
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia Poderico |
Arma:
fasciato d'oro e di rosso, col capo azzurro caricato
di un crescente d'oro. |

© Napoli - Stemma famiglia Poderico
dipinto su
riggiola |
L'antica e nobilissima famiglia napoletana Poderico fu aggregata
al Patriziato del
Seggio
di Montagna.
Atenato Poderico, cavaliere del Seggio di
Montagna, partecipò, insieme ad Alberto
Piscicelli, Cataldo e Iacopo Protontino di Taranto, Stefano
Brancaccio, Eleuterio
Valignano, Matteo della Porta, Riccardo
della Leonessa, Guglielmo
d’Evoli, Pietro Abenavolo, Simone
de Sangro, Sarro Antignano, Odoardo Maramondo, Lorenzo
Torta, Rienzo Falcone ed altri, alla giostra organizzata in
Barletta da re
Manfredi
di Svevia in onore dell’Imperatore di
Costantinopoli Baldovino II
(Costantinopoli, 1217 † Napoli, 1273). |

© Napoli - Stemma di don Errico
Poderico |
Nel 1270 Angelo
Poderico fu nominato
Credenziere del sale, ufficio che esercitava insieme ad Abbracciabene
Venato, Giacomo
Severino,
Angelo
Quaranta, Gugliemo
Coppola, Mario
Agnese, Insisogna
Pappainsogna ed altri.
Don Luigi Poderico (Napoli, 1609
† 1675), abile combattente, nel 1646
resistette all'assedio di Orbitello da parte del principe Tommaso che
dovette desistere; a Capua, dopo un furioso combattimento, fece
prigioniero il duca di Guisa. In Galizia comandò le truppe spagnole
contro i portoghesi.
Lorenzo Poderico, nato a Napoli
tra la fine del sec. XIII e gl'inizi del XIV, fu lettore
di giurisprudenza nello Studio di Napoli, del quale fu
anche per qualche tempo rettore, succedendo al
Filomarino.
A lui si attribuiscono le postille di un importante
codice dantesco, il Filippino della biblioteca
Oratoriana di Napoli; rese l'anima Dio nel 1358.
Nel mese di luglio del 1455, volendo re
Alfonso I (1442-1457) d'Aragona
festeggiare le nozze di Antonio
Moccia, Vicere’ in Terra d’Otranto, con la figliuola
di Paolo Poderigo, dette un convito nella casa
del Moccia presso il seggio di Portanova.
Giovanni Maria Poderico, Arcivescovo di Taranto dal 24
aprile 1510 al 1524, anno della sua morte, era molto devoto a S.
Aniello, suo avo, al quale fece erigere in Napoli un sontuoso
altare. |
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Napoli - altare fatto erige dalla famiglia Poderico. A
destra:
Giovanni Maria Poderico, Arcivescovo di Taranto |
Giovanni Antonio Poderico impalmò Lucrezia
Montefalcione, detta Vannella, e per figli ebbero
Antonio, nato a Napoli il 17.7.1541 e Ottavio,
nato il 1° giugno 1549; il primogenito ereditò dalla
madre il feudo di Montefalcione,
in
Principato ultra, ed ottenne il titolo di
marchese su detto feudo da
re
Filippo
II di Spagna con diploma del 22.8.1584.
Paolo Poderico, figlio del citato Antonio e di
Vittoria
de
Sangro, nel 1586 ereditò feudi e titoli; nel
1591 sostenne una lite contro Giovan Francesco Gargano,
barone di Prata, per questioni di confine della contrada
detta Arboro de Spina. |
Napoli - Sarcofago di
Paolo Poderico († 1562).
A destra:
Sarcofago di Giulio Poderico († 1509) |
Nel
1601 il Tribunale del Sacro Regio Consiglio vendette, ad
istanza dei creditori di detto Antonio Poderico, la
baronia delle Serre, i
casali di Manicalzati e Pratola, e la terra di Montefalcione a
Giovan Battista
Tocco,
conte di Montemiletto. |
Continua nel sesto
volume in preparazione di "LA STORIA DIETRO
GLI SCUDI"
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