
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia Petra |
Armi:
la più antica: spaccato
d’argento e di rosso, al leone d’oro rivolto attraversante sul
tutto, sormontato da tre stelle d’oro poste in fascia, tenente
nella branca anteriore destra e per i capelli una testa d’uomo
al naturale posta di fronte, e con la sinistra una pietra nera
cerchiata d’oro.
successivamente: spaccato
d’argento e di rosso, al leone d’oro attraversante, sormontato
da una stella d’oro ad otto raggi, tenente nella branca
anteriore sinistra e per i capelli una testa d’uomo al naturale
posta di fronte, e con quella destra un cesto d’oro da cui
fuoriescono lingue di fuoco(1).
infine: interzato in palo: nel
1° troncato d’argento e di rosso al leone d’oro, rivolto,
attraversante, tenente con la branca anteriore destra e per i
capelli una testa umana al naturale, e con la sinistra una
pietra dello stesso accerchiata d’oro, ed accompagnato in capo
da tre stelle di sei raggi del secondo, ordinate in fascia
(Petra); nel 2° fasciato d’oro e di nero (Ceva); nel 3° fusa
d’argento e di rosso (Grimaldi).
Dimora: Napoli |

©
Napoli - Stemma
di Carlo Petra (Napoli, 1760 † ivi, 1811),
duca di Vastogirardi. |
Sulle origini della Famiglia Petra
o de Petra gli storici hanno sostenuto varie ipotesi; di certo,
già era presente nel Regno ai tempi dei
Normanni.
Il capostipite Raoul ebbe il feudo di Caccavone,
oggi Poggio Sannita (IS),
dal conte Ugo II di Molise intorno al 1160, come è menzionato
nel Catalogus Baronum di epoca normanna.
Alexander de Petra possedeva il feudo di Petra, oggi
probabilmente Pietravairano in provincia di Caserta, feudo in
seguito della famiglia
Ceva
Grimaldi.
Nel 1432 Giovanni Petra, Signore di Collalto,
godeva di nobiltà nella città di Capua. |

Poggio Sannita (IS) - uno dei feudi
dei Petra |
Nel 1540 la famiglia acquistò la terra di Vastogirardi nel
Molise e poi la terra di
Rocchetta.
Nel 1617 Prospero († 1622), illustre giurista, fu consigliere di
S. Chiara.
Carlo Petra (1629 † 1702),
cavaliere di Calatrava e illustre giureconsulto, nel 1689 fu
decorato col titolo di duca di
Vastogirardi. Fu sepolto a Napoli nella cappella
gentilizia del Casato di San Pietro a Maiella.
I suoi fratelli Diego († 1699) e Dionisio furono rispettivamente
arcivescovo di Sorrento e Vescovo di Capri; il figlio Vincenzo
(1662 † 1747) fu nel 1724 nominato cardinale di Santa Romana Chiesa. |
Nicola Petra nel 1717 fu aggregato al Patriziato napoletano del
Seggio di Portanova e iscritto come Montista al
Real Monte di
Manso; nel 1723 fu insignito del titolo di
marchese di Caccavone. Sposò,
in prime nozze, donna Isabella
Altemps,
in seconde nozze
Beatrice de Silva di Pastrana, da cui avrà il successore, ed
infine Caterina Augusta
Piccolomini.
Nel 1728 Nicola Petra,
duca di Vastogirardi, acquistò da Carlo de Tassis,
conte di Zellò e marchese di Paullo, la terra di
Panicocoli, oggi Villaricca in provincia di Napoli,
all'epoca era un villaggio in
Terra di Lavoro. |

© Napoli - Chiesa di San Pietro a
Maiella - Cappella Petra |
Il Casato, nel 1800 dopo la soppressione dei Sedili voluta da re
Ferdinando IV di Borbone, fu iscritta nel Libro d’Oro
napoletano.
Carlo Petra, figlio di detto Nicola, nel 1806 fu duca di Vastogirardi, marchese di Caccavone, feudatario di Panicocoli,
de Petiis, S. Mauro, Lucito, Accuciolo, Vignola e Civitella.
Il casato di divise in due linee; il ramo primogenito, decorato
coi titoli di duca di Vastogirardi e marchese di Caccavone si
estinse con con l'ottava duchessa Marianna Petra (1836 † 1918), che il 25.9.1859
sposò Antonio de Notaristefani (n. 1838), nobile di Ravello;
pertanto, i detti titoli passarono alla famiglia de
Notaristefani con D.M. 3 luglio 1884.
Il ramo secondogenito nel 1606 fu decorato col titolo di
marchese di Pietracatella; nel
1624 fu insignito del titolo di duca
delle Pesche; nel 1683 ottenne, per successione delle
case Cavalcanti e Ceva Grimaldi, il titolo di
duca di Cuccari e nel
1891, per successione casa Ceva Grimaldi,
i titoli di marchese di
Montorio, barone di Gambatesa,
Macchia e
Venafro, per aver Raffaele
Petra (Napoli, 1798 † ivi, 1873) sposato Donna Rachele
Ceva Grimaldi,
duchessa di Caccuri († 1853), figlia di Don Giuseppe, duca delle
Pesche, marchese di Pietracatella, barone di Gambatesa, Macchia
e Venafro, e di Donna Maria
Cavalcanti,
duchessa di Cuccari. |

