
Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano,
ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano,
appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano
dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia
Chiarizia |
Arma:
semipartito
troncato: nel primo d’oro all’aquila di nero, lampassata
membrata e rostrata di rosso, caricata in cuore da uno scudetto
d’oro alla sbarra d’azzurro; nel secondo d’azzurro al leone
d’oro, lampassato di nero accompagnato nel cantone superiore
destro da una stella d’argento a 16 punte; nel terzo, di rosso
alla scala d’oro posta in sbarra.
Titolo: Nobile.
Motto:
Turbo procella e ria stagion non teme.
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© Stemma Famiglia Chiarizia |
Nota dal XIII
secolo, i Chiarizia sono una celebre stirpe originaria della città
di Troia, in provincia di Foggia, sulle pendici dei monti Dauni, a
ridosso del Tavoliere delle Puglie, dove godette della Nobiltà(1)
e a cui appartennero Maria Beatrice “Claritia”, sposa del
Nobile Giulio
del Giudice,
Cavaliere di San Giacomo, membro della nota famiglia napoletana del
Seggio del Nido, ed Aurelia, sposa di Felice
de’ Rossi dei
Conti di San Secondo
(2). |
Presente
successivamente nel Napoletano e in altre zone del Regno, ove è
sempre vissuta in alto stato, contrasse parentele con le più
prestigiose famiglie, quali i
Pironti, Duchi di Campagna, gli
Anzani,
famiglia di origine milanese giunta nel Regno di Napoli al tempo
degli Angioini, gli
Scondito, ramo della potentissima famiglia Capece, Nobili in Napoli al
Seggio Capuano, i Siliceo, di origine
Francese, giunti in Napoli con gli Angioini, i
de Vicariis, famiglia
Normanna o Sveva, feudataria nel salernitano o i Mazzacane, Signori
di Casalciprano, originari del Cilento, i Moscati Nobili di Santa
Lucia di Serino, i Pica Alfieri Marchesi di Poggio Picense(3),
i de Franchis, Nobili cavalieri gerosolimitani dal ‘600, i Torre,
Conti di Caprara. |
Questa famiglia
nel corso dei secoli ha dato diversi Cavalieri agli Ordini di San
Luigi, al
Sacro Militare Ordine
Costantiniano di San Giorgio, all' Ordine
Santi Maurizio e Lazzaro, all' Ordine Equestre del Santo Sepolcro,
all'Ordine della Legion d'Onore, all'Ordine
di San Giorgio in Riunione, all'Ordine
Reale delle due Sicilie e al Sovrano
Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme,
di Rodi e di
Malta.
Nel corso dei
secoli, tra i suoi esponenti di spicco si ricordano:
Don Lionello Chiarizia, nato nel 1636, Brigadiere di Fanteria dell’Esercito
Francese, Cavaliere dell’Ordine di San Luigi;
Padre Ottavio Chiarizia, O.P., (Sepino, 1729 † Napoli, 1824) passato alla storia
come il precursore dell’idea dell’Europa Unita Cristiana(4).
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© Padre Ottavio Chiarizia (Sepino, 1729
† Napoli, 1824) |
Fu teologo di Don Marcantonio
Colonna, Principe d’Aliano, Viceré e
Capitano Generale del Regno di Sicilia (1775-1781) e dal 1780 al
1785 Abate e Vicario della sua Congregazione. Fu autore di numerose
opere letterarie, teologiche ed ascetiche (5). “Egli
fu stimatissimo dal Pontefice Pio VI dal quale fu varie volte
chiamato alla Corte di Roma per mezzo del Cardinal
Capece Zurlo,
Arcivescovo di Napoli (6)". |
Carmine Antonio,
nato a Sepino (CB) il 26 febbraio 1743, battezzato nella Chiesa di Santa
Cristina V. e M., deceduto a Sepino il 5 luglio 1796, tenuto al
fonte battesimale da Don Pompilio Petitti, Barone di Ferrazzano.
Dottore in Legge a Napoli nel 1781-1784, Giudice Regio di Bisceglie
nel 1784, successivamente di Barletta e poi di Vieste nel 1787. Nel
1790 lo troviamo Regio Giudice di Gaeta e nel 1793 di Aversa.
