Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.   

Famiglia Manso

Armi:
-
d'oro, alla scala rossa con quattro pioli, posta in palo;
- d'azzurro, alla scala d'oro con sei pioli, posta in palo;
-
inquartato, d'argento e d'azzurro, alla scala d'oro sopra il tutto.
Titoli: patrizi napoletani del Seggio di Porto e poi nobili napoletani ascritti fuori Seggio, patrizi di Amalfi,
baroni di Bisaccia e Cucoli, marchesi di Villa Lago.

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© Napoli - stemma Famiglia Manso - sec. XVII

L'antica e gloriosa famiglia Manso, originaria di Scala, splendida cittadina situata sulle colline della costa di Amalfi, godette di grande nobiltà a Napoli,  a Ischia,  e a Barletta in Terra di Bari
Fusolo Manso fu Doge di Amalfi nell’892.
Antonio Manso fu famigliare dell'imperatore Federico II di Svevia.
Nel 1490 Antonio de Manso di Napoli fu maestro di seta della Regia Corte e Governatore di Capua.
Giovan Battista ( Napoli, 1566), uomo d’armi, partecipò alla battaglia di Otranto, comandando le avanguardie di Carlo Loffredo, marchese di S. Agata. nel 1528 fu nominato maestro razionale della Regia Zecca dal vicerè Filiberto di Chalons, principe di Orange, in segno di ricompensa per aver combattuto valorosamente durante l’assedio di Napoli del francese Oder de Foix, conte di Lautrec. Nel 1531 comprò il feudo di Cucoli e nel 1533 acquistò per 3.500 ducati dal marchese Alfonso d’Avalos il feudo di Bisaccia, città in Principato Ultra. Dal 1535 al 1539 fu governatore della Casa dell’Annunziata; nel 1535 il vicerè Pedro da Toledo lo nominò governatore dell’Ospedale degli Incurabili e nel 1556 ricoprì la carica di Regio Consigliere di Fernando Alvarez de Toledo, 1° duca d'Alba, vicerè di Napoli sotto re Filippo II d’Asburgo-Spagna, durante la campagna di Roma per la lotta contro Paolo IV (1555-1559), al secolo Giovanni Pietro Carafa. Dalla moglie Laura ebbe quattro figli: Fabio, Lucrezia, Camilla e Giulio ( Napoli, 1569), erede dei feudi di Bisaccia e Cucoli.
Giulio ebbe un solo figlio che fu il personaggio più illustre del casato, ossia Giovan Battista (Napoli, 1561 † ivi, 28.12.1645),  considerato il terzo mecenate della Letteratura Italiana, signore di Bisaccia e Cucoli, marchese di Villa Lago, feudo sito in Abruzzo Citra, nel 1621. Rimasto orfano di padre, fu costretto nel 1571 a vendere la terra di Bisaccia ad Ettore Brayda, conte di Carifi e marchese di Rapolla, per 34.500 ducati. Sposò nel 1585 donna Costanza Belprato, figlia di Gio: Bernardino 2° conte di Anversa (l'Aquila) e di Virginia Orsini.


Giovan Battista Manso (1561 1645), marchese di Villa

Poeta e uomo di grande cultura, timorato di Dio, sempre pronto ad aiutare il prossimo, nel 1601 dedicava ogni venerdì, insieme ai suoi amici  Cesare Sersale, Giovanni Andrea Gambacorta, Girolamo di Lagni e Astorgio Agnese,  ai pazienti dell’Ospedale degli Incurabili, portando loro conforto, cibo e vestiario.
I detti notabili, decisero che ciascuno di loro, a turno per un intero mese (da qui il nome Mensario), andasse a chiedere fondi.
Furono raccolte molte offerte del popolo e dei nobili destinate alla  cura  degli  infermi e al mantenimento dell’Ospedale degli Incurabili.

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© Napoli - Ospedale Incurabili, Chiostro S. Maria delle Grazie

All'Ospedale fu destinata una rendita annua, grazie alla deliberazione della deputazione dei gentiluomini avvenuta nel 1602. Poteva così continuare a vivere l'opera iniziata nel 1522 da Donna Maria Lorenza Longo.
Le offerte raggiunsero una somma imponente, che permisero la creazione del Pio Monte della Misericordia.

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© Napoli - Pio Monte della Misericordia

Procuratore generale del Pio Monte fu nominato Cesare Piscicelli, che insieme a Carlo Caracciolo di Vico, Ascanio Carafa, Girolamo Marchese, Giovan Simeone Moccia e Giovan Battista Severino, scrisse dello statuto del monte di carità, nel 1603.
Don Giovan Battista Manso, nel 1608 fondò il Real Monte di Manso
(1) con lo scopo di assicurare gratuitamente un’istruzione elevata ai figli delle famiglie patrizie napoletane e a quelle nobili aggregate come Montiste.
Alla fondazione donò ben 50.000 ducati, il palazzo in via Gerolamini e, alla sua morte, l’intero suo patrimonio. Vincenzo di Sangro, conte di Rodiano, nel 1895 compilò l’elenco delle famiglie Montiste su incarico dei governatori del Monte.

