
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
|
A
cura di
Pietro Valguarnera |
Arma originaria: “de argent, dos fajas de
gules”. Vallgornera y Sord. (Steve Tamborino,
Nobiliarios de Garma, Domenéch, Mango).
Ramo catalano dei Signori di Vallgornera e diramazioni.
Ramo siciliano: Baroni del Godrano; Baroni-Conti di
Assoro; Principi di Valguarnera, Principi di Niscemi ,
Marchesi di Santa Lucia.
Alias: “d’argento, alle due fasce di rosso.
Bordatura di rosso e d’argento”. Ramo di
Giovanni (linea di Giuseppe). |
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“Llinatge de cavallers que prengué el
nom del domini que exerci’ damunt el castell de
Vallgornera (Alt Empordà)”. J.Gramunt
La "Casa Vallgornera", in italiano Valguarnera, è una delle più antiche famiglie spagnole
attestata sin dalla metà del XIII secolo nel Principato
di Catalogna, dove venne infeudata del feudo e castello
di Vallgornera
(1). Nel XIV secolo la famiglia spostò i
suoi interessi politici ed economici verso il regno di
Sicilia, dove ricoprì le cariche politiche, militari e
religiose più prestigiose. Possedette i feudi e titoli
di
Baroni di Assoro (1397),
Godrano (1416),
Conti di Assoro (1543),
Principi di Valguarnera (1626),
Marchesi
di Santa Lucia
(1700),
Duchi dell’Arenella (1645), e
Principi di Niscemi (1661)Marchesi
di Santa Lucia (1700); e per eredità quelli di
Marchesi di Regiovanni,
Principi di Gangi,
Gravina, e
di
Castelnuovo. Vestì gli abiti degli Ordini
cavallereschi di San Giovanni di Malta,
Santiago de la
Espada, San Maurizio e San Lazzaro,
Santissima Annunziata, e
San Gennaro.
Nel XVII secolo si divise in tre rami: il principale
iniziato con Francesco Valguarnera, 1° Principe
di Valguarnera, che si estinse nell’800 negli
Alliata di
Villafranca. Il secondo iniziato con Vitale, 1°
Principe di Niscemi, tuttora esistente. Il terzo
originatosi da un figlio di Ottavio dei principi
di Valguarnera, Ponzio, 1° Marchese di Santa
Lucia, estinto nell’800.
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- I Signori di Vallgornera - |
Peralada, Catalogna, Spagna, Castello
Vallgornera |
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Il ramo originario dei Signori di Vallgornera, che ebbe
residenza nel Castello omonimo, nel Contado di Peralada,
è documentato a partire da un Berenguer Sord,
cavaller de Peralada,
vissuto nella metà del secolo XIII. Suo
figlio Jaume de Vallgornera, 1° Signore del
castello di Vallgornera (1250 c.
†
1320 c.), sposò Donna Sibilla di Vilallonga e procreò
Simon de Vallgornera, 2° Signore di Vallgornera (†
1339 ), compagno d’armi del cronista Muntaner, consigliere di re
Federico II
d’Aragona, tutore di suo figlio Manfredi
(1317), luogotenente e viceré di Sicilia, che sposò
Donna Alemanda de Blanes, e fu padre di Vidal, 3°
Signore del feudo e castello di Vallgornera, morto
senza prole. Erede e successore di Vidal fu il fratello
Jaume II de Vallgornera, 4° Signore di
Vallgornera , morto verso il 1373, che sposò Donna
Berengaria de Castellbell e generò Francesc de
Vallgornera, 5° Signore di Vallgornera e Vilanova de la Muga, che fu
Consigliere e Falconiere Maggiore del re di Sicilia
(1409). Questi si unì in matrimonio nel 1385 con Donna
Marquesa de Sort, Dama della regina Sibilia, ed ereditò
i feudi siciliani per la morte senza figli dei suoi
fratelli Simone e Vitale, insigniti da re Martino, il 20
gennaio 1397, del titolo baronale di Assoro con i feudi
di Rassuara e Murra. Continuò la linea primogenita in
Catalogna il figlio primogenito Jaume III de
Vallgornera, 5° Signore di Vallgornera e di Sort, da
cui ebbero origine le linee dei Marchesi de Oris, dei
Signori di Albons, dei Sanjust de Vallgornera Baroni de
Malda’, dei Marchesi de Alfarras y de Vallgornera, dei
Marchesi de Vilanant, dalla cui discendenza per linea
femminile, attraverso il 1° Marchese di Vallgornera, Don
Ramon de Vallgornera Montagant Llunes y de Lentorn
(1696), si giunge a i
de Balle
attuali Marchesi di Vallgornera. |
- Il Ramo dei Baroni-Conti di Assoro - |
Assoro, il Castello dei Valguarnera. A
destra: ruderi della cortina muraria |
Assoro, Castello dei Valguarnera,
particolare del torrione e della cortina muraria. A
destra: particolare della torre albarrana |
Assoro, Castello dei Valguarnera, il
torrione |
-
DON VITALE VALGUARNERA (†
1480), 3° Barone di Assoro dal 18 luglio 1453 (R.
Cancelleria, libro 1453, foglio 321), secondogenito ed
erede delle baronie siciliane del citato Francesco, 5°
Signore di Vallgornera, fu cavaliero assai
circospetto appresso il Re Alfonso. Sposò nel 1437
Donna Antonella Centelles dei conti di Collesano, e
diede origine alla linea dei baroni-conti di Assoro, da
cui discesero:
- DON GIOVANNI, 4° Barone di Assoro, con Rassuara,
Murra e Caropepe, dall’ 8 febbraio 1497 (R. Cancell.
libro 1496, foglio 282), figlio di Vitale predetto.