Infine, fu Regio Governatore e Giudice di Francavilla in Lecce nel
1796. “… Costui fu Giureconsulto illuminato e Regio Governatore
nella città di Nola, Aversa, Bari e Barletta, dove prese in moglie
D. Margherita Valessini di nobile stirpe … ”.
Don Carlo Arienziale Chiarizia, nato a Sepino nel 1788 fu Presidente della
Gran Corte Criminale di Napoli e Lucera e Presidente della Suprema
Corte di Giustizia a Palermo(7).
Egli istituì una Cappellania di Famiglia nella Chiesa Collegiata di
Santa Cristina a Sepino. Lasciò Don Carlo un ricordo perenne della
sua famiglia nel paese nativo, a cagione del testamento olografo del
2 aprile 1843 con il quale dispose due legati a pro’ del Capitolo di
Santa Cristina(8),
il più importante dei quali riguardava l’educazione di due o più
figliuoli dei propri concittadini laureati in legge o in medicina,
mediante la rendita annua di 250 ducati sul Debito Pubblico; l’altro
riguardava un assegno dotale da conferire a giovani sposi bisognosi
perché potesse contribuire a sostenere i carichi della nuova
famiglia. |
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© Sepino (CB) Chiesa di Santa
Cristina. A destra: Sepino - maschera di San
Carlo Borromeo |
Egli donò alla
Collegiata di Santa Cristina una maschera funebre di San Carlo
Borromeo, avuta in omaggio nel 1838 dal Cardinale Ferdinando Maria
Pignatelli, C.R., Arcivescovo di Palermo. |
Don
Giuseppe Chiarizia,
Tenente Colonnello,
fu nominato Cavaliere di Diritto del
Reale Ordine Militare di S. Giorgio della Riunione in
data 7.10.1819.
Don Gervasio
Chiarizia, figlio di Giovanni e Mariangela Angelini, si trasferì
negli Abruzzi sul finire del XVIII secolo, fu insigne giureconsulto
e il 31 ottobre 1825 fu nominato Sindaco del Comune dell’Aquila
nella Provincia del Secondo
Abruzzo Ulteriore, da S.M. il Re
Francesco I di Borbone.
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© Don Gervasio
Chiarizia,
Sindaco del Comune dell’Aquila. A destra: decreto di nomina di Don gervasio
Chiarizia
a Sindaco dell'Aquila |
Egli visse nel palazzo gentilizio seicentesco di
proprietà da secoli della famiglia, tuttora conservato dai
discendenti di Don Gervasio.
Il Capitano del
I Reggimento Cacciatori, Don Domenico Chiarizia (n. 1785), è citato
nell’Almanacco Reale del Regno delle due Sicilie per l’anno 1854,
quale Cavaliere di Diritto del
Real Ordine Militare di San
Giorgio della Riunione (9). Fece le campagne di Calabria del 1806, 1807, 1810 e quella
dell’Italia del 1814. Durante quest’ultima, al combattimento di
Macerata, fu ferito di mitraglia alla guancia destra e di fucile
alle gambe.
La repubblicana Cristina
Chiarizia,
figlia dell’avvocato Carlo, nobile sannita, e di Giuseppina
Pizzo di Marigliano, è ricordata per aver tentato di liberare i
patrioti della
Repubblica Napoletana del 1799 dal carcere:” …La Chiarizia fece penetrare nelle
fosse del carcere di Castelnuovo lime, ferri, funi ed altri
strumenti per l’evasione…” ma, per una soffiata, l’impresa
fallì, solo “…due fuggirono”(10).
Cristina riuscì a
fuggire travestito da uomo; per vendetta la sua casa fu saccheggiata
e incendiata.

Albo degli Avvocati di Napoli del 1780 (il
primo istituito nel Mondo), in cui l'avv. Carlo Chiarizia risulta
iscritto.
