
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia Ariano |
A cura del dr. Giuseppe Pizzuti |
Arma:
troncato, nel 1° di... all'aquila spiegata di...; nel 2° di...
al toro fermo di... .
Titolo:
Nobile di Scigliano. |

Scigliano, Quartiere Cupani,
Palazzo Ariani, stemma |

Scigliano, Palazzo Ariani |
La Famiglia Ariano o Ariani fiorì nella
Città Regia di
Scigliano, in
Calabria Citra,
oggi comune in provincia di Cosenza, comprendeva i
territori degli attuali comuni di: Bianchi, Carpanzano,
Colosimi, Panettieri, Pedivigliano, Soveria Mannelli, e
Castagna frazione di Carlopoli; era composta da più
Quartieri: Diano, Calvisi, Cupani, Lupia, Serra, Petrisi,
e Pedivigliano, ebbe un notevole sviluppo sociale,
culturale, religioso ed economico, si pensi
all'installazione della tipografia, ai conventi, al
ginnasio, questo portò alla fioritura di molte famiglie
nobili, tra di esse: Accattatis,
Ajello,
Arcuri, Barone, Belsito, Biamonte, Bruno, Cerminara,
Costanzo,
d'Elia, Fabiano,
Folino,
Franchino,
Gagliano, Gauderini,
Gualtieri,
Lamanna, Lupia,
Mancuso,
Mascaro, Mazza, Mesuraca, Micciullo,
Milano,
Mirabelli, Misarti,
Pallone,
Palmieri, Pettinato, La Pira,
Ricci,
Rizzuti, Scarpino,
Stocco,
Strangis, Talarico. |

IL
PITAGORA,
periodico fondato da Pier Paolo Gimigliano nel
1845 e diretto da Gregorio Misarti (Scigliano, 1° ottobre
1805 † ivi,
24 marzo 1876), figlio di Giuseppe, di nobile famiglia
sciglianese, si laureò all'Università di Napoli in farmacia, e
poi in giurisprudenza, esercitò le professioni di farmacista ed
avvocato, fu Consigliere Provinciale di Cosenza per quindici
anni, e per sedici anni vice Pretore
del Mandamento di Scigliano; scrittore di tragedie, fra cui
Il Frandarte del 1832, in apertura dedica un sonetto al
barone Vincenzo
Mollo, Presidente
dell'Accademia Cosentina, e Zambri del 1845,
rappresentate in diversi teatri; nel 1849 pubblicò Cenno
storico archeologico su le impressioni che offre il
cammino da Scigliano a Cosenza. Socio Ordinario
dell'Accademia Florimontana di Monteleone; degli Affaticati di
Tropea; dei Trasformati di Noto; Socio Onorario dell'Accademia
Lilibetana di Scienze e Lettere di Marsala; Socio corrispondente
della I. e R. Società di Scienze, Lettere, ed Arti di Arezzo;
dell'Accademia Cosentina; delle Peloritana di Messina; degli
Euteleti
di San Miniato; di Scienze Lettere ed Arti dei Zelanti; della
Daftica di Acireale; della Omiopatica di Palermo; delle Società
Economiche della Calabria Citeriore, della
Calabria Ulteriore
Seconda etc. |

Stemma
Misarti, come disegnato dal sacerdote Don Giuseppe
Talarico nelle sue Memorie di Scigliano |
L'imperatore
Carlo V ritornando
vittorioso dall'Africa, nel mese di novembre del 1535
passò per le montagne di Scigliano, il suo esercito
alloggiò a Scigliano dove fu accolto con segni di
particolare stima, l'anno successivo l'imperatore
confermò i privilegi della Città di Scigliano, con altro
privilegio dato nel Castello nuovo di Napoli il 26
novembre del 1536, molti cittadini furono decorati col
titolo di Nobiles
et egregii viri,
tra di essi lo fu Cioncio Ariani.
Da un atto notarile del 26
gennaio 1560, il magnifico Valerio
Telesio
da Cosenza, quale Deputato del Regimento della Città di
Cosenza per il magazzino del grano, nomina suoi
procuratori per la gestione di detto magazzino i
magnifici Giannozzo de Latella, Gregorio
Pinelli,
Giovannello
Tomasi,
Giovan Battista Francomatri,
Lattanzio de
Ariano, e Gerolamo Nuffo. In un altro
atto del 18 febbraio 1863, il magnifico Valerio Tlesio
da Cosenza costituisce suo procuratore il nobile
Lattanzio de
Ariano da Scigliano, per acquistare o
affittare in suo nome beni stabili burgensatici e
feudali, etc., da chiunque e di qualunque natura.
Vincenzo Maria Egidi - Mario Borretti in
I Telesio
Regesto dei documenti del sec. XVI, a cura
di Raffaele Borretti, pag. 34 e 38.
La Chiesa di Santa Maria del Carmine vicina ai Quartieri
di Petrisi e Cupani, verso la quale è devota tutta la
Città, sulle sue pareti si vedono permanenti i vestigi
di un miracolo accaduto ad intercessione di Santa Maria
del Carmine in persona del suo devoto Carlo
Ariani del Quartiere Cupani, al quale venne tirata
un'archibugiata da Lucio Stocco, suo nemico, una palla
lo colpì nella bocca e gli aperse una pericolosa ferita,
l'altra lo colse nel petto, quest'ultima appena toccò lo
scapolare della Santa Vergine, che gli pendeva dal
collo, rimase attaccata al medesimo senza offendere la
persona; dopo essere guarito, riconoscente dal beneficio
ricevuto, visitò con lacrime di tenerezza la Santa
Vergine del Carmine ed appese accanto al suo altare
l'abitino già logoro dalla palla di piombo attaccata.