Abilissimo nei maneggi politici e valoroso guerriero, fu
uno dei maggiori dignitari di Sicilia: Cameriere di re
Alfonso nel 1440, Strategoto di Messina nel 1473,
Presidente del Regno di Sicilia nel 1485, Capitano
Generale dell’Esercito di Ferdinando il Cattolico,
inviato a Napoli a soccorrere Don Ferrante, figlio di
Alfonso il Magnanimo, contro i
Baroni ribelli nel
1486, Deputato del Regno di Sicilia nel 1496.
Sposò Donna Beatrice Barrese, figlia di
Blasco, Barone
di Militello. Nel 1491 fece edificare per sé ed i suoi
eredi un magnifico palazzo accanto alla chiesa di
S. Leone, in Assoro, il cui completamento avvenne nel
1541.
 |
 |
Assoro, Palazzo Valguarnera,
prospetto laterale. A destra: Basilica di S.
Leone, portale laterale e torre campanaria |

Assoro, Palazzo Valguarnera, arco |

Assoro, Palazzo Valguarnera |
Per i servizi resi al Re Ferdinando il Cattolico,
ottenne per il fratello Giacomo il vescovado di
Malta (1495). Come testimonia il Pirri, il vescovo
Giacomo “fuit tum vitae candore, tum literis
praeclarissimus ; questi morì nel 1501, mentre si
trovava in Assoro, “nella di cui maggior Chiesa si vede
sepolto dentro nobile mausoleo marmoreo con la seguente
iscrizione”(2): |
HOC ANTISTES YAJMUS VIRTUTUM CULMEN EGENUM
CULTOR PRAECLARA MARMORE GENTE CUBAT.
CUI REVERENDISSIMI EPITAPHIUM (.) MELITENSIS
AC EPISCOPI DOMINI WALGUARNERAE JAMI
MILLESIMO QUINGENTESIMUS PRIMOQUE RECESSIT
SEPTIMA VIGESIMO MAJA NOTATI DIE |

Assoro, monumento del vescovo Giacomo
Valguarnera |
- DON FRANCESCO detto “Il Forte”,
sposò Donna Beatrice Marchese e Speciale, figlia di
Salimbene Marchese, Barone della Scaletta, e premorì al
padre Don Giovanni nel 1491. Venne sepolto per
volontà dei genitori in un artistico sepolcro esistente
nella cappella del Camposanto di Assoro, su cui fu posto
il seguente epitaffio: |
FRANCISCUS PROCERS INTER CELEBERRIMUS UNUS ET GENERE ET
FOMA CLARUS ET INGENIO VIRIBUS EGREGIIS CUCTIS PRESTABAT
ET ARMIS ET QUAVIS IUNIOR FORTIS ET ACER ERAT SORTE
TAMEN PERIIT PATRI LUGENDUS INIOVA ATO. PIE MATRI LUCTUS
ACERBUS ERIT MCCCCLXXXXI |

Sepolcro di Francesco Valguarnera, detto "il Paladino"
(†
1491), cappella del Camposanto di Assoro |

Assoro, Cappella del Camposanto, Sepolcro
del "Paladino". |
Assoro, Cappella del Camposanto, Sepolcro
del "Paladino". Particolari degli stemmi Valguarnera |
-
Don PONZIO,
5° Barone di Assoro, figlio di Don Francesco predetto,
succedette il 14 settembre 1500 per la morte di Giovanni
suo avo. Sposò Donna Giovanna Ribasaltes e, in seconde
nozze, Donna Beatrice Ventimiglia. Suo erede e
successore fu il figlio Don Giovanni Girolamo, 6°
Barone di Assoro nel 1509, morto in giovane età. Gli
succedette:
-
DON VITALE (†
1516), 7° Barone di Assoro, con i feudi di Rassuara,
Murra e Caropepe,
figlio del predetto Don Francesco,
s’investì per la morte del nipote
ex fratres
Giovanni Girolamo il 15 ottobre 1510 (R. Cancell.
libro 1510, foglio 133). Sposò Donna Eleonora Ribasaltes.
Nel 1512 donò i beni al figlio, riservandosi l’usufrutto
durante vita.
- DON GIOVANNI GIROLAMO, 8° Barone di Assoro,
s’investì il 12 gennaio 1513, per la morte di Don
Vitale, suo padre (R. Cancell. I Indiz., foglio 362).
Reinvestito l’8 gennaio 1517 per il passaggio della
Corona (R. Cancell. V Ind., foglio 342).
Uomo di ingegno acutissimo,
esperto nelle armi, militò sotto l’Imperatore
Carlo V, “del cui valore sulla porta del
Palazzo d’Asaro si vede scritto questo elogio: D.
Ioannes Valguarnera Secundus con Fedeltà acquistò la
gran vittoria 1534”
(3).
Per i servizi resi alla Corona, fu eletto Strategoto di
Messina e Conte di Assoro, con Privilegio dato dall’
Imperatore Carlo V in Magonza il 11 agosto 1543,
esecutoriato il 12 settembre successivo (R. Cancell.
libro 1543, foglio 19). Nel 1553 ottenne dall’Imperatore
licenza per costruire un villaggio nel feudo di Caropepe,
denominandolo Valguarnera. Sposò in prime nozze Donna
Beatrice Barresi dei Signori Pietraperzia. Sposò in
seconde nozze Donna Giovanna de Luna e Peralta, figlia
di Giovanni Vincenzo
de Luna,
Conte di Caltabellotta.
- Don Sigismondo,
2° Conte di Assoro, succedette al padre Don Giovanni
Girolamo l’1 ottobre 1554. Sposò Donna Caterina Silva
dalla quale ebbe l’unica figlia Donna Giovanna,
III Contessa di Assoro, che s’investì il 5 agosto 1557.
