
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
|
  |
Famiglia di
Gaeta |
A cura del dr. Giuseppe Pizzuti |
Arma:
Ramo delle Stelle: inquartato d'argento di rosso, alla
banda d'azzurro caricata di tre stelle d'oro attraversante sul
tutto(1).
Ramo del Leone: inquartato, nel 1° e nel 4° d'argento
al leone di porpora; nel 2° e nel 3° di rosso pieno.
Dimora: Napoli e Cosenza. |

© Napoli - Stemma Famiglia di Gaeta delle
Stelle
dei conti di S. Angelo Limosano. |
La famiglia di Gaeta,
originaria della città di Gaeta, si contende con il casato dei
Gaetani il privilegio di avere tra i propri avi
Giovanni,
detto di Gaeta, che nel 1118 fu proclamato Papa col nome di
Gelasio II.
I due rami furono ascritti al Patriziato napoletano nei
Seggi di Porto e
Portanova e, dopo l’abolizione dei sedili (1800), furono
ascritti nel Libro d’Oro Napoletano.
Nel 1084
Giovanni di Gaeta, col titolo di Signore,
possedeva beni feudali nei tenimenti della città di Napoli.
Nel 1337
Giovanni di Gaeta possedeva le sue case nel
quartiere di Portanova, nel cui Sedile questa famiglia godeva
gli onori della sua nobiltà, privilegi che godeva nel 1497 con
Carlo,
Maestro Razionale per il seggio di Portanova, mentre nello
stesso anno
Ambrogio di Gaeta era Maestro Razionale per il
Seggio di Porto.
Nel 1382
Francesco di Gaeta di Napoli fu nominato
castellano del Castel di Sant’Angelo della città di Corfù, da re
Carlo III di Durazzo.
Nel 1392
Giacomo fu nominato castellano del Castello
della Rocca d'Aspro; nel Quattrocento altro
Giacomo,
giureconsulto, fu giudice.
Carlo
di Gaeta, dottore in legge, ai tempi di re
Ladislao di Durazzo, fu Regio Consigliere e presidente della
Regia Camera della Sommaria; nel 1421 ebbe dalla regina
Giovanna II un privilegio attestante l'antica nobiltà del casato
insieme ai sui figli e si concedevano tutti gli onori ed
immunità dei nobili cittadini dei Seggi di Napoli; sposò Oria
di Gennaro
ed ebbero per figli:
Leonardo
(Maestro portulano della città di Taranto),
Gio. Francesco
(dottore dell'una e dell'altra legge, vescovo di Squillace dal
1477 al 1480, anno della sua morte),
Raimo,
Antonio,
Goffredo
(giureconsulto e Presidente della Regia Camera),
Baldassarre,
Raimello,
Lorenzo,
Stefano,
Tommaso
(o Masello, capostipite del ramo di Cosenza),
Maddalena
(che sposò Giorgio di Gennaro)
e Margherita.
In Napoli la famiglia possedeva la cappella gentilizia dedicata
a sant'Andrea e poi allo Spirito Santo dove sono sepolti il
citato Carlo,
Cesare,
Otofredo
ed altri. |
 |
 |
Napoli - Cappella famiglia di
Gaeta,
monumento sepolcrale di
Carlo e Otofredo di Gaeta.
A destra: sepolcro di
Cesare e Filipppo di Gaeta |
Napoli, stemmi famiglia di Gaeta,
Ramo delle Stelle |
Napoli, Stemma famiglia di Gaeta,
Ramo del Leone. A destra: Epitaffio voluto da Nicola Antonio
Gaeta,
duca di San Nicola,
in ricordo del Beato Erasmo - datato 1762 |
Muzio
di Gaeta del ramo del Leone fu vescovo di Sant'Agata dé Goti dal
1723 al 1735, suo precedessore fu Filippo
Albini e suo
successore S. Alfonso Maria
dé Liguori. |

Sant'Agata dè Goti, Episcopio, stemmi
dei vescovi Muzio di Gaeta, Alfonso M. dé Liguoro e Onofrio de
Rossi |
Nel 1644 fu decorata coi titoli di duca
di S. Nicola (passato per successione in Casa Coppola)
e marchese
di Montepagano; per
successione delle Case Mormile, Confalone, Capuano e
Trapani, acquisì il titolo di conte
di S. Angelo Limosano,
in Provincia
di Molise.
Nel 1787 Muzio di Gaeta, duca di San Nicola, Ambasciatore
a San Pietroburgo, fu nominato Cavaliere del Real
Ordine di San Gennaro.
