Originaria
del regio casale di Aprigliano (oggi comune della
Presila cosentina), Pellegrino Quattromani,
notaio, è menzionato al foglio 8 nella platea
(1)
dell'arcivescovo di Cosenza Luca Campano risalente al
1223, il Sambiasi scrive “ viene notato nel pagamento
douea fare ogn'anno per alcuni poderi posti nel
tenitorio d'Aprigliano.”
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Aprigliano
(Cosenza) |
Pirro
Quattromani, fu il primo a stabilirsi in Cosenza nella
prima metà del Trecento, pubblico regio notaio,
professione che esercitò anche a Cosenza, sposò
Impernata (o Impennata) Amantea.
Ruggero
Quattromani, fu vescovo di Cassano (oggi Cassano all'Jonio)
sino al 1348, anno della sua morte.
Francesco,
fratello del vescovo Ruggero, generò
Ruggero
juniore,
fu tra i membri del Supremo Consiglio del re Ludovico
III.
Filippo,
giureconsulto, giudice annale nel 1376; sposò Delizia
di Francia, la quale gli portò in dote alcuni feudi;
ebbero per figli:
Antonio,
decano della cattedrale;
Galeotto
o Galeazzo
(†1444), presenziò alla
pace tra re
Alfonso I d'Aragona
e la città di Cosenza, con Bernardo
Caracciolo,
arcivescovo di Cosenza, e con Antonio Corvenos, vescovo
di Bisignano, sottoscrisse i capitoli tra re Alfonso e
la città di Cosenza, fu vescovo di Crotone dal 1440 al
1444;

Crotone, stemma
del Vescovo Galeotto Quattromani |
Scolastica,
monaca del monastero delle Vergini; Nicola, Regio
Consigliere; Girolamo, consigliere della Regia
Camera, signore di Gioia e Seminara, sposò Lucia
d'Aquino di Mileto ed ebbero per figlio Giuseppe,
possedeva il feudo dell'intero scannaggio di Cosenza del
quale fu spodestato per aver parteggiato con gli
angioini a danno degli aragonesi.
Giovanna
Quatromani sposò Bernardino
Telesio, nonni del filosofo
Bernardino.
Bartolo, patrizio cosentino, nella seconda metà
del Quattrocento fu possessore del feudo di Capalbo o
Cossini nella Sila Grande cosentina (gli altri quattro
feudi della Sila erano: Scalzati o Ponticelli, d'Ischito
o Schito, del Sacco e Tàcina come riporta Gustavo
Valente in "La Sila dalla transazione alla riforma
(1687-1950)" il resto della Sila era Regio Demanio).
Bernardino
Quattromani, fu eletto nel 1484, come risulta dal
protocollo del notaio
Donato.
Con privilegio di re Ferrante I il primo gennaio del
1490 fu confermato nell'investitura del feudo di Cossina
in qualità di primogenito di Bartolo nella quale è
scritto "...feudo de Cusinis nella Sila di Cosenza,
località ad Capalvo..." come riporta Mario Pellicano
Castagna in "La Storia dei Feudi e dei Titoli nobiliari
della Calabria a pag. 372 del I volume (per cui se ne
deduce che la denominazione originaria era di Cusinis
poi Cossini ubicato in località Capalvo poi Capalbo) il
feudo gli fu tolto essendosi compromesso durante la
visita di Carlo VIII.
Nel 1490, sotto il regno di re
Federico d'Aragona
vennero nominati nobili dal Consiglio Supremo tra gli
altri: Berardino
Caracciolo da Cosenza, Antonio Carolei di Cosenza,
Carlo
Castiglione detto Morello di Cosenza, Antonio
Telesio di Cosenza,
Ruggero
Quattromani di Cosenza.
Pietro
Paolo, fu eletto al servizio del re per il governo
della città.
Sertorio
Quattromani (1541
† 1603)
figlio di Bartolo ed Elisabetta d'Aquino;
filosofo, filologo, critico letterario; fu Accademico
Cosentino, soggiornò a Roma e Napoli, tra i suoi maestri
ci fu Bernardino Telesio, nel 1589 pubblicò “La
philosophia di Berardino Telesio ristretta in brevità”
con lo pseudonimo di Montano Accademico Cosentino e
dedicandola al suo protettore Ferrante
Carafa; lasciò
diverse opere in italiano e latino; negli ultimi anni
della sua vita, ritiratosi a Cosenza, sotto la
protezione del principe di Scalea Francesco
Spinelli, si
dedicò alla raccolta dei suoi scritti inediti, tra
quest' ultimi un manoscritto, redatto in collaborazione
con Coriolano Martirano
su alcune famiglie nobili di
Cosenza; la sua biblioteca contava circa ottocento
volumi manoscritti e a stampa ereditati da sua nipote
Lucrezia (sposata a Giovanni Battista
Sambiase), figlia della sorella
Giulia
e di Sebastiano della Valle; ebbe un'altra sorella di
nome
Ippolita ed un fratello,
Giovanni Andrea.
Nel 1624, a Napoli, Francesco Antonio
Rossi, amico di Sertorio, decise di pubblicare la sua corrispondenza col
titolo "Lettere di Sertorio Quattromani Gentil'huomo,&
Academico Cosentino. Divise in due libri. Et al
tradottione del Quarto dell'Eneide di Virgilio del
medesimo Auttore"; l'opera fu dedicata a Don Ferdinando
di Mendozza Alarcone, marchese della Valle."; dalle
lettere emerge la sua grande amicizia con Celso
Mollo
e il filosofo Bernardino Telesio.

