
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Ceva
Grimaldi |

© Arma della Famiglia Ceva Grimaldi |
La
nobilissima famiglia Ceva, di origini piemontese, vanta
due Vescovi di Tortona:
Giovanni dei Marchesi di Ceva dal
1364 al 1392 e Carlo Francesco Ceva (Milano,
1625
†
1700), dal 12 luglio 1683. |

Ritratto del Vescovo
Carlo Francesco Ceva
Per gentile concessione di Don Ernesto Stramesi,
coautore del libro "Stemmario dei Vescovi di Tortona". |
Il Casato nel 1390 si diramò
con Gherardo, figlio secondogenito del marchese
Oddo di Ceva, in Genova dove nel 1528 fu
aggregato all'Albergo Grimaldi; da allora tutti i
discendenti aggiunsero al proprio il cognome Grimaldi.
Nel 1545 Cristoforo Ceva Grimaldi († 1591) passò
a Napoli, ove i discendenti furono ascrittì
fuori Piazza(1)
e nel il 4 settembre 1793 furono aggregati al
Real Monte di Manso(2),
istituzione benefica
con lo
scopo di assicurare gratuitamente un’istruzione elevata ai figli
delle famiglie patrizie napoletane e a quelle nobili aggregate
come Montiste.
Detto
Cristoforo nel 1566 comprò da Giovanni di Capua, conte
di Altavilla, per la somma di 20.000 ducati la terra di
Pietracatella, all'epoca in
Terra di Capitanata, a pochi chilometri da
Campobasso, insieme coi feudi di Caziello e Pisciariello;
nel 1574 comprò dalla Regia Corte la portolania della
medesima terra(3);
nel 1575 acquistò i feudi di Solopaca e Telese, entrambi
in
Terra di Lavoro.
Giovan Francesco Ceva Grimaldi (Pietracatella,
1559
† 1618), fu creato da Filippo III nel 1606,
1° marchese di Pietracatella;
sposò Vittoria
del Balzo, figlia di Marcantonio barone di Santa
Croce e Casalvatica.
Silvia (†
1592), sorella del citato Giovan Francesco, sposò
Ascanio
di Capua,
patrizio napoletano. Fu sepolta in Pietracatella nella
Chiesa di San Giacomo Apostolo.

Pietracatella, Chiesa di San
Giacomo Apostolo, lastra tombale di Silvia Ceva
Grimaldi |

Epitaffio in
ricordo di Silvia Ceva Grimaldi
(4) |

Pietracatella, Chiesa di San
Giacomo Apostolo, ciò che resta di uno stemma
interzato in palo, di Capua - Grimaldi e Ceva |
Bartolomeo Ceva Grimaldi (1591
† 1663),
figlio del duca Giovanni Antonio e di Emilia
Adorno,
2° duca di Telese
alla morte del padre (1616) sposo Adriana
Cavallo, nobildonna di Amantea(5).
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Giuseppe Francesco Agostino Domenico Andrea
Aniceto Ceva Grimaldi (Pietracatella, 1631
†
1707), figlio di Francesco Aleramo noto
come Diego Francesco (†
1678) e di Teresa Ramirez de Montalvo dei
marchesi di San Giuliano, 3° marchese di
Pietracatella e patrizio genovese, comprò il
feudo di Gambatesa dai creditori di Maria
Vincenza
de Regina
nel 1698 per la somma di 4.500 ducati; inoltre
comprò nel 1701 la terra di Macchia (oggi
Macchia Valfortore); nel 1667 sposò Giulia
Montalto,
figlia di Ludovico dei duchi di Fragnito,
patrizio napoletano, e di Beatrice
Sanseverino
dei baroni di Calvera.
Giovan Francesco Maria Niccolò
Domenico Pio Antonio (Pietracatella, 1673
† 1707), figlio terzogenito dei predetti
coniugi, sposò nel 1700 Sinforosa
Mastrogiudice, figlia ed erede di
Luigi marchese di Montorio, e di Beatrice
Carmignani
(† 1743); il loro figlio Giuseppe Maria
(Pietracatella, 1705
† 1757) ereditò i feudi di Gambatesa,
Matrice, Macchia, Bonefro e Mntelongo, e i
titoli di marchese di
Pitracatella e
marchese di Montorio; sposò nel 1731
Angela
Pisanelli
dei duchi delle Pesche.
La marchesa Sinforosa
Mastrogiudice, nell'anno 1726 circa, si unì
ad
altri benestanti e titolati di Toro e del
circondario per affrescare il chiostro del
Convento
dei frati francescani di Toro,
in onore di
papa
Benedetto XIII (1724-1730),
arcivescovo di Benevento in carica ed ex signore
feudale di Toro.
Il dipinto esposto nel
chiostro raffigura la beata Rosa da Viterbo (1233
†
1251) uscire indenne tra le fiamme. |

Toro
(Campobasso),
chiostro dei frati francescani,
affresco raffigurante la Beata Rosa
Si ringrazia il collaboratore Aniello Gatta per
aver inviato le immagini |

