
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia Serra |
Arma:
d'oro a due
fasce scaccate di due file, la prima di rosso e d'argento, la seconda d'argento
e di rosso(1).
Dimora: Roma e Napoli.
Motto: VENTURI AEVI NON IMMEMOR. |

© Napoli - via Monte di Dio - Dipinto, su volta ingresso omonimo palazzo,
dello stemma della
Famiglia Serra del ramo dei duchi di Cassano.
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L’antichissima e nobile famiglia Serra, originaria di Genova,
godette di grande nobiltà in Genova, Spagna, Sardegna e nel Reame di
Napoli.
Si intuisce la grandezza di questa famiglia dal motto: “Venturi aevi
non immemor" ovvero "Conoscere il
passato per guardare al futuro”.
Nella Cronologia dei Consoli
di Genova (“Atti della Società Ligure di Storia Patria” – Vol. I,
fasc. 3, carta 240) si rileva che il Casato discente dalla famiglia
ligure dei de Mari; capostipite fu
Corso che prese il cognome dal padre Serra, figlio di Ottone
de Mari, della Classe dei Visconti nel 1122.
I Serra di Sardegna raggiunsero il massimo splendore nel 1145 con
Barisone de Serra
proclamato re di Sardegna da Federico Barbarossa.
I Serra di Genova furono aggregati all’albergo di Casa Lercara nel
1528. |
Dai figli di
Paolo Serra, senatore
della Repubblica di Genova agli inizi del XVI secolo, nacquero tre
rami:
I discendenti di
Antonio,
figlio primogenito, ottennero numerosi titoli, tra i quali:
duca di
Terranova
(1574), principe di Gerace (1609),
marchese di Gioia
(1654), principe sul cognome (1713). Detti titoli pervennero per
successione di casa
Oliva Grimaldi.
I discenti di
Giovan Battista,
figlio secondogenito, ottennero il titolo di
principe di Carovigno
(1645). Detto titolo passò nel 1666 in Casa
Messia de Prado.
I discendenti di
Girolamo,
figlio terzogenito, ottenne il titolo di
duca di Cassano
(1678). |

© Napoli - Stemma Famiglia Serra |

© Napoli - una sala di Palazzo Serra di Cassano |
I Serra in più riprese passarono nel Napoletano sin
dai tempi di
Carlo I
d’Angiò con PIETRO di Serra familiare di detto sovrano nel 1269.
Nel 1299 BERENGARIO di Serra fu scudiero di Bertrando
d’Artus,
generale dei balestrieri, nella guerra di Sicilia insieme a
Guglielmo
Acquaviva e Roberto
Pagano.
Nel 1423 ANDREA di Serra, Capitano d’Arme, acquistò il castello di Nicandro.
CARLO Serra,
detto anche Inserra,
del Seggio di Porto, nel 1690 fu decorato col titolo di
principe
di Pado, feudo in
Principato Citra. L’arma di questo ramo nel
XVII secolo fu: d’oro al monte d’azzurro a 11 cime; in seguito,
nel Libro d’Oro napoletano: d’oro al monte verde a 9 cime.
Andrea
Serra,
principe di Pado,
sposò
Camilla
d'Amore, primogenita
ed erede di Giuseppe (Ugento, 1650 † ivi, 1690), marchese di Ugento.
In Napoli, nella chiesa dei Genovesi, vi è la cappella
gentilizia dei Serra
principi di Carovigno. |

© Stemma
Famiglia Inserra o
Serra di Pado |
IL RAMO DI CASSANO
GIOVAN FRANCESCO
(Genova, 1609
† 1656),
patrizio genovese, marchese di
Amendralejo e di Strevi, figlio del citato marchese
Girolamo
e di Veronica Spinola, valoroso comandante, fu Maestro
di Campo di un terzo della Fanteria Napoletana e
partecipò agli assedi di Vercelli, Torino e Casale, fu
Governatore della Catalogna; morì combattendo
valorosamente su una galea di
Don Giovanni d’Austria, fratello del Re di Spagna,
durante uno scontro con le navi Turche. Acquistò
all'asta dal Sacro Regio Consiglio contro il patrimonio
del principe di Bisignano
Sanseverino per ducati 520.000 la terra di
Cassano
e dei casali di
Francavilla e Civita di pertinenza del feudo di Cassano, seguì il Regio Assenso l'8 ottobre del 1631 (l'acquisto fu
realizzato alcuni anni prima dai suoi prestanome); nel
1633 sposò Giavanna
Doria figlia di
Carlo, duca di Tursi. |
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Civita (Cosenza) |

