
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Arma:
di Capua, Rossano e Saracena: di verde alla banda d’oro,
caricata di tre rose rosse
(1);
del Cilento: di rosso alla banda d’argento caricata da
tre rose rosse.
dei baroni di Celso: tagliato di rosso e di azzurro, il
2° al braccio destro di carnagione movente dal fianco sinistro
dello scudo impugnante una mazza al naturale, con la sbarra
d’argento sulla partizione carica di tre rose fiorite, gambute e
figliate al naturale.
Titoli: patrizi di Capua, Rossano e Saracena; baroni di
Celso, baroni sul cognome. |

© Capua, stemma Mazziotti
inquartato con le insegne delle famiglie imparentate:
Mascambruno, ? e ?. |
Le radici dell’antica famiglia Mazziotti si perdono
nella notte dei tempi, di certo si sa che a Capua godeva
di nobiltà insieme ai d’Ambrosio, Antignano, Argenzio,
Azzia,
del Balzo,
di Capua,
Evoli,
Ferramosca,
Ferraro,
Franco,
Galluccio,
Lanza,
della Leonessa,
Pandone,
della
Ratta, Vitelli ed altre.
Da Capua si diramarono in Calabria: Rossano e di
Saracena, e in Principato Citra: San Rufo, Vallo di
Diano e Celso.
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Sepolcro di
Angelo Mazziotta, vescovo di Cales dal 1443 al
1446 |
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In Rossano, città arcivescovile in
Calabria Citra che nel 1707 fu acquistata da Tiberio
Carafa principe di Chiusano per ducati 6000 con il
banco della giustizia e di tutti gli altri diritti che
aveva il principe Gio: Battista
Borghese
(2),
i Mazziotti furono acritti al patriziato insieme alle
famiglie
Abenante,
Cito,
Corrado,
de
Lauro,
Ferrari,
Giannuzzi, Greco,
Labonia,
Martucci,
Montalto,
Perrone, ed altre.
In detta città Bonaventura Mazziotti impalmò
Elena Malingeni ed ebbero Marco Antonio che sposò
Artemisia Anastasia Lo Ziro; detti coniugi dal 1570
generarono sei figli, tra i quali Nicola
Mazziotti che sposò, in prime nozze, Eleonora
Cosentino dalla quale non ebbe prole, e, in seconde
nozze, Ippolita Bizzanzio che procreò quattro figli tra
cui Marco Antonio che con Domenica
Petra
generò Francesco.
Il citato Francesco Mazziotti da Laudia Bajio
ebbe Auridda (moglie di Claudiano Cherubino,
famiglia estinta nella persona di Anna); Marco
Antonio, cantore della Cattedrale di Rossano;
Domenico, Canonico della Cattedrale; Bonaventura.
Quest’ultimo nel 1702 impalmò Lucrezia Penelope Martucci
che gli diede Francesco, Arciprete della
Cattedrale; Marco Antonio, monaco Basiliano; e
Pietro che con Fulvia Abenante di Corigliano generò
Ottavio, detto l’eremità, visse in Santa Maria
delle Grazie, fuori città; Marco Antonio, morto
nel 1812 per le sue idee politiche; Pietro; e
Giuseppe che sposò Maria Rosa Campagna dei baroni di
Sartano
(3). |

Caiazzo, Palazzo Mazziotti, edificato nel XV secolo dal
Vescovo Giuliano Mirto
Frangipane. |

L'opera su Gaetano Maria dei baroni Mazziotti,
Arciprete di Saracena. |
La famiglia Mazziotti godette di nobiltà a Saracena,
città in provincia di Cosenza; nel 1746 Domenico
Mazziotti, dottore in fisica, fu Sindaco di Melicuccà;
nel 1806 don Giuseppe Mazziotti fu governatore
della Piazza di Castrovillari
(4). |
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Saracena (Cosenza) |
Come già detto, i Mazziotta si diramarono anche in
Principato Citra, con Antonello Mazziotti in
San Rufo, terra in diocesi di Capaccio, la cui
giurisdizione civile apparteneva alla famiglia Laviani e
quella criminale alla famiglia
Calà
dei duchi di Diano; Vallo di Diano, oggi vasta pianura
in provincia di Salerno comprendente vari comuni tra cui
San Rufo; e con Antonello Mazziotti in Celso,
sempre in diocesi di Capaccio. |

