Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia. 

Famiglia d'Andrea

Arma: d’azzurro alla croce di Sant’Andrea d’oro, accompagnata nel capo da un giglio dello stesso e nella punta da un pugnale d’argento manicato d’oro. Altra: d’azzurro alla croce di Sant’Andrea di argento accompagnata nel capo da un giglio d’oro e nella punta da uno stocco di argento. Altra: troncato, nel 1° d’azzurro alla croce di Sant’Andrea di argento accompagnata in capo da un giglio d’oro e nella punta da una spada; nel 2° d’azzurro alla banda d’oro accompagnata in capo da una colomba di nero.
d’Andrea di Nardò: inquartato di rosso e di azzurro alla croce di Sant’Andrea  d’argento accompagnata nel capo da un giglio dello stesso e nella punta da un pugnale d’argento manicato d’oro.

Dimora: Napoli e Roma

B. S. Domenico Maggiore
© Arma Famiglia d'Andrea

L’antica famiglia d’Andrea, originaria della Provenza, ai tempi di re Carlo I d’Angiò si stabilì a Napoli dove fu ascritta fuori Seggio. Nel 1311 Gerardo d’Andrea fu nominato da re Roberto II d’Angiò castellano di Castel Capuano e Signore di Mottola in Terra d’Otranto.
Pietro d’Andrea (
1417), detto Pierrotto, fu nominato Maresciallo del Regno, ed ottenne nel 1401 da re Ladislao di Durazzo il titolo di conte di Troia con le terre di Ascoli, Canosa, Deliceto, Manfredonia, Sant’Agata e Zugoli.
Nel corso dei secoli la famiglia ebbe numerosi feudi tra i quali, oltre a quelli già nominati, Bobino, Castelluccia, Corato, Minervino, Montecorvino, Panete, Panetelli, Precina, Sassano, Santa Maria in Vulgano, Tresanti, Ursara, Varalla, e fu investita dei titoli di:  
baroni di Polcarino, Cisternino, Capparoni
conti di Troia    
marchesi di Pescopagano
patrizi di Lucera
nobili napoletani e romani.
Fu ricevuta più volte nel S.M.O. di Malta nel 1592 con Giovanni Antonio, barone di Polcarino e il 24 giugno 1707 con Giovanni d’Andrea.

Chiesa S. Pietro a Maiella
Napoli - Chiesa di San Pietro a Maiella, stemma d'Andrea con le insegne del S.M.O. di Malta su cancello cappella gentilizia

Chiesa S. Pietro a Maiella
Napoli -Chiesa di San Pietro a Maiella, arma della famiglia d'Andrea inquartato nella croce Melitense

Pietro Paolo, figlio del citato Pietro e di Margherita della Marra, passò dalla parte degli Aragonesi e la regina Giovanna II di Durazzo gli confiscò tutti i beni; nel 1439 Alfonso d’Aragona gli confermò il feudo di Deliceto.
Il feudo di Polcarino (o Villanova), situato in Principato ultra, fu venduto da Fabio Ricca, col consenso del primogenito Gaspare, nel 1570 per ducati 12.000 ad Ettore Brayda che rivendette alla stesso presso nel 1571 a Lucrezia Raguante (
1602), vedova di Michele d’Andrea, Signore di Polcarino, e madre di Giovanni Antonio cavaliere del S.M.O. di Malta e di Giulio Cesare d’Andrea.


Napoli - Chiesa di San Lorenzo Maggiore,
Cappella della Famiglia de Andrea


Napoli - Chiesa di San Lorenzo Maggiore,
Cappella della Famiglia de Andrea


Napoli - Chiesa di San Lorenzo Maggiore,
busto di Giovanni de Andrea


Napoli - Chiesa di San Lorenzo Maggiore,
stemma d'Andrea con insegne ecclesiastiche

Pescopagano, terra in provincia di Basilicata, fu venduta nel 1697 dalla famiglia Gesualdo a Gennaro d’Andrea (n. Sant’Agnello, 1637 1710), figlio di Diego e di Lucrezia Coppola dei duchi di Canzano, patrizio di Lucera, Reggente del Consiglio Collaterale, che ottenne il titolo di marchese di Pescopagano con diploma datato un mese dopo la sua morte. Nel 1687 impalmò Francesca Recco, figlia di Guglielmo, barone di Accadia.
Francesco (detto Ciccio – n. Ravello, 1625
Candela, 1698), fratello del citato Gennaro, dottore in legge, celebre avvocato nella storia del foro Napoletano, fu giudice della Vicaria, avvocato fiscale della Sommaria e consigliere del Sacro Regio Consiglio; scrisse numerose opere tra cui “Risposta al trattato delle ragioni della Regina Christianissima sopra il ducato del Brabante e degli altri stati nella Fiandra”.