Morta improle, fu suo successore:
- DON PONZIO, 4° Conte di Assoro, s’investì il 4
agosto 1564 per la morte di Giovanna sua nipote
(R. Cancell., libro VIII Indizione 1564-65, foglio 173).
Sposò nel 1562 Donna Diana Lanza e Centelles, figlia di
Don Cesare Lanza I Conte di Mussomeli (dotali in Not.
Giacomo Lo Scavuzzo di Palermo del 20 aprile 1562).
Morì in Assoro nel 1618, ed ivi sepolto nella chiesa di
S. Agostino.

Assoro, monumento dei fratelli
Ponzio e Vitale Valguarnera |
- DON GIUSEPPE, 5° Conte di Assoro, prese
investitura il 13 maggio 1586 per donazione di suo padre
Don Ponzio (R. Cancell., XIV Indiz., foglio 234).
Reinvestito l’11 settembre 1600, per il passaggio della
Corona da re Filippo II a
Filippo III
(Protonotario, XIV Indiz.,foglio 92). Nato in Assoro nel
1575, morì ivi il 4 aprile 1618. Nel 1589 sposò Donna
Maria del Carretto dei Baroni di Recalmuto, morta il 10
aprile 1617. |
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Assoro (Enna), Basilica di S. Leone,
monumento di Donna Maria del Carretto, moglie del Conte
Giuseppe Valguarnera e Luna |
I Conti Valguarnera furono sepolti nella
chiesa di Sant’Agostino, in due sepolcri che
successivamente vennero spostati nella Basilica di S.
Leone, dove si trovano collocati nella cappella del
Crocifisso. |
Assoro (Enna), Basilica di S. Leone,
monumento funebre del Conte Giuseppe Valguarnera |
I monumenti riportano gli stemmi dei rispettivi casati,
e le seguenti iscrizioni ne esaltano le virtù: |
D
(eo) O (ptimo) M (aximo)
QUID GENUS IMPERUS GRAVIDUM QUID STEMMATA PROSUNT
OBSERAT HIC TUMULUS TOT MONUMENTA PATRUM PERIT
I NTERITU PEREUNT UNO CUM CONIUGE CONIUX
NE CADA ILLA CADENS ICTUS UTERQUE PERIT
UNUS FAMOR FUERAT VITAE MORS UNA FATICAT
CONNUBIO FELIX ARDOR ET INTERITU
VIXIT IDEM PROCERUM COR SIC UNUMQUE DUOBUS
ET VITA ET MORTE PAR DECUS URNA PETIT
OBIJT QUARTO IDUS APRIL (is) M D C X VII
|
- DON FRANCESCO, 6° Conte di
Assoro, s'investì l’8 marzo 1619 (R. Cancell. II Indiz., foglio
117) per la morte di Don Giuseppe, suo padre.
Reinvestito il 22 marzo 1622 per il passaggio della
Corona a
Filippo IV
( R. Cancell.V Indiz., foglio 160). Fu creato 1°
Principe di Valguarnera con Privilegio di re Filippo IV
in data 24 ottobre 1626, ed esecutoriato nel Regno il 26
gennaio successivo (Arch. di Simancas, Secretarias
Provinciales, libro 971, foglio 263). Pretore di Palermo
nel 1631 e Vicario del regno di Sicilia, nacque ad
Assoro nel 1592 e morì a Palermo nel 1635. In virtù
della licenza concessa da
Carlo V al suo avo Giovanni,
fece edificare il paese di Valguarnera. Nel 1623 si fece
promotore della costruzione in Assoro della chiesa degli
Angeli con l’annesso convento dei Padri riformati di S.
Francesco. Fu Governatore della Nobile Compagnia della
Pace di Palermo (1627). Sposò nel 1612 Donna Dorotea
Lanza, figlia di Don Ottavio Lanza, 1° Principe di
Trabia, da cui i figli: Don Giuseppe, 7° Conte di
Assoro e 2° Principe di Valguarnera, che continuò la
linea primogenita estinta nell’800 nella famiglia
Alliata di Villafranca; Don Ottavio,
secondogenito, da cui si originò il ramo dei Marchesi di
Santa Lucia, attraverso il figlio Don Ponzio,
1°Marchese di Santa Lucia, la cui linea si estinse
nell’800; Don Vitale, 1° Duca dell’Arenella e 1°
Principe di Niscemi, che diede vita al ramo dei principi
di Niscemi, ancora fiorente. |
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Palermo, Chiesa di S. Mamiliano Vescovo (
ex S. Cita ). Cappella Lanza di Trabia. Monumento
funebre di Donna Dorotea Lanza di Trabia, moglie di Don
Francesco Valguarnera 1° Principe di Valguarnera. Particolare
dello stemma e della lapide |
Nel 1631, essendo Pretore Don Francesco Valguarnera,
Principe di Valguarnera, il Senato di Palermo decretò la
costruzione di una preziosa urna argentea per contenere
e portare in processione le sacre reliquie della
Patrona, Santa Rosalia. L’urna, disegnata
dall’architetto del Senato Mariano Smiriglio, fu
realizzata dagli argentieri palermitani: Giuseppe
Olivieri, Francesco Rivelo, Giancola Viviano e Matteo lo
Castro, con la collaborazione di Michele Farruggia e
Francesco Roccuzzo. |
Palermo, Cattedrale, Cappella di S. Rosalia. A destra:
particolare Urna argentea |
A perpetua memoria, in uno dei
fianchi dell’arca argentea, sotto l’aquila del Senato
Palermitano, su un cartiglio, venne incisa la seguente
iscrizione: |
PHILIPPO IV. REGE NOSTRO FELICISS. D. FRANC.O FERNANDEZ
DE LA CUEVA DUCE AL-BURQUERQUII.