Francavilla Marittima |
GIUSEPPE
(†
1715), patrizio genovese, marchese di Strevi, figlio del
marchese Giovan Francesco, ereditò il feudo di Cassano,
con privilegio di re Carlo II del 14 marzo 1678 ottenne
il titolo di duca di Cassano, nel 1680 fu aggregato con
la sua famiglia al
Patriziato Napoletano
del
Seggio di Porto; sposò la milanese Maria Trivulzio
figlia di Ercole, principe di Musocco, con la quale non
ebbero prole.
GIUSEPPE MARIA
SERRA
(Cetraro, 1693
†
1726), 2° duca di Cassano come erede per la morte di suo
zio, duca Giuseppe, figlio di
FRANCESCO
(1644
†
1703) e di Laura Doria Gonzaga dei duchi di Tursi.
Costruì a Napoli il Palazzo Cassano a Monte di Dio ad
opera dell'architetto
Ferdinando Sanfelice; sposò Rosa
Caracciolo
figlia di Francesco, duca di Martina, (la quale in
seconde nozze sposò Scipione
Spinelli,
principe di Cariati) ed ebbero tre figlie:
ELEONORA,
sposata a Francesco
Filomarino,
duca di Perdifumo;
GIOVANNA,
sposata al principe Michele
Pignatelli;
e la primogenita
LAURA SERRA
(Cassano, 1723
†
Napoli, 1790), 3^ duchessa di Cassano; sposò un suo
congiunto, il marchese
GIUSEPPE SERRA
(1714
†
1763) figlio di
FRANCESCO
MARIA
(discendente del citato Antonio, fratello di Girolamo) e
di Laura Negroni. |
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La duchessa Laura Serra ed il consorte
Giuseppe dipinti da Carlo Amalfi e custoditi nella
Galleria Carlo Virgilio in Roma |

Lauropoli, Residenza
della duchessa Laura
Serra, Portale |

Lauropoli, frazione di
Cassano all'Jonio, fondata nella seconda metà del
Settecento dalla duchessa di Cassano, Laura Serra;
l'abitato si sviluppò
intorno alla sua residenza. |
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Cassano all'Jonio
(Cosenza) |
LUIGI
(1747
†
1825), 4°
duca di Cassano, prese l'ultima intestazione del feudo
di Cassano e del suo casale di Civita come erede per la morte di
sua madre, duchessa Laura; sposò Giulia
Carafa
della Spina
figlia di Gennaro, principe di Roccella, ed ebbero undici figli,
tra gli altri:
MICHELE
del
Seggio di Portanova,
nel 1796 cavaliere Gerosolimitano, già nel 1755 i Serra di
Napoli furono ricevuti nel
S. M. Ordine di Malta
come quarto della famiglia
Pignatelli;
GENNARO,
suo fratello, nato a Portici (NA) il 30-9-1772, fu nominato
Comandante della Guardia Nazionale della neonata Repubblica;
dopo la Restaurazione fu arrestato, nonostante un tentativo di
fuga, e fu decapitato 20-8-1799 a soli 27 anni. Da quel giorno,
l’ingresso principale di via Egiziaca a Pizzofalcone, rivolto
verso Palazzo Reale, del Palazzo Serra di Cassano (oggi adibito
a sede dell'Istituto per gli Studi Filosofici), fu chiuso e fu
aperto l'ingresso secondario in via Monte di
Dio;