Nel
1795 la Famiglia fu ricevuta
per giustizia nell’Ordine
Costantiniano.
Enrichetta di Gaeta sposò il marchesino di Caivano Pasqualino Garofalo, come
risulta dai capitoli matrimoniali stipulati nel 1808 nei quali
suo padre Gaetano, duca
di San Nicola, e suo fratello Carlo si obbligavano di dare e pagare in
dote lire 105.600 in moneta effettiva d'argento (2).
Nel 1802 Maria Fulvia di Gaeta, figlia di Cesare,
marchese di Montepagano, patrizio napoletano, sposò Gaetano Capasso (Benevento,
1777 † Napoli, 1862), conte delle Pàstene.
Il ramo primogenito dei marchesi di Montepagano si è estinto
nella famiglia Trapani marchesi di Petina. Il ramo secondogenito
dei marchesi di Montepagano era rappresentato nell'Ottocento da
Cesare (Palermo, 17 ottobre 1828 † Napoli, 11 giugno
1896), figlio del generale Emmanuele (16 febbraio 1775 †
4 aprile 1865) e di Nunziata Buglione, intraprese la
carriera militare come il padre, raggiungendo il grado di
colonnello di stato maggiore, ottenne la medaglia al valore
avendo partecipato con coraggio alla campagna del Volturno; con
Decreto Ministeriale del 31 ottobre del 1890 gli fu
riconosciuto il diritto ad assumere il titolo di conte di S.
Angelo Limosano, fu ascritto nel Libro d'Oro della Nobiltà
Napoletana ed al Libro d'Oro della Nobiltà Italiana.
Il 24 marzo 1858 a Napoli aveva sposato Enrichetta Genoino
(n. 1° aprile 1839), dei marchesi d'Ortodonico, ha avuto come
figli: Ettore (n. 17 novembre 1870), ascritto al Libro
d'Oro della Nobiltà Italiana, sposato in Olevano l'8 dicembre
1897 ad Irene Tasso ha avuto come figli Carlo (n. 19
marzo 1899), Adelaide (n. 24 maggio 1903), Enrico
(n. ottobre 1909); Riccardo (n. 17 settembre 1866),
ascritto al Libro d'Oro della Nobiltà Italiana, sposato in Eboli
il 30 aprile 1891 ad Albina
Genovese
ha avuto come figli
Enrichetta (n. Eboli, 28 giugno 1892), Cesare (n.
Eboli, 11 settembre 1893), Giovanni (n. Eboli, 24 giugno
1896), Eva (n. 21 agosto 1900); ed il primogenito
Roberto (n. 6 dicembre 1862), patrizio napoletano,
conte di S. Angelo Limosano, ascritto al Libro d'Oro della
Nobiltà Napoletana, ascritto al Libro d'Oro della Nobiltà
Italiana, dimorante in Napoli (via Giovanni Bausan, 54),
sposato in Napoli il 26 settembre 1896 a Caterina Barbaro Forleo
(n. Napoli, 17 febbraio 1874), ha avuto come figli Enrica
(n. Napoli, 15 agosto 1897), Maria Lucia (n. Napoli, 17
settembre 1899), e Giacomo (n. Napoli, 1° marzo 1909)
(1bis). |

Cesare di Gaeta (1828
† 1896) |
FAMIGLIA GAETA
DI COSENZA |
Ramo
delle Stelle
Dei
Gaeta di Cosenza esistono due rami, i Gaeta delle Stelle di
origine napoletana, capostipite fu
Tommaso
detto Masello, figlio di Carlo e di Oria di Gennaro e fratello
di don Cesare, marchese di Montepagano, dottore in legge aveva
esercitato nella Regia Udienza di Napoli, nominato dal
Vicerè duca di Medina de las Torres Giudice della
Gran Corte della Vicaria civile, Auditore della provincia di
Calabria Citra ed avvocato fiscale della stessa
provincia, aggregato al nobile sedile di Cosenza nel 1476,
sposato in prime nozze con Francesca
Zurlo, si risposò con Ruccia
Castiglione Morelli ed ebbero per figlie femmine:
Giovanna,
Brigida,
Medea
e
Polissena,
come maschi:
Marco,
sposò Primavera
di Tarsia
e generarono
Agazio,
che sposò donna Antonia d'Herdia della nobile famiglia spagnola
dei conti di Fuentes, dalla loro unione nacque
Fabio,
famoso giureconsulto il quale sposò in prime nozze Orsolina
Firrao
