![](images/pagina_iniziale/nobili%20napoletani%201.gif)
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
|
![](images/elenco_famiglie/R/stemma%20riccio.gif) |
Rizzo
dei Ritii |
Giulia Gonzaga ed Aurelia Riccio: un’amicizia nel
Cinquecento |
a cura della dott.ssa Angiòla Rizzo dei Ritii |
Abbiamo rintracciato una interessante missiva di
raccomandazione di Giulia Gonzaga a Vespasiano
Colonna
in favore di Annibale
Galeota,
nipote della amata Aurelia Riccio, badessa del
convento di S. Francesco delle Monache a Napoli, dove la
contessa di Fondi soggiornò per circa trenta anni. Si
tratta di un esempio extra-ordinario di come le
esponenti femminili delle famiglie nobili napoletane (e
delle altre zone d’Italia) svolgessero un ruolo
fondamentale per il mantenimento dello status quo dei
casati di origine, e di quelli imparentati con alleanze
matrimoniali. Rimandiamo al testo di Bruto Amante “Giulia
Gonzaga contessa di Fondi e il movimento religioso
femminile nel secolo XVI”, Bologna: Ditta Nicola
Zanichelli, 1896. |
A Vespasiano Colonna (Napoli 28 novembre 1563)
(1)
Illmo nipote e figlio
car.mo — Anchora che con un'altra mia mi ricordo
havervi invitato a scrivermi et a darmi conto de
l'esser e disegni vostri. cosi circa l’andare in
Hispagna, come intomo a l’altre cose, che toccano il
vostro particolare, nondimeno ho voluto secondar
l'ufficio con questa occasione, acciò vi disponiate
a farlo tanto complitament.te e cosi spesso, come
ricerca il vostro debito e 'l mio desiderio. E di
più ho voluto ancho raccomandarvi il magnifico
Annibale Galeoto, nipote di suor Aurelia Riccia
[Riccio, NdR] la quale sapete quanto io tenga cara e
con quanta affetione è da me amata. Oltre che la
madre del sop.to è molto amica mia e deve espettar
da me ogni officio d'amorevolezza e di cortesia.
Intendo che il sop.to Galeoto s'intrattiene appresso
di voi, per il che ho giudicato esser debito mio
farvi ogni instanza che lo tengate caro, ben visto e
favorito. E perchè è fuor di casa sua per occasione
di briga come accade tra giovani di hoggidi,
desidero che mostriate ancho averne protetione con
ricordarlo talhora et avvertirlo di quelle cose, che
per la giovanezza et poca esperienza non può sapere.
Il che mi sarà tanto caro quanto cosa che possiate
eseguire per sodisfation mia la quale so che
desiderate tanto che non mi è necessario astringervi
con più parole a quanto ho detto di sopra. E non mi
restando altro da dirvi, prego N. S. che vi contenti
sempre et vi consoli come desiderate
|
© Napoli- Stemma partito con le insegne Gonzaga e
del Balzo |
![](images/foto/C/Carrara/stemma%20Gonzaga.gif)
Salerno, stemma Gonzaga |
Giulia Gonzaga (n. Gazzuolo – odierna provincia di
Mantova 1513 – m. Napoli 16/04/1566), sposò Vespasiano
Colonna (conte di Fondi e duca di Traetto) nel 1526,
rimanendo vedova già nel 1528, e diventandone erede, con
la condizione di non contrarre altro matrimonio(2).
La sua cultura e le sue frequentazioni con eruditi in
sospetto di vicinanza coi Protestanti la misero in
cattivissima luce con la Santa Inquisizione. Giulia
stava per essere sottoposta a processo di eresia, che
non ebbe mai luogo per l’influenza del cardinale Ercole
Gonzaga e di Ferrante I Gonzaga (entrambi cugini).
Per motivi di opportunità, ella soggiornò, allo stato
laicale nel Monastero di S. Francesco delle Monache a
Napoli per lunghi anni.
Dopo la morte di donna Giulia, Pietro Carnesecchi, con
cui intesse una fitta corrispondenza, venne arso sul
rogo per eresia nel 1567, e lei venne definita “eretica
luterana”. |
Aurelia Riccio fu Madre del Monastero di S.
Francesco delle Monache a Napoli, come riporta il de
Stefano(3):
“Santo Francesco è uno monastero di monache qual sta da
una parte al’incontro del campanile di Santa Chiara, da
un’altra dirimpetto al palazzo del’illustrissimo
Principe di Bisignano. Fu fundato nel tempo di re
Roberto; nel presente vi sono circa quarantacinque
monache, la madre di esse è la magnifica e reverenda
sore Aurelia Riccia, et fanno ufficiare da’ monaci
franceschini osservantini, et dette monache pur sono
osservantine; hanno d’intrata circa ducati ottocento,
però hanno molte elemosine per complire a.lloro bisogni
de vitto e vestito”. Subito dopo riporta come:
“Nel detto monastero al presente dimora l’illustrissima
donna Giulia di Consaga [Giulia Gonzaga, NdR],
con tanta humiltà che par proprio una dele sorelle”.
Oggi il monastero è conglobato nel Palazzo
Mazziotti
(4)
(5),
in via Benedetto Croce - già via Trinità Maggiore. Resta
la chiesa di San Francesco delle Monache; sia la chiesa
che l'annesso monastero furono edificati intorno al 1325
per volere di
Roberto d'Angiò
e di sua moglie Sancia di Maiorca. |
![](images/Varie/chiesa%20s%20francesco%20delle%20monache.gif)
Napoli, Chiesa di San
Francesco delle Monache, ingresso |
Giulia Gonzaga anche nel testamento conservato (almeno
sino alla Seconda Guerra Mondiale) presso Archivio di
Stato di Napoli, si ricorda di Aurelia Riccio. Tra i
moltissimi lasciti abbiamo(6):
[…] Lasso a Sore
Aurelia Riccia Monacha in detto Monasterio ducati dieci
di moneta l’anno sua vita durante tanto. Lasso a
Sore Lucretia
Longa
(7), Monacha in detto
Monasterio, ducati vinti per una volta tanto. Lasso a
tutte l’altre Monache di detto Monasterio di San
Francesco dui ducati di moneta per ciascuna per una
volta tanto. […] |
____________
Note:
(1) - Conservato presso la
Biblioteca Nazionale di Firenze.
(2) - Bruno Amante, “Giulia
Gonzaga contessa di Fondi e il movimento religioso
Femminile nel secolo XVI”, Bologna: Ditta Nicola
Zanichelli, 1896.
(3) - Pietro de Stefano,
Descrittione dei luoghi sacri della città di Napoli,
Napoli appresso Raymondo Amato – 1560.
(4) - Aurelio De Rose, I
palazzi di Napoli: dall'edilizia rinascimentale fino
all'architettura del primo Novecento, arte, storia,
aneddoti e curiosità dei grandi edifici della metropoli
partenopea, Newton & Compton, Roma 2001.
(5) -
Famiglia Mazziotti di Celso (NdR). Si
veda: Pietro Ebner, Chiesa, baroni e popolo nel
Cilento, Edizioni
di storia e letteratura,
Roma - 1982.
(6) -
Bruto Amante, “Giulia
Gonzaga contessa di Fondi e il movimento religioso
Femminile nel secolo XVI”, Bologna: Ditta Nicola
Zanichelli, 1896 – pag. 386.
(7) - Anche i Longo erano
parenti dei Riccio [NdR]. |
|