© Gennaro
Serra (1772
† 1799)
Comandante della Guardia Nazionale
della Repubblica Napoletana |
© Napoli - alcune sale di Palazzo Serra, oggi sede dell'Istituto per gli Studi Filosofici |
FRANCESCO
(Napoli, 1783 † Capua, 1850, sepolto ivi nella Cattedrale),
dottore in U.J.D., intraprese la carriera ecclesiastica, divenne
Protonotario Apostolico nel 1806, Arcivescovo di Capua nel 1826,
Cardinale nel 1831.
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© Capua - Stemma del
Cardinale Francesco Serra |
GIUSEPPE
(1771
†
1837), 5° duca di Cassano, come erede per la morte di suo padre,
duca Luigi, nel 1795 aderì al nuovo movimento intellettuale,
chiamato “Illuminismo” e, per tale motivo, fu imprigionato per
tre anni in Castel Sant’Elmo, insieme a Diomede Carafa. Come suo
fratello Gennaro fu condannato a morte per aver preso parte
alla
Repubblica Napoletana, si salvò essendo, per la stessa,
Ambasciatore a Parigi; successivamente ricoprì alcune cariche al
sevizio di Murat; sposò Teresa di
Tocco Cantelmo
Stuart
figlia di Carlo, principe di Montemiletto.
LUIGI
(1810
†
1884), 6° duca di Cassano, titolo riconosciuto con Regio
Rescritto dell'11 gennaio 1839, gentiluomo di camera di re
Ferdinando II,
fu presidente della commissione araldica napoletana; sposò
Adelaide Spinelli figlia di Domenico, principe di San Giorgio.
FRANCESCO
(1843
†
1917), 7° duca di Cassano, come erede per la morte di suo padre,
duca Luigi; sposato a Clotilde
Giusso
dei duchi di Galdo, ebbero diciassette figli.
LUIGI
(1868
†
1935), 8° duca di Cassano, come erede per la morte di suo padre,
duca Francesco, iscritto nell'Elenco Ufficiale della Nobiltà
italiana, cavaliere di onore e devozione del S.M.O.M.; sposò
Eisabeth Grant (†
1938) di Gugliemo ed ebbero per figli:
CLOTILDE,
sposò Alessandro d'Urso;
VITTORIA,
sposò Ottorino Giannantoni e
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Sila Grande, Difesa Percacciante
(2),
la villa e la cappella. |
FRANCESCO
(1914
†
1998), 9° duca di Cassano, cavaliere del S.M.O.M.,
sposato ad Elena Parodi Delfino hanno avuto per figli:
CORSO
(1942), sposato a Patrizia Donahue ed hanno avuto per
figlio
GENNARO;
LEOPOLDO (1940), sposato a Sylvia Shoen
ed hanno avuto per figlio
CORSO;
ed il primogenito
LUIGI (1939), 10° duca di Cassano,
sposato a Maria Grazia della Noce hanno avuto per figlio
GIOVAN
FRANCESCO (1964), sposato a Giulia Muti. |
La famiglia risulta aggregata come montista al
Real Monte di Manso.
Nel 1819 il conte Luigi
Dentice
(Napoli, 1791 † ivi, 1850), sposò donna
ANNA MARIA Serra, figlia di
PASQUALE dei duchi di Cassano. |
IL RAMO DI GERACE
Maria Antonia
Oliva Grimaldi (Genova, 1758 † Napoli, 1833), 7^ principessa
di Gerace; 9^ duchessa di Terranova, 7^ marchesa di Gioia e 10^
contessa di Monte Sant' Angelo, baronessa
di Casalnuovo, Cittanova, Galatona, Malocchio, Radicena,
Jatrinoli, Rizziconi, San Martino Antonimina, Canolo e
Portigliolo, patrizia genovese, nobildonna
napoletana, dama della corte delle Due Sicilie, figlia ed
erede di Teresa Oliva Grimaldi, 6^ principessa di Gerace
, e di Giovanni Agostino, conte di Roccagrimalda, capo della
linea secondogenita della stessa famiglia; sposò in prime nozze,
nel 1777, il marchese
GIOVAN BATTISTA I
Serra (
Genova, 1742 † Napoli, 1787),
e nel 1789, in seconde nozze,
PASQUALE
Serra (Portici, 1757 † Napoli, 1839
),
dei duchi di Cassano,
patrizio napoletano,
principe di Gerace
per maritali nomine, decurione della città Napoli nel 1807, cavaliere di Devozione
dell'Ordine di Malta
dal 1792
.
Dal primo matrimonio nacque
GIOVANNI AGOSTINO
(Genova, 1780 † Napoli, 1854), 8° principe di Gerace,
duca di
Terranova,
marchese di Gioia etc. come erede per la morte di sua
madre, principessa Maria Antonia,
Consigliere di Stato dal 1807. Sposato a Maria Domenica
d'Aragona de Ajerbe,
non ebbero prole.
Nel 1820 il citato Giovanni Agostino, insieme alla madre, in
Napoli nella zona di Posillipo, acquistò da Giuseppe de Thurn
dei terreni con annessa una piccola costruzione e cappella. Il
duca di Terranova trasformò la tenuta di 66.000 mq. da agricola
a residenziale; le costruzioni coloniche vennero ristrutturate,
ingrandite e abbellite, nacque così il casino di Belvedere (oggi
Palazzina Borbonica) e il casino Gaudioso (oggi Grande
Foresteria). L'intera proprietà passò nel 1857 a Luigi di
Borbone, comandante della marina napoletana, nel 1897 fu
acquistata da lord Rosebery che lo cedette allo Stato
Italiano nel 1909. Dal porticciolo di questa tenuta partì
Vittorio Emanuele III per l'esilio.
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Napoli, casino Belvedere
(oggi Palazzina Borbonica. A destra: il Belvedere |
Napoli, Casino Gaudioso
(oggi la Grande Foresteria) |
Napoli, Casino Gaudioso
(oggi la Grande Foresteria). A destra: parte del
porticciolo |
Altro figlio NICOLA
(1795 † 1876), patrizio napoletano, ereditò dalla madre il
titolo di
conte di Monte Sant’Angelo,
sposò in Napoli nel 1827, Marianna
Grifeo, figlia di
Benedetto, principe di Partanna, e di Lucia
Migliaccio duchessa di Floridia (1809 † Napoli,
1831). Abitarono in Napoli nella villa Floridiana, oggi
Museo
del Duca di Martina.

