Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia Brancia |
Arma:
d’azzurro alla branca di leone d’oro, nascente dal fianco
sinistro dello scudo.
Dimora: Napoli. |
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Stemma
con le insegne delle famiglie Brancia e Carbone
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Titoli:
patrizio di: Amalfi, Sorrento, Napoli
barone di: Aieta, Baiano, Castelfranco, Pietracupa, Torre
a Mare, Tortora, S. Elia
marchese di: Mirabella (per successione Casa Naccarella
Brancaccio), Monteleone mutato nel 1615 in quello di Larino, sul
cognome (1797), Paduli e Santo Mauro (per successione Casa Carbone)
duca di: Belvedere (1632), Roseto (1628) cambiato con quello
di Vulgano nel 1654
principe di: Apricena Casalmaggiore (1624).
Le radici della famiglia Brancia sono in Amalfi sin da tempi
remotissimi, i primi ricordo risalgono a Costantino vivente
nel 1160 circa; si diramò in Calabria, a Napoli dove fu ascritta ai
Seggi di
Capuana,
Montagna e
Porto e a Sorrento dove fu ascritta
al Patriziato del Seggio di
Porta.
Nel 1273 Andrea e Musco prestarono soldi a re
Carlo I
d’Angiò.
Roberto
fu Vescovo di Amalfi nel 1300.
Giacomo, Tommaso, Pietro e Marino ricoprirono
la carica di giudice di Amalfi durante il
periodo angioino.
Raffaele,
Consigliere di re Ladislao di Durazzo, fu investito delle
baronie di
Tortora,
Aieta
e
Torre a Mare.
Pietro,
agli inizi del XV secolo, fu patrizio di Sorrento del Seggio di
Porta, Signore di Aieta, Tortora e Torre a Mare in Calabria,
valoroso cavaliere di
re Ladislao di Durazzo,
ricoprì le cariche di
Governatore di Tropea e Ischia, Maestro Razionale della
Gran Corte
della Vicaria, Luogotenente del Gran Camerlengo. Sposò in seconde
nozze Brigida
Vulcano, dei patrizi di Sorrento del
Seggio di Dominova.
Francesco
tra nel 1460 fu Vescovo in Nicotera.
Francesco
detto “Franceschiello”, patrizio di Sorrento, nel 1415 fu
Gran
Cancelliere del Regno di Napoli e nel 1417 Governatore di Aversa;
ottenne dalla regina Giovanna II di Durazzo la licenza di
navigazione con alcune Galere; sposò Luisa
Ruffo
di Calabria, figlia di Guglielmo, conte di Sinopoli e di Lucrezia
Caracciolo
Rossi dei conti di Gerace. Le sue ossa riposano in pace
in Napoli nella Chiesa dei SS. Severino e Sossio.
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© Napoli - Monumento
funebre di don Francesco Brancia,
Gran Cancelliere del Regno di Napoli |
Berardino, patrizio di Sorrento, ottenne la gabella del pesce
della città di Napoli che fu venduta dalla moglie Eleonora
del Tufo
alla famiglia
Pappacoda nel 1522, subito dopo la morte del marito.
Filippo Brancia, figlio di Antonio, fu nominato nel 1624
principe di Apricena
da re Filippo IV.
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Vestì più volte l’abito di Malta sin dal 1647.
Ferdinando detto “Ferrante” (1564 † Napoli, 1645),
patrizio di Sorrento, patrizio di Napoli del Seggio di Capuana,
Cavaliere dell’Ordine di Calatrava, nel 1632 fu investito del titolo
di
duca di Belvedere.
Nel 1636 ricoprì la carica di Reggente soprannumerario decano del
Collaterale; nel 1590 sposò Olimpia Bozzuto, figlia di Paolo, barone
di Afragola.
Francesco
(1594 † Napoli, 1624), figlio di Ferdinando e Olimpia Bozzuto,
patrizio
Napoletano e di Sorrento, Cavaliere
dell’Ordine di San Jago,
marchese di Paduli
e
Santo Mauro
(maritali nomine), sposò nel
1613
Ippolita
Carbone, marchesa di Paduli e Santo Mauro, figlia ed erede
di
Giovanni Antonio, patrizio Napoletano, e di Beatrice Frangipani
della Tolfa dei Conti di Serino. |
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© Napoli - Cappella
gentilizia dei Brancia, con i busti di Francesco Brancia, marchese
di Paduli e di
Ferdinando Brancia, cavaliere
dell’Ordine di Calatrava.
