
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia Loffredo |
Arma: di vaio pieno d'argento e d' azzurro(1). |

© Napoli - Stemma della Famiglia Loffredo - sec. XVII. |
Le radici dell’antichissima e nobile famiglia
napoletana Loffredo si perdono nella notte dei tempi e, come
accade in questi casi, gli storici hanno ipotizzato varie
ipotesi.
L'Abate Michele Giustiniani scrisse nel
1683 le «Lettere Memorabili» dedicate a Girolama Loffredo
Principessa di San Severo e
Duchessa di Torremaggiore in
cui cita le «Cronache dell'Anno Mille» di Rodolfo il Glabro dove
si narra che il capostipite della famiglia Loffredo fosse
Ugone agnato dei Conti e poi Duchi di Normandia provenienti
dalla Danimarca e dalla Norvegia.
Il predetto Ugone Signore di Ridelli, figlio di Goffredo
(o Loffredo da cui prende il nome la famiglia), figlio
del Re Horik I di Danimarca, figlio del Re Gudfred di Danimarca,
venne in Puglia nell'anno 1000 circa.
Lupo Protospata narra nel suo «Chronicon» che ebbe tre figli,
Frontone Signore di Ridelli e Isernia da cui discesero i
Duchi di Gaeta, Ottavio
Signore di Campobasso (1062) e Petrone
Conte di Trani (1045), da cui
Roberto
Conte di Matera
(1064). Sono citati nei Privilegi di Re Ruggero d'Altavilla
nell'anno 1141, dell'Imperatore
Federico II nel 1246 e del Re
Filippo IV nel 1635 dove vengono onorati del titolo di
«Illustri» e «Nobili Consanguinei» della Casa Reale Normanna di
Sicilia.(2)
All’epoca di
re Ruggiero
II il Normanno, il casato possedeva i feudi di Castellaneta,
Mottola, Martina, Palo e Modugno e la
contea di Montescaglioso.
Biagio Aldimari sostiene che i Loffredo erano
conti di Trani
nel 1045,
Matera
nel 1064,
Montescaglioso,
Lecce e
Sessa
nel 1070,
Capaccio
nel 1266;
duchi di Gaeta
nel 1072.
I Loffredo furono ascritti al Patriziato napoletano del
Seggio di Capuana e,
dopo l’abolizione dei Sedili (1800), furono iscritti nel Libro
d’Oro napoletano.
FRANCESCO Loffredo, patrizio napoletano, nel 1352 fu cavaliere
dell’Ordine del
Nodo.
GIOVANNI LUIGI († 1508) nel 1479 divenne
barone di Carovigno;
sposò Laudonia
d’Alagno, figlia di
Nicola, Signore di Roccarainola e di Caterina
de Cardenas dei
marchesi di Laino.
Nel
1495 Scipione Loffredo fu
tra gli Ambasciatori dei Sedili di Napoli, fra cui Giulio Cesare
Caracciolo, Filippo Capece, Carlo Dentice, Paolo Brancaccio,
Girolamo Carafa, Tomaso Pignatelli, Angelo d’Anna,
Marcello Ruffo, Nicolò di Sangro, Angelo d’Alessandro,
Scipione Moccia, Cesare Agnese ed altri, che i Sedili
mandarono ad Aversa al Re Carlo VIII per dichiarare la
disponibilità dei napoletani ad accoglierlo come Re di
Napoli, come sarebbe avvenuto al suo ingresso a Napoli il
21 febbraio dello stesso anno.
GIOVAN BATTISTA (†
1535), figlio del Presidente del Sacro Regio Consiglio del Regno
di Napoli Sigimondo, fu Signore di Monteforte, Cardito e
Mugnano; sposò nel 1531
Porzia
Caracciolo del Sole, figlia di Gian Giacomo, Conte di
Sant'Angelo. Fu capitano generale durante la
campagna di Tunisi
dove morì eroicamente nel 1543. |

© Napoli - statua di
Giovan Battista Loffredo |
ENRICO (1507 † 1547) nel 1531 fu nominato vescovo di Capaccio.