©
Napoli, l'ex residenza dei coniugi Nicola
Serra e Marianna Grifeo |
FRANCESCO
(Genova, 1781 † Napoli, 1858), 9°
principe di Gerace etc., nel 1813 sposò Livia Lamba
Doria.
GIOVAN BATTISTA II
(Napoli, 1815
†
1883), 10° principe di Gerace etc., come erede per la morte di
suo padre, principe Francesco; nel 1856 sposò Teresa
Carafa dei
duchi di Forli ed ebbero per figli:
LIVIO,
del quale si descriverà di seguito, ed il primogenito
FRANCESCO
(Napoli, 1856 † Roma, 1923), 11°
principe di Gerace etc., come erede di suo padre, principe
Giovan Battista, titoli riconosciuti con Decreti Ministeriali
del 25 maggio 1890 e 3 giugno 1897, seguiti dalle Regie Lettere
Patenti del 2 aprile 1908, sposò Sara, figlia del conte Alvarez
Calderon.
GIOVAN BATTISTA III
(Napoli, 1884
†
Roma, 1946), 12° principe di Gerace etc., come erede di suo
padre, principe Francesco, iscritto nell'Elenco Ufficiale della
Nobiltà Italiana del 1922, cavaliere di Onore e Devozione del
S.M.O.M., sposato ad Anna
Saluzzo dei duchi di Corigliano, non ebbero
discendenza legittima. |

Genova, Palazzo Serra di Gerace,
cortile interno |

Genova, Palazzo Serra di Gerace,
camera dove nacque Giovanni Agostino Serra di Gerace |
© Napoli - Cappella
gentilizia della Famiglia Serra di Gerace |
In Napoli nella
cappella gentilizia della famiglia Serra di Gerace riposano in
pace, tra gli altri, il principe Pasquale Serra (Portici,
1757 † Napoli, 1839),
il marchese di Gioia Francesco Serra di Gerace (Genova,
1781 † Napoli, 1858). |