La cappella apparteneva alla famiglia Carbone e passò in eredità ai
Brancia. |
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Ferrante
(1616 † Madrid, 1632), figlio di Francesco e di Ippolita Carbone, patrizio Napoletano e di Sorrento, fu Cavaliere
dell’Ordine di San Jago.
Beatrice
(1620 † ?), figlia di Francesco e di Ippolita Carbone, duchessa di
Belvedere e marchesa di Paduli per successione del nonno Ferdinando
e della madre, sposò nel 1640 Fabrizio Cantelmo, duca di Popoli e,
quindi, i titoli di duca di Belevedere e marchese di Paduli,
passarono in casa Cantelmo Stuart.
Il titolo di
marchese di San Mauro
passò in casa Pignatelli a seguito di matrimonio celebrato nel 1644
e tra la marchesa Giovanna Brancia (1622 † ?) e Aniello
Pignatelli, principe di Montecorvino.
Nel 1648 scoppiò una sommossa contro gli Spagnoli, capeggiata dal
genovese Giovanni Grillo, generale del duca di Guisa; quest’ultimo,
con l'appoggio del popolo di Piano e di Massa Lubrense, mise sotto
assedio la città di Sorrento per 14 mesi. La città non fu
conquistata anche grazie alla strenua difesa dei cavalieri
Sorrentini; don Michele Brancia (Sorrento,1613
†
Napoli, 1649)
e don Onofrio Brancia (1608
†
1679) comandarono due delle cinque
compagnie miliari, mentre Lelio Jr. (1601
†
1693) militò nella
compagnia di don Michele.
Tommaso
(1655 † 1714), patrizio di Sorrento nel 1688 sposò
Anna Naccarella,
marchesa di Mirabella, figlia di Girolamo.
Il Casato si divise in due rami principali: entrambi risultano
iscritti nell’Elenco Ufficiale Nobiliare del 1922, quello di
Mirabella con Tommaso Brancia, figlio di Scipione, nato a Napoli nel
1838; quello di Apricena, con Michele, figlio di Carlo,
patrizio di Sorrento,
principe di Apricena, marchese, nato a Napoli
nel 1869. Quest’ultima diramazione dei Brancia fu iscritta nel 1797
al
Real
Monte di Manso,
istituzione benefica
con lo scopo,
tra l’altro, di assicurare gratuitamente un’istruzione elevata ai
figli delle famiglie patrizie napoletane e a quelle nobili aggregate
come Montiste.
Carlo Brancia (n.
1831), principe di Apricena, figlio di Michele e della
marchesa Rosa Rodoero.
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Famiglie
imparentate con casa Brancia
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Alcune parentele contratte dai Brancia:
d’ALESSANDRO: Giovannella Brancia, figlia di Enrico e
di Nardella Ammone, sposò Paolo
d’Alessandro, patrizio di Sorrento
del Seggio di Dominova.
AMMONE: Enrico Brancia, figlio di Francesco e di
Luisa Ruffo, sposò Nardella
Ammone, dei patrizi di Sorrnto del Seggio di Porta.
BERLINGIERI: Emanuela Brancia, figlia di Michele, principe di
Apricena, sposò un
Berlingieri di Valle Perrotta.
LOMBARDO:
Orazio Brancia, patrizio napoletano, duca di
Roseto cambiato poi con quello di Vulgano, sposò Brigida
Lombardo, figlia di Fabrizio e Gilia di Majo.
MASTROGIUDICE: Pietro Brancia, alla fine del XV secolo, sposò Colonia
Mastrogiudice dei patrizi di Sorrento
VITAGLIANO: Ippolita Brancia dei baroni di S. Elia,
sposò Ottavio
Vitagliano,
Signore di Oratino,
napoletano, figlio
di Gio. Girolamo ed originario della terra di Tramonti.
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