FRANCESCO († 1547),
patrizio del Seggio di Capuana , fu nel 1540 nominato Presidente
del
Sacro Regio Consiglio
del Regno di Napoli e
Vice
Protonotario del Regno di Napoli.

Napoli, Cappella Loffredo |
FERDINANDO († 1573), Vicerè di Terra d’Otranto
e membro del Sacro Regio Consiglio, nel 1548 fu decorato col
titolo di
marchese di Trevico;
sposò Diana
Spinelli, figlia di Carlo, conte di Seminara. A lui
si deve la costruzione della chiesa di Pizzofalcone ove i
Loffredo possedevano una splendida villa, oggi in parte occupata
dalla Caserma Nino Bixio, acquistata dai Carafa. |
© Napoli - la chiesa costruita
da Ferdinando,
marchese di Trevico. A destra: Napoli - parte della caserma Bixio, un tempo
facente parte della villa dei Loffredo |
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Trevico (Avellino) |
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San Sossio di Baronia (Avellino),
ricadente nel feudo di Trevico |
San Sossio di Baronia, Croce fatta erigere da
Ferdinando Loffredo nel 1611. A destra:
San Sossio di Baronia (Avellino),
Basamento della Croce con lo stemma Loffredo |
San Sossio di Baronia, Fontana fatta erigere da
Ferdinando Loffredo nel 1612. A destra:
San Sossio di Baronia (Avellino),
immagine di San Sossio e stemma Loffredo |
CARLO, patrizio del Seggio di Capuana, fu
Governatore di
Capitanata
e nel 1593 fu insignito col titolo di
marchese di Sant’Agata di Puglia.
Giovanni
Battista
(† 1609)
nel 1588 ottenne il titolo di
marchese di Monteforte;
fu Governatore di Calabria Citra e sposò Diana Caracciolo,
figlia di Marino, principe di Avellino.
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Napoli - Monumento funebre di
Carlo Loffredo. A destra: Monumento funebre di Cesare Loffredo |
Mario
(1590 † 1657),
figlio dei predetti Giovanni Battista e Diana Caracciolo, nel
1637 fu insignito del titolo di
principe di Cardito.
Sposò
nel 1618 Aurelia Caracciolo, figlia di
Giovanni Vincenzo, Marchese di Casalbore.
Francesco
(Cardito, 1600 † Napoli,
1636), patrizio del seggio di Capuana, nel 1635 divenne
principe di Amorosi.
Marco
Antonio
(† 1641),
patrizio del Seggio di Capuana, nel 1603 sposò Dianora
Caracciolo baronessa di Maida e Laconia, figlia del
conte di Oppido; ottenne i
titoli di
principe di Maida
nel 1608, marchese
di Sovereto
nel 1628,
principe di
San Costantino
nello steso anno,
duca di Laconia
nel 1629,
marchese di Montesoro
nel 1641.
DONATO ANTONIO († 1644),
barone di Locorotondo,
Nocara
e
Canna,
fu insignito col titolo di
duca di Nocara;
nel 1597 sposò 1597 Emilia
Spinelli, figlia di Giovanni Battista, principe di Scalea.
OTTAVIANO († 1630),
fratello di detto Donato Antonio, valoroso combattente, si mise
in luce durante le guerre in Fiandra con il grado di Maestro di
campo nell’esercito spagnolo; divenne
marchese di Canna
e sposò nel 1598 Elena
Minutolo.
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© Napoli - Stemma Famiglia
Loffredo. A destra: particolare Cappella Loffredo
(1689) |
FRANCESCO († Napoli, 1688),
marchese di Trevico e di Sant’Agata,
conte di Potenza,
sposò nel 1652 donna Chiara Loffredo dei
principi di Maida.
NICOLA ENRICO († 1749),
marchese di Trevico e di Sant’Agata, conte di Potenza, nel 1710
fu decorato col titolo di
principe di Migliano.