di Alfonso ed Isabella (o Elisabetta) di Tarsia ed inseconde
nozze Mannuccia Siscara di Lorenzo figlio di Paolo, conte d'Ajello;
Cristoforo,
sposò donna di casa
Sersale
ed ebbero per figli
Antonino,
Antonio
che con Margherita
Dattilo
ebbero
Agostino
il quale non ebbe prole, e
Bartolomeo
che ebbe per figli
Giovan Carlo,
Bartolo,
Pietro,
Giovanni
ed
Ottavio;
Pietro
detto Petruccio,
giureconsulto, sposò Maddalena
Ciaccio ed ebbero per figli
Agostino
e
Cristoforo;
Francesco
fu due volte Sindaco del Seggio dei Nobili;
Vincenzo,
fu Governatore della città di Rossano e due volte Auditore delle
provincie in Terra d'Otranto e Bari su disposizione del Vicerè
per volere dell'Imperatore
Carlo V, sposò Ippolita dei nobili Mazza di Taverna
con la quale generarono:
Giovanni Alfonso,
sposò la nobile Vincenza Fera ed ebbero per figli
Pietro Vincenzo
sposato a Diana Gioacchina ed ebbero
Orazio
e
Cesare
che sposò Giulia
Monaco, sorella del vescovo di Martirano Francesco,
Coriolano,
secondogenito di Giovanni Alfonso e Vincenza Fera, nato postumo,
sposò Isabella
Garofalo,
patrizia cosentina e generarono
Fulvio
e
Fabrizio,
dottore il legge;
Andrea
Luigi,
fratello di Giovan Alfonso, sposò Violante Caritano ed ebbero
per figlio
Mario
che sposò
Joannella
Telesio,
patrizia cosentina e sorella del filosofo Bernardino, ed ebbero
per figlio
Filippo
(†
Malta, 1635),
Cavaliere Gerosolimitano,
ammesso, Cosenza, 9 VII 1579, Gran Croce, Commendatore di
Molfetta e Terlizzi, Priore di Messina,
castellano del castello di Sant'Elmo
dell'isola di Malta, ebbe la dignità di Ammiraglio ed il
Generalato delle galee;
Giovanni Francesco,
fratello di Giovanni Alfonso ed Andrea Luigi, famoso
giureconsulto, sposò Beatrice di Tarsia
(3)
(†
1577), baronessa del feudo di
Longano
o
Perrotta (da non confondere col feudo di Valle Perrotta
nonostante fossero vicini) in territorio di Crotone ed ebbero
per figli:
Giovan Paolo
(†
1596) il
quale il 7 maggio del 1578 ebbe significatoria di rilevio per il
feudo di Longano, e
Sebastiano
che sposando Beatrice
Mezzacapo,
nobile di San Marco, ebbero per figli:
Giacomo,
giureconsulto e filosofo lasciò molti scritti e volle rimanere
celibe, il 18 aprile del 1597 ebbe significatoria di rilevio per
il feudo di Longano come erede di suo zio Giovan Paolo, e
Muzio.
Filippo
Badolato,
barone di Cropalati, figlio del barone Scipione e di
Claudia
de Gaeta (probabilmente nipote di Giacomo e figlia di Muzio)
prese possesso del feudo di Longano o Perrotta come risulta
tassato nel Cedolario 80, f.76t
(4).
Antonio Filippo (Napoli, 7 luglio 1637),
patrizio di Cosenza, figlio di
Cesare
(di Pietro
Vincenzo e di Auria
de
Matera) e
Giulia
di Gaeta (di
Ottavio, di
Sigismondo,
e di Maria
Antinori),
nel 1647 ammesso nel
S.M.O. di Malta.
Suoi zii paterni furono:
Masillo,
Lucrezia
e Cinzia(4bis). |

Cosenza, Palazzo Gaeta delle
Stelle |
 |
Cosenza, Palazzo Gaeta del Leone
|
|
Ramo del
Leone
I Gaeta del Leone giunsero a Cosenza nella
prima metà del Cinquecento con Michele che generò
Giovanni Carlo, Giovanni Francesco e Marco Antonio,
i quali furono aggregati al nobile sedile di Cosenza nella
seconda metà del Cinquecento; il citato Marco Antonio fu medico
ed esercitò la professione nelle regie carceri. |
 |
 |
A
sinistra: Cosenza, Chiesa di San Francesco di Paola,
sepolcro marmoreo di Ottavio di Gaeta e del padre Marco
Antonio, datato 1593;
al di sopra dell’urna è collocata la
statua di un guerriero.