PRO REGE UMANISS. S. ROSALIAE PATRIAE SERVATRICI D.
FRANCISCUS VALGUAR-NERA PRINCIPS, ASSOPI COMES PRAETOR
GAP. D. PETRUS PALAGIO, HORATIUS LOMEEINUS D. CAROLUS
DEL VOGLIA CAMPIXIANO, ANDREAS VESPASIANI AGLIATA,
FRANCISCUS DEL COLLE, SIMON BONACCOLTI SENATORES ARCAM
HANC QUINQUEMESTRI ABSOLVTOG. OPERE PERFECTAM AERE PUB.
EX VOTO D. D. ANNO MDCXXXI |

Palermo, Piazza Bologni, monumento
dedicato a Carlo V, realizzato a cura del Senato di
Palermo - Pretore
Don Francesco Valguarnera Principe di Valguarnera, Conte
di Assoro (1631) |
- Il Ramo dei Principi di Valguarnera -
|

Assoro, prospetto del Palazzo Valguarnera |
Palermo, Palazzo Valguarnera-Gangi |
Dal suddetto Don Francesco
Valguarnera, 6° Conte di Assoro (1619), e 1°
Principe di Valguarnera (1626), ne discesero molti
illustri personaggi che con spirito eroico e
cavalleresco occuparono cariche eminenti.
Sono degni di speciale menzione:
- Don Giuseppe (†
1656), 2° Principe di Valguarnera, 7°
Conte di Assoro (1636). Vicario Generale a San Filippo
d’Argirò (1647), Pretore di Palermo nel 1651.
- Don Francesco (†
1704), 3°
Principe di Valguarnera (1655-1666), 8° Conte di Assoro. Vicario Generale nel
Val Demone (1674), Capitano di Giustizia di Palermo nel
1679-1680, Pretore di Palermo (1686), Cavaliere di San
Giacomo, Gentiluomo di Camera del
Re Carlo II
di Spagna.
- Don Francesco Saverio (†
1739), 4° Principe di Valguarnera, 9°
Conte di Assoro (1705), 6° Principe di Gangi. Capitano
di Giustizia di Palermo (1711-1712), Capitano delle
Guardie del Corpo del Re Vittorio Amedeo II di Savoia,
Gran Ciambellano del Re Carlo Emanuele III di Savoia, re
di Sardegna, Cavaliere dell’Ordine della Santissima
Annunziata, Ambasciatore a Madrid, Generale della
Nazione Valesana Svizzera (1732), Viceré di Sardegna
(morto alla nomina).
- Don Pietro (†
1779),
5° Principe di Valguarnera, 10° Conte di Assoro.
Cavaliere di giustizia e Capitano delle
galee dell’Ordine
di Malta, Deputato del Regno di Sicilia
(1758), tenente della Guardia del Corpo del Re di
Sardegna, Colonnello, Generale di Battaglia, gentiluomo
di Camera di Carlo Emanuele III di Savoia, Gran Croce
dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
(1778).
- Don Giuseppe Emanuele,
6° Principe di Valguarnera, 11° Conte di Assoro, Principe di Gravina,
di Gangi. Superiore della Carità di Palermo (1781),
Senatore di Palermo (1782-1783), Capitano di Giustizia
di Palermo (1788-1789 e 1790), Rettore dell’Ospedale di
San Bartolomeo (1796), Pretore di Palermo (1797),
Gentiluomo di Camera del Re di Sicilia, Cavaliere dell’Ordine
di San Gennaro. |

Assoro, particolare dello stemma
Valguarnera sopra la cancellata di ferro (1496), donata
dal vescovo Giacomo Valguarnera |
- Il Ramo dei Principi di Niscemi
- |
Dal citato Don Francesco Valguarnera, 1° Principe
di Valguarnera, discesero molti personaggi che si
distinsero nelle armi, nella toga e nella politica. Tra
i principali membri di questo ramo dei Principi di
Niscemi ricordiamo:
- Don Vitale Valguarnera (1617 †
1676), terzogenito di Don Francesco Valguarnera, 1°
Principe di Valguarnera, 1° Duca dell’Arenella, 1°
Principe di Niscemi. Deputato del Regno di Sicilia
(1648), Governatore del Monte di Pietà (1661), Capitano
di Giustizia (1665-1666) e Pretore di Palermo
(1669-1670).
- Don Giuseppe (†
1720), 2° Principe di Niscemi, 2° Duca dell’Arenella.
Sopraintendente alla Real Zecca (1686), Senatore di
Palermo (1697), Maestro Razionale del Real Patrimonio,
Capitano di Giustizia di Palermo (1711-1712), Deputato
del regno di Sicilia (1714), Presidente della Redenzione
dei cattivi.
- Don Vitale (1767), 3° Principe di
Niscemi, 3° Duca dell’Arenella (†
1721). Governatore del Monte di Pietà di Palermo
(1716-1717 e 1720), Capitano di Giustizia (1727),
Maestro Razionale del Real Patrimonio (1752).
- Don Salvatore (1732 †
1784), 4° Principe di Niscemi, 4° Duca dell’Arenella
(1776). Governatore della Compagnia della Carità di
Palermo (1750-1760-1772-1773), Senatore di Palermo
(1778), Capitano del Porto di Palermo (1783).
- Don Corrado (1764 †
1833), 5° Principe di Niscemi, 5° Duca dell’Arenella.
Maestro Razionale di cappa e spada (1812).