Il feudo di Campochiaro, in Contado di Molise, fu venduto nel 1619 da Emilio Melchiori a Francesco Mormile per ducati 18.000; passò poi nel 1633 al figlio primogenito col titolo di duca. Nel 1709 Lucrezia Mormile, duchessa di Campochiaro dal 1758, impalmò a Somma Vesuviana Diego d’Andrea (n. Napoli, 1688 Somma Vesuviana, 1748), figlio di Gennaro e di Francesca Recco.
La famiglia Grisone ebbe in Napoli nella Chiesa di S. Domenico Maggiore la cappella gentilizia intitolata a S. Niccolò di Bari, già appartenente alla famiglia Frezza e poi passata ai marchesi d’Andrea per successione.


Napoli - Basilica di S. Domenico Maggiore, cappella della
famiglia de Andrea


Napoli - Basilica di S. Domenico Maggiore, tomba di Giovanni
Francesco d'Andrea, Ministro delle Finanze


Napoli - Basilica di S. Domenico Maggiore, tomba di
Francesco Saverio d'Andrea, giurista (
1798)


Napoli - Basilica di S. Domenico Maggiore, elenco dei
sepolti nella Cappella

Il marchesato di Colletorto, terra in Contado di Molise, nel 1704 fu acquistato da Bartolomeo Rota, patrizio di Cremona. Il titolo passò per successione nel 1814 a Maria Emanuela Pignatelli, figlia di Maria Saveria Rota, marchesa di Colletorto e di Cesare Ettore Pignatelli, marchese di Casalnuovo, che sposò a Napoli nel 1786 Diego d'Andrea (Massa di Somma, 1748 † ivi, 1822), patrizio di Lucera, marchese di Pescopagano e barone di Caperroni, Panete e Panetelli, figlio di Gennaro (n. Napoli, 1711 † ivi, 1785).
I titoli di duca di Campochiaro e di marchese di Colletorto non furono riconosciuti alla famiglia d’Andrea.


Napoli - Basilica di San Domenico Maggiore, scritte in memoria di Lucrezia Rivera moglie di Giovanni d'Andrea, e di Maria Eleonora Caracciolo madre di Francesco Saverio d'Andrea

Giovanni Marciano, cavaliere del S.M.O. di Malta, si fece prete nella Congregazione in Napoli di San Filippo dei Neri detta dei Gerolamini; rifiutò la nomina a Vescovo di Monopoli, che fu così conferita nel 1698 a  Gaetano d’Andrea (n. Ravello, 1630 † Monopoli , 1702), Procuratore Generale dei Chierici Regolari Teatini e cavaliere dell’Ordine di San Gennaro dal 1860.
Anche Girolamo d’Andrea (n. Napoli, 1812 † Roma, 1868), figlio del marchese Giovanni (1776 † 1841), ministro delle finanze del Regno delle Due Sicilie dal 1841, e di Lucrezia Rivera, intraprese la carriera ecclesiastica; studiò all’Archiginnasio di Napoli laureandosi in diritto civile e canonico, nel 1835 fu ordinato sacerdote, nel 1841 fu nominato arcivescovo di Melitene e nel 1852 fu elevato al rango di cardinale col titolo di Sant’Agnese fuori le mura.

S. Pietro a Maiella
Napoli - Chiesa di San Pietro a Maiella, monumento
in memoria del cardinale Girolamo de Andrea

S. Pietro a Maiella
Napoli - Chiesa di San Pietro a Maiella, epitaffio in ricordo
del marchese Giovanni de Andrea

L'immobile sito in Napoli alla via S. Biagio dei Librai nel 1487  apparteneva a Giovan Tommaso Carafa della Stadera, poi al figlio di quest'ultimo, Diomede che fu un guerriero dell'imperatore Carlo V. L'immobile passò nel 1713 ai Carafa di Columbrano, nel 1809 fu acquistato dalla famiglia d'Andrea e nel 1815 fu venduto alla famiglia Santangelo.

via s. biagio dei librai
Napoli - Corte del palazzo appartenuto alla famiglia d'Andrea

Per eventuali approfondimenti si consiglia di consultare le tavole genealogiche redatte da Serra di Gerace e di leggere il libro di Luigi Mazzeo "I d'Andrea marchesi di Pescopagano"


Continua nel sesto volume in preparazione di "LA STORIA DIETRO GLI SCUDI"

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