Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.

Famiglia Crivelli

   

Arma:
di Napoli
: inquartato di rosso e di nero, al crivello d’oro attraversante sul tutto, col capo del medesimo caricato dall’aquila spiegata di nero e coronata d’oro.
di Cosenza: di rosso al crivo d’oro. Il tutto abbassato sotto il capo dell’impero. ALIAS: spaccato di rosso e d'argento al crivo d’oro attraversante la partizione e forato dei campi.
Motto: SORDITA PELLO.
Titoli: duchi di Rocca Imperiale, feudatari di Bollita.
Residenza: Napoli


Rho, stemma Crivelli


Milano, a destra lo stemma Crivelli del Trecento custodito nel Museo Diocesano

La famiglia Crivelli è fra i piu’ antichi e nobili casati di Milano, avendosi della stessa memorie dall’anno 1075 e trovandosi annotata in una delle piu’ antiche matricole, quella rogata il 20 aprile 1377 dal notaio Marco de Ciochis.  
La famiglia dette nel 1185 un papa alla Chiesa nella persona di Oberto Crivelli (
1187) sotto il nome di Urbano III.


Rho, Cappella Crivelli dedicata alla Vergine Annunciata (ora al Sacro Cuore). A seguire lo stemma e la lapide

Il casato si diramò nel Napoletano ai principi del secolo XVII, mantenendosi all’altezza dell’avito splendore, illustrandosi maggiormente con alti uffici di toga, con nobilissime parentele, con feudi, passando per giustizia all’Ordine di Malta; tra i tanti cavalieri, si cita Ferdinando Crivelli, Gran Priore di Capua, 6 novembre 1653.
Fabio, Gio: Paolo e Martino Crivelli furono ascritti quali confratelli dell’Augustissima Compagnia della Disciplina della Santa Croce di Napoli rispettivamente nel 1669, nel 1678 e nel 1687.

Alfonso Crivelli seniore, figlio di Fabio, originario nobile milanese, della casa dei marchesi d’Agliate (oggi frazione di Carate Brianza), e di Lucrezia Benavente, fu presidente della Regia Camera della Sommaria, poi Avv. Fiscale della medesima, poi Reggente e Luogotenente della R. Camera; il 3/8/1713 fu ascritto quale confratello dell’Augustissima Compagnia della Disciplina della Santa Croce. Egli acquistò, con istrumento del 12 giugno 1717, dal marchese Alessandro Raimondi del fu Domenico lo stato di Bollita (oggi Nova Siri, in provincia di Matera), che nei cedolari era intestato alla famiglia Reviglione, come risulta dal cedolario 78, al f. 21t.
Fu insignito del titolo di Duca il 4 febbraio 1718 che fu posteriorarmente incardinato sulla terra di Rocca Imperiale.
Il feudo di Rocca Imperiale, terra già in Basilicata e poi in Calabria Citra, oggi omonimo comune in provincia di Cosenza,  fu acquistato per ducati 60 dalla citata Lucrezia Benavente, madre di Alfonso Crivelli, che il 19 febbraio 1719 lo refutò al figlio (la refuta fu registrata nel Quinternione XII, f. 153 e nello stesso anno si annotò anche che il suindicato privilegio imperiale di concessione del titolo di Duca su feudo acquisendo) che ne ottenne quindi intestazione il 5 marzo 1722 nel Cedolario 16, f. 318t.


Rocca Imperiale, il castello

Nel 1463 Rocca Imperiale apparteneva Giovanni Sanseverino, figlio di Roberto principe di Salerno. A Giovanni, avendo partecipato alla congiura dei Baroni, furono confiscati tutti i beni e Rocca Imperiale fu assegnata ad Antonio de Guevara, conte di Potenza ( 1514); gli successe il figlio Giovanni (1530) che sposò Altobella di Capua che generò Andrea che divenne conte di Santa Severina e Carlo che divenne conte di Potenza e feudatario di Rocca Imperiale. Quest’ultimo, avendo contratto molti debiti con Marco Antonio Floccari, perse Rocca Imperialie che fu venduta all’asta dal Sacro Regio Consiglio nel 1568 a Luigi Carafa ( 1577), principe di Stigliano. Nel 1596 Giovanni Antonio Carbone ( 1609), marchese di Padula, acquistò il citato feudo, che fu venduto nel 1610 ad Orazio Perrone. Il 12 giugno 1717 Alessandro Raimondi, marchese di Aliano, vendette Rocca Imperiale alla citata Lucrezia Benavente.

Francesco Crivelli, duca di Rocca Imperiale, ebbe una dichiarazione e ricognizione di dominio per la terra di Bollita a lui spettante, con R. Assenso 8 agosto 1778, che fu registrato nel Quintern, 313, f. 114. Il 20/6/1745 fu ascritto quale confratello dell’Augustissima Compagnia della Disciplina della Santa Croce.