- Don Giuseppe (1797 †
1879), 6° Principe di Niscemi, 6° Duca dell’Arenella, 1°
Principe di Castelnuovo, Maggiordomo di settimana di
Ferdinando II e
Francesco II
Re delle Due Sicilie, Gran croce dell’Ordine della
Corona d’Italia.
- Don Corrado (1838 †
1903), 7° Principe di Niscemi, 2° Principe di
Castelnuovo, 7° Duca dell’Arenella, Senatore del Regno. |
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Palermo, Villa Niscemi, facciata, particolare stemma Valguarnera |
Palermo, Villa Niscemi, particolare stemma Valguarnera e lapide |
- Il Ramo dei Marchesi di Santa Lucia - |
Da DON OTTAVIO VALGUARNERA
(nato nel 1616), secondogenito di Don Francesco Valguarnera, 1°
Principe di Valguarnera, discesero:
- DON PONZIO VALGUARNERA, che fu Senatore della
città di Palermo negli anni 1686 e 1699, e 1° Marchese
di Santa Lucia (concessione del Re Carlo II data in
Madrid il 28 settembre 1700), in considerazione dei
segnalati servizi resi alla corona durante la
rivoluzione di Messina (1674). Il Villabianca scrive che
“il Vicerè Duca di Veraguas in riguardo di
essi servigj molto considerabili (poiché a proprie spese
colà portossi ad assistere suo zio il P. di Valguarnera,
che vi era stato trasmesso in qualità di Vicario
generale per la suddetta occasione de i popolari
tumulti:) scrisse al menzionato Monarca una lunga
lettera, ripiena di lodi del suddetto Marchese pei
succennati servigi; nella quale pregava la M.S. di
accordare ad esso il titolo di Duca”
(4). Don Ponzio sposò in Assoro, nel 1679,
Donna Dorotea Valguarnera e Colnago che, come attesta il
Villabianca, “portò in dote a Ponzillo Valguarnera la
casa in Pal. col teatro di S. Caterina”
(5). Sposò in seconde nozze a Palermo nel
1686 Donna Anna Gherardi, di nobile famiglia genovese.
Nacque a Palermo il 12 settembre 1641 e ivi morì il 21
aprile 1709, e venne sepolto nella cappella dei
Principi di Valguarnera, nella chiesa di Casa Professa
della Compagnia di Gesù.
Secondo la testimonianza del canonico Antonio Mongitore,
storico ed erudito palermitano, Don Ponzio Valguarnera,
senatore di Palermo nel 1686-87, dovette rinunciare alla
toga senatoriale per avere infranto le rigide regole del
cerimoniale. Il Di Blasi, nella sua monumentale opera
“Storia de’ Viceré, Luogotenenti e Presidenti del Regno
di Sicilia” così scrive: “ La etichetta presso gli
Spagnuoli fu sempre riputata come una regola, che non
può preterirsi senza grave colpa. Era morta una figliola
del detto pretore (Don Francesco Valguarnera, conte
di Assoro e principe di Valguarnera) a 10 di marzo
1687; e dovendo nell’associazione andarvi i senatori,
furono questi pregati da Ponzio Valguarnera congionto, e
senatore eletto dal mentovato principe, acciò vi
assistessero con abito stretto bruno, come eglino
fecero. Il conte di Santo Stefano (Viceré) persuaso,
giusta il costume di Spagna, che i magistrati non
potessero ingramagliarsi, che ne’ soli lutti delle
persone reali, attribuì a delitto quanto avea il senato,
e volea in gastigo levare la toga ad Antonino La Placa,
ch’era il senatore priore, che fa da capo, quando manca
il pretore. Il principe di Valguarnera dispiaciuto che
quel cavaliere dovesse soffrire la detta pena per un
onore fatto alla sua famiglia, amò meglio di palesare al
conte di Santo Stefano che tutta la colpa dovea
rifondersi nel suo parente, e a stenti
ottenne che questi in vece del di Placa fosse tolto
dalla carica di senatore”.(5
bis).
- DON OTTAVIO VALGUARNERA E VALGUARNERA, 2°
Marchese di Santa Lucia, s’investì il 15 marzo 1710 (R.
Canc. III Indiz. Foglio 109) per la morte di Don Ponzio
suo padre. Nacque a Palermo il 20 marzo 1680, e “fu
tenuto al Battesimo dal Principe e dalla Principessa
Valguarnera”. Sposò nel 1705 Donna Maria Polizzi e
Napoli. Nel 1713 intervenne con gli altri nobili del
regno alla solenne cavalcata in onore dell’incoronazione
di Vittorio Amedeo di Savoia(6). Morì in Assoro il 9 dicembre 1730, e
venne tumulato nella Basilica di S. Leone. Gli
succedette il figlio:
- DON RINALDO VALGUARNERA E POLIZZI, 3° Marchese
di Santa Lucia, che s’investì il 17 dicembre 1733 (R.
Canc. XII Indiz., foglio 165), e “assalito dal fato
estremo e destituito di prole finì i suoi giorni nella
Terra di Assoro a 16 Gennajo 1759”. Suo erede e
successore fu il nipote Don Emanuele Valguarnera, figlio
dello zio materno Don Giuseppe Valguarnera e Gherardi,
dei Marchesi di Santa Lucia
(7).

Acquaforte della "Cavalcata reale
nel Solenne ingresso di S.M. Carlo III di
Borbone in Palermo".
