
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia Severino |
Arma:
fasciato ondato d'oro e d'azzurro col capo di rosso caricato da tre gigli d'oro(1).
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© Napoli - Stemma famiglia Severino |
La
famiglia Severino che successivamente acquisirà il doppio
cognome Severino Longo, feudataria sin dai tempi di re Carlo I
d'Angiò, godette di nobiltà a Napoli nel
Seggio di Porto e, dopo
l'abolizione dei Sedili (1800), fu iscritta nel Libro d'Oro
napoletano.
Fu insignita di numerosi titoli, tra i quali:
Conte di: Policastro (per
successione Casa Carafa - 1496)
Marchese di: S. Giuliano (anzianità
1612), Gagliati (anzianità 1626)
Duca di: Forlì (per successione
Casa Carafa - 1625), della Chiusa (1738), Scilla.
Nel 1270 Giacomo
Severino fu nominato
Credenziere del sale, ufficio che esercitava insieme ad Abbracciabene
Venato, Angelo
Poderico,
Angelo
Quaranta, Gugliemo
Coppola, Mario
Agnese, Insisogna
Pappainsogna ed altri.
Fabrizio
Severino, Vescovo
della Cerra, partecipò al
Concilio di Trento (1545-1563) con altri napoletani, il
Cardinale Girolamo Seripando Vescovo di Salerno, Pietr’Antonio
di Capua Arcivescovo d’Otranto, Gian
Tommaso
Sanfelice Vescovo della Cava, Ferdinando
d’Anna Arcivescovo di Amalfi, Pompeo
Piccolomini
d’Aragona Vescovo di Tropea, il teologo Gian
Francesco
Lombardo,
Francesco Ferdinando
d’Avalos
Marchese di Pescara ambasciatore del Re Filippo II.
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DA UN ANTICO MANOSCRITTO DEL
SEICENTO
di proprietà di Ettore d'Alessandro
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Si suppone che questa famiglia fosse venuta da Siena
in Napoli in tempo dei primi Rè Angioini; altri con più apparenza di
ragione la fanno originaria del Casale di Fratta, appoggiati alla
Scrittura apportata dal Duca della Guardia, ne Marramonti, al foglio
239 nella quale si legge TOMASO SEVERINAS de Villa Fratta nel
registro delli Feudatarj del Rè Manfredi che nel 1260 andarono in
Roma contro il Papa, e meglio in Giuseppe Campanile al foglio 138 e
Borrello, al foglio 173 se ne leggono alcuni personaggi di essa ne
registri della Regia Zecca, non con altro titolo che di Militi
nome peraltro adeguato ad ognuno che era popolare, che in quei tempi
teneva agio e comodità di tenere uno o due cavalli, onde non istimo
gran Casa quando si trovano notati Personaggi con titoli tali. Diede splendore a questa famiglia
GERONIMO, che essendo Dottor di Legge,
ed uomo di grandi affari e d’intendimento fò eletto Sindico nel 1535
della sua Piazza alla quale spettava in quell’anno di creare simile
dignità nel Generale Parlamento, che si fece in S. Lorenzo quando
Carlo V Imperatore fù in Napoli dal quale conosciuta la sua Virtù, e
valore lo fè Luogotenente della Regia Camera, e poi Presidente del
Sacro Regio Consiglio, fù Casato con Giustina d’Angelo del medesimo Seggio, come
anco fù fatto
Viceprotonotario, e finalmente Reggente del Consiglio
Collaterale, con detta sua moglie procreò GIOVANNI ANDREA Signore di
Palmola in Apruzzo, il quale Casatosi con Lucrezia
Pappacoda fè
GIUSEPPE Signore di Palmola, che avendo preso per moglie Donna Polisena Siscara de Conti d’Aiello fè Don
CAMILLO Signore di
Palmola, il quale con Dianora
Minutola sua moglie fece Don
DOMENICO,
Don SCIPIONE e Don GIUSEPPE; |

© Napoli - Arma con le insegne delle famiglie Severino e Pappacoda
imparentate |
Don DOMENICO prese per moglie Donna
Anna Sanges de Marchesi di Cagliati, e con essa ha procreato Don
CAMILLO, e una femmina prima moglie di Don Cesare
d’Aponte, e poi di
Don Nicola Arcamone, e nella Provincia di Lecce sono al presente
altri di questa famiglia, che godono al medesimo Seggio come
discendenti da un 2° genito di GERONIMO Presidente del S.C. de quali
gl’anni passati erano 3 fratelli, il primo detto GERONIMO Casato con
gentil Donna di Casa Trani di Lecce, sono nati Don FRANCESCO e Don
ANTONIO al presente Duca di Scilli, dal quale sono nati più
figliuoli; tra quali Dan GERONIMO, e ORNI FRANCESCO e sono ambidui
Casati con due sorelle di Casa Pepe, figlie del Barone del Sorbo in
detta Provincia.
CARLO morì in Lecce, ebbe per moglie Agnese Marescallo, e non fece prole,
LUISE fii dichiarato ribelle del Rè
avendo seguitato il Marchese dell’Acaia, e se ne morì esule in Roma
pochi anni sono. |
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© "Esame della Nobiltà Napoletana nei
Cinque Seggi" - libro del 1697 di proprietà Casa d'Alessandro |
A Napoli vi è la splendida cappella della famiglia Severino,
marchesi di Gagliati, dedicata a S,
Michele Arcangelo, il cui dipinto su tavola è attribuito da a
Michelangelo Buonarroti.
Nella cappella, facente parte del Complesso Monumentale della Chiesa
di S. Maria la Nova, si può ammirare il monumento
funebre con le statue di Luigi Lancellotti Severino († 1528),
al centro tra quelle dei figli Giovan Battista († 1569) e
Girolamo († 1609); il monumento funebre di Geromino
Lancillotti F. Severino († 1559), prode e valoroso cavaliere. |

© Napoli - Cappella Severino |

© Sepolcro di Luigi Lancellotti Severino
(† 1528) |
Nella cappella,
restaurata nel 1853, vi sono le lastre tombali di Enrico Severino,
di Giovan Francesco Severino (1592) e di Beatrice Caracciolo
(1574). Riposano in pace don Domenico Severino Longo (†
1-3-1860), donna Francesca
Dentice
dei Pesci
(†
11-10-1843) dei principi di Frasso, marchesa di Gagliati, donna
Chiara Caracciolo Rossi di Forino
(†
20-5-1841). |

© Lastra tombale di Enrico Severino |

© Sepolcro di Geromino Lancillotti F. Severino (†1559) |
Il feudo di S. Giuliano, in
Contado di Molise,
nel 1608 fu venduto da Francesco Carafa ad Aniello Longo, patrizio
cosentino.
La famiglia Longo, omonima ma non imparentata con i marchesi di
Vinchiaturo, si estinse in Casa Severino; i discendenti adottarono
il doppio cognome Severino Longo.
Arma dei Longo Severino,
patrizi di Cosenza:
d'argento, alla fascia d'azzurro caricata da tre gigli d'oro. |
San Giuliano del Sannio (CB),
Castello e stemma partito con le insegne di Camillo Severino Longo e
Chiara Caracciolo Forino |
Camillo Severino Longo (1798 † 1855), marchese di S. Giuliano e patrizio
napoletano, sposò la marchesa Maddalena
Cafara della Spina dei duchi di Forlì e conti di
Policastro († 1892). |
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1)
- Libro d'Oro Napoletano - Archivio di Stato di Napoli -
Sezione Diplomatica. |
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