
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia
Mezzacapo |
Pagina realizzata da Ercole Mezzacapo di
Monterosso
"Affinché la gloria di quelli che fecero
grande il lustro di casa Mezzacapo non si perda sempre più col passare
dei tempi" |
Armi:
la più antica:
troncato, nel primo d'argento alla testa di moro attorcigliata di rosso; nel secondo d'argento a tre sbarre di rosso;
e poi: partito semispaccato, nel
primo di verde, alla banda di rosso, accostata da sei gigli
d'oro; nel secondo d'argento alla testa di moro attorcigliata di
rosso; nel terzo d'argento, a tre bande di rosso.
Dimora: Napoli e Maiori.
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© Stemma Famiglia Mezzacapo dei Marchesi
di Monterosso. |
Le radici della famiglia Mezzacapo, sin dai tempi dei
normanni, sono in Rheginna Major,
splendida cittadina della costa amalfitana, successivamente
denominata Maiuri ed oggi Maiori; elevata nel 1622 da
re Filippo IV d'Asburgo-Spagna
al rango di città regia.
Maiori ha dato i natali ad illustri personaggi appartenenti a nobili
famiglie: Lanario Vinciguerra fu Uditore di
Giovanna II di
Durazzo e Luogotenente del
Gran
Camerlengo; Antonio Lanario, Presidente della
Regia Camera della Sommaria;
Benedetto Citarella prestò danaro a re Carlo II d'Angiò e Nardo
Luca Citarella fondò in Napoli i Banchi Nuovi; Nicola Oliva fu
familiare di
Ferdinando I d’Aragona.
Secondo gli storici,
il nome deriva da un episodio
in cui il capostipite dei Mezzacapo tagliò a metà la testa di un
saraceno e ricevette un soprannome che poi si trasformò in Mezzacapo.
Le prime notizie certe risalgono al 1268 con
Geronimo, valoroso milite di Carlo I d’Angiò,
gravemente ferito al capo durante la battaglia contro i pisani che
espugnarono e saccheggiarono Maiori.
Nel 1530 la famiglia eresse la propria cappella gentilizia in Maiori
nella chiesa di San Francesco, sulla sinistra ai piedi dell'arco
maggiore.
Il Casato si diramò nella città di
Scala nel 1569 e in
Amalfi nel
1582. |
Nel 1661 i
maestri Andrea
Confalone e Giuseppe
Mezzacapo furono incaricati di procedere alla revisione dei conti,
con l’assistenza del Superiore del Minori Osservanti del Monastero
delle Clarisse di S. Maria della Pietà in Maiori.
Don Gabriele Mezzacapo fu uno dei donatori del
Pio Monte della
Misericordia.
Nel 1708 il cavaliere Andrea Filippo Mezzacapo vestì l’abito di
Malta, così pure nel 1774 i cavalieri Gaetano e Giovanni Mazzacapo.
Ai primi del XVIII secolo il marchese
Guido Mezzacapo si recò da Maiori a Malta con l'imbarcazione Lusoria,
avente la sagoma di una feluca con l'arma di famiglia più antica
dipinta sul pannello di poppa. L'imbarcazione fu rimessa a mare nel
giugno del 1921 in occasione del primo Congresso Eucaristico
Diocesano di Amalfi, ed aprì la processione acquea. La nave oggi si
trova nel Museo Navale della Marina Militare di Venezia, dono della
famiglia Mezzacapo di Monterosso. |
Don Giuseppe Mezzacapo, dottore in legge, intraprese la carriera
forense a Napoli trattando le cause più complicate; nel marzo del
1713 il
duca Giovanni
Giuseppe d’Alessandro gli affidò, con atto legale, procura a
rappresentarlo nel disbrigo di tutte “le liti e cause attive,
passive, civili, criminali(...)in ogni corte, luogo, foro ed avanti
qualsivoglia giudice, ufficiale e magistrato. |
La
famiglia nel 1788 fu insignita col titolo di
marchese di Monterosso, in
Calabria Ultra
II, per rinnovazione della prima concessione in favore della
famiglia Branner Y Beck.
Polita Mezzacapo sposò Dezio
Confalone.
I Mezzacapo avevano, tra la
fine del settecento e gli inizi dell’ottocento la procura sul
Santuario della Vergine dell' Avvocata di Maiori, gestito dai Monaci
Camaldolesi, e avevano a loro disposizione, nel Cenobio, un quartino
con più stanze, per quando aveva bisogno di recarvisi,
mentre nell’avito Palazzo di famiglia in Maiori, vi
era un appartamento speciale, destinato ai Padri Camaldolesi, che
spesso si recavano in città per affari della Comunità. |
In Salerno vi era la nobile congrega di S. Antonio il
cui scopo principale era quello di aiutare
spiritualmente i condannati a morte; nel 1804 erano
fratelli della congrega le famiglie
Morese,
de Vicariis marchesi di S. Lucia, Mazzacane
principi di Omignano,
Ruggi
d'Aragona marchesi,
Pinto baroni di S. Martino, Moscati baroni di
Olevano, Ruggiero baroni di Tolve,
Confalone e Mezzacapo marchesi di Monterosso.
Nel 1818 fu soppressa la sede
Vescovile di Scala e Filippo Mezzacapo, marchese di Monterosso,
insieme all’Arcivescovo di Bari Nicola
Coppola e al principe
Bonito
di Casapesenna, fece parte di una delegazione per chiedere alla
Santa Sede la revoca del provvedimento.
Don Gaetano Mezzacapo, colonnello in seconda, con Real
Decreto del 7 ottobre 1816, fu nominato cavaliere di diritto del
Real Ordine di S. Giorgio della Riunione.
Dona
Carlo
Mezzacapo, insieme a Girolamo
Calà Ulloa, Guglielmo
Pepe ed altri numerosi militari dell'esercito napoletano, si recò
nel 1849 a Venezia per liberarla dall'assedio.
Don Guido Mezzacapo dei marchesi di Monterosso, nato a Napoli il 15
luglio 1863 sposò Donna Giulia
Mastrilli
dei duchi di Marigliano.
Eduardo Mezzacapo, marchese di Monterosso, nato a
Napoli il 2 luglio 1872, sposò a Napoli nel 1896 la nobildonna
Carlotta Mirelli dei principi di Teora. |

Anello d'oro con stemma Mezzacapo |
Continua nel sesto
volume in preparazione di "LA STORIA DIETRO
GLI SCUDI"
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