Originale in "La Reggia in Trionfo ", di Pietro
la Placa, Palermo, 1736. Don Giuseppe
Valguarnera
e Gherardi dei Marchesi di Santa Lucia,
partecipò a questo storico evento. |
- DON EMANUELE VALGUARNERA E VALGUARNERA, 4°
Marchese di Santa Lucia, figlio di Don Giuseppe
Valguarnera e Gherardi predetto, s’investì il 10
settembre 1759, per la morte di Don Rinaldo (Cons. Reg.,
Inv., Vol. 1169, foglio 162 retro). Collegiale del Real
Collegio Carolino, amante della musica e bravo
ballerino, in occasione del carnevale del 1751 partecipò
alla rappresentazione de“Il Rachisio”(8), azione scenica di Pietro Scarlatti
(figlio del celebre Alessandro). Le cronache riferiscono
che prese parte ai balletti: “di custodi
de’ giardini reali” e “de
Tedeschi e di Turchi”. Sappiamo che lo
spettacolo venne rappresentato presso il Real Collegio
Carolino dai giovani collegiali, esponenti delle nobili
famiglie palermitane. Sposò a Genova, nel 1758, Donna
Maria Genoveffa Gentile, figlia di Benedetto, nobile
genovese. Fu Superiore della Compagnia della Pace nel
1761 e Governatore del Monte di Pietà nel 1759-60. Lo
storico palermitano Nino Basile, nella sua opera
“Palermo Felicissima”, scrive che: “Nel 1798 veniva
ucciso dal suo volante Giuseppe Ventimiglia, figlio di
Sigismonda Maria Sieripepoli di nobilissima famiglia
oriunda da Trapani, vedova di Carlo Antonio Ventimiglia
marchese di Regiovanni (…). La causa del delitto fu
l’odio che il servo nutriva verso il suo padrone, per
percosse ricevute. Il figlio di Emmanuello Valguarnera
Marchese di Santa Lucia venne imputato autore di questo
assasinio e, non ostante nobile, fu dal Capitano
Giustiziere Principe di Torremuzza fatto languire,
stretto con due paia di ferri alla spagnuola, nel più
orrendo “dammuso” della Vicaria detto della “Immuruta”.
L’innocente giovane, resistendo alle torture,
tenacemente protestava la sua innocenza. Finalmente il
volante confessò e il Valguarnera venne restituito,
assai malconcio, in portantina, ai suoi genitori. Il
popolo, che si era commosso, per le torture patite
dall’innocente, e, soprattutto, per le lacrime versate
dalla madre, Donna Maria Gentile Valguarnera, di origine
genovese, assai stimata per la illibatezza dei suoi
costumi, accompagnò la portantina al Piano della
Martorana dove sta la casa dei Marchesi di Santa Lucia,
che si vide zeppa di gente”.
Dal Marchese Don Emanuele Valguarnera e da Donna Maria
Genoveffa e Gentile nacquero i seguenti figli:
- DON GIUSEPPE VALGUARNERA E GENTILE, 5° Marchese
di Santa Lucia, (1761 †
1830);
- DON EMANUELE VALGUARNERA E GENTILE, 6° Marchese
di Santa Lucia (donativo del 1806), per rinuncia e
donazione del fratello Don Giuseppe predetto;
- DON SALVATORE VALGUARNERA E GENTILE,
Colonnello e Comandante della Real Marina, morto a
Palermo il 27 gennaio 1845 ed ivi sepolto nelle
Catacombe dei Cappuccini. Dalla lapide marmorea si legge
il seguente epitaffio:
|
Salvadore Valguarnera
dei Marchesi di Santa Lucia
della Real Marina
ove si distinse
Per la sua onoratezza e rari talenti
La di cui memoria
sarà sempre cara
agli amici
e dalla di lui sconsolata Famiglia
Morì a 27 Gennaro 1845
Essendo in età di anni 75
|
- DON PONZIO VALGUARNERA E GENTILE,
ultimo dei Santa Lucia, morto improle il 27 gennaio
1850. Il titolo passò agli Alliata di Villafranca. |
Palermo, Palazzo Valguarnera di S. Lucia,
Teatro Bellini (ex Carolino, S. Lucia) |
- Il Ramo di Don Giovanni - |
 |
- DON GIOVANNI VALGUARNERA
(9), nato a Palermo verso il 1718, figlio
riconosciuto del suddetto Don Giuseppe Valguarnera e
Gherardi dei Marchesi di Santa Lucia, e di Donna Rosaria
Giattino, ricoprì gli uffici di Attuario dei Tribunali
della Regia Monarchia (Legazia Apostolica), Concistoro
(Sacra Regia Coscienza), e Cause Delegate del Regno di
Sicilia ” de legalitate moribus vita”, Attuario
Fiscale della Regia Impresa del Regio Lotto “vigore
Regalis Diplomatis dati in dicta civitate Neapolis”,
Attuario del Consultore del Viceré. Sposò a Palermo
(chiesa di Santa Margherita) il 23 di dicembre 1743,
Donna Giuseppa Lo Cicero (capitoli matrimoniali
stipulati a Palermo il 17 febbraio 1743 presso il Notaio
Giuseppe Magliocco). Morì a Palermo il 2 ottobre 1795 e
venne sepolto nella chiesa del Convento di S. Antonio di
Padova. Da Don Giovanni predetto, per documentata linea
genealogica, attraverso Don Pietro (1754-1831),
Don Salvatore (1802
†
1854), Don Pietro ( 1820
†
1904), Don Salvatore (1850
†
1928), si giunge a Don Pietro
(1882
†
1943), Segretario di Sezione della Regia
Procura di Palermo, sp. a Palermo nel 1923 con Donna
Agata Amorelli, Conti Lateranensi e del Palazzo
Apostolico, da cui: Salvatore e Giuseppe.