Celso (Salerno), Palazzo
Mazziotti |
Il feudo di Torricella, con titolo di marchese,
apparteneva alla famiglia
Sanfelice duchi di Acquavella; nel 1784 l’abate
Antonio Mazziotti acquistò il feudo con il titolo di
utile signore; successivamente passò al fratello
Ferdinando che nel 1804 acquistò il feudo di Celso e
di Santa Maria della Stella con titolo di barone dal
principe Giuseppe
de
Liguoro. |

Napoli,
Palazzo Mazziotti dei baroni di Celso |

Napoli,
Stemma Mazziotti dei baroni di Celso, affresco. |
Nel 1780 Alessandro Mazziotti risulta iscritto
nell’Albo
degli Avvocati, istituito per la prima volta al
Mondo, elaborato dal legislatore del Regno di Napoli.
Il titolo di barone di Celso (nel 1806 non fu
riconosciuto quello di Santa Maria della Stella), passò
a Pietro Mazziotti (Celso 1781 †
Salerno, 1829).
Nel 1838 i Mazziotti furono costretti a lasciare il
Cilento e a dimorare a Napoli, dove acquistarono due
edifici e una villa a Posillipo; questa villa, che prima
apparteneva al duca d’Aquale, divenne luogo di attività
politica liberale
(5). |

Napoli, Posillipo, Villa
Mazziotti |
Francesco Antonio (Stella Cilento, 1811 † Napoli,
1878), figlio del citato Pietro, fu deputato al
Parlamento Napoletano del 1848, condannato a morte nel
1853 fuggì a Genova dove morì la moglie Mariannina
Pizzuti, nobildonna dei baroni di Montecorvino
Rovella. Con Decreto Regio del 25 novembre 1868 gli
venne concesso il titolo di barone di Celso; titolo
ereditato dal suo figlio primogenito Pietro (29
giugno 1844 † 17 luglio 1886), deputato al Parlamento dal 1878, ha avuto come
figlio Francesco Antonio (n. 13 aprile 1868), al
quale venne riconosciuto il titolo di barone di Celso
con Decreto Presidenziale il 17 ottobre 1889
(6).
Gherardo Mazziotti (Celso, 1775 † Napoli, 1854), fratello del citato Pietro (1781 † 1829), magistrato, partecipò con incarichi alla Repubblica
Napoletana del 1799 e, dopo la restaurazione,
dovette rifugiarsi nello Stato Pontificio per poi
ritornare a Napoli nel 1837.
Nicola, fratello di Gherardo, fu colonnello
durante il periodo francese; fu condannato a morte nel
1821 reo di aver partecipato ai moti del 1820. |

Montecorvino Rovella (Salerno), nel 1° partito si noti
lo stemma Pizzuti
Foto inviata dal collaboratore Matteo Fimiani da
Montoro (Av) |
Napoli, Palazzo Mazziotti, facciata esterna e
particolare interno |
Il titolo di barone sul cognome fu assegnato al senatore
Matteo Mazziotti (Napoli, 1851 †
Roma, 1928), figlio secondogenito del citato Francesco
Antonio. |

Senatore Matteo Mazziotti
- Foto anno 1909 |

Napoli, Cappella
gentilizia Mazziotti |
Pollica, palazzo
Mazziotti di Celso - sec. XV. All'interno vi sono
meravigliosi affreschi e una ricca biblioteca; nella
cappella di famiglia, dedicata a San Nicola, vi è
l'icona della Madonna di Costantinopoli |
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Note:
(1) - G. B.
di Crollalanza, "Dizionario Storico-Blasonico", Pisa,
1888, p. 117; Franz von Lobstein, "Settecento Calabrese",
Vol. II, pag 518.
(2) - Lorenzo Giustiniani,
"Dizionario geografico-ragionato del Regno di Napoli".
(3) - Barone Luca de Rosis,
"Cenno storico della città di Rossano e delle sue
famiglie nobili”, Napoli 1838.
(4) - Franz von Lobstein,
"Settecento Calabrese", Vol. II, pag 518. A Saracena
dimorava la famiglia Mazziotta, baroni di Acquavia,
e spesso negli atti le stesse persone a volte venivano
chianati Mazziotti ed altre volte Mazziotta.
(5) - Domenico Viggiani,
"I
tempi di Posillipo dalle ville romane ai casini di
delizia", 1989; Yvonne Carbonaro – Luigi Cosenza, "Le
ville di Napoli", 2008.
(6) - Vittorio Spreti,
"Enciclopedia storico-nobiliare italiana".
L'Araldo, "Almanacco Nobiliare del
Napoletano 1889-1890", Enrico Detken, libraio editore,
Napoli 1888-1889, pag. 267-pag. 299.
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