Alfonso Crivelli Juniore, duca di Rocca Imperiale, il 17 luglio 1781 si intestò la terra di Bollita con la bagliva e le seconde cause, come erede e per la morte del predetto duca Francesco, suo padre, deceduto il 6 marzo 1780; e ciò nel Cedolario 78, al f. 212t. Fu l’ultimo feudatario, e regolò le pendenze col comune di Bollita innanzi alla Commissione Feudale con sentenze del 26 agosto 1809, e del 22 gennaio, 17 febbraio e 28 agosto 1810. Alfonso intraprese la carriera militare, fu Maresciallo di Campo e fu nominato Cavaliere Commendatore del Reale Ordine Militare Cavalleresco di San Giorgio della Riunione il 23/4/1819; sposò Giovanna Caracciolo di Villamaina e Capriglia (1762  1837).
Morì il 25 agosto 1851; da suo figlio Fabio, deceduto lo stesso anno,
proviene il ramo secondogenito della famiglia.

Nicola Crivelli  (n. 11/6/1787 26/1/1856), duca di Rocca Imperiale, successe come primogenito nei diritti nobiliari di Alfonso predetto, suo padre; e fu pertanto il 4° barone di Bollita. Sposò Giovanna Marincola dei duchi di Petrizzi (  1871).

Edoardo Crivelli (Napoli, 26/11/1835 1914), duca di Rocca Imperiale, figlio del precedente, fu anche jure il 5° barone di Bollita; fu cavaliere gerosolimitano; sposò a Napoli nel 1861 Clelia Moreno y Palancas.

Clotilde Crivelli, nata a Napoli nel 1862, primogenita del precedente, con RR.LL.PP. del 23 marzo 1919 fu autorizzata ad assumere il titolo di duca di Rocca Imperiale insieme col predicato “di Bollita”, con cui si trova iscritta nell’ultimo Elenco Ufficiale della Nobiltà Italiana. Nel 1886 sposò a Napoli nel 1886 Francesco d’Accurso.
Maria Giovanna (n. 1822) e Maria Antonia (n. 1825), sorelle del citato duca Edoardo, furono entrambe monache, la prima nel monastero di San Gregorio Armeno e la seconda nel monastero di Santa Chiara

 

Ramo secondogenito della famiglia:
Eugenio Crivelli
(Napoli, 1836 ivi, 1866), nobile, figlio del citato Fabio ( 1851), membro Onorario dell’Istituto Araldico Italiano, e di Paolina Blanco, sposò a Napoli nel 1859 Matilde Moreno y Palancas ( 1863).
I predetti coniugi ebbero per figli: Fabio (n. Napoli, 1863), nobile, che sposò a Napoli nel 1887, in prime nozze, Isabella Larucci (
1893) e, in seconde nozze, a Napoli nel 1894 Concetta Larucci (n. Napoli, 1871). Dalla prima moglie ebbe Eugenio (n. Napoli, 1888); dalla seconda moglie ebbe Anna (n. Napoli, 1895), Giulia (n. Napoli, 1897), Antonio (n. Napoli, 1899), Isabella (n. Napoli, 1901), Eugenio (n. Napoli, 1903), Angelo (n. Napoli, 1905).


Milano, stemma Crivelli con le insegne ecclesiastiche

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Bibliografia:
- Mario Pellicano Castagna “La Storia dei Feudi e dei Titoli Nobiliari della Calabria”;
Editrice C.B.C. 1996.
- “ L’Araldo – Almanacco Nobiliare del Napoletano”, Anno 1886, Anrico Detkten, Libraio-Editore, Napoli.
- Francesco Bonazzi di Sannicandro, “Elenco dei Cavalieri del S.M. Ordine di S. Giovanni di Gerusalemme”, Napoli 1897.
- Francesco Bonazzi di Sannicandro, “Famiglie Nobili e Titolate del Napolitano”, Arnaldo Forni Editore, 2005.
- Lorenzo Giustiniani , “Dizionario geografico-ragionato del Regno di Napoli”, Napoli, 1977.
- G.B. di Crollalanza, “Dizionario storico-blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane estinte e fiorenti”, Pisa 1896.
- Giuseppe Lumaga, “Teatro della nobiltà dell'Europa ovvero Notizie delle famiglie nobili, che in Europa vivono di presente, e che in lei vissero prima ...”,  pag. 70, Napoli 1725.
- Vittorio Spreti, “Enciclopedia storico-nobiliare Italiana”, Arnaldo Forni Editore, 1978.
- Umberto Ferrari, “Armerista Calabrese”, La Remondiniana Editrice, Bassano del Grappa, 1971.
- Mario Pisani Massamormile, “ Compagnia della Santa Croce, sette secoli di storia a Napoli”, Electra Napoli SpA, 2007.

 


Continua sul sesto volume in preparazione di "LA STORIA DIETRO GLI SCUDI"

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