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© Napoli - l'ingresso del Seminario per i figli delle famiglie aristocratiche del viceregno che nel 1679 trovò degna sede nel seicentesco palazzo di Don Girolamo d'Afflitto, principe di Scanno

Nel XVIII secolo il Seminario dei Nobili fu dodato di una splendida chiesa.
Tra i tanti governatori del Real Monte di Manso si ricorda il barone
Francesco Eduardo Maria Acton (1910 † 1997) e don Raffaele Riario Sforza. L'attuale governatore decano è il marchese don Giuliano Buccino Grimaldi, conte di Bisaccia.

Il marchese di Villa, nel 1611,  fondò l’Accademia degli Oziosi per lo studio delle Lettere, della Storia e della Filosofia; chiamata così poichè l’ozio  (ovvero la tranquillità, la quiete e il tempo libero) era la condizione necessaria  per ottenere i migliori risultati.
Il cavaliere Giambattista Marino (1569 † 1625), poeta napoletano famoso per aver scritto il poema mitologico l’Adone, dedicato a Lodovico XIII re di Francia, grande amico del Manso,  tenne il discorso inaugurale, memorabile, di tale grande effetto da ottenne l’onorificenza di principe dell’Accademia degli Oziosi.

Il poeta napoletano Giambattista Marino

Il poeta Giambattista Marino. A destra: l'emblema dell’Accademia degli Oziosi

Alla sua morte, Giambattista Manso, grande mecenate dell’arte barocca napoletana, a proprie spese,  fece erigere il  monumento sepolcrale di Giambattista Marino con busto in bronzo, collocato prima in Palazzo Manso, poi nel chiostro di Sant’Antoniello a Caponapoli e, infine,  nella Basilica di San Domenico Maggiore a Napoli.
L’accademia aveva per insegna un’aquila sopra un monte guardante il sole, e per motto “Non pigra quies”.

Piazza S. Gaetano - Ch. S Lorenzo

Piazza S. Gaetano - Ch. S Lorenzo

Napoli, Cappella Manso

Piazza S. Gaetano - Ch. S Lorenzo

La sede dell’Accademia degli Oziosi, era ubicata sulla collina di Sant’Aniello a Caponapoli.
Nel chiostro discorrevano di filosofia uomini illustri come Giovanni Battista Marino, Ascanio Filomarino, Giuseppe Campanile, Giovan Battista della Porta, il cardinale Francesco Brancaccio, Giovan Battista Basile.
Successivamente, l’Accademia si trasferì in S. Domenico, nella stessa sala in cui S. Tommaso d’Aquino tenne la cattedra.
Il marchese di Villa Lago fu amico di Torquato Tasso che ospitò più volte e del quale scrisse una tra le più belle biografie. Torquato, a sua volta, con un sonetto, esaltò lo sfarzoso matrimonio dell'amico con Donna Costanza Belprato,
sorella di Don Scipione conte di Anversa, avvenuto nel 1585.

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© Napoli - chiostro Accademia degli Oziosi

Nel 1594 il Tasso, quasi povero e sofferente, fu ospite del Monastero dei santi Severino e Sossio e, nella pace del chiostro del Platano, scrisse importanti opere tra le quali: Mondo Creato, Vita di San Benedetto, Delle imprese, il Minturno, il Porzio.
Il Manso andava spesso a trovarlo, procurandogli cibo, vestiti e denari per poter continuare una causa intentata contro i principi Caracciolo d’Avellino riguardante un immobile acquistato dalla famiglia de Rossi. Aiutò il Tasso a procurarsi importanti documenti presso Juan de Zunica, conte di Miranda, vicerè di Napoli, dai quali risultava che il palazzo, oggetto della controversia apparteneva in parte alla madre.

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© Napoli - chiostro del Platano

Torquato, per ringraziarlo,  eternò la loro bella amicizia nel dialogo “Il Manso”.
Giovan Battista Manso  rese l’anima a Dio nel 1645 e le sue ossa riposano in pace nella  cappella gentilizia della Chiesa di San Lorenzo Maggiore di Napoli.

 

Famiglie imparentate con casa Manso

La famiglia Manso si imparentò con i Belprato, i Cacace, i Palermo di Santa Margherita.

Chiesa di Monteverginella

Chiesa di Monteverginella

© Napoli - una delle cappelle gentilizie della famiglia Manso

Per la genealogia si consiglia di consultare le tavole genealogiche redatte da Serra di Gerace.

