A Catanzaro
esiste la Reale Arciconfraternita dei Santi Giovanni Battista ed
Evangelista dei Cavalieri di Malta ad Honorem che ha una
caratteristica tutta particolare: essere da sempre considerata
come filiale della Basilica di San Giovanni in Laterano.
Risale infatti al 28 aprile 1502 la costruzione su terreni
dell’Arcibasilica Lateranense Romana (e di cui è pertanto
filiale) del Tempio dedicato a San Giovanni.
Per la costruzione del Tempio vennero utilizzate le pietre
squadrate del Castello dei Conti di Centelles, mentre le statue
furono donate da fra' Alfonso Maria
Ferrari, Cavaliere
Gerosolimitano e Patrizio di Catanzaro.

Catanzaro, Chiesa di San Giovanni Battista |
Il primo Pontefice ad occuparsi di questo sodalizio fu
Alessandro VI che concesse gli stessi privilegi e le stesse
indulgenze della Basilica di San Giovanni in Laterano. Il
Pontefice ricordava altresì che, essendo la Chiesa sorta su
suolo lateranense, la Confraternita poteva usare lo stemma
dell’Arcibasilica: il Triregno con le Sacre Chiavi, dando
facoltà di portare il Gonfalone Pontificio.
Pio IV poi, nel 1563, rese indipendente la Chiesa dei Santi
Giovanni Battista ed Evangelista dall’Autorità di Vescovi e
Cardinali.
Gregorio XIII, il 24 maggio 1577, confermava ed ampliava le
indulgenze e i privilegi, concessi fino ad allora dai suoi
predecessori.
Clemente VIII riconfermò, nel 1601, l’autonomia dai Vescovi e
Cardinali, già concessa dai suoi predecessori.
Paolo V attribuì alla Confraternita diritto di Asilo e Rifugio e
disciplinò i diritti di Baronia, che consentivano al Priore,
durante il periodo della Fiera di San Giovanni del 29 agosto di
ogni anno, di amministrare la giustizia sotto la sua bandiera
nel territorio (seppur limitato) della sua giurisdizione. Sempre
Paolo V dava il privilegio singolarissimo di “Padre Spirituale
della Chiesa e della Confraternita”
Urbano VIII manifestava un segno di particolare predilezione per
i figli calabresi donando loro con bolla del 4 aprile 1633 il
braccio destro di San Giovanni Battista, purtroppo scomparso.
Leone XII con Breve 22 agosto 1824 in occasione del suo
Genetliaco riconfermava il diritto di Baronia.
Gregorio XVI, con Breve del 10 agosto 1845 riconfermava ed
ampliava tutti i benefici sopra descritti.
Pio XII con la lettera apostolica “Iam recolendae memoriae” del
9 novembre 1939 riconoscendo l’importanza storica concesse nuove
indulgenze.
L’ultimo Pontefice ad occuparsi di questa Istituzione fu Papa
Paolo VI in occasione dell’Anno Santo 1975 fece pervenire ai
figli calabresi una Sua particolare e privata benedizione.
Ora visti i riconoscimenti di natura Pontificia, passiamo ai
privilegi concessi dai Reali; il primo ad occuparsi della
Confraternita fu
Carlo II d'Asburgo-Spagna, nel 1673 infatti i Re di
Napoli cominciarono ad interessarsi del sodalizio concedendo
molti beni che fecero diventare la Confraternita una delle più
ricche istituzioni di Catanzaro.
Il 28 novembre 1735, si deve registrare un evento straordinario,
Carlo di Borbone, Re di Napoli recandosi a Catanzaro
in visita, ospite dei Marchesi de Riso, conferì il titolo di
“Reale Arciconfraternità dei SS. Giovanni Battista ed
Evangelista dei Cavalieri di Malta “ e a tutti i Confratelli
“presenti e futuri” il titolo personale di “Cavalieri di Malta
ad Honorem”. Allo stemma della Confraternita venne aggiunta, per
volontà regia, l’insegna della Croce di Malta. Con questo
decreto reale, vennero confermati anche i diritti di Baronia da
esercitarsi il giorno 29 agosto.

