
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia Vulcano |
Arma:
d’azzurro. alla rete d’oro col capo d’oro caricato di tre
conchiglie rosse(1).
Dimora: Napoli |

© Napoli - Stemma famiglia
Vulcano dei marchesi di Cercemaggiore - sec. XVIII |
La famiglia Vulcano (in antiguo
Bulcano), originaria di Sorrento, feudataria già dal 1269, ha
goduto di nobiltà in Napoli ove fu aggregata al Patriziato
napoletano dei
Seggi di Nido e
Capuana e, dopo
l’abolizione dei sedili (1800), fu iscritta nel Libro d’Oro
napoletano; in Sorrento ove fu ascritta al
Seggio di Dominova,
in Benevento, Sessa, Trani e Tropea.
Ottenne i feudi di Bajano, Carpignano, Mastara, Mercurio, Mileto
e Pisciotta; fu investita dei titoli di
conte di Noja e marchese di Cercemaggiore.
Diede alla Chiesa vari cardinali, tra i quali LANDULFO
che nel 1309 fu inviato da Papa Clemente V in Francia legato
Apostolico per la causa dei Templari. Egli modificò l'arma del
Casato aggiungendo una rete d'oro sul mare azzurro; in seguito
ANTONIO, Signore di Mileto, vi appose le tre conchiglie
rosse, così come si legge sulla lastra posta nella chiesa di
Sorrento: |
Marinus Vulcanus S.R.E.
Cardinalis tit: S.ae Nariae Novae 1376
cui nomini respondes stemma retis mutavit in mare et lo:
Antonius Vulcanus ultimus Mileti Dominus Supra rete
addidit conchylia. |
Vannella Bulcano
è tra le dame della sfarzosa corte di Roberto II d’Angiò, che Boccaccio, innamoratosi
di Maria
d’Aquino, che si disse
fosse stata figlia naturale di Re Roberto, fece
partecipare alla caccia allegorica, insieme, tra le altre,
a Zizzola Barrile, Principessella, Lariella e Marella
Caracciolo, Letizia
Mormile, Caterina, Serella e Vannella
Brancaccio, Sobilia
Capece, Zizzola
d’Alagna, Beritola e Biancola
Carafa, Vannella Bulcano, Tuccella
Sersale, Alessandra
e Covella
d’Anna, Giovannola
Coppola, Peronella e Covella d’Arco, Marella
Piscicelli,
Berita
e Costanza
Galeota, tutte citate con i
loro nomi nel poemetto in terzine dantesche.
Nel 1417 Talubardo
Vulcano rese omaggio alla regina
Giovanna II di Durazzo
dopo la sua incoronazione, insieme ad Angelo Spina, Micone
Pignatelli,
Galeotto
della Gatta, Nicolò
d’Afflitto, Enrico
Dentice, Pietro
Sersale ed altri nobili.
PAOLO Vulcano nel 1499 elargì una cospicua somma di
denaro per far curare, senza alcuna spesa, gli infermi e i
pellegrini che chiedevano aiuto all'Ospedale di S. Antonio in
Sorrento.
Vestì l’abito di Malta nel 1590 e per successione casa Doria,
avendo ROBERTO Vulcano(1763†1825) sposato la marchesa Carlotta
Doria, ereditò il titolo di
marchese di Cercemaggiore.
ANNIBALE (1805 † 1839),
marchese di Cercemaggiore, sposò Carolina
Bellelli; il figlio
primogenito FRANCESCO (Napoli,
1836 † ivi,1866), marchese di Cercemaggiore alla morte del padre,
morì senza prole e il titolo passò alla sorella MARIA LUISA,
nata a Napoli nel 1839; nel 1859 sposò a Napoli il principe
Michele Dolgoronky. |

© Napoli - Cappella Famiglia
Vulcano
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© Napoli - targa in memoria di
don Vincenzo Vulcano
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Famiglie
imparentate con casa Vulcano
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Alcune parentele contratte dai
Vulcano:
BRANCIA: Brigida
Vulcano dei patrizi di Sorrento del
Seggio di Dominova, agli
inizi del XV secolo, sposò
Pietro Brancia, patrizio di Sorrento del Seggio di
Porta, Signore di Aieta, Tortora e Torre a Mare in Calabria, Governatore di Tropea e Ischia, Maestro Razionale della Gran Corte
della Vicaria, Luogotenente del Gran Camerlengo.
MASTELLONE:
Vincenza Vulcano (†1900) sposò Don Gennro
Mastellone (Napoli,1786 † ivi,1854). |
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1)
- Libro d'Oro Napoletano - Archivio di Stato di Napoli -
Sezione Diplomatica. |
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