Carlo, principe di Migliano, conte di Potenza,
marchese di Trevico e di S. Agata di Puglia, Gentiluomo di
Camera con esercizio di S.M., Cavaliere del Real
Ordine di S. Gennaro fu iscritto sin dal 1754 quale
confratello dell’Augustissima
Compagnia della Disciplina della Santa Croce.
MARIANNA (Napoli, 1803 † ivi, 1833),
principessa
di Migliano e di
Viggiano,
marchesa di
Trevico, di Sant’Agata, di
Monteforte e
di
Zungoli,
contessa di Potenza, sposò nel 1825 don Francesco
Caracciolo, principe di
Santobuono.
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Famiglie
imparentate con casa Loffredo
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Alcune
Parentele contratte dai Loffredo:
ALBANI:
Carlo († Napoli,
1791), principe di Migliano, marchese di Trevico e Sant’Agata,
sposò nel 1740 la principessa Maria Anna Giuseppa
Albani, figlia Carlo principe di
Soriano al Cimino.
di
BOLOGNA
(o Beccadelli): Maria Rosa, figlia del principe Carlo e della
principessa Maria Anna Giuseppa Albani, sposò Ascanio
di Bologna, patrizio napoletano e
duca di Palma.
CAPUA di:
Francesco
Loffredo (†
14-1-1586), 2° Marchese di Trevico, Signore di San Sossio,
Zungoli, Migliano seu Miglianello, Cormitello e Contra e
castellano di Lecce dal 1573, Patrizio Napoletano, sposò
nel
1557 donna Lucrezia
di Capua, figlia di
don
Vincenzo 3° Duca di Termoli e
della nipote donna Maria di Capua 3° Duchessa di Termoli
CARBONE:
Scipione (†
1603),
Barone di Canna e Nocara, Montiero maggiore del Regno di Napoli,
sposò nel 1571 Isabella
Carbone, figlia di Giovanni Bernardino,
marchese di Paduli.
LOFFREDO:
Vittoria Loffredo sposò
Antonio
di Sangro (†
1528), patrizio napoletano del Seggio di Nido.

Lucito (Campobasso),
stemma partito di Sangro e Loffredo - Anno 1502 |
MANCINI:
Adelaide Loffredo, figlia di
Francesco Loffredo 2° Marchese di Trevico, Signore di Ostuni,
San Sossio,
Zungoli,
Migliano seu Miglianello, Cormitello e Contra e castellano di
Lecce dal 1573,
Patrizio
Napoletano e di
donna Lucrezia di Capua dei Duchi di
Termoli, sposò Gian Camillo
Mancini, 2° Marchese di
Fusignano, 3° Barone del Casale di San Nicola a Ripa, Nobile
Romano, Patrizio di Ancona, Patrizio di Ferrara, Signore di
Canneto, Silva Nigra, Cannellara e Santa Lucia, Governatore di
Ostuni, Regio Visitatore della Provincia del Principato Ultra,
umanista.
Piccolomini d’Aragona:
Fulvia,
figlia del marchese Francesco († 1586)
e di Lucrezia di Capua dei duchi di Termoli, sposò Ferrante
Piccolomini d’Aragona, marchese
di Deliceto.
PINTO:
Mario Camillo (Napoli,1659 † ivi,1749),
principe di Cardito e marchese di Monteforte, sposò nel 1696
Caterina Pinto y Mendoza, figlia di
Gaspare e di Anna Maria Lagni dei marchesi di Romagnano (1672
† ?),
vedova di Antonio
Montalto, duca di
Fragnito.
Antonia Maria Loffredo (Napoli, 1753 † ivi,
1838), figlia del principe Carlo e della principessa Maria Anna
Giuseppa Albani, sposò nel 1777 Pasquale Pinto y Mendoza, 4°
principe d’Ischitella.
di
SANGRO:
Carlo († Potenza,
1699), marchese di Trevico e di Sant’Agata, sposò Violante
di Sangro, figlia di Girolamo, principe
di Viggiano. |
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1)
- Libro d'Oro Napoletano - Archivio di Stato di Napoli -
Sezione Diplomatica.
2)-
Archivio Federico Adriano Mario
La Longa Mancini. |
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