 |
 |
Don Pietro
Valguarnera (1882 †
1943. A destra:
Pietro e Agata Valguarnera, con i figli
Salvatore e Giuseppe |

Palermo, Palazzo
Amorelli-Valguarnera (ex Berrocal), facciata |
1) Salvatore, (1924
†
2003), Dottore in Giurisprudenza,
Funzionario Statale, sp. a Palermo nel 1951
Rosa Scichilone, figlia di Vincenzo, Funzionario
Statale, e di Angelina Buttafuoco, da cui: 1)
Pietro, n. a Palermo il 30 luglio 1958,
Dottore in Ingegneria Elettronica, Tenente cpl
del Corpo Tecnico dell’Esercito, sp. a Palermo
il 4 giugno 1990 Rossana Xhanino, n. il 19 marzo
1963, Dottoressa in Scienze Biologiche, da cui:
a) Simona, n. a Palermo il 31 mag. 1992,
Dottoressa in Disegno Industriale; b) Dario,
n. a Palermo, il 9 dic. 1996, studente
universitario. 2) Vincenzo, n. a Palermo il 7
ottobre 1961, Tenente cpl di Fanteria, sp. in
prime nozze Francesca Barocchieri, da cui: a)
Enrico, n. a Palermo il 25 settembre 1992,
Dottore in Informatica (laurea magistrale); b)
Alberto, n. a Palermo il 17 gennaio 1996,
Dottore in Disegno Grafico (Accademia di Belle
Arti); sp. in seconde nozze Gabriella Zarcone,
da cui: c) Matilde, n. a Palermo il 30 nov.
2009. |
Giuseppe
(10), n. a Palermo il 9 mag. 1926, Dottore
in Medicina e Chirurgia, spec. in Igiene, Medico
Chirurgo, Patologo Clinico, Ricercatore, 1° Capitano
Medico, Cavaliere Ufficiale dell’Ordine al Merito della
Repubblica Italiana, sp. a Palermo il 9 dic. 1957 Maria
Barrile, n. a Palermo il 1° ag. 1934, figlia di Girolamo
Barrile, Dottore in Giurisprudenza, Avvocato, Maggiore
di Fanteria, Cavaliere di Vittorio Veneto, e di Concetta
Melograni (figlia di Giuseppe Melograni, Avvocato
Generale di Corte d’Appello, Commendatore dell’Ordine
della Corona d’Italia, Cavaliere dell’Ordine dei Santi
Maurizio e Lazzaro, e di Maria
Sculco
dei nobili patrizi di Crotone), da cui: Pietro,
n. a Palermo il 7 gen. 1959, Diplomato in Canto presso
il Conservatorio di Musica “V. Bellini” di Palermo,
cantante lirico, già artista del Coro del Teatro Massimo
Bellini di Catania, presidente emerito della Cappella
Musicale del Duomo di Monreale “Madonna del Popolo”,
direttore dei cori polifonici “Sacro Cuore” di
Catania-Barriera, “San Marco” di Tremestieri Etneo,
Corale “G. Tovini” di Catania, Premio Internazionale
“Chimera d’Argento”, sez. Musica XVIII ediz., Medaglia
d’Argento di Benemerenza del
Sacro Militare
Ordine Costantiniano di San Giorgio (Alf),
Cavaliere del Real Estamento Militar del Principado de
Gerona-Confradia de San Jorge, sp. a Catania il 23 mar.
1996 la Prof.ssa Grazia Carmela Rita Reina, da cui:
Giuseppe, n. a Catania il 18 set. 1998; 2) Girolamo,
n. a Palermo il 20 ap. 1963, Dottore in Giurisprudenza,
Avvocato, Maestro di Scacchi (Federazione Scacchistica
Italiana). |
___________________
Note:
(1) - Antico castello ”termenat”,
documentato dal 1123 e ampliato durante il secolo XVIII.
Si caratterizza per le due torri quadrate con feritoie e
finestre incorniciate con muratura in pietra, e un
cortile di pianta rettangolare irregolare. Diede il nome
al lignaggio feudale che lo detenne dalla metà del XIII
secolo.
(2) - F.M. Emanuele e
Gaetani di Villabianca, “Della Sicilia Nobile”, Parte II,
libro IV, pag: 151-152.
(3) - A. Inveges,
“Nobiliario Palermitano”, pag:146; cfr. F.E. e Gaetani
di Villabianca, op. cit. Parte II, libro IV, pag:151.
(3 bis)
- Il primo nucleo dell'edificio, a metà
del XVI sec., apparteneva a un
Berlingerio Requesens.
Passato alla famiglia Statella all'inizio del '700,
venne ampliato per volontà di Francesco Statella Rau,
principe di Bambuci e marchese di Spaccaforno (attuale
Ispica), che diede l'incarico all'architetto Giacomo
Amato di ampliare il lato meridionale e realizzare il
nuovo portale d'ingresso ad arco. Tra la metà e la fine
del '700 vennero effettuate ulteriori opere di
ristrutturazione per volontà di Antonio Statella e
Grifeo,
principe di Cassaro. Ultimo proprietario fu Francesco
Maria Statella. Verso la fine dell'800 Giuseppe
Valguarnera e
Ruffo,
principe di Niscemi acquistò il palazzo, e vi abitò fino
agli inizi del '900, quando la famiglia si trasferì
presso la Villa Niscemi. Nel dopoguerra i Valguarnera
vendettero l'immobile. Attualmente il palazzo ospita una
scuola media.
(4) - F.M. Emanuele e Gaetani, op.cit. Parte II, libro
III, pag: 585.
(5) - Il Teatro trae origine da un “magaseno delle
commedie” del Seicento. Chiamato dapprima teatro della
Corte del Pretore o della Martorana, agli inizi del
XVIII sec. i Valguarnera Marchesi di Santa Lucia fecero
costruire, accanto al loro palazzo, un piccolo teatro in
legno, detto S. Lucia, dal loro predicato nobiliare, o
S. Caterina, dal monastero che sorge nella stessa
piazza. Nel 1741-42, a seguito del terremoto del 1726
che distrusse gran parte della città, Don Giuseppe
Valguarnera e Gherardi, Marchese di Santa Lucia,
provvide a” ristorare” e a “nobilitare” il suo teatro,
che viene definito “magnifico” sui frontespizi di
alcune commedie musicali in esso rappresentate. Cfr.”
