
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Cioffi, Cioffo o Zoffo |
Arma:
di rosso, a tre bande d’oro col capo del secondo caricato da un
leone passante di rosso.
Altra: di rosso, alla fascia accompagnata in capo da un
leone passante e in punta da tre bande, il tutto d’oro.
Altra: d’azzurro, alla fascia sormontata da un leone
passante fissante una stella nel canton destro e in punta da tre
bande, il tutto d’oro.
Titoli:
patrizi di:
Napoli e
Salerno;
nobili di:
Pozzuoli e di
Messina;
baroni di:
Aquaro,
Montecorvino e
San Cipriano.
marchesi
dell' Oliveto.
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Stemma famiglia Cioffi patrizi di
Napoli e Salerno |
La famiglia Cioffi, Cioffo o Zoffo, di origini normanna,
ha goduto di nobiltà in Napoli nel
seggio di Porto,
in Salerno nel seggio di Campo, in Pozzuoli e in
Messina.
Landulfo partecipò alla crociata in Terra Santa
nel 1194.
Giovanni di Zoffo fu Mastro di Camera di Calabria
nel 1239.
Altro Giovanni, Maestro Camerario, nei vari
registri viene chiamato Cioffo e altre volte Zoffo.
Nicolò Cioffo fu uno dei tanti che prestarono
soldi
Carlo d’Angiò
per la conquista del Regno di Napoli e fu Collettore nel
Giusteriato di
Principato Citra
nel 1274.
Tommaso Cioffo, feudatario, fu milite di Carlo I
d’Angiò nel 1272.
Nello stesso anno Marcello e Bartolomeo
Zoffo, militi di detto Re, possedevano le terre di S.
Cipriano e Aquara.
Nel 1309 Giovanni Cioffi risulta essere milite
giustiziere in
Terra di Bari;
nello stesso anno Nicolò e Scipione Cioffi
risultano ascritti al Patriziato Napoletano del Seggio
di Porto.
Nel 1327 Giovanna, figlia di Nicolò Cioffo,
sposò Gio. Manfredi di
Guindazzo
portando in dote 200 oncie.
Dianora, figlia di Gio: Andrea Cioffi,
sposò in prime nozze Antonio
Origlia e
in seconde nozze
Gio: Brancaccio.
Nel 1567 circa tra gli uomini d’arme della compagnia di
Fabio
Gesualdo,
risultano esserci Cesare e Gio: Battista
Cioffo, Giuseppe Cesare Caracciolo, Mutio
Spinelli,
Guido
Monforte,
ed altri. |
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I Cioffi possedevano in Napoli, alla Riviera di
Chiaia, un immobile di cinque piani, all’interno del cortile vi
è un portale che reca due cavalli rampanti e probabilmente dava
accesso alla cappella di famiglia. L’edificio passò poi ai
Macedonio, quindi ai
Carafa di Traetto
ed infine ai
Caracciolo di Sant’Eramo |
La terra di Oliveto e il suo castello, in Principaro
Citra, appartenevano nel 1495 a Ferrante
Diaz Garlon. Il feudo pervenne ai
Blanch
che lo tennero dal 1556 sino ai primi del 1600, per poi
passare a Marc'Antonio Cioffi di Salerno.
Oliveto pervenne ai
Macedonio
marchesi di Reggiano verso il 1750 ed infine pervenne
ai barone Angrea
Guerritore,
a seguito di matrimonio.
Il citato Marc’Antonio Cioffi, Regio Consigliere,
fu creato marchese dell’Oliveto
nel 1655; sposò Isabella Ambrosino dei duchi di
Pomigliano d’Atella che portò in dote 40.000 ducati. Per
figli ebbero Ignazio, cavaliere di Calatrava; due
figlie; e Domenico Emanuele, cavaliere di
Alcantara, giudice della
Gran Corte della
Vicaria, fu luogotenente del Regno ed
ambasciatore al Gran Duca di Toscana nel 1675. Dal padre
ereditò il titolo di marchese dell’Oliveto e prese in
moglie donna Eleonora
Macedonio. |

Oliveto Citra (Salerno),
il castello |
Diomede
Cioffi sposò Vittoria
d’Ajello,
figlia ed erede di Mazzeo, che gli portò in dote molti
beni e la cappella dei conti d’Ajello, posta a destra
della tomba della regina Margherita nel Monastero di San
Francesco di Salerno.
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Marcantonio Cioffi, marchese dell’Oliveto, e
Gio: Battista dei marchesi dell’Oliveto, cavaliere
del
S.M.O. di Malta,
risultano, rispettivamente dal 1748 e dal 1751,
confratelli dell’
Augustissima
Compagnia della Disciplina della Santa Croce,
prima arciconfraternita laicale sorta a Napoli nel 1290
con il silenzioso auspicio del Pontefice Nicolò III, al
secolo Giovanni Gaetano
Orsini
(1216 † 1280),
ricordato anche da Dante (Inferno, XIX, 70-72). |
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Fonti bibliografiche:
- G.B. di Crollalanza, “Dizionario
storico-blasonico delle famiglie nobili e notabili
italiane estinte e fiorenti”, Pisa 1896.
- Aurelio De Rose, “I palazzi di Napoli”, Newton &
Compton Editori, 2001.
- Biblioteca Universitaria di Napoli, “Imprese ovvero
stemme delle famiglie italiane” di Gaetano Montefuscoli.
- Biagio Aldimari, “Memorie Historiche di diverse
famiglie nobili, così Napoletane, come forestiere…”,
Napoli 1591.
- Mario Pisani Massamormile, “ Compagnia della Santa
Croce, sette secoli di storia a Napoli”, Electra Napoli
SpA, 2007.
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