
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia Morese |
Arma: d'azzurro alla testa
di moro al naturale mirante una stella d'oro codata e cadente
messa nel canton destro del capo(1).
Dimora:
Napoli |

© Salerno - Stemma Famiglia
Morese |
L'antica e
nobile famiglia Morese, originaria della Provenza, scese in
Italia con
Petrus de Mores, cavaliere del l’Hotel, insieme a
Giovanni e Tommaso de Mores, scudieri, al seguito di re
Carlo
I d'Angiò. Ado Petrus, per i servigi resi, ottenne nel 1271 il
feudo di Conversano in Terra di Bari e
il predetto Petrus fu nominato il 20
aprile 1277 Giustiziere di Sicilia Citra, carica che ricoprì
sino all'anno successivo(2).
Nel 1290 Matteo Morese fu giudice di Salerno;
nel 1302
Guglielmo, insieme ad Alvino Carbone, fu Signore del
feudo di Montella, terra situata in Principato citra.
nel 1327 Nicola fu nominato giudice e assessore della
città di Capua;
nel 1330 Alessandro coprì l'ufficio di maestro razionale
della Magna Curia.
I Morese ebbero anche le entrate feudali
di Nociglia e Fauceti, poste in
Terra d'Otranto comprese nella diocesi di Castro. Si
stabilirono a Napoli per poi a Montecorvino in Principato citra
verso la metà del XV secolo con Salimbene Morese.
Nicolantonio, figlio di Salimbene, fu nominato regio
capitano di Guardiagrele, terra in Abruzzo citra compresa nella
diocesi di Chieti.
Avendo gli abitanti di Montecorvino Pugliano e di Santa Tecla
sostenuto con le armi gli aragonesi contro gli angioini, re
Alfonso II d'Aragona li volle ricompensare e in data
24 giugno 1494 conferì un diploma di riconoscimento e riconferma
di nobiltà a numerosi gentiluomini di Montecorvino: Giacomo
Budetta, Antonio de Nigris, Clemente Piccolo, Fioravante Meo, e
ai gentiluomini
di Putignano e Santa Tecla: Battista Morese, Agostini de
Agostini, Antonio e Giacomo
Carrara, Giacomo Serfilippo, ed
altri. Il privilegio accordava alle loro famiglie molti
privilegi e prerogative(3). |

© Napoli - Arma della Famiglia
Morese |
Il giureconsulto Gaspare Morese (†
1584), marito della nobile Lucrezia Meo, discendente di
Battista citato nel diploma di Alfonso II d’Aragona, nel
1578 si recò in Spagna insieme al dottor fisico
Leonardantonio
Recco per ottenere, come in effetti
ottenne, da re
Filippo II d'Asburgo-Spagna la reintegrazione
di Montecorvino nel regio demanio mediante l’esborso di
ducati 18.000, somma pagata da Niccolò
Grimaldi per l’acquisto. Tutto ciò per
sottrarre i suoi concittadini dal servitù baronale.
Nel 1685 Girolamo, coniugato con la nobile Agnese
Carrara, trasferì la famiglia da Montecorvino a Salerno.
In Salerno vi era la nobile congrega di S. Antonio il
cui scopo principale era quello di aiutare
spiritualmente i condannati a morte; nel 1804 erano
fratelli della congrega le famiglie Morese,
de Vicariis marchesi di S. Lucia, Mazzacane
principi di Omignano,
Ruggi
d'Aragona marchesi,
Pinto baroni di S. Martino, Moscati baroni di
Olevano, Ruggiero baroni di Tolve,
Confalone e
Mezzacapo marchesi di Monterosso.
Il nobile Giuseppe Morese (Napoli, 2 ottobre 1827 †
ivi, 21 febbraio 1908), cavaliere del S.M.O. di Malta
dal 1872, sposò Giuseppina Pinto dei baroni di S.
Martino e nel 1901 stabilì definitivamente la sua
famiglia in Napoli. |

© Napoli - Affresco dell'arma di Giuseppe Morese, cavaliere
gerosolimitano, accanto a quella dei
Vargas Macciucca |
Alcune parentele
contratte dai Morese:
GIUSSO: Alberto Morese (Napoli, 1926 †
Pontecagnano 2007) sposò nel 1961 la nobildonna Elena
Giusso
dei duchi di Galdo.
MOSCATI: Raffaele Morese (n. 1790 †
1860),
fratello di Luigi morto nella campagna di Russia, impalmò
Saveria Moscati dei baroni di Olevano; fu uno dei partecipanti
ai moti del 1848 che gli costò una condanna a 13 anni di
carcere. |
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Note:
1)
- Francesco Bonazzi di Sannicandro, "Famiglie nobili e
titolate del Napolitano", Arnaldo Forni Editori, 2005
2)
-
Les Archives Angevines de Naples, Etude
sur les Registres du Roi Charles I (1265-1285) par Paul
Durrier.
3)
- Archivio di Stato di Napoli, Registrum Regis
Ferdinandi (1491 - 1495), n° 58 fol. 65
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