Don Giuseppe Chiarizia, nato nel 1779, si trasferì a Parigi
nel 1796 e arruolatosi nella cavalleria francese vi ottenne, dopo
pochi mesi (dicembre 1796), il grado di Sergente Maggiore. Nel 1815
fu nominato Tenente Colonnello dei Corazzieri; con
Decreto emesso in Portici il 7-10-1819 da Ferdinando I di Borbone,
re delle Due Sicilie, fu nominato Cavaliere di Diritto del Real
Ordine militare cavalleresco di San Giorgio della Riunione(10
Bis).
I Borbone lo mantennero in servizio per le sue capacità
militari e nel 1829 lo troviamo Primo Maggiore della piazza di
Gaeta. Morì a Napoli nel 1835. Fece, al servizio della Francia, le
campagne del 1798, 1799, 1800, 1803, 1804, 1806, poi al servizio del
Regno di Napoli, le campagne del 1807 e 1809. Fu in Russia nel 1812,
in Sassonia nel 1813, nelle guerre d’Italia del 1814 e del 1815.
Nella campagna del 1820 contro i rivoltosi di Monforte (Principato
Ultra) fu ferito al braccio sinistro(11).
Il 20 ottobre 1814 sposò la duchessa Capece Scondito, figlia del
duca Pasquale e della duchessa Marianna Lagni.
Don Carlo Chiarizia compare nel “Ruoli de’ Generali ed Uffiziali del Reale
Esercito e della Real Marina di Sua Maestà il Re del Regno delle due
Sicilie per l’anno 1840” come I Capitano(12).
Don Pietro
Edoardo Chiarizia, nato nel 1772 (13)
a Napoli, fu nominato nel 1813 Assistente Generale e Capo di Stato
Maggiore della 3° Divisione attiva Lechi,
fu nominato Cavaliere dell'Ordine della Legion d'Onore e dell'
Ordine Reale delle due Sicilie.
Bernardino
Chiarizia, figlio di Vincenzo e Donna Margherita del Giacco nacque
nel 1700 a Sepino. “Bernardino
fu un letterato ed applicossi soprattutto allo studio della natura e
fu nello stesso tempo coltissimo nelle materie mediche; egli è
appunto quello di cui fa parola Serrao nei suoi scritti rapportando
che per smentire ed eliminare il pregiudizio che sussisteva nel
popolo e un certo culto tendente a far credere che il morso della
Tarantola nella Provincia di Taranto iniettasse al ferito un veleno
il quale guarivasi coll’ammoniaca e col ballo al quale veniva
incitato il malato, ballo d’altronde così faticoso che poi si
conserva ancora nel basso ceto dei Napoletani sotto il nome di
Tarantella.
Bernardino
Chiarizia dunque d’innanzi tutta la scuola Salernitana si fè mordere
da quell’animale e senza adoperar suoni o danze lasciò sfogare il
veleno il quale dopo aver dato un’infiammazione il primo e il
secondo giorno, il terzo prese la sua declinazione e attinse in otto
giorni la guarigione.
Vedete la
traduzione di Dutens “sull’origine delle scoperte” del P.M. Ottavio
Chiarizia nel terzo tomo della sua traduzione e gli scritti
del detto famoso medico Serrao il quale facendo menzione di questo
fatto si esprime facendo un elogio a lumi e sapienza di Bernardino
Chiarizia”.
Vincenzo
Chiarizia, fu Presidente della Giunta Provinciale d’Appello per
l’imposta sulla ricchezza mobile in l’Aquila; il 9 Giugno 1867 fu
nominato Cavaliere dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
(14).
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© Sepino - antico dipinto |
Don Ettore Chiarizia, nato a Napoli nel 1871, fu Tenente Generale Capo (grado
onorifico corrispondente a Generale di Corpo d’Armata). Fece le
campagne di guerra del 1915, 1916, 1917 e 1918. Fu Medaglia di
Bronzo al Valor Militare e Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine della
Corona d’Italia, motu proprio di S.M il Re, Ufficiale
dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, motu proprio di S.M
il Re, Commendatore nell’Ordine Coloniale della Stella d’Italia,
decorato della medaglia Mauriziana per merito militare di Dieci
Lustri, Encomiato dal Comando del Corpo d’Armata di Napoli con
foglio n. 2425 R. del 18 maggio 1929.