Dedica della
marchesa di Pietracatella, stemma partito Ceva
Grimaldi e Montalto |
Teresa Orsola Clara Agnese Agata Rosa (Pietracaletta,
1669
†
1732), sorella di detto
Giovan Francesco Maria Niccolò
Domenico Pio Antonio (1673
† 1707), nel 1689 sposò
Tiberio
Brancaccio,
patrizio napoletano e 3° barone di Corropoli. |

Napoli, stemma
partito Brancaccio e Ceva Grimaldi |
Nel 1678 Antonio e Tommaso Ceva
Grimaldi, e nel 1680 il già citato Giuseppe (1631
†
1707),
3° marchese di Pietracatella,
furono confratelli
dell'Augustissima Compagnia della Disciplina della Santa Croce, prima
arciconfraternita laicale sorta a Napoli nel 1290 con il
silenzioso auspicio del Pontefice Nicolò III, al
secolo
Giovanni Gaetano
Orsini (1216
†
1280),
ricordato anche da Dante (Inferno, XIX, 70-72). L’istituzione che fin dalle origini ha operato per il bene
della collettività, assistendo i più bisognosi, vanta
tra i suoi membri i Papi Clemente XIV, Pio IX, Leone XIII, Pio X e il fior
fiore della nobiltà, con innumerevoli togati, uomini d'arme,
pubblici reggitori, esponenti delle lettere e delle arti, tra i
quali spiccano Jacopo
Sannazaro (1455
†
1530), i Cardinali Rinaldo Brancaccio (nel
1384 fece erigere la prima navata della chiesa) e Astorgio
Agnese,
e il duca di Maddaloni Domenico Marzio
Carafa, Priore
dell’arciconfraternita nel 1724.
Nel giardino
dell'Arciconfraternita si riunirono nel 1485 i nobili per
cospirare contro re Ferrante I d'Aragona.
Nel 1723 aderì all'Arciconfraternita anche il
duca di Tolve, Marcello
Ceva Grimaldi; nel 1853 fu confratello anche
Francesco Ceva Grimaldi (Napoli, 1831
† Roma,
1899), nobile napoletano e patrizio genovese,
duca delle Pesche,
7°marchese
di Pietracatella e di Montorio, Gentiluomo di Camera con esercizio di
S.M. il Re delle Due Sicilie, Senatore del Regno
d'Italia dal 1876 e Cavaliere dell'Ordine Costantiniano.
sposò
Costanza
Statella dei principi di Cassano. |

Il duca Francesco Ceva
Grimaldi |
Il
duca Francesco, figlio del marchese di Pietracatella e
cavaliere del
Real Ordine di San Gennaro e del
Real Ordine di San Ferdinando e del merito Giuseppe Ceva Grimaldi
(Napoli, 1777
† ivi,
1862), abitò prevalentemente a Napoli nella villa, un
tempo adornata con giardini, statue e fontane, che nel
1760 la sua ava Angela Maria
Pisanelli, duchessa delle
Pesche e moglie del marchese di Pietracatella
Giuseppe Maria Ceva Grimaldi (1705 †
1757), l'aveva restaurata e ingrandita. Il senatore morì
a Roma ma fu
sepolto a Napoli nella cappella di famiglia. |

Napoli - Villa Ceva
Grimaldi, oggi Istituto scolastico |
Alla
villa, suddivisa da quattro edifici, si accedeva
mediante un lungo viale che divideva il fondo con circa
40.000 alberi e due giardini all'inglese(6). |
A seguito di matrimonio tra
Raffaele
Petra
(Napoli, 1798 † ivi, 1873) e donna Rachele Ceva Grimaldi,
duchessa di Caccuri (†
1853), il titolo di duca di Cuccari passò in casa Petra. |
Fonti:
- Archivio di Stato di Napoli - Serra di Gerace, Alberi
genealogici manoscritti
- Vittorio Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare
italiana.
-
Giovanni Mascia, Affreschi per il Papa,
Arte, fede e storia nel chiostro e nel convento di Toro,
Campobasso 2008. |
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Note:
1) Francesco Bonazzi di
Sannicandro, "Famiglie nobili e titolate del Napolitano"
2) Vincenzo di Sangro,
"Genealogie di tutte le famiglie patrizie napoletane e
delle nobili fuori seggio".
3) Lorenzo Giustiniani,
"Dizionario geografico-ragionato del Regno di Napoli".
4) -
Traduzione di Franco Valente (https://www.francovalente.it/2013/12/31/silvia-grimaldi-vedova-a-pietracatella/
): “Qui giace Silvia dei marchesi Ceva-Grimaldi della
cui vita si ammirarono fino a ora la bontà d’animo,
l’eleganza, la purezza e la pietà.
5) - Manoscritto
469121 - "Notices sur les principales familles du
Royaume des Deux Siciles", Parigi 1858, pag. 70.
6) Maria Mautone, "Ville al
Vomero". |
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