Scigliano, chiesa
di Santa Maria del Carmine |
Maurizio Ariani nel 1639 era stato eletto nel parlamento di Cupani, tra gli
altri eletti vi erano: Giuseppe Calfa, Tiberio Pallone,
Maurizio Gualtieri, Carlo Pallone, Sindaco Diego delle
Pera; il 24 ottobre dello stesso anno, l'Università di
Cupani si congregò in pubblico parlamento nel luogo
detto la Vallicella e si deliberò che la loro
Chiesa Ministeriale che portava il titolo di Ognissanti,
rovinata dal terremoto del 1638, si trasferisse in
quella dedicata a San Rocco previo assenso del Vescovo.
Venne prodotta supplica al Vescovo di Martirano
Monsignor Luca Cellesi il quale con sua bolla del 14
marzo 1640 trasferì la suddetta Parrocchiale nella
Chiesa semplice di San Rocco.

Cupani, chiesa di
San Rocco |
Francescantonio,
vissuto nel Seicento, sposò Belluccia
Marincola,
nobile di Taverna.
Dal Catasto
Onciario della Città di Scigliano del 1753-1754
risultavano viventi: Magnifico Nicola Ariani,
nobile vivente di anni 30; Maria Scalise moglie, di anni
30; Maria Antonia, figlia di anni 3;
Chiara Maria, figlia di anni 2; Gregorio,
fratello di anni 33; Carlo, fratello di anni 38;
Anna Maria, sorella di anni 47; Don Francesco,
fratello di anni 48; Don Giuseppe, fratello di
anni 53.
Don Giuseppe Talarico nelle sue Memorie di Scigliano
del 1782 scrisse che il Palazzo ubicato nel Quartiere
Cupani, apparteneva a Nicola Ariani ed a suo
figlio Michele. Il Talarico prosegue nella
descrizione dei Palazzi delle famiglie Nobili ubicati
nel Quartire Calvisi in questi termini: “ vi è il
Palazzo dei Micciulli che fu prima della Casa Rizzuti
estinta, e poi ristorato, ed ornato di balconi e tufi da
D. Carmine e D. Domenico Micciulli; sieguono
immediatamente verso la parte orientale li duoi Palazzi
della Casa Pallone, e Parisio,
per riguardo al Cardinale
Parisio della cui linea si crede discendente
l'Ava o Proava. L'altro degli eredi di D. Pietro
Pallone, oggi posseduto da D. Pasquale Lepera marito
della di lui figlia D. Rosa. Vi è il Palazzotto che fu
di D. Nicola Ariani, oggi di D. Giuseppe Stella
di Conflenti, provenutoli dalla Casa Cimino di Foroleto,
avendo avuto in moglie D. Vincenzo Cimino la figlia di
Ciccantonio Ariani; siegue appresso fra lo
Spedale, e la Parrocchia di S. Nicolò in eguale distanza
il Palazzo del Dottor D. Paolo Arcuri, e Dottor
Francesco suo figlio.” |

Cupani, Palazzo Ariani |
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Bibliografia:
- Francesco Antonio Accattatis, “Storia
di Scigliano” 1749 Voll. I-II, manoscritto stampato a
cura di Isidoro Pallone, Editrice Casa del Libro,
Cosenza 1965.
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