
Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano,
ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano,
appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano
dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
|
 |
Capece
Galeota |
Arma:
inquartato, nel 1° e 4°ondato d'argento a tre fasce d'azzurro,
al lambello rosso con tre pendenti nel punto del capo ed
attraversante; nel 2° e 3° di nero al leone d'oro coronato dello
stesso. Alias: d'oro al leone sormontato da un pendente
rosso a tre punte
(1).
Dimora: Napoli. |

© Napoli - Stemma Carlo Capece Galeota,
principe
di Acaia e Montemiletto,
duca di Apice e di Popoli, conte di Montaperto. |
L'antica e illustre famiglia napoletana
Galeota o Capece
Galeota fu aggregata al Patriziato napoletano del
Sedile di Capuana e,
dopo l’abolizione dei sedili (1800), ascritta al Libro d’Oro
napoletano.
Vestì l’abito di Malta dal 1636, ricopri le più alte cariche del
Regno e fu insignita di numerosi titoli tra i quali:
baroni di:
Serpico e Sorbo
conte
di:
Terranova (1428), Montaperto (già Montemiletto-1567);
marchese di:
Monteleone (1611);
duca di:
S. Angelo a Fasanella (1664), Apice (già Sicignano-1590), della
Regina (1643), Popoli (1557);
principe di: Monasterace (1628), Montemiletto (1608),
Monteleone (1637), Acaia (1642).
Gran parte degli storici ritengono che il capostipite fu
Galeotto Capece vivente nel 1170, figlio di Enrico Capece,
Conestabile del Regno.
Ai tempi della regina Giovanna I d'Angiò quasi
tutti i rappresentanti di Casa Galeota erano
cavalieri dell'Ordine
del Nodo.
|

© Napoli - altare dei Capece Galeota |

© Napoli - Arma della famiglia Capece Galeota |
Berita
e Costanza
Galeota sono tra le
dame della sfarzosa corte di Roberto II d’Angiò, che Boccaccio, innamoratosi
di Maria
d’Aquino, che si disse
fosse stata figlia naturale di Re Roberto, fece
partecipare alla caccia allegorica, insieme, tra le altre,
a Zizzola
Barrile, Principessella, Lariella e Marella
Caracciolo, Letizia
Mormile, Caterina, Serella e Vannella
Brancaccio, Sobilia
Capece, Zizzola
d’Alagna, Beritola e Biancola
Carafa, Vannella
Bulcano, Tuccella
Sersale, Alessandra
e Covella
d’Anna, Giovannola
Coppola, Peronella e Covella d’Arco, Marella
Piscicelli, tutte citate con i
loro nomi nel poemetto in terzine dantesche.
VINCENZO Galeota fu nominato da Papa Leone X amministratore
perpetuo di Capaccio (SA), dal 1514 al 1524 fu Vescovo di Squillace e nel 1525 fu uno dei
benefattori della
Santissima
Casa dell'Annunziata. |

© Squillace (CZ) sepolcro del
Vescovo Vincenzo Galeota |
MICHELE MARIA CAPECE GALEOTA VESCOVO
DI COSENZA
a cura del dr. Giuseppe Pizzuti |
Michele Maria
Capece Galeota (n. 1699
†
1778), Vescovo di Cosenza dal 6 maggio 1748 al 20 agosto 1764,
anno in cui venne nominato Arcivescovo di Capua; artefice della
ristrutturazione della Cattedrale di Cosenza, snaturandola dello
stile Romanico originario sostituendolo con quello di moda nel
suo tempo, ovvero del Barocco Napoletano, commissionando il
nuovo Altare maggiore dello stesso stile. |
Cosenza, Palazzo Arcivescovile,
Portale e insegne ecclesiastiche
del Vescovo Michele Maria Capece Galeota |
Un secolo più tardi iniziarono (da parte di più Vescovi che si
susseguirono fino agli anni cinquanta del Novecento) i lavori per
il ripristino degli stilemi originari, ne fu autore l'architetto
Giuseppe Pisanti di Napoli, il quale operò, anche sul progetto
della costruenda nuova chiesa parrocchiale di Santa Maria in
Gerusalemme di San Pietro in Guarano (ricadente nella diocesi di
Cosenza) rimaneggiandolo anche nel suo stile; per le
caratteristiche del suo corpo di fabbrica (che ha la mole di un
duomo) si decise di collocarvi l'Altare settecentesco della
Cattedrale; codesto ha il rango di Altare Privilegiato
Perpetuo; è Altare Privilegiato quello al quale il Sommo
Pontefice concesse, per un dato tempo od in perpetuo,
un'Indulgenza Plenaria a quell'Anima del Purgatorio per il cui
suffragio si celebra la Santa Messa.
I lavori della nuova chiesa parrocchiale iniziarono
ufficialmente, con la posa della prima pietra nell'angolo destro
dell'abside nel 1892 (in realtà erano iniziati molto tempo
prima) per una durata dei lavori di dieci anni, con la
Benedizione e apertura al Culto nel 1902 dal parroco don
Francesco Pizzuti, il quale spese tutte le sue energie e anche
le sue risorse economiche per questa realizzazione. |
,%20CHIESA.gif)
San Pietro in Guarano (CS),
Chiesa Parrocchiale
di Santa Maria in Gerusalemme.
|