Castello di Vastogirardi,
epitaffio in ricordo del duca Carlo Petra, sormontato
dallo stemma del duca partito
con le insegne della moglie,
donna Cecilia
Pepi (di rosso al palo
d'argento) |
I genitori di detto Raffaele,
Carlo (Napoli, 1760 † ivi, 1811) e
Donna Maria
Mirelli (Napoli, 1772 † ivi, 1840), risposano in pace
nel cimitero monumentale di Napoli.
Gennaro Petra risulta iscritto
nell’Albo
degli Avvocati del 1780, istituito per la prima volta
al Mondo, elaborato dal legislatore del Regno di Napoli. |
Castello di Vastogirardi, a
destra lo stemma partito con le insegne di Prospero Petra,
barone di Vastogirardi e
della moglie
Giulia
d’Evoli dei conti
di Trivento |
Castello di Vastogirardi,
acquasantiera con stemma del
barone Vincenzo Petra, partito con l'arma
della moglie Settimia Filonardi,
figlia di Germanico Filonardi, signore di Bauco e di
Lucrezia Cenci, nobile romana consanguinea di papa
Clemente X,
sorella del vescovo di Ferentino, Ennio (inquartato: nel
1° e nel 4° partito d’oro all’aquila imperiale uscente
dalla partizione,
e d’azzurro a due pali d’oro, nel secondo e nel terzo di
rosso alla quercia sradicata d’oro con i rami passati in
doppia croce
di S. Andrea). Questo matrimonio prestigioso farà
conoscere la famiglia Petra alla corte papale di Roma e
aiuterà
i discendenti ad accedere alle alte cariche
ecclesiastiche. |
Vastogirardi (Isernia),
le mura che proteggono il centro. A destra: Chiesa
di San Nicola |

Castello di Vastogirardi, lapide
in memoria di Prospero Petra |
Il feudo di Vastogirardi fu venduto dalla
famiglia d'Afflitto a Giovan Leonardo
Petra, i cui discendenti ristrutturano il castello e il palazzo
baronale. La
famiglia d'Alessandro dei duchi di Pescolanciano acquistò da
Nicola Petra, fratello di detta Marianna, deceduto senza
prole, una parte del castello di Vastogirardi verso la fine del
1800.
Raffaele Petra (Napoli, 1856
† ivi, 1904), duca di Cuccari,
figlio del duca Carlo (1830
† 1889) e di Maria Bassano (1832
†
1895) dei
marchesi di Tufillo, sposò il 21.2.1882 Elvira de Peppo; dal
matrimonio nacque a Napoli nel 1883 Carlo (†
1967), il quale risulta
iscritto nel Libro d’Oro della nobiltà Italia con i titoli di
patrizio napoletano, duca di Caccuri, marchese di Montorio,
barone di Gambatesa, Macchia e Venafro.
Intraprese la carriera militare raggiungendo il grado di
colonnello di artiglieria e fu decorato della croce al merito di
guerra. |

© Stemma Famiglia Petra - ramo ducale Vastogirardi
e marchionale di Caccavone |
Il fratello Diego (Napoli, 1886 † ivi, 1947),
patrizio napoletano, nel 1908 ebbe il titolo di duca delle Pesche
per refuta del fratello. |

© Napoli - lastra tombale di donna Isabella
Altemps ( †
Napoli, 1722) e Nicola Petra,
2° duca di Vastogirardi |
_________________
1)
-
L’arma della famiglia Petra ha subito
delle variazioni durante il corso degli anni; lo stemma
del barone Prospero aveva il leone rivolto a sinistra
sormontato da una sola stella rossa a otto raggi, mentre
nella branca anteriore destra reggeva non la pietra ma
un cesto d'oro da cui fuoriuscivano lingue di fuoco e
nella sinistra la testa d'uomo; detto stemma è presente
nella chiesa di S. Nicola nel castello di Vastogirardi,
partito con quello della moglie Giulia d'Evoli. Inoltre
è presente nell'allegoria dell'opera giuridica del duca
Carlo del 1643 "Commentaria luculenta et absoluta in
Universos Ritus" dove però non si vede il colore
della stella perché monocromatico. In seguito l’arma dei
duchi Petra di Vastogirardi avrà il leone volto a destra
sormontato da tre stelle d'oro a sei raggi tenente
nella branca sinistra una pietra nera cerchiata d'oro e
con la destra la testa d'uomo. Quest'ultimo stemma è
stato mantenuto dai duchi di Caccuri,inquartato con
quello dei Ceva Grimaldi, mentre nello stemma
matrimoniale di Marianna Petra con Vitoantonio de
Notaristefani le stelle rimangono tre ma diventano
rosse, recuperando il colore dei baroni di Vastogirardi. |
Continua sul quinto
volume in preparazione di "LA STORIA DIETRO
GLI SCUDI
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