In alto: Stemma della famiglia di Gaeta alla base
delle paraste.
|
|
Cosenza, Chiesa
di San Francesco di Paola, mezzo busto ed epitaffio in ricordo
di Muzio di Gaeta del Leone, patrizio napoletano, che sposò a
Napoli in data 10 luglio 1600, in seconde nozze, Cornelia (n. Napoli nel 1570),
figlia di Giovanni Battista
Capece
Piscicelli,
patrizio napoletano - Datato 1645 (5) |
Ramo di Bisignano
I Gaeta fiorirono anche a Bisignano, feudo in Calabria Citra
appartenuto alla famiglia
Sanseverino,
troviamo notizie di due componenti della famiglia nella
Platea di Sebastiano della Valle del 1554, dove sono
ricordati il nobile Bernardino ed il nobile Minico
(Domenico).
Gioanne,
Marco, e Giovan Battista sono citati nel documento
del Collaterale-Partium del 1584. Il 13 aprile dello stesso anno
Pietro fu ammesso nei Cavalieri di Malta.
Giuseppe,
si costituì nell'atto
di reintegra
del 1645, ed in quello del 1672, arcidiacono del duomo di
Bisignano, venne nominato vicario capitolare l'8 novembre 1657
alla morte del vescovo Giovanni Battista de Paola
(1626-1657) e rimase in carica fino all'anno successivo in cui
prese possesso della diocesi il nuovo presule Carlo Filippo Mei
(1658-1664).
Il magnifico Marco, si costituì in un atto notarile il 13
gennaio 1704 per la vendita di un censo al magnifico dott.
fisico Vincenzo Fasanella ed a sua moglie magnifica Anna Laymo.
Domenico,
Silvio, e Giuseppe (eletto dei nobili), compaiono
in un documento nel 1721.
Pietro
(† 1732), sposato a Violante
Cosentini,
ha avuto come figli Diana, e Marco, quest'ultimo
ha avuto come figli: Isabella o Belluccia (n. 1691),
Vittoria (n. 1696), Giuseppe, sposato ad Anna
Boscarelli di Bisignano ha avuto come figlio Marco (n.
1726), sposato a Silvia
Campagna
(n. 1713), Pietro, Silvio († 1772), ed
Elisabetta, sposata a Domenico Luzzi, ha avuto come figlia
Rosa, sposata ad Antonio
Rende
del ramo di Tarsia
(6). |
 |
 |
Bisignano, cattedrale, arco
d'ingresso al vescovado con lo stemma del vescovo Giovanni
Battista de Paola |
_________________
Note:
1)
- Libro d'Oro Napoletano - Archivio di Stato di Napoli -
Sezione Diplomatica.
1bis) -
Vincenzo
di Sangro,
conte di Rodiano, “Genealogia di tutte le famiglie
patrizie napoletane e delle nobili fuori seggio
aggregate come montiste al
Real Monte di Manso”,
Napoli 1895, pag. 70. L'Araldo “Almanacco Nobiliare del
Napoletano 1913”, Enrico Detken, libraio editore, Napoli
1912, pagg. 158-159.
2) - Giacinto Libertini,
"Testimonianze per la memoria storica di Caivano
raccolte da Ludovico Migliaccio e Collaboratori", 2017.
3)
- Carlo de Lellis, "Discorsi delle famiglie nobili del
Regno di Napoli, parte prima, Napoli, Stamperia Onofrio
Sauio 1654.
4)
- Mario Pellicano Castagna “La Storia dei
Feudi e dei Titoli Nobiliari della Calabria” Vol.III
pag.22; Editrice C.B.C. 1999. Gustavo Valente “Il
Sovrano Ordine di Malta e la Calabria”, La Ruffa
Editore, 1996, pag. 296.
4bis)
- Mario Pellicano Castagna "Processi di Cavalieri
Gerosolimitani Calabresi", Frama Sud 1978.
5)
-
Luca Irwin Fragale, "Microstoria e araldica di Calabria
Citeriore e di Cosenza. Da fonti documentarie inedite",
Milano, Banca CARIME, 2016.
6) -
Rosalbino Fasanella
d'Amore
di
Ruffano "La Città di Bisignano e il suo seggio
(1339-1806)", Tipografia Editrice MIT, Cosenza 2006,
pagg. 121-122. |
|