
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia de Torres |
Arma:
di rosso a cinque torri d' oro disposte a croce di S. Andrea.
Dimora: Napoli |

© Napoli - Stemma Famiglia de
Torres. |
La famiglia
Torres o de Torres, originaria della città di Malaga in Spagna,
si diramò in Italia e godette di nobiltà in Roma, Aquila, Trani
nel Seggio dell’Arcivescovado, Andria, Barletta, Lucera, Sicilia
e in Napoli
fuori Piazza.
Al
ramo primogenito della famiglia de Torres restata in Spagna, fu
concesso da
Carlo II di Spagna
il titolo di Conti « de Miraflores de los Angeles » nel 1689. Il
primo Torres a portare il titolo fu Juan de Torres de Navarra
y de la Vega Ponce de León.
In Italia il Casato ottenne, nei vari rami, numerosi feudi tra i
quali Barete, Cagnano, Capograsso, Crucoli, Pitto, Scorrano,
Tufà, e fu investita di molteplici titoli:
baroni di Cagnano
principi di Miraflores
duchi di Seclì
marchesi di Marialva, Peschici (1623), Pizzoli (1623), del
S.R.I.
Vestì l’abito di Malta nel 1574 con
Baldassarre de Torres
e, più tardi, con Fra
Tommaso Torres,
Cavaliere gerosolimitano e Priore di Capua, che rinunciò alla
Commenda di S. Giovanni a Cremano e di S. Nicolò di Nola in
favore di Nicolò
Folliero.
Nel 1465
Francesco
de Torres, Regio familiare di re
Ferrante I d’Aragona, fu Doganiere di Castellammare
di Stabia.
Francesco o Giovan Francesco
(† 1529), detto
il Rosso,
con Privilegio di Re Federico d'Aragona del 1° settembre 1496,
ebbe concessa per sé e per i suoi discendenti la
terra di Crucoli in
Calabria Citra
(oggi comune omonimo in provincia di Crotone) con le
giurisdizioni, per i servigi resi alla Regia Corte, alla quale
era ritornata per ribellione del precedente feudatario
Bernardino Caponsacco per aver parteggiato per i francesi
all'epoca di Carlo VIII e morto prima del ritorno degli
Aragonesi.
Aurelia,
(† 30 maggio 1542) il 19 marzo 1531 ebbe significatoria di
rilevio per la terra di Crucoli con la bagliava e la
mastrodattia, come erede per la morte di suo padre, barone
Giovan Francesco, sposò Cesare
d'Aquino, 10° barone di Castiglione, premorì
al marito;
Giulio
d'Aquino Torres, l'11 maggio 1543 ebbe significatoria di rilevio
per la terra di Crucoli con la bagliva come erede per la morte
di sua madre, baronessa Aurelia, nel 1544 successe a suo padre
nella baronia di Castiglione.
Nel 1530
Martino
de Torres, Maestro di Campo, stabilì la residenza della propria
famiglia in Trani dove ebbe la carica di Governatore; nel 1700
il Casato da Trani si diramò a Lucera.
Garzia
de Torres, Maresciallo di Campo, dimostrò tutto il suo valore
militare difendendo nel 1529 Vienna che fu attaccata dai Turchi
di Solimano e poi nel 1541 partecipando alla
spedizione di Tunisi ed Algeri.
Narra il Cardinale Pallavicini, nella storia del
Concilio di Trento Libr. XIV. C. X., che il Cardinale
Bartolomeo della Queva fu in questo conclave il più vicino di
tutti ad esser Papa per artifizio di
Ferrante
de Torres, suo conclavista, il quale avvicinò separatamente 32
cardinali per decantare le virtù di della Queva che però alla
fine ottenne solo 17 voti. |

© Lauro (AV) - Stemma con le insegne
delle famiglie Lancellotti e de Torres imparentate - anno 1632
|
Ai
tempi di Filippo II la Famiglia si stabilì in Roma, dove ebbe un
proprio palazzo
(1),
poi detto
Lancellotti (pervenuto per via ereditaria dal 1656).
Don Ferdinando (Hernando) (1521
†
1590), cavaliere di S. Giacomo della Spada, fu il primo ad
abitarlo; incaricato degli Affari del Regno di Napoli da
Filippo II il Cattolico (1554 -1598), presentò con
sfarzosa pompa la Chinea a Pio IV (1559 -1565), al secolo
Giovanni Angelo
Medici
di Marignano. Sposò Pantasilea Sanguigni
(1536 †
1572), antica famiglia romana, estinta nei discendenti di detto
Ferdinando, che ne fu erede e ne acquistò il cognome.
Il Casato diede molti uomini alla Chiesa: Luigi (o
Luis) de Torres (Malaga, 1495
†
Roma, 13 agosto 1553), membro del Supremo Consiglio, da Malaga
venne in Italia al seguito dell’Imperatore Carlo V d’Asburgo-Spagna;
il 19 dicembre 1548 fu eletto arcivescovo di Salerno.
Don Ernando de Torres, fratello dell’arcivescovo di
Salerno, per volontà del padre che aveva stabilito la dimora
della sua famiglia nella città partenopea, dovette recarsi da
Napoli a Sorrento per presenziare come padrino al battesimo
Torquato Tasso
(2).
Ludovico I de Torres (Malaga 6 nov.
†
1533 Roma, 31 dic. 1584), fratello del suddetto Cavaliere don
Ferdinando, nel 1550 venne in Italia, chiamato dallo zio paterno
Luigi, arcivescovo di Salerno. Nel 1553 fu nominato referendario
delle due Segnature; nel 1570 il Papa Pio V (1566-1572) lo inviò
presso le corti di Spagna e di Portogallo, con il compito
principale di trattare la costituzione di una lega tra Spagna,
Venezia e S. Sede contro i Turchi che si concluderà con la
battaglia di Lepanto.
Nel 1573 fu nominato arcivescovo di Monreale; nominò suo vicario
il nipote Ludovico II (1551
†
1609), futuro cardinale nel 1606 del titolo di S. Pancrazio e
poi arcivescovo di Monreale dal 1588 al 1609. Ludovico I si
ammalò e tornò a Roma nel 1583, dove rese l’anima a Dio
nell’anno successivo.
Cosimo de Torres (1584
†
1642) fu nominato cardinale nel
1622 e poi arcivescovo di Monreale dal 1634 al 1642; per
disposizione fidecommissaria di Casa Sanguigni, fu erede della
nonna ed acquisì il doppio cognome Sanguigni de Torres.
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Duomo di Monreale,
Cappella San Castrense,
statua di marmo di Ludovico II inginocchiato, in
posizione di adorazione. A destra: stemma
de Torres con le insegne ecclesiastiche |
Duomo di Monreale,
Cappella San Castrense, dietro l’altare, un quadro del
pittore monrealese Pietro Novelli che raffigura San
Castrense con Ludovico II.
A
destra: stemma de Torres con le insegne ecclesiastiche |