Annuario Musicale Siciliano” ,CIDIM 1983; A. Giuliana
Alajmo, “ Storia di Sicilia nei sipari dipinti dei
teatri dell’Isola”, Palermo 1956.
(5 bis) -
G. E. Di Blasi, Storia dei Viceré, Luogotenenti e
Presidenti del Regno di Sicilia, Palermo 1791. Cfr.
Diari Palermitani, di Antonio Mongitore in “Diari della
Città di Palermo”, a cura di Gioacchino di Marzo, vol.
VII, Palermo 1871.
(6) - Cfr. “Dell’ingresso e dimora di Vittorio Amedeo II di Savoia in Palermo, e della sua acclamazione a Re
di Sicilia avvenuta in Polizzi e Castronovo (1713-1714)
con documenti inediti. Per Antonino Mango, Palermo
1899”.
(7) - Giuseppe Valguarnera e Gherardi, figlio di
secondo letto di Ponzio Valguarnera, primo marchese di
Santa Lucia e della seconda moglie Anna Gherardi, nato a
Palermo il 17 febbraio 1690. Aveva sposato la nipote
Dorotea Valguarnera e Polizzi, figlia di suo fratello di
primo letto Ottavio marchese di Santa Lucia . Da questo
matrimonio era nato Emanuele che s’investirà del titolo
di marchese di Santa Lucia per la morte senza figli di
Rinaldo, figlio del suddetto Ottavio. Giuseppe morirà a
Palermo nel 1746 e verrà sepolto nella chiesa del Gesù
detta Casa Professa. Don Giuseppe Valguarnera e Gherardi,
durante vita del nipote Rinaldo, portò il titolo di
“cortesia” di Marchese di Santa Lucia, “poiché per
dispensa Pontificia data in Roma a dì 13 Aprile 1736,
esecuta a 26 Maggio di detto anno, marito divenne di
Dorotea, figlia di esso M. Ottavio, ed in conseguenza
sua nipote; onde per le ragioni di successione della
medesima si fece chiamare egli Marchese di S. Lucia”.
Confrate della Nobile Compagnia della Pace, intervenne
alla solenne cavalcata in onore dell’incoronazione di
Carlo III di Borbone, avvenuta Palermo nel 1735. Cfr. F.
M. Emanuele Gaetani di Villabianca, op, cit. Parte II,
libro III, pag. 586. Cfr. P. La Placa, “ La Reggia in
trionfo”, Palermo,1736, pag: 220.
(8) - Pietro Scarlatti, “Rachisio”, azione scenica da
rappresentarsi da’ signori collegiali del Real Collegio
Carolino de’ nobili. Palermo, 1751.
(9) - Archivio di Stato di Palermo. Fondi: Corte
Pretoriana, Tribunale Regia Monarchia, Tribunale del
Concistoro e Cause Delegate; Notai defunti. Archivio
Storico Diocesano di Palermo, (Parrocchia Santa
Margherita). Documentazione: in Archivio privato Pietro Valguarnera (Palermo).
(10) - Linea di Salvatore Valguarnera (1924+2003),
figlio di Pietro e Agata Amorelli, tuttora fiorente a
Palermo. |
_________________
Bibliografia:
- Francesco Baronio Manfredi, “De
Maiestate Panormitana”, Liber II, Palermo 1630;
- Filadelfo Mugnos, “Teatro Generale delle Famiglie del
Regno di Sicilia”,1647;
- Agostino Inveges “Nobiliario Palermitano, Palermo
1651;
- Ribera Manuel Mariano “Centuria primera del Real y
Militar Instituto de la Inclita Religion de Nuestra
Senora de la Merced”, Parte Primera, Barcelona 1726;
-
Giovanni Evangelista Di Blasi “ Storia de Viceré,
Luogotenenti e Presidenti del Regno di Sicilia”, Palermo
1791;
- Francesco Maria Emanuele e Gaetani, Marchese di
Villabianca, ”Della Sicilia Nobile”, 1764-75, voll.5;
- Gioacchino di Marzo, “Diari della città di Palermo”,
vol. VII, Palermo 1871;
- Vincenzo Palazzolo Gravina, “Il Blasone di Sicilia”,
1875;
- Gaetano D’Orioles, di S. Piero Barone D’Antalbo,
“Elenco Generale dei Confrati della Venerabile e Nobile
Compagnia di Santa Maria della Consolazione Sotto il
titolo della Pace”, Palermo 1877;
- Antonino Mango di Casalgerardo, “Il Nobiliario di
Sicilia”, 1915;
- Francesco San Martino de Spucches, “La Storia dei
Feudi e dei Titoli Nobiliari di Sicilia”, 1924 - 1931;
- Dr. Josep Gramunt, “Genealogias de la Casa de
Vallgornera”, 1942;
- “Grande Enciclopedia Catalana” , Barcellona, 1977.
- Don Giovani Gnolfo, “Basilica San Leone Assoro”, a
cura di G. Negrelli, 1989;
- Antonino Morreale, “Famiglie feudali nell’età
moderna”, Sellerio ed., Palermo 1995;
- A. Antonino Gnolfo “Assoro nella Storia di Sicilia”,
Giuseppe Maimone Editore, 1997;
- Maria Concetta di Natale, “L’arca d’argento”, in OADI
,Osservatorio per le arti decorative in Italia “Maria
Accascina”. |
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