Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.   

Stemma Famiglia Bonito

Famiglia Bonito

Arma: d’azzurro alla banda d'oro sormontata da tre gigli e accostata in punta da altri tre gigli, disposti in banda, il tutto d’oro.

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© Napoli - Stemma Famiglia Bonito, principi di Casapesenna

Le origini della famiglia Bonito si perdono nella notte dei tempi; probabilmente fu una delle tante famiglie romane che nel IV sec. voleva raggiungere l’Imperatore Costantino a Bisanzio; per una violenta tempesta le navi si inabissarono e i profughi trovarono calda accoglienza in Cama, l’odierna Scala, graziosa cittadina situata sulle colline della costa di Amalfi, di fronte alla più nota Ravello.
Tra le maggiori glorie che un tempo vantò la città di Scala fu quella di annoverare  tra la cinta delle sue mura ben centotrenta chiese; una di esse, intitolata poi a S. Filippo Neri, fu fondata nel 963 dalla famiglia Bonito in onore di San Matteo Apostolo, ove furono sepolti il Senatore COLUZIO (963)(1) ed il nobile ORSO (998)(2). La campana della chiesa fu collocata da papa Giovanni XIII alla presenza dell’Imperatore Ottone a San Giovanni in Laterano a Roma.
Alcuni storici sostengono che la famiglia discende da un santo vissuto nel VII secolo, nato a Roma, vescovo d’Avernia: San Bonito.

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© Napoli - Cappella della Famiglia Bonito con la statua
di San Bonito.
 

Si racconta che ancora non nato fu preconizzata la sua santità, si diffusero voci che un nuovo Lume della Chiesa stava per nascere. Una notte mentre pregava in solitudine, rapito in estasi, gli apparve la Beata Vergine con una numerosa turba di Angeli e gli fu comandato di celebrare la Messa; rifiutò ritenendosi indegno ma gli Angeli con forza lo vestirono di abiti sacerdotali portati in dono da Maria.

Ritornato in sè si trovò da solo e, a testimonianza del sogno,  l’abito sacerdotale  che gli era stato imposto dagli Spiriti Sacri, la cui stoffa leggerissima, bellissima ed incorruttibile tanto che si conserva  intatta e viene adorata come cosa divina. Nella cappella gentilizia di famiglia della Basilica di San Domenico in Napoli, nel 1655 FABRIZIO e GIULIO CESARE Bonito, principe di Casapesenna, eressero una statua in onore del santo.


© Napoli - Particolare Cappella Bonito

I Bonito eressero statue in Amalfi e Ravello ad altro S. Bonito, francese, vescovo di Clermont, il cui culto si diffuse  rapidamente anche in Italia; venne eletto protettore di un casale col suo castello, in Principato Ultra, ai confini tra le provincie di Benevento e Avellino, ove SERGIO Bonito, marito di Sighelgaita Capuano, era suffeudatario dei Gesualdo.

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© Bonito (AV) - il Castello. A destra: Amalfi - particolare Duomo

ODDO Bonito sposò Maria Gesualdo e divenne Signore del feudo che prese il nome della famiglia.
Nel 1393  re Ladislao di Durazzo tolse il feudo ai Bonito che passò poi dai Tomacelli ai d’Aquino, poi dai de Rupert ai
Pisanello; nel 1674 GIULIO CESARE Bonito, presidente della Regia Camera della Sommaria, acquistò il feudo di Bonito e il titolo marchesale dai Pisanello e adibì il castello a residenza estiva per circa trent’anni. Il feudo passò poi alla famiglia Garofalo, nella persona del duca Marcantonio, sino al 1806, anno dell’abolizione della feudalità nel Regno.

Il Casato godette di grande nobiltà in Scala, Amalfi,  Ravello, Lettere, Messinaae in Napoli, ove già era presente dal 1192 con GIOVANNI che possedeva case e terreni; fu aggregata al Patriziato napoletano dei Seggi di Nido e Capuana (ramo di Casapesenna) e, dopo l’abolizione dei Sedili (1800), fu iscritta nel Libro d’Oro napoletano.

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© Napoli - Stemma con le armi dei Bonito e dei Macedonio, famiglie imparentate.

Tra i personaggi celebri di questa famiglia:
MARCELLO, Cardinale e Cavaliere di Calatrava;

Nel 1275 ANDREA Bonito, Nicola Confalone, Tommaso Coppola, Alessandro d’Afflitto, Niccolò Freccia, Matteo Rufolo, Nicola Acconciaioco, Ganizzo di Palma e Angelo Pironti, prestarono al re Carlo I d’Angiò l’ingente somma di mille once d’oro, ricevendo come pegno la corona reale tempestata di pietre preziose
(3).
Lo stesso Andrea fu nominato, sempre da re Carlo I, Segretario di Calabria nel 1269, maestro di Zecca in Messina e poi in Brindisi nel 1272.
CARLO Bonito, valoroso milite, fu nominato da re Roberto II d'Angiò nel 1326 Capitano Generale degli Abruzzi.
ODDO, detto MARTUCCIO, nel 1136 fu sindaco e procuratore dei nobili del Seggio di Nido a Napoli.
LUDOVICO, Cardinale ed Arcivescovo di Rimini (1408).
IACOPO fu insignito del titolo di barone di Capurso, in Terra d’Otranto, nell’anno 1410.
LORENZO
divenne barone di Torchiara e Copertino nel 1564 e poi barone di Prignano, Melito e Puglisi.
Il Casato annovera vari Cavalieri gerosolimitani: ALESSANDRO (1571); FILIPPO (1648), DOMENICO  (1670), quest’ultimo figlio di Giulio e Vittoria del Giudice.
GIULIO CESARE fu Signore di Casapesenna e d'Isola
(4), in Terra di Lavoro; nel 1640 fu insignito da re Filippo IV d'Asburgo-Spagna col titolo di principe di Casapesenna(5).