Cattedrale di Malaga,
Cappella San Francisco di Assisi |
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Cappella San Francisco di
Assisi, mausoleo di Luis de Torres (†
Roma, 31 dic. 1584), arcivescovo di
Salerno |

Cappella San Francisco di
Assisi, mausoleo di Luis II (a volte Ludovico de Torres) (†
1609), arcivescovo di Monreale |
Cattedrale di Malaga, Cappella San Francisco di Assisi,
stemma del Torres. A destra: stemma non identificato |

Cattedrale di Malaga, Cappella San Francisco di Assisi,
stemma inquartato, nel 4^ de Torres, nel 1^
Guzman ? |

Roma,
Chiesa di Santa Caterina dei Funari ,
Cappella de Torres Funari |

Roma,
Chiesa di Santa Caterina dei Funari ,
Cappella de Torres
Funari, particolare |
Cappella de Torres
Funari, lapide e stemma |

Roma, Palazzo de Torres
Funari |

Roma, Palazzo de Torres
Funari, salotto |

Roma, Palazzo de Torres Funari, stemma |
In
Abruzzo ultra in diocesi dell’Aquila, nel 1572
Ferrante de Torres acquistò da Pompejo Bernal il feudo di
Cagnano, nel 1575 acquistò da Diana di Nocera, moglie del
Reggente
Revertera,
per ducati 12.000 la terra di Pizzoli, nel 1620 acquistò da
Muzio Bramolino per ducati 6.800 il feudo di Barete. Nel 1628
Gaspare de Torres, marchese di Pizzoli,
dichiarò che Barete spettava a suo zio il cardinale. |

© Napoli - Stemma di don Gaspare
Torres - anno 1703 |
Nel 1685 Luca de Torres, cavaliere di Calatrava,
fu Uditore della Regia Dogana di Foggia.
Nel 1703 Tommaso fu Colonnello dell’Imperatore
Leopoldo I d’Asburgo.
Nel 1707 Gabriele, Colonnello di fanti, fu
Comandante della piazza di Pescara.
Il ramo primogenito di questa famiglia, rappresentato
dai conti di Miraflores, si
estinse in Spagna e un altro si estinse in Portogallo
nella famiglia de Ponte de Lima. Il Ramo trapiantato a
Roma si trasferì a l’Aquila.
Il ramo dei marchesi del S.R.I. si estinse con
Michele, Antonio e Nicola morti senza
figli, la cui sorella Teresa de Torres impalmò il
duca di Casalaspro Milazzi.
Il ramo dei marchesi di Pizzoli, titolo ottenuto nel
1623 si estinse col marchese senatore Ferdinando
de Torres deceduto senza erede diretto, e sua sorella
Laura de Torres († 1838) sposò il marchese Giulio
Dragonetti, appartenente alla famiglia nobile di Aquila.
I titoli di duca di Seclì e
marchese di Peschici
pervennero in Casa de Torres a seguito di matrimonio
celebrato tra Francesco Torres (1808
†
1881) e donna Luisa
Sanseverino (o
Severino ?) (1797
†
1869), erede dei predetti titoli. I coniugi ebbero per
figlio Alfonso, nato a Napoli nel 1840. |
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Bibliografia:
- Goffredo di Crollalanza, Annuario della Nobiltà
Italiana, Bari 1898.
- Berardo Candida Gonzaga, Memorie delle famiglie
nobili delle Province Meridionali d’Italia,
Napoli 1875.
- Vittorio Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare
italiana.
- Luigi Salerno, Palazzo de Torres Lancellotti, in
Piazza Navona isola dei Pamphili, Roma 1970.
- Francesco Cancellieri, Storia dei solenni
possessi de’ Sommi Pontefici…, Roma 1802
- Enciclopedia Treccani, Dizionario Biografico
degli Italiani - Volume 39 (1991).
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Note:
1)
- La costruzione del palazzo iniziò a partire dal 1542
grazie a Ludovico de Torres (1495-1553), arcivescovo di
Salerno, che acquistò alcune case preesistenti; il
progetto fu eseguito dall’architetto napoletano Pirro
Ligorio (1513-1583).
2)
- Fu invece compare di battesimo il nobile Sersale. |
Continua nel sesto
volume in preparazione di "LA STORIA DIETRO
GLI SCUDI"
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