Sertorio
Quattromani, incisione. |

L'opera
pubblicata nel 1589 da Sertorio Quattromani,
“La philosophia di Berardino Telesio" |

Uno dei tanti elogi scritti come
ringraziamento dai nobili le cui
famiglie furono inserite
nell’opera del Castiglione Morelli. |
Giuseppe
sposò Nonna
Migliarese con la quale ebbero per figli, tra gli
altri: Antonio, decano e più volte Vicario Capitolare di
Cosenza;
Girolamo
juniore, che sposò in prime nozze la
nobile Margherita Malena di Rossano, con la quale
generarono
Giuseppe.
Girolamo si rese complice nella fuga di Cice
Sersale e Belluccia
Sambiase dal monastero delle vergini di Cosenza
mediante una corda trovata appesa alla finestra il
mattino successivo, ancora oggi quella strada è detta
calata
della
corda,
la prima amata da lui e la seconda da Ciccio Visconte.
Presi ed incarcerati nella Vicaria, per i buoni auspici
del principe di Belmonte e del marchese di Fuscaldo
ottennero la libertà, questa vicenda gli costò buona
parte del patrimonio; in seconde nozze sposò Violante
Migliarese con la quale ebbero per figli:
Giovan
Battista;
Antonio,
si trasferì a Napoli dove fu uno tra i migliori
avvocati, al servizio di
Carlo di Borbone, fu nominato
giudice della Vicaria, eletto consigliere di Santa
Chiara, fu inviato come giudice della monarchia in
Sicilia;
Vincenzo,
fu avvocato dei poveri nelle Regia Udienza;
Giuseppe Maria,
gesuita;
Gabriele,
benedettino;
Teresa,
monaca presso il monastero di Santa Maddalena in Napoli.
Dai capitoli matrimoniali del febbraio 1643 risulta che:
Giuseppe sposò Laudonia Migliarese,
figlia di Francesca
Spadafora e di Giovan Battista, il quale promette
ducati 4.300 al futuro genero. Frà
Pellegrino,
cavaliere dell'Ordine
Gerosolimitano
(2)
, dalle deposizioni fatte alla commissione dell'Ordine,
incaricata di verificare i quattro quarti di nobiltà
necessari per esservi ammessi, i suoi genitori risultano
essere
Geronimo
ed Agata
d'Aquino;
nonni paterni
Filippo
e Giulia
Bombini; nonni materni Berardino d'Aquino e
Francesca
Firrao.

Stemma
Giannoccari |
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Luigi Maria Quattromani
(1758
† 1817) |
Filippo
Quattromani da atto del notaio Francesco Maria Scavello
dell'11 agosto del 1627 risulta sposato con Laudonia
Giannoccari(3) hanno
avuto per figli: Geronimo, sposato con Berardina
Caputo;
ebbero per figlia
Giovanna
che sposò Guglielmo
Parisio;
il reverendo dottor don
Antonio,
decano della cattedrale di Cosenza;
Fulvio;
Prospero
e
Bartolo
(morto giovane); e per figlie
Giulia
ed
Ippolita;
dall'atto si legge, riferito alle due figlie:
“...mediante Divina ispirazione, esser risolute di voler
entrare per monache al monastero di S. Chiara di questa
città di Cosenza, ed ivi poi far professione finito
l'anno e servire Iddio benedetto, e perciò per tale
effetto essi di Quattromani avere promesso per dote
delle predette Ippolita, e Giulia docati ottocento al
venerabile monastero di S. Chiara...”.
La famiglia nel corso del Settecento si trasferì a
Napoli.
Luigi Maria Quattromani (Napoli, 30 marzo 1758
†
ivi 29 dicembre del 1817), figlio di Giambattista, abbate, letterato, studiò nel
collegio dei nobili di Napoli, dopo aver conseguito gli
studi giuridici, entrò nell'ordine dei Somaschi; faceva
parte del ramo napoletano dell'antica famiglia
cosentina, la quale nella città di Napoli fu ascritta al
nobile
Sedile Capuano. |