Don Ettore è
diventato famoso perché, convinto com’era, per esperienza della
guerra lungamente vissuta, della necessità di trovare un tipo di
rancio speciale adatto per i giorni di combattimento e per speciali
esigenze di guerra, che valesse a sostituire il rancio caldo di
pasta, che, come noto pur bene preparato ed avviato dalle basi
reggimentali, per le imprevedibili ed inevitabili soste nel
percorrere il terreno interposto fino alla linea di fuoco, non
giungeva quasi mai o giungeva freddo e disfatto in trincea; dopo
accurati studi, di sua iniziativa, ideò un tipo di minestra in
scatola del peso lordo di gr. 500 che riuniva tutti i requisiti di
bontà, gusto e conservazione, per un periodo di tempo che
raggiungeva e superava i 6 mesi, e rispondeva perfettamente allo
scopo, potendo essere mangiata a freddo o con riscaldamento diretto.
Il Chiarizia ha
regolarmente brevettato il suo studio, ed all’infuori di qualsiasi
interesse personale, lo ha dedicato al soldato italiano, offrendo il
brevetto al Ministero della Guerra per le decisioni che ha creduto
adottare.
“…Trattasi
come appare manifesto di Alto Ufficiale che per le sue qualità
spicca nettamente sui suoi colleghi, e che risulta essere unico
Colonnello Commissario decorato al Valor Militare. Alto Ufficiale
veramente completo che accoppia qualità di carattere intellettuale,
di cultura, di capacità tecnica ed abilità professionale tali, che
si esplicano in continuo vantaggio del servizio e dell’Erario e
della Casa Reale”.
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Note:
1) - Beltrano, O., Breve descrittione
del Regno di Napoli diviso in dodici province, Napoli 1644.
2) - De Lellis, C., Discorsi delle
famiglie nobili del Regno di Napoli del signor Carlo De Lellis,
parte seconda, Napoli 1663.
3) - Filangieri de Candida Gonzaga, B.,
ibidem, vol. VI, Napoli 1875-1882.
4) - Marrocco, D., Il P. Ottavio
Chiarizia O. P. precursore dell’idea dell’unità europea, su Memorie
Domenicane, 1963, fasc. I.
5) - Dizionario Biografico degli
Italiani, Treccani. Ruotolo, N., Uomini illustri di Sepino, Matera
1971.
6) - Chiarizia, P.O., Notizie storiche
sull’origine e Discendenza della Nobile Famiglia Chiarizia
Napoletana scritte da Pietro Odoardo Chiarizia nel 1815.
7) - Ruotolo, N., Uomini illustri di
Sepino, Matera 1971.
8) - Masciotta, G., Il Molise dalle
origini ai nostri giorni, volume II, Napoli 1915.
9) - Almanacco Reale del Regno delle
Due Sicilie per l’anno 1854, Napoli 1854. - Archivio di Stato di
Napoli, Decreti per l'Ordine Costantiniano e per quello di S.
Giorgio della Riunione, fascio 1302.
10) - Istituto Italiano per gli studi
filosofici – Napoli e la Repubblica del ’99 – Napoli 1990.
10 bis)
- Archivio di Stato di Napoli, Decreti per l'Ordine Costantiniano e
per quello di S. Giorgio della Riunione, fascio 1302.
11) - Contributi alla biografia
militare italiana: i Chiarizia, Rivista di Fanteria, anno IX,
fascicolo XI, Ravenna 28/08/1900.
12) - Ruoli de’ generali ed uffiziali
attivi e sedentanei di tutte le armi del Real Esercito di S.M. il Re
del Regno delle Due Sicilie. Napoli, dalla Reale tipografia
militare, 1840.
13) - Ruoli de’ generali ed uffiziali
attivi e sedentanei di tutte le armi del Real Esercito di S.M. il Re
del Regno delle Due Sicilie. Napoli, dalla Reale tipografia
militare, 1840.
14) - Ordine dei Santi Maurizio e
Lazzaro, Elenco Alfabetico dei Decorati, (1804-1929) Torino 1930. |
Continua nel sesto
volume in preparazione di "LA STORIA DIETRO
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