
Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano,
ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano,
appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano
dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia della
Ratta |
Arma:
d'argento
al leone rosso coronato d'oro, tenente con la zampa destra un crescente
montante d'oro, col lambello azzurro di tre pendenti
caricati ognuno da tre gigli di oro,
attraversante sul tutto. |

© Stemma
di Francesco della Ratta, conte di Caserta e di Sant'Agata dei Goti,
Patrizio Napoletano, sposo di
Donna Altobella
Gesualdo - Sec. XIV
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La famiglia
catalana de La Rath, italianizzato in della Ratta, si trasferì nella capitale del regno
agli inizi del XIV secolo
con Diego della Ratta, al seguito della duchessa Violante
d'Aragona, prima moglie di Roberto, duca di Calabria e futuro re di Napoli.
Nel 1305 don Diego della Ratta seguì il
duca di Calabria, capo dei Guelfi della Toscana, a Firenze che era in lotta
contro Pistoia; entrò ben presto nelle simpatie dei toscani per il
valore militare, l'abilità nel governare, le buone maniere e per il suo
aspetto bello e imponente. E' nota la novella raccontata dal
Boccaccio nel suo "Decamerone": il cavaliere Diego, pur di trascorrere
una notte d'amore con la nipote del vescovo di Firenze, promise al suo
avaro marito una lauta ricompensa; quest'ultimo ingordamente accettò ma,
la mattina dopo, si ritrovò nelle mani alcune monete false.
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© Casertavecchia - Il castello |
Ritornato a Napoli, Diego fu nominato
conte di Caserta e
Gran Camerlengo, quale ricompensa per i
servigi resi al sovrano.
Il Castello di Casertavecchia,
abitato dai della Ratta durante il periodo Agioino ed Aragonese, fu
costruito nell'anno 861 d.C. da Landone, conte di Capua.
Si narra che nel castello sia nascosto un tesoro inestimabile.
Per i visitatori della vicina Reggia di Caserta si consiglia di
raggiungere il borgo di Casertavechia per degustare pietanze fatte con
antiche ricette e per ammirare la cattedrale, il castello e la torre
Federiciana.
Non mancano splendidi prodotti artigianali per
addobbare la casa e potrete scoprire il segreto degli "spiritelli" di
Casertavecchia. |

Caserta, Palazzo vecchio, l'antica sede dei conti
e dei signori di Caserta la cui torre venne fatta costruire
da Pandolfo di
Capua dell'862 d.C.; passato poi ai della Ratta e agli
Acquaviva d'Aragona. |

Monumento funebre del conte
Francesco della Ratta vissuto nel XIV secolo |
Il Feudo di Sant'Agata dei
Goti, dopo la morte di Ladislao
d'Artus nel 1401,
passò alla famiglia della Ratta. |

© Napoli - l'arme della famiglia della Ratta |
Dopo l’uccisione di
Sergianni Caracciolo nel 1432,
la
Regina Giovanna II
designò
Baldassarre della Ratta,
conte di Caserta, tra gli esecutori testamentari e i sedici Baroni
Governatori del Regno con Raimondo
Orsini conte di Nola, Innico
(Henricus)
d’Anna,
Gran Siniscalco del Regno, Giorgio
della Magna conte di Buccino, Perdicasso
Barrile conte di Monteodorisio,
Ottino
Caracciolo conte di Nicastro
Gran Conestabile del Regno, affinché lo conservassero alla sua
morte (1435) per il suo erede Renato d’Angiò.
Detto Baldassarre ricoprì la carica di
Giustiziere della provincia di
Principato Citra sino al 1410,
sostituito da
Andrea
del Giudice.
Giovanni della Rat, conte di
Caserta, fu nel 1493 uno dei benefattori della
Santissima Casa dell'Annunziata. |

© Napoli - Targa in memoria dei benefattori della Santa
Casa |
Caterina della Ratta († Napoli, 1511), figlia di Giovanni (†
1458),
conte di Caserta e di Sant’Agata dei Goti e di Anna
Orsini, figlia di Raimondo principe di Salerno, conte di Nola,
Sarno e Atripalda, fu l’ottava contessa di Caserta, di
Sant’Agata dei Goti, Melissano,
Frasso e
Ducenta, alla morte del fratello Francesco III avvenuta
nel 1488, sposò in prime nozze Cesare figlio di Ferdinando d'Aragona, marchese di
Sant’Agata dei Goti e nel 1509, in seconde nozze, Andrea Matteo
Acquaviva
d'Aragona (Atri, 1458 † Conversano, 1529), 8º duca
d'Atri, conte di San Flaviano. |

© Napoli - Sepolcro di
Caterina della Ratta,
Contessa di Caserta e di Sant'Agata dei Goti |

© Napoli - Stemma con le
armi delle famiglie d'Aragona,
Acquaviva e della Ratta |

© Napoli - Epitaffio in
ricordo di Caterina della Ratta |
Il castello di Limatola con i suoi quattro villaggi situato in
provincia di
Terra di Lavoro (oggi in provincia di Benevento) nel
1266 fu donata da Carlo I d’Angiò a Tommaso
Sanseverino, nel
1269 passò a Guglielmo Belmonte, grande Ammiraglio del Regno,
nel 1270 pervenne a Margherita de Tucziaco, duchessa di
Limatola. Nel 1316 il territorio di Limatola fu donato da
Roberto d’Angiò a Guglielma
Cantelmo, madre del suo figlio
naturale Carlo d’Artus. Nel 1457 il conte Giovanni della
Ratta morì ed il figlio Francesco ebbe confermati i
possedimenti e i titoli paterni nel 1458.
I suddetti coniugi Caterina della Ratta († Napoli, 1511),
Signora di Limatola, e e Andrea Matteo III d’Acquaviva,
duca di Atri, subito dopo il matrimonio, donarono nel 1509 il
feudo di Limatola ai nipoti e coniugi Caterina della
Ratta, figlia di Francesco III della Ratta (†
1488), conte di Caserta e Francesco
Gambacorta († 1537,
Signore di Ducento, Frasso, Melizzano e Vico. Il feudo di Limatola
passò così in Casa Gambacorta che nel 1628 ottennero il titolo
di duca. |

Castello di Limatola |

Stemma con le armi delle famiglie Gambacorta e della Ratta |
Giovan Battista
della Ratta,
nobile di Capua
nel 1570 sposò
la nobildonna Amalia
Imperato;
per figlia ebbero
Caterina
che si accasò con
Girolamo
Capece Minutolo
(† 1563), barone di San Valentino.
Nel 1682
Beatrice (1661 † 1742)
della Ratta, dei baroni, patrizia di Capua,
discendente da Francesco II, quarto
Conte di Caserta,
sposò Carlo Lanza (1654 † 1709),
patrizio di Capua.
Cesare della Ratta risulta iscritto
nell’Albo
degli Avvocati del 1780, istituito per la prima volta
al Mondo, elaborato dal legislatore del Regno di Napoli. |

Capua, Chiostro della
Chiesa di Santa Caterina, stemma della Gatta su base
colonna
Foto gentilmente inviata dal N.H. Carlo Lanza |
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