
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia de Lauro
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Arma:
d’oro all’albero di alloro al naturale fogliato di verde e
sradicato, sinistrato da un leone al naturale; nel 1539 fu
aggiunta l’aquila in capo. |

© Arma di Don Francesco de Lauro degli
antichi conti di Caserta |
L'antichissima e nobilissima famiglia di Lauro o de Lauro è un ramo
dei
Sanseverino; il capostipite fu Roberto, figlio del
conte di Caserta e di Tricarico Guglielmo Sanseverino nel 1178,
feudatario di Lauro, dal cui feudo i discendenti presero il
cognome.
Il Casato ha goduto di nobiltà in Tropea, Catanzaro, Amantea nel
Seggio di San Basilio, Castellammare di Stabia e Seminara, ed
ottenne i feudi di Ducenta, Lauro, Limatola, Machinale, Montorio,
Morrone, Straino e Telese. |
Tra i maggiori personaggi:
Roberto, Signore di Lauro, partecipò alla Crociata con
mille suoi militi; eresse in Caserta le chiese di S. Basilio, S.
Giacomo e S. Nicola.
Giovanni di Lauro fu nominato nel 1220
Gran
Protonotario del Regno.
La Famiglia si diramò in Catanzaro e in Amantea e vestì l'abito
di Malta dimostrando la nobiltà con processo instaurato da Fra
Francesco
Cavallo.
Guglielmo fu Castellano di Reggio nel 1309.
Antonio fu Capitano di Napoli e Giustiziere in Abruzzo
nel 1460.
Berardo fu Cavallerizzo maggiore di re Ferdinando
d'Aragona nel 1473.
Giovanni Pietro fu Capitano e con 200 cavalieri propri
partecipò a varie battaglie agli ordini di
Philibert de Chalon,
principe
di Orange e Vicerè di Napoli, nel 1528.
Antonio fu Vescovo di Stabia e Cappellano maggiore nel
1534.
L’imperatore
Carlo V d'Asburgo-Spagna con privilegio datato 8
agosto 1539 concesse a Scipione de Lauro,
conte Palatino e
nobile del Sacro Romano Impero,
di aggiungere l’Aquila alla propria arma, con concessione di
creare due dottori all’anno, più notai e giudici, oltre a varie
esenzioni e immunità, nonchè di riscuotere la pensione di cento
scudi sui beni dei ribelli Ignazio
Scaglione di Nicastro e
Ferdinando
Galdo
di Napoli.
Mario fu Vescovo di Campania e Satriano nel 1560; si deve
a lui la costruzione del Monastero dei Domenicani e di Santa
Maria delle Grazie a Girifalco.
Vincenzo Lauro (Tropea, 1523
† 1592) visse e studiò alla corte
di Ferdinando
Carafa
della Stadera, duca di Nocera, e nel 1583 fu creato
Cardinale del titolo di S. Maria in Via.
Antonio fu Vescovo di Belcastro nel 1599.
Giovanni Battista de Lauro edificò a sue spese la Chiesa
matrice di Amantea. |

Amantea - Chiesa madre dedicata a San Biagio |

Amantea - Epitaffio in ricordo di Don Giovanni Battista
de Lauro |

Amantea - Palazzo
cinquecentesco costruito dalla Famiglia di Lauro di
fianco la scalinata della Chiesa matrice dedicata a San
Biagio, passato alla fine dell'Ottocento alla Famiglia
Furgiuele. |

Cosenza, Chiesa di San
Francesco d'Assisi,
lapide del fanciullo Gabriele Via |

Cosenza, Chiesa di San
Francesco d'Assisi,
stemma partito Via - de Lauro. |
I de Lauro ebbero il patronato di
una cappella in Napoli nella Chiesa di S. Maria delle
Grazie a Caponapoli.
Ignazio de Lauro nacque il 28/10/1652, figlio di
Francesco e di Dianora
Abenante dei baroni di Cirò, sin
dalla più tenera età si dedicò agli studi di medicina,
matematica e teologia; fu nominato Tesoriere della
Chiesa Arcivescovile di Rossano e acclamato principe
dell'Accademia degli Spensierati; insegnò nella
Congregazione dei Preti di Rossano, aggregata a quella
di Padre Pavone di Napoli. |

Ignazio de Lauro
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Napoli - uno degli ingressi della Chiesa di S. Maria
delle Grazie
a Caponapoli |
I de Lauro avevano in Montorio nella chiesa Parrocchiale
di San Felice una cappella col diritto di sepoltura;
detta chiesa fu distrutta dal terremoto del 1980.
Francesca Lauro, figlia di Domenico Antonio
e di donna Marzia
Quaranta, sposò il magnifico Francesco
Antonio del Grotto dando così inizio al casato dei
Lauro-Grotto.
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