
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia
Carbone |
Arma: d’oro con tre pali di verde alla banda di rosso
attraversante il tutto. |

Napoli, Stemma famiglia
Carbone |
L’antica e nobilissima famiglia Carbone ha goduto di nobiltà in
Sorrento e Napoli dove fu ascritta al Patriziato del
Seggio di Capuana.
Feudataria sin dai tempi dei
Normanni, nel corso dei secoli fu decorata di numerosi
titoli tra i quali:
baroni di: Acerra, Atripalda, Giugliano, Lauro,
Maddaloni, Melito, Montecalvo, Montemilone, Monte San Paolo,
Montella, Mottola, Ottaviano, Peschi, Pietrapalena,
Pietrapulcina, Pozzano, Pugliese, Rocca Imperiale,
Marchesi di: Paduli, San Mauro. |
Il primo personaggio di casa Carbone che
si rinviene negli scritti risale ai tempi di
Mafredi di Svevia, re di Napoli dal 1254 al 1266,
con Pietro Carbone, feudatario di Pazzano,
governatore delle fortezze di
Terra del Lavoro nel 1275.
Nel 1411 re
Ladislao di Durazzo vendette per ducati 7.300 la
terra di Paduli, all’epoca in
Principato Ultra oggi in provincia di Benevento, con
i casali e le ville a Masone Carbone, patrizio
napoletano del Sedile di Capuana, Signore di Giugliano.
Suo successore nel 1419 fu il fratello Domizio
(l’altro fratello, Guglielmo, vescovo di Chieti e
poi cardinale, era premorto) deceduto senza prole e,
quindi, il feudo di Paduli passò al fratello Giacomo
nel 1449.
Il citato Giacomo (†
Paduli, 5.12.1456) sposò Andreana
Carafa della Spina, generarono:
Francesco (†
Paduli, 5.12.1456), Domizio, Alessandro (†
Paduli, 5.12.1456), Maria (sposò Nicola Maria
Capece Bozzuto, barone di Afragola), Margherita
(sposò Ciarletta
Caracciolo, Signore di Monteleone), Francesca
(impalmò Broccardo del Persico, conte di Sabioneta).
Errico, figlio di detto Francesco e di Francesca
Dentice dei baroni di Viggiano, ereditò i feudi del
padre; morì senza prole e la terra di Paduli passò a suo
zio, Domizio Carbone, al quale furono confiscati
i beni essendosi ribellato a re
Ferdinando I d’Aragona. |

Napoli, Cappella famiglia
Carbone |
A seguito di condono, re Federico d’Aragona nel 1501
diede il feudo di Padili in cambio della città di Motola,
assegnata a Sancio Samudio, a Giacomo 2° Carbone,
governatore della
Casa della SS. Annunziata e Sindaco di
Napoli nel 1504.
Giovan Bernardino Carbone, figlio di Giacomo 2° e
di Diana
Carafa, divenne barone di Paduli nel 1528; il
medesimo con diploma datato Toledo 1° ottobre 1560
ottenne il titolo di marchese di
Paduli.
Suo figlio, Giovanni Antonio (†
1602), vendette il feudo di Paduli a Costanza
Caracciolo, marchesa di Casalbore; acquistò i feudi
di Rocca Imperiale e Montella; sposò in prime nozze
Fulvia
Rossi delle Onde dei conti di Caiazzo, ma non ebbero
figli; in seconde nozze sposò Beatrice della Tolfa dei
conti di Serino, procrearono Francesco (morto a 2
anni), Angela e Bernardina (monache in S.
Liguoro a Napoli), ed Ippolita che sposò
Francesco
Brancia, figlio di Ferrante, Reggente del
Collaterale Consiglio e duca di Belvedere. |

Napoli, sepolcro del
cardinale Francesco Carbone |
Il personaggio più famoso è senza dubbio Francesco
Carbone (†
Napoli, 18-6-1405), patrizio napoletano, figlio di
Pietro e di Isabella Boccapianola, fu monaco
cistercense, vescovo di Monopoli dal 1382 al 1384,
cardinale dal 1384 con il titolo di Santa Susanna 1385,
cardinale vescovo di Sabina dal 1392, fu a capo del
partito cardinalizio che fece eleggere nel 1389 Papa
Bonifacio IX , al secolo Pietro
Tomacelli. Fu sepolto nella cappella di famiglia che
passò in eredità alla famiglia Brancia. |

La cappella
appartenente alla famiglia Carbone (Giovanni
Antonio Carbone, patrizio napoletano, marchese di Paduli
e Santo Mauro sposò Beatrice
Frangipani della
Tolfa
dei conti di Serino passò in eredità ai Brancia |
Maria Carbone (figlia di
Domizio, Signore di Paduli, e di Aiossa
Moccia) sposata nell’anno 1487
con Michele
Riccio
con una dote stabilita in 1.000 ducati, ebbe una fine tragica:
venne trucidata nel corso di una incursione saracena a Pozzuoli,
mentre si trovava ai bagni, il 5 giugno 1520. Entrambi i coniugi vennero
sepolti nella Cappella di famiglia nella Chiesa di S. Domenico
Maggiore a Napoli.
Nel febbraio del 1621 il casato ottenne il feudo di San Mauro
col titolo di marchese in cambio di Paduli.
Aniello Carbone risulta iscritto
nell’Albo
degli Avvocati del 1780, istituito per la prima volta
al Mondo, elaborato dal legislatore del Regno di Napoli. |
Continua nel sesto
volume in preparazione di "LA STORIA DIETRO
GLI SCUDI"
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