Altare della Chiesa Parrocchiale di Santa Maria in Gerusalemme,
foto del 1908. |

San Pietro in Guarano (CS),
Chiesa Parrocchiale di Santa Maria
in Gerusalemme, Altare
San
Pietro in Guarano (CS), Chiesa Parrocchiale di Santa
Maria in
Gerusalemme, stemma del Vescovo Michele Maria Capece
Galeota |
|
 |
Il suolo edificatorio e il legname necessario per l'edificazione
furono donati dalla baronessa Maria
Collice,
nata baroni de Nicola e vedova del barone Ignazio Collice
impegnandosi ad elargire annualmente una somma di denaro. |

© Napoli - Targa in memoria del
benefattori della SS. Casa dell'Annunziata |
GIOVANNI
BATTISTA (1567
†
1637),
patrizio napoletano, comprò nel 1613 il feudo di
Monteleone, in
Principato
Ultra, con il titolo di marchese;
nel 1596 sposò Diana
Spinelli, figlia
di Pier Giovanni barone di San Giorgio e di Buonalbergo; ebbero
per figlio PIER GIOVANNI (1597 †
1644)
che nel 1637 fu insignito del titolo di
principe di Monteleone;
sposò Maria
di Somma, figlia
Gennaro patrizio Napoletano. |

Napoli, lastra eretta nel 1639 da
Pier Giovanni Galeota, principe di Monteleone, in memoria di
Gualtiero Capece Galeota (1339) |
Il
titolo di principe di Monteleone passò ai discenti di Diana (1639 † 1669),
ultima principessa di Monteleone di Casa Capece Galeota, che
sposò nel 1667 Luigi Piatti, conte di Capignano.
|

Don Francesco
Galeota (Napoli,1613 + ivi, 1648), Patrizio Napoletano |

© Napoli - Stemma, dipinto sulla
volta dell'ingresso del palazzo, con le armi dei
Capece Galeota e dei Caracciolo - famiglie imparentata. |
GIACOMO Capece Galeota
(1617
† 1680),
dottore in legge,
duca della Regina, fu
avvocato della
Vicaria
e Reggente del Consiglio Collaterale;
acquistò per sè e per la moglie Cornelia
Caracciolo Pisquizi,
baronessa di Bellosguardo, del ramo dei marchesi di Barisciano,
il palazzo appartenuto ad Antonio
Beccadelli.
Nel
1664 fu insignito del titolo di
duca di
Sant’Angelo a Fasanella, titolo appartenuto alla famiglia
Giovene dal 1650. |
I Capece
Galeota, principi di Acaia e Montemiletto, duchi della Regina,
di Apice e di Popoli, conti di Montaperto possedevano la
cappella gentilizia in Napoli intitolata a Sant'Attanasio dove
riposano tra gli altri Fabio (†
1658) e Giacomo Capece Galeota. Nella tela "la Madonna
delle Grazie" è dipinto Rubino Galeota in ginocchio. |