© Napoli - Cappella
gentilizia della Famiglia Serra di Gerace - targa in memoria di
Maddalena Serra (Genova, 1782
† Resina, 1836),
moglie di Carlo
Guevara Suardo, duca di Bovino; Tersa Serra (Napoli, 1784 † ivi,
1849) moglie di Francesco Pinto y Mendoza,
principe di Ischitella; e di Anna Maria Serra (Napoli, 1802 †
Vienna, 1868) moglie di Luigi Dentice, principe di Frasso. |
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Livio (Parigi,
1862 † Napoli, 1938), patrizio napoletano, figlio del principe
Giovan Battista II, fu un illustre genealogista ed araldista;
scrisse molte opere tra le quali "I Registri Titolarum del
Collaterale" e gli alberi genealogici di moltissime famiglie
nobili. Sposò a Napoli, nel 1888, Maria Carafa, figlia di
Ferdinando, duca di Andria.
Il voluminoso archivio dei Serra di Gerace fu donato
all'Archivio di Stato di Napoli tra il 1947 e il 1949 da Anna
Saluzzo (Napoli, 1887 † Roma,1972) dei duchi di
Corigliano, vedova di
Giovan Battista III
(Napoli, 1884 † Roma, 1946), ultimo principe di Gerace.
Le scritture in precedenza erano conservate presso un ramo
collaterale dei Serra di Gerace, ovvero i
Serra duchi di
Cardinale, il cui capostipite fu
Luciano Brunas Serra,
figlio naturale del marchese
Giovanni Agostino
Serra (Genova, 1780 † Napoli, 1854), principe di
Gerace, che nel 1843 sposò a Napoli Giovanna
Filangieri, duchessa del Cardinale. Il figlio
Carlo
Brunas Serra (1845 † 1912), alla morte della madre nel 1866
ereditò il titolo.
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IL FEUDO DI POLICORO IN TERRA DI BASILICATA |

Castello di Policoro |
Nel Seicento il feudo di Policoro venne donato dai
Sanseverino ai Gesuiti come voto per ottenere
la guarigione del loro figlio; nel 1772 i Gesuiti
furono espulsi dal Regno delle due Sicilie dal re
Ferdinando IV di Borbone, tutti i loro beni
vennero incamerati dal Regio Fisco. Il feudo, come
succedeva in questi casi, venne venduto all'asta e
comprato nel 1791 da donna Maria Antonia Oliva Grimaldi,
7^ principessa di Gerace, sposata in prime nozze, nel
1777, con Giovan Battista Serra ed in seconde
nozze con Pasquale Serra. In questo modo la
famiglia si estinse nei Serra, che ne raccolsero i
titoli e l'eredità. Nel 1893, Francesco Serra,
principe di Gerace, vendette al barone Luigi
Berlingieri di Crotone il feudo compreso il
castello con atto del notaio Ruo di Napoli per lire
3.400.000. |
_________________
Note:
1)
- Libro d'Oro Napoletano - Archivio di Stato di Napoli -
Sezione Diplomatica.
2)
-
La difesa Percacciante, nella Sila Grande, prende il
nome dalla famiglia che la possedette originaria di
Flavetto di Rovito; a fine Ottocento pervenne alla
famiglia
Collice
come
dote di Agata Grisolia sposata al barone Raffaele
Collice, non avendo avuto prole fu ereditata dal nipote
barone Adolfo Collice di Ignazio che la vendette, agli
inizi del Novecento, al duca Serra di Cassano. La foto
fu scattata da Luigi, nobile dei baroni
Barracco,
appassionato,
oltre che della caccia come il suo amico Adolfo Collice,
della fotografia, diverse foto furono usate per creare
cartoline sul paesaggio silano; altro particolare nella
didascalia della cartolina è la scritta "Barone
Serracassano" in quanto tutti i nobili venivano
appellati Baroni.
_________________
Bibliografia:
- Berardo Candida Gonzaga, “Memorie delle
famiglie nobili delle Province Meridionali d’Italia”,
Napoli, 1875.
- Vittorio Spreti, “Enciclopedia storico-nobiliare
Italiana”, Arnaldo Forni Editore.
- Erasmo Ricca, “La nobiltà del Regno delle Due Sicilie”,
Napoli, 1839.
- G.B. di Crollalanza, “Dizionario storico-blasonico
delle famiglie nobili e notabili italiane estinte e
fiorenti”, Pisa 1896.
- Mario Pellicano Castagna “La Storia dei Feudi e dei
Titoli Nobiliari della Calabria”; Editrice C.B.C. 1996.
- Francesco Bonazzi di Sannicandro, “Famiglie nobili e
titolate del Napolitano”, Arnaldo Forni Editore, 2005.
- Harold Acton “ I Borbone di Napoli”, Giunti Martello
Editore, 1985.
- Nicola della Monica, “Le grandi famiglie di Napoli”,
Newton & Compton Editori, 2004 |
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