
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia
Granito |
Arma:
troncato d’azzurro e oro, il 1° al leone
nascente del secondo linguato di rosso, il 2° a quattro punte
del primo in palo moventi dal lembo inferiore dello scudo.
Dimora:
Napoli e Salerno
Motto:
Rumpar non flectar. |

© Stemma
Famiglia Granito di Belmonte |
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© Palazzo Granito di Belmonte - portale
e stemma |
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Il
feudo di Castellabate (dal latino
Catrum e Abatis ovvero Castello dell’ Abate), in
Principato
Citra, un tempo comprendeva i casali di: Acquavella, Casalicchio,
Montecorice, Perdifumo, San Giorgio, S. Mango, S. Mauro, S. Matteo
ad duo fulmina, Serramezzana, Terricelle, Tresino.
Per la posizione e la bellezza dei luoghi
fu conteso da re e feudatari; nel 1461 il re
Alfonso d’Aragona
diede Castellabate a Giovanni
Sanseverino,
conte di Marsico.
Alla famiglia Sanseverino fu confiscato il feudo a seguito della
ribellione di
Ferrante
Sanseverino (Napoli,1507 † Avignone,1568), principe di Salerno,
accusato ingiustamente di tradimento.
Nel 1553 il feudo passò a Marino
Freccia, nel 1556 a Vincenzo
Loffredo, nel 1557 alla famiglia
Filomarino, principi di Rocca d’Aspide,
nel 1622 alla famiglia
Acquaviva,
conti di Conversano, nel 1645 alla famiglia
Caracciolo di Torrecuso, nel 1704
a Francesco Nicodemo, consigliere Regio, nel 1713 al reggente
Falletti e, infine, nel 1733 alla
famiglia Granito, nella persona di PARIDE (o Parisio) che nel 1745 ottenne il
titolo di marchese di Castellabate. Il feudo fu mantenuto dai
Granito sino alla eversione della feudalità (1806). |

Castellabate - Porto di San Marco |
Matteo Granito
(1578
†
1638), patrizio salernitano, figlio di Loisio e di Ovidia
d'Afflitto, fu prima vescovo di Cava poi arcivescovo di Amalfi dal
1635. |

Salerno - Monumento
dell'Arcivescovo Matteo Granito
(1578
†
1638) |
ANGELO
Granito, 2° marchese di Castellabate, fu ascritto nel registro delle
Piazze Chiuse del Regno di Napoli; sposò Nicoletta
Cavaselice e fu padre
di
GIOVANNI LOISIO,
3° marchese di Castellabate dal 1793, che morì senza prole e il
titolo passò al fratello
GIOACCHINO,
consigliere del
Sacro Regio Consiglio,
iscritto nell’Albo
degli Avvocati del 1780,
istituito per la prima volta al Mondo, elaborato dal legislatore del
Regno di Napoli.
ANGELO
(1782 † 1861), figlio di detto Gioacchino, 5° marchese di
Castellabate e barone di Rocca Cilento, fu presidente della
commissione dei titoli di Nobiltà; fu autore di numerose opere tra
le quali spicca la monografia sulla
congiura del principe di Macchia;
nel 1839 sposò Paolina
Pignatelli y
Aymerique
Pinelli (Napoli, 1824
† 30 agosto 1911), 12^ principessa di Belmonte, titolo riconosciuto
formalmente con Regie Lettere Patenti del 3 aprile 1887, duchessa di
Acerenza, marchesa di Galatone e contessa di Copertino ed ebbero per
figli:
LAURA;
LIVIA;
ANNA;
GIULIA;
MARIA
MERCEDE,
sposata a Benedetto dei marchesi
Maresca
dei duchi di Serracapriola;
CHIARA,
sposata a Francesco de Clario, patrizio di Salerno degli antichi
baroni di Finocchito;
GENNARO
(Napoli, 1851 † Roma, 1948), usava il titolo di conte di Copertino,
fu cardinale, decano del Sacro Collegio Cardinalizio; ed il
primogenito
GIOACCHINO
Granito Pignatelli
(Napoli, 1849 † 6 aprile 1934), 6° marchese di Castellabate, con le
stesse Regie Lettere Patenti del 3 aprile 1887, fu autorizzato ad
assumere anticipata successione materna, ed a trasmettere, il titolo
di principe di Belmonte (13°), con il quale è iscritto nell'Elenco
Ufficiale della Nobiltà Italiana, duca di Acerenza, marchese di
Galatone, e conte di Copertino; convolò a nozze nel 1865 con
Caterina d’Ayala dei marchesi di Valva, ed ebbero per figli:
GIOVANNA MARIA,
FRANCESCA PAOLINA,
ed ANGELO
MARIA
(1875 † 1924).
GIOACCHINO
Granito Pignatelli (n. Milano, 1913), 14° principe di Belmonte,
figlio di Angelo Maria, e della sua seconda moglie Maria Giudo, per
successione al suo avo paterno Gioacchino, essendo Angelo Maria
premorto al padre. |
GENNARO (Napoli,1851 † Roma, 1948), figlio di Angelo
e Paolina Pignatelli principessa di Belmonte, studiò filosofia nel
collegio di Mondragone,
dove
nel
settembre del 1877 decise di dedicare la sua vita a Dio, dopo aver
assistito ai funerali dell'arcivescovo di Napoli, cardinale
Sisto Riario Sforza,
in odore di santità.
Incoraggiato a proseguire nella strada intrapresa dal nuovo
cardinale di Napoli,
Gugliemo Sanfelice,
Gennaro fu ordinato sacerdote nel 1879. Si prodigò in favore dei
colpiti dal terremoto ad Ischia del 1883 e l'anno dopo fu nominato
prelato di Sua Santità; fu creato cardinale nel 1911 e poi vescovo
di Albano. Fu confratello dell'Augustissima
Arciconfraternita ed Ospedali della SS. Trinità dei Pellegrini e
convalescenti. |

© Napoli - Ritratto
del Cardinale Gennaro Granito Pignatelli di Belmonte |

Cava de' Tirreni -
Monumento
del Vescovo Silvestro Granito
© Per
gentile concessione di Vincenzo de Simone |
SILVESTRO
fu vescovo di Cava de' Tirreni e Sarno dal 1818 al 1832;
Gabriele (da “Notizie storiche del Castello
dell’Abate”, di Domenico Ventimiglia, 1827) dall’atto di morte di
suo fratello Silvestro, come si evince dalla lapide sul suo
monumento nella cattedrale di Cava eretto da detto Gabriele. |
Alcune parentele contratte dai Granito:
del BALZO:
Giovanna Maria (n. a Napoli nel 1872), figlia del principe
Gioacchino Granito, sposò il nobile Gennaro
del Balzo dei duchi di Presenzano.
MARESCA:
Maria Mercede (Napoli, 1853 †
ivi, 1925),
figlia di Angelo Granti, marchese di Castellabate, sposò a
Napoli nel 1874 il nobile Benedetto Maresca di Serracapriola.
SERRA:
Angelo (Napoli, 1875 † 1898),
fratello di detta Giovanna Maria, sposò nel 1879 Adelaide
Serra dei duchi di Cassano.
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© Castellabate
- Palazzo Granito di Belmonte |
Il seicentesco
palazzo del principe Angelo Granito Pignatelli di Belmonte,
a Santa Maria di Castellabate, è oggi uno degli alberghi più
esclusivi della costa cilentana.
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©
Belmonte, in Calabria citra - Furono principi di
Belmonte i Ravaschieri (1619), i Pinelli (1685),
i
Pignatelli (1721) ed infine i Granito (1877). |
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