© Napoli - Targa in memoria di Maria
Capece Galeota dei duchi della Regina, una delle benefattrici
del
Pio Monte della
Misericordia. La Famiglia Capece Galeota donò la sua
collezione di quadri al Pio
Monte, oggi esposti nella Quadreria del Museo. |
I titoli di
principe di Montemiletto,
principe di Acaia,
duca di
Apice e
conte di Montaperto pervennero per successione famiglia
Tocco Cantelmo Stuart alla famiglia Capece Galeota della linea
dei duchi della Regina, a seguito di matrimonio contratto nel 1806 da
FRANCESCO
(Napoli, 1783
† ivi,1838),
duca di Regina e di Sant’Angelo a Fasanella con donna Maria
Maddalena di Tocco Cantelmo Stuart, figlia ed erede di Carlo
principe di Montemiletto;
titoli riconosciuti nel 1888 e nel 1889. |

© Napoli - Targa in memoria del duca
Francesco Capece Galeota e della moglie
donna Maria Maddalena Tocco Cantelmo Stuart |
La linea dei duchi della Regina si estinse con
CARLO Capece Galeota (Napoli, 1824 † 1908), duca di
Regina, di Sant’Angelo a Fasanella, d’Apice e di Popoli,
principe di Montemiletto e d’Acaia,conte di Montaperto e
Grande di Spagna di prima classe; nel 1859 sposò donna Maria
Maddalena
Carafa della Stadera,
figlia di don Carlo dei duchi di Noia. La figlia Maria Maddalena
(Napoli,1859
†
ivi,
1933) erede di tutti i titoli sposò nel 1891 Giuseppe Carelli.
Il titolo di
principe di Monasterace passò alla famiglia
della Gatta nel 1654. |

© Il duca Carlo Capece Galeota
(Napoli, 1824 † 1908) |
Nel 1926 il conte
Francesco Capece Galeota,
insieme alla principessa
Isabella Pignatelli Aragona Cortes, al principe
Colonna di Paliano, al conte
del Balzo, al conte Luigi Balsamo ed
altri benefattori, fu uno dei maggiori benefattori che contribuì
alla ricostruzione del campanile della chiesa di Piedigrotta a
Napoli. |

© Napoli - Chiesa di
Piedigrotta
|

© Napoli - Arma Capece Galeota |
Famiglie
imparentate con casa Capece Galeota
|
ACCIAPACCIA: Nicolò, vivente nel XVI secolo sposò Mariella
Acciapaccia.
BRANCACCIO: Fabio († Napoli,
1703), duca di Regina, sposò nel 1686 Eugenia
Brancaccio, figlia di Francesco
barone di Corropoli.
CAPOMAZZA: Maria Carolina
(Napoli,1793 † ivi,1877),
figlia del duca Luigi, sposò a Napoli nel 1819 Emilio
Capomazza, cavaliere dell’Ordine
Costantiniano di San Giorgio.
CARACCIOLO: Fabio
(Sant’Angelo a Fasanella,1740 † Napoli,1783),
duca di Regina, sposò nel 1763 Maria Arcangela
Caracciolo, figlia di
Pasquale principe di Marano.
CARAFA: Francesco (Napoli,1653 † ivi,1698), duca
di Sant’Angelo a Fasanella, sposò Eleonora Isabella
Carafa, figlia di Luigi
principe di San Lorenzo.
COSCIA: Maria Camilla (Napoli,1785 † ivi,1818),
figlia del duca Luigi, sposò a Napoli nel 1806 Raffaele
Coscia, duca di Paduli.
GALLUCCIO: Giulio (n. Napoli, 1662), patrizio
napoletano, sposò a Napoli nel 1695 Anna
Galluccio.
LAGNI: Luigi (Napoli, 1742 † ivi, 1811), duca di Regina e di
Sant’Angelo a Fasanella, sposò a Napoli nel 1873 Maria Caterina
Lagni dei duchi di Marzano.
RODINO':
Giovanna dei conti
Capece Galeota (†
1994) sposò il barone Giovan Francesco
Rodinò (1905
†
1990.
SANSEVERINO: Cornelia (Napoli,1714 † ivi,1793), duchessa di
Sant’Angelo a Fasanella, sposò in seconde nozze Luigi
Sanseverino principe di Bisignano.
SOMMA di: Pier
Giovanni (1597 † 1644),
principe di Monteleone, sposò nel 1638 Maria
di Somma, figlia di don Gennaro.
SPINELLI: Cornelia (Napoli,1714 † ivi,1793), duchessa di
Sant’Angelo a Fasanella, sposò in prime nozze Fabrizio
Spinelli
marchese d’Altavilla. |
_________________
1)
- Libro d'Oro Napoletano - Archivio di Stato di Napoli -
Sezione Diplomatica.
|
|