© Casapesenna (CE) - L'avita casina di caccia della famiglia Bonito con gli affreschi e la struttura in  forte degrado per l'incuria di tutti gli amministratori locali che si sono succeduti. Vani gli appelli di interventi di restauro della Pro loco; la cittadina merita di essere visitata per la sua storia, i monumenti e le chiese. Per info: http://www.prolococasapesenna.eu

Altro GIULIO CESARE, (già sopra nominato per aver acquistato il feudo di Bonito) marchese di Bonito, fu Segretario del Regno, avvocato fiscale del Real patrimonio nel 1668 e infine Presidente della Regia Camera della Sommaria; sposò Virginia Pignatelli e  fu decorato col titolo di duca d'Isola da re Filippo IV.
GIOVANNI BATTISTA nel 1656 ottenne il titolo di
marchese di Positano.
MARCELLO (Napoli, 1631
1711), cavaliere di Calatrava, per successione casa Blanch ereditò il titolo di marchese di S. Giovanni di Celsito.

Sant'Anastasia
© Stemma di Marcello Bonito, marchese di S. Giovanni di Celsito, cavaliere di Calatrava - Anno 1712

FRANCESCO ANTONIO, valoroso milite, nel 1647comandò un corpo di cavalleria e difese Orbitello dall'attacco dei francesi.
Don ANDREA Bonito dei duchi d'Isola fu Vescovo di Capaccio ove restaurò verso la fine del XVII secolo la chiesa della Santissima Annunziata.  

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Positano, marchesato dei Bonito dal 1656. A destra: Capaccio - a pochi metri da questo tempio di Paestum,
il Vescovo Andrea Bonito officiava la Santa Messa nella Chiesa della SS. Annunziata

Il magnifico don Orazio Giliberti, 2° Barone di Celenza e Carlantino, nato il 07/06/1763 sposò il 9 marzo del 1788 donna Anna Bonito del fu don Alessandro Bonito, patrizio napoletano e principe di Casapesenna e di donna Teresa Toraldo (Capitoli matrimoniali presso il notaio Battista Girardi di Napoli). 
Don Girolamo Bonito, Capitano graduato dell'esercito borbonico, fu nominato Cavaliere di Diritto del Real Ordine Militare di S. Giorgio della Riunione con decreto del 7.10.1819.
Domenico Bonito dei principi di Casapesenna sposò Teresa Marano, marchesa di Petruro, unica figlia ed erede di Gaetano; il titolo di marchese di Petruro passò al nipote Domenico Bonito.
FRANCESCO MARIA Bonito, principe di Casapesenna, sposò Francesca Macedonio († 1853), figlia di Marcantonio, marchese di Ruggiano, la quale nel 1838 ottenne il titolo di marchesa di Ruggiano per refuta  del padre. I coniugi abitavano a Napoli ed avevano ingenti rendite in San Cipriano, Casal di Principe, Orta  e Teverola. Francesca morì senza eredi e il titolo di marchese di Ruggiano passò al fratello Nicola e nel 1860 alla sorella Giustina (†1862).  Quest’ultima sposò Domenico de Riso di Carpinone, il cui Casato acquisì il titolo nel 1862.

MARIANNA Bonito, figlia della principessa di Casapesenna, sposò Ferdinando Mastrilli, marchese di Livardi; non fu un matrimonio fortunato, i due si separarono e donna Marianna ricevette, in cambio della dote portata di 2000 ducati, l'appartamento di Palazzo dello Spagnolo a Napoli.

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 © Napoli - Palazzo dello Spagnolo - il piano nobile abitato da Don Ferdinando Mastrilli e Marianna Bonito

CARMELA Bonito, principessa di Casapesenna e duchessa d'Isola (titoli riconosciuti nel 1858 al figlio primogenito Tommaso) sposò nel 1824 il cugino don Ferdinando Vargas Machuca (Napoli,1797 ivi, 1885).

Per la genealogia si consiglia di consultare le tavole genealogiche redatte da Serra di Gerace.

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Note:
1) Sul cornicione della chiesa vi era l’iscrizione: “DEVOTIONE COLUTII DE BONITO VIRI SENATORIS ANNO 963”.
2) Sulla tomba di Orso vi era l’epitaffio:” NOBILIS URSUS DE BONETO ORDINE PATRITIUS HIC REQUIESCIT, ANNO 998”
3) C. De Lellis, Discorsi delle famiglie nobili del Regno di Napoli, parte II, Napoli 1663, pag. 190; B. Candida Gonzaga, Memorie delle famiglie..., Vol. III, pag. 89.
4) Casapesenna, Isola e Calitto erano tre villaggi della Liburia Longobarda, dei quali è rimasto solo il primo.
5) B. Candida Gonzaga, Memorie delle famiglie nobili delle province meridionali d’Italia, Napoli 1879, vol.. I, pp. 123-124.

Casato inserito nel 1° Volume di "LA STORIA DIETRO GLI SCUDI"

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