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Note:
1) - Le famiglie patrizie napoletane e quelle nobili fuori seggio aggregate come montiste al Real Monte di Manso furono: Acquaviva d'Aragona, Acton, Afan de Rivera, d'Afflitto, Albertini, Alvarez de Toledo (rami di Montalbano e di Bivona), d'Andrea, Aquino, Barbarino Colonna di Sciarra, Blanco, Borghese, Brancaccio, Brancia, Buonconpagni (rami di Piombino e di Fiano), Capasso, Capece, Capece Galeota, Capecelatro (rami di S. Lucido, di Morrone, di Castelpagano e di Siano), Capece Minutolo (rami di Canosa, di S. Valentino e di Bugnano), Capece Piscicelli, Capece Zurlo, Capuano, Caracciolo Rossi (rami di Avellino, di Torchiarolo, di Torella, di Brienza, di S. Vito, di Forino e di Vietri), Caracciolo del Sole (rami di S. Buono, di Pettoranello, di Villa e Cellamare, di Marano, di Castelluccio, di Arena, di Roccaromana, di Castagneto, di Venosa, di Melissano, di Villamaina a Capriglia, di S. Eramo), Carafa della Spina (rami di Andria, di Montecalvo, di Castel San Lorenzo, di Noja), Caravita, Carignani, Castiglion Morelli dei marchesi di Vallelonga, Castromediano di Limburg, Cattaneo della Volta Paleologo, Cavalcante, Ceva Grimaldi, Cigala, Cito, Colonna (rami di Stigliano e di Palliano), Como, Coppola, Dentice del Pesce, Dentice delle Stella, Doria, de Dura (rami dei duchi di Dura, di Collepietro), Ferri de Pegnalver, Filangieri (rami di Arianello e di Satriano), Folgori, Frezza, Gaetani (rami di Laurenzano, di Zullino, di Sermoneta), Gallerano, Gattola, Guevara, Imperiali (rami di Francavilla e di Latiano), Lancellotti, de Liguoro (rami di Presicce e di Pollica), de Maio Durazzo, de Mari, Marulli (rami d'Ascoli, di S. Cesario e di Barletta), Mastelloni, Mastrilli (rami di Marigliano e di Gallo), Mastrogiudice, dè Medici (ramo di Ottaiano), Messanelli, Milano, Mirelli, Monforte, Montalto, Monticelli della Valle, Orsini, PatriziPerez Navarrete, Pescara, Petra (rami di Vastogirardi e di Caccuri), del Pezzo (rami di S. Pio e di Cajanello), Pignatelli (rami di Monteleone-Casalnuovo, di Monteroduni, di Montecalvo, di Terranova, di Strongoli, di Fuentes, di Cerchiara, di Belmonte), Pignone, Regina, Porcinari, Ravaschieri Fieschi, Revertera (rami di Salandra e di Austria), Riario, de Rosa, Rossi del Barbazzale, Ruffo (di Calabria, di Bagnara e Baranello), Saluzzo, Sambiase, Sanfelice (rami di Bagnoli e di Acquavella) di Sangro (rami di Sansevero, di Rodiano, di Fondi, di S. Stefano, di Genzano, di S. Lucido, di Casacalenda), Sersale (ramo di Cesirano), Serra (ramo di Cassano), Spinelli (rami di Cariati, di Fuscaldo, di Marianella, di Scalea, di Acerra, di Tarsia, di S. Giorgio, di Laurino), di Somma, di Transo, del Tufo (rami di Matino e di Chiuppeto), Tuttavilla, Vargas Macciucca (rami di Vatolla e di Casapesenna), Vespoli, de Vera d'Aragona, Villani, Volpicella, Vulcano.

 

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Bibliografia:
- Erasmo Ricca, “La nobiltà del Regno delle Due Sicilie”, Napoli, 1839.
- Lorenzo Giustiniani , “Dizionario geografico-ragionato del Regno di Napoli”.
- Giuseppe Lumaga, “Teatro della nobiltà dell'Europa ovvero Notizie delle famiglie nobili, che in Europa vivono di presente, e che in lei vissero prima ...”, Napoli 1725.
- Berardo Candida Gonzaga, “Memorie delle famiglie nobili delle Province Meridionali d’Italia”, Napoli, 1875.
- G.B. di Crollalanza, “Dizionario storico-blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane estinte e fiorenti”, Pisa 1896.
- Vincenzo di Sangro, conte di Rodiano, “Genealogie di tutte le famiglie patrizie napoletane e delle nobili fuori seggio aggregate come montiste al Real Monte di Manso”, Napoli 1895.
- Roberto Mondola, Pietro Giulio Riga, Chiara Allocca, "Il Manso ovvero de l'amicizia - vita e cultura di un gentiluomo della Napoli spagnola (1567 - 1645), Tullio Pironti editore, 2022.
- Roberto Mondola, "Manso, Lemons, Cervantes", Tullio Pironti editore,
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Sito web: https://www.realmontemanso.it/


Casato inserito nel 2° Volume di "LA STORIA DIETRO GLI SCUDI"

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