in Cerisano; Saverio (Rogliano, 18 maggio 1843 Roma, 1911), garibaldino, intraprese la carriera militare che culminò con la nomina a Generale della Riserva di Roma, dove si trasferì con la famiglia, ebbero un solo figlio Ferdinando che morirà tragicamente nel 1912;

Generale Saverio Parisio

e Giuseppe (n. Rogliano, 13 marzo 1847), rimarrà a Rogliano per curare gli interessi di famiglia, tra le altre attività, avevano posto in essere un lanificio per la filatura della lana sulla sponda del fiume Savuto, il 26 giugno 1879 sposò Teresa Tosti di Rogliano ed ebbero dodici figli, solo sei sopravvissero: Carlo (n. Rogliano, 17 maggio 1880), emigrò negli Stati Uniti; Francesco (Rogliano, 23 novembre 1890 ivi, 1912); Cesare (Rogliano, 1896 ivi, 23 luglio 1910); Domenico (Rogliano, 4 febbraio 1883 ivi, 1° giugno 1965), conseguiti gli studi ginnasiali a Cosenza si trasferì a Roma per frequentare l'università, nel 1912 si laureò in ingegneria, ritornò a Rogliano per curare gli interessi di famiglia essendo morto il padre, esercitò la professione, partecipò ai lavori per la costruzione della diga sul fiume Ampollino in Sila. Nel 1913 venne assunto presso l'ufficio del Genio Civile di Cosenza, partecipò alla prima guerra mondiale. Nel 1923 restaurò il palazzo di famiglia, il 12 agosto 1936 sposò a Loreto Maria Selecchi, di antica famiglia di Pescara; Elisa (Rogliano, 14 maggio 1886 ivi, 1° maggio 1982), conseguiti i primi studi a Rogliano e Cosenza, nel 1917 si trasferì a Roma per seguire gli studi universitari, conobbe l'ingegnere Ferdinando Maranghello di Morano Calabro, amico e collega di suo fratello Domenico, col quale si unirà in matrimonio il 29 luglio 1922, finita la seconda mondiale fece ritorno a Rogliano; e Rosa detta Rosina (Rogliano, 23 marzo 1895 ivi, 2 luglio 1990), conseguiti gli studi a Rogliano e Cosenza,  curò gli interessi di famiglia in particolare il lanificio che verrà chiuso verso la fine degli anni Cinquanta del Novecento, con Rosina si estinse questo ramo dei Parisio.


Domenico


Elisa


Rosina

Il palazzo al numero civico 29 è il più antico, presenta elementi architettonici cinquecenteschi, rimaneggiato dopo il terremoto del 1638, e nell'Ottocento, Francesco Piro scrisse che lo abitarono: Vincenzo, primo Sindaco di Rogliano, quando a seguito dell'abolizione dell'Università, in base alla prima legislazione in materia  di governo locale emanato da re Ferdinando I di Borbone, fu istituito, nel 1816, il comune di Rogliano, al quale è stata intitolata la strada che fiancheggia il palazzo; Scipione (n. 1797), Giudice nel corso dell'Ottocento presso la Gran Corte Criminale di Cosenza, sposato a Caterina Ruffo, il 12 novembre 1842 nella loro abitazione di Cuti nacque il loro figlio Nicola;
Vincenzo (1840 1910), umanista, potrebbe essere identificato il quel Vincenzo del quale scrisse Benedetto Croce nei suoi Saggi sulla Letteratura Italiana “un dotto e gentile amico, il signor Vincenzo Parisio da Rogliano, mi informa...”. Questo ramo si trasferì a Napoli, l'ultimo rappresentante e proprietario del palazzo fu Giulio, che con la sua moglie napoletana vi trascorrevano tutto il periodo estivo, ed anche durante la seconda guerra mondiale, con la morte di Giulio si estinse anche questo ramo ed il palazzo fu alienato dalla vedova (1).


Il Giudice Scipione Parisio (2)

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Note:
(1) - Francesco Piro “I Parisio a Rogliano e dintorni. Il palazzo del cardinale e gli “otia” di Aulo Giano Parrasio”, Pellegrini Editore 2011, pagg. 78-102.
(2) - I ritratti di Famiglia sono tratti da Francesco Piro, opera citata

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Sitografia:
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Storie vere di briganti dei Casali di Cosenza: Lo strano rapimento dei cugini Parisio e Mazzei da parte della banda di Pietro Monaco
-https://www.storiadigitale.it/portale-della-storia-degli-italiani/#:~:text=realizza%20la%20duplice%20finalit%C3%A0%20di,%2C%20 Archivi%20parrocchiali%2C%20Archivi%20diocesani

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Casato inserito nel quinto volume di "LA STORIA DIETRO GLI SCUDI"

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