
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia Zampaglione |
A cura dell'Avv. Alessandro Zampaglione |
Arma: partito, nel 1° di rosso alla
banda cucita d’azzurro, accompagnata sopra da una branca di
leone uscente dalla partizione, tenente un giglio, e sotto da un
giglio, il tutto d’oro; nel 2° d’azzurro alla fascia cucita di
rosso, accompagnata sopra da tre stelle a sei raggi d’oro poste
in fascia, sotto da un quarto di sole del medesimo, raggiante,
uscente dall’angolo destro superiore. |

© Napoli - Stemma Famiglia
Zampaglione |
L’antica ed illustre famiglia Zampaglione,
originaria di Calitri (Avellino),
nel 1614 entrò in possesso
del feudo di Cirella in Calabria e - prima del 1691 - di quello
di Canosa in Puglia, per cui fu riconosciuta nobile dalla
Reale Commissione dei titoli di nobiltà del Regno delle Due
Sicilie, in occasione dell'ammissione nelle Reali Guardie del
Corpo di Salvatore Zampaglione. Questi, durante l'eruzione
dell'Etna (1843), per le sue capacità e la sua dedizione al
dovere nel soccorso alle popolazioni, fu insignito dal Re della
medaglia "De Rege Optime Merito" di
re Ferdinando II di
Borbone; fu, inoltre, nominato dallo Zar Nicola I Cavaliere
di Santo Stanislao per il servizio prestato in occasione della
visita dello stesso zar a Napoli."
Ai tempi degli
Angioini, i
Zampaglione godevano di nobiltà a Napoli nel
Seggio di Capuana, e
erano benvoluti da re Carlo III di Durazzo e da re Ladislao di
Durazzo.
Dal 1555 al
1588 don
Dionisio
Zampaglione fu parroco di Calitri; nel 1613
Giovan Camillo
era l'uomo di fiducia del principe Carlo
Gesualdo.
Nel 1805 don
Giuseppe
fu sindaco di Calitri, in
Principato
Ultra. |

© S. Giorgio a Cremano(NA) -
Villa
Zampaglione
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© Stemma Riario Sforza dipinto su
volta Villa Zampaglione |
In San Giorgio a Cremano (NA) la
famiglia Riario Sforza nel XVIII secolo costruì una
villa, che LORENZO Zampaglione (n.1848) ereditò dal
padre
Michelino,
apprezzato giudice del
Tribunale della
Vicaria, che aveva sposato una
Riario Sforza che portò
in dote detta Villa.
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Gaetano (Calitri, 1825
† Napoli, 1890), fratello di detto Michelino, fu
capitano del 3° Reggimento Dragoni (cavalleria pesante) e
cavaliere del
Real Ordine di Francesco I;
sposò Maria Eleonora dei duchi
Winspeare.
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Don Gaetano Zampaglione
(1825 † 1890) |
Michele
Zampaglione, altro fratello di Michelino, fu consigliere della
suprema Corte di Giustizia di Napoli e nel novembre del 1860 fu
colui che proclamò i risultati
del Plebiscito con
il quale il Regno delle Due Sicilie entrava a far parte del
Regno d’Italia. Gran parte degli abitanti di Calitri, come anche
in moltissimi altri comuni, ritennero detta consultazione
popolare non valida per l'esiguo numero dei votanti e anche
perchè si trattava di un'Italia differente da quella sognata dai
patrioti che avevano versato il loro sangue, seguendo ciecamente
Garibaldi che non mantenne il suo giuramento: "Roma
o Morte", gridato in tutte le città del Sud. Erano
rimasti sudditi di altro sovrano e, quindi, versarono la loro
insoddisfazione sui Zampaglione che dovettero abbandonare per
alcuni anni Calitri. |

Calitri (AV) |
LORENZO Zampaglione (Calibri,1854 † Napoli,1935),
figlio di Salvatore, sposò nel 1885 Emma
Cottrau, e nel 1929 fu
riconosciuto nobile, con successione maschile e femminile.
GERARDO (1917 † 1996), figlio di Lorenzo e di Emma Cottrau, fu
Ambasciatore d’Italia.
Suo fratello GIOVANNI PAOLO (Napoli,1901 † ivi, 1986) fu comm. di
giustizia del S.M.O. di Malta.
GIUDITTA (n. Napoli, 1922), figlia di
SALVATORE (1892 †
1954)
e di Maria Scarpati, sposò nel 1944 don Marino
Caracciolo Rossi dei principi di
Torchiarolo.
Il nobile Michele
Zampaglione sposò Elisabetta
Rodinò di
Miglione. |
Calitri (AV) -
Palazzo Zampaglione
© Foto proprietà Avv. Alessandro
Zampaglione |

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Vari rappresentanti della famiglia Zampaglione furono
confratelli dell’ Augustissima Compagnia della Disciplina della
Santa Croce, prima arciconfraternita laicale sorta a Napoli nel
1290 con il silenzioso auspicio del Pontefice Nicolò III, al
secolo
Giovanni Gaetano
Orsini (1216
†
1280),
ricordato anche da Dante (Inferno, XIX, 70-72). L’
istituzione che fin dalle origini ha operato per il bene della
collettività, assistendo i più bisognosi, vanta tra i suoi
membri i Papi Clemente XIV, Pio IX, Leone XIII, Pio X e il fior
fiore della nobiltà, con innumerevoli togati, uomini d'arme,
pubblici reggitori, esponenti delle lettere e delle arti, tra i
quali spiccano Jacopo
Sannazaro (1455
†
1530), i Cardinali Rinaldo Brancaccio (nel
1384 fece erigere la prima navata della chiesa) e Astorgio
Agnese,
e il duca di Maddaloni Domenico Marzio
Carafa, Priore
dell’arciconfraternita nel 1724.
Nello storico giardino della Compagnia,
un
tempo decorato con grottoni d’agrumi e pergola, con fontane e
viali ammattonati, nel 1485 i nobili si riunirono per cospirare
contro re
Ferrante I d’Aragona.
Nell’oratorio
vi sono le insegne delle famiglie aggregate alla Compagnia della
S. Croce decorate nel pavimento in piastrelle di ceramica e
sugli scudi ovali in legno inseriti nel fregio del cassettone
ligneo del soffitto. |

© Napoli - Arma Famiglia
Zampaglione |
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