Stemma
dell'Arciconfraternita con l'insegna melitense |
S’impone ora una domanda:
in forza a quale prerogativa anche se
regia il Re di Napoli e di Sicilia ebbe a concedere un così
singolare privilegio?
L’ipotesi accreditata (anche dallo SMOM) è la seguente: il 24
ottobre 1530 Carlo V nella sua veste di Re di Spagna, diede
l’isola di Malta come feudo ai Cavalieri di San Giovanni di
Gerusalemme, ma con la riserva dei diritti feudali al Regno di
Spagna. Cosi creava un vassallaggio che il giovane Re di Napoli,
Carlo, secondogenito del Re di Spagna e pretendente al trono
spagnolo, a distanza di oltre due secoli, rivendicava in virtù
delle prerogative sancite dall’Imperatore Carlo V.
La legittimità di questa Istituzione è pure riconosciuta dal
Sovrano Militare Ordine di Malta, come scrive il Balì fra
Antonio Conestabile della Staffa, nella Rivista Ufficiale
dell’Ordine del dicembre 1942.
Di questo parere era pure il Gran Maestro dell’Ordine fra'
Angelo De Mojana di Cologna con suo scritto del 1975 dove
riconoscendo il Carattere Nobiliare del privilegio ribadiva che
“Comunque, è bene precisare che questo Titolo non ha nulla a che
vedere con lo SMOM”.
Giova precisare che il 29 febbraio 1776 Ferdinando IV,
confermando la deliberazione di re Carlo, concedeva diritti di
Baronia più vasti approvando altresì l’aggiunta della Croce
Melitense al Triregno.
Con Regio Decreto, il 2 aprile 1857,
Re Ferdinando II sanzionava
il diritto di precedenza, imponendo, pena la revoca del
privilegio di intervenire portando le insegne dei Cavalieri di
Malta ad Honorem nelle pubbliche funzioni del Corpus Domini e
del Patrono della città San Vitaliano.

Cavalieri di Malta ad
Honorem |
Nello svolgimento storico dell’Arciconfraternita, famosa e
particolarmente interessante appare una sua antica
caratteristica. Si tratta del titolo di Barone o più
precisamente (come citato sui testi in bibliografia) di Baroni
della Real Cattedra Lateranense in Catanzaro, che i membri del
Sodalizio possono usare. Inoltre, la Baronia
dell’Arciconfraternita non appartiene ad un solo membro
rappresentativo della Comunità Religiosa, ma all’intero consesso
e quindi ad ogni singolo Confratello. Il quale ha diritto di
essere chiamato Barone e di portare la corona nobiliare
baronale, che non è quella personale ma quella a ricordo
dell’effettiva, se pur limitata, giurisdizione anticamente
goduta. Pertanto, gli appartenenti alla Reale Arciconfraternita,
fregiandosi del titolo di Cavaliere di Malta ad Honorem e di
Nobile dei Baroni esercitano una prerogativa che spetta loro e
che ha un fondamento storico inoppugnabile.
Nel 1972 la rivista del Collegio Araldico, organo del Libro
d'Oro della Nobiltà Italiana ha dedicato 7 pagine alla storia
dell'Arciconfraternita terminanti con il seguente commento "
...si tratta dunque di un privilegio curioso, non certo dato con
il consenso dell'Ordine Melitense, ma con un fondamento storico
innegabile, che consente a un gruppo di distinti confrati di un
antico sodalizio religioso Catanzarese di portare le insegne e
il prestigioso titolo cavalleresco dell'ordine di Malta, si
tratta di concessione perpetua di un diritto esercitato con
discrezione fino a oggi ".
Famiglie aristocratiche presenti nel Nobile Sodalizio: de Riso,
Sanseverino,
Cattaneo,
Marincola di San Floro, Marincola Pistoja,
Marincola Tizzano, Zinzi,
Perrone di Sellia,
Mancini,
Pinto, de
Nobili,
Imperato di Montecorvino, Susanna, Mottola di Amato, Le
Piane,
Ferrari, de Cumis,
Grimaldi, Paparo,
Romano,
Triente Castaldo, Zeininger de
Borja (già cavaliere S.M.O. di Malta). |