
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia Franchini |
A cura del dr. Giuseppe Pizzuti |
Arma: bandato di verde e d'argento; al capo d’oro caricato di un giglio
posto fra due rose dello stesso.
Altra:
bandato d'oro e d'azzurro; al capo del secondo caricato di un
giglio d'oro posto fra due rose di rosso.
Altra,
del ramo che da Cosenza si trasferì in Puglia:
bandato d'oro e d'azzurro; al capo del secondo caricato di un
giglio d'oro posto fra due gigli di rosso
(1).
Titoli:
Nobile di Scigliano. |

Stemma famiglia Franchini |
La Famiglia
Franchini ha avuto le sue origini a Scigliano in
Calabria Citra
(oggi comune omonimo in provincia di Cosenza), la
Città era composta da più Quartieri: Diano, Calvisi,
Cupani, Lupia, Serra, Petrisi, Pedivigliano e Pittarella
(oggi Pedivigliano è comune e Pittarella è una sua
frazione), fu Città Regia alla quale vennero
concessi, tra gli altri, i seguenti privilegi: regnate
Alfonso
I d'Aragona
la Città chiese conferma delle immunità e privilegi a
lei concessi dai sovrani predecessori, con privilegio
del 9 novembre 1444, e transuntato in Cosenza il 19
dicembre 1445 dal notaio Nicola Santolicido da Cosenza
re Alfonso confermò i privilegi: Placet Regie
Majestatis confirmare privilegia gratias et immunitates
per Reges, et Reginas predecessoras, et Vicereges ipsius
dicte Universitati concessas, si, et, prout eis hactenus
melius usi sunt., a questo regal grazia il re ne
aggiunse altre diciassette, tra le quali: la prima fu
quella del perpetuo demanio, e di essere conservata
unanimiter colla Città di Cosenza e suoi Casali, come
era stata per il passato, annullando e cassando ogni
concessione, che ne fosse stata forse fatta ad alcun
barone. La seconda fu che in perpetuo non potesse essere
donata, ceduta, venduta, pignorata, permutata, né in
qualsivoglia modo trasferita al dominio di altri, né in
baronia, né in governo. Ed in caso contrario fosse stato
lecito ai Cittadini colla propria autorità, e senza
incorrere pena alcuna resistere agli Uffiziali del
Barone, o altro, e di scacciarli. Conferma inoltre il
Fondaco del ferro, e la Bagliva. Le esecuzioni
giudiziali contro i Cittadini di Scigliano dovessero
farsi dal di loro Mastro Giurato.
I privilegi furono confermati da
re Ferdinando I d'Aragona per le fatiche,
danni e spese sofferte dall'Università di Scigliano per
la difesa della sua regal corona, con privilegio spedito
da Barletta in data 22 febbraio 1459, col quale promise
di mantenerla e conservarla nel demanio perpetuo, né mai
alienarla con titolo di donazione, vendita, permuta,
pegno, dote, né qualunque altro, né in baronia, né in
governo, ancorchè vi concorresse il bisogno per causa
pubblica, e dalla legge approvata. E per questo effetto
annullò e revocò tutte le concessioni fattane al
contrario, specialmente quella fatta da suo padre a
beneficio di don Antonio Centelles e di donna Enrichetta
Ruffo
sua moglie. Le concedé similmente che avesse goduto
tutte le grazie che per il passato erano state concesse,
o in avvenire sarebbero state concesse alla città di
Cosenza e suoi Casali.
Don Carlo
de Lannoy,
viceré di Napoli dal 1522 al 1527, per parte
dell'imperatore
Carlo V confermò all'Università e cittadini
di Scigliano i privilegi e capitoli del re Ferdinando I
d'Aragona, e dei viceré di
re Ferdinando III
d'Aragona
detto
il Cattolico.
Il territorio di Scigliano era molto più vasto rispetto
all'attuale comune e comprendeva i territori dei comuni
di: Bianchi, Carpanzano, Colosimi, Decollatura,
Panettieri, Pedivigliano, Soveria Mannelli, e Castagna
frazione di Carlopoli, ebbe un notevole sviluppo
sociale, culturale, religioso ed economico, si pensi
all'installazione della tipografia, ai conventi, al
ginnasio, questo portò alla fioritura di molte famiglie
nobili, tra di esse:
Accattatis, Ajello,
Arcuri,
Ariano, Barone, Belsito, Biamonte,
Bianco, Bruno, Cerminara, Costanzo,
d'Elia, Fabiano,
Folino, Gabriele,
Gagliano,
Gentile,
Gualtieri,
Lamanna, Lupia,
Mancuso, Mascaro,
Mazza, Mesuraca, Micciullo, Milano,
Mirabelli,
Palmieri, Pallone,
Pettinato, La Pira, Ricci,
Rizzuti, Scarpino, Stocco,
Strangis, Talarico.
Giacomo
Franchini da Scigliano, è citato, tra gli altri, in un
atto notarile del 28 aprile 1509 stipulato a Cosenza,
rogato tra l'Università di Cosenza e Casali da una
parte, ed il conte di Martirano dall'altra.
Salvatore,
citato in diversi atti notarili, in quello del notaio
Paolo d'Elia del 29 maggio 1548 ai fogli 18 e 19, come
riporta Francesco Antonio Accatatis, assicura la dote di
Giustina Frontera sua prima moglie, figlia di Padovano,
sopra le sue terre del
feudo nel fiume di Corazzo, che dice di
averle in comune con suo fratello Francesco
assente; ebbe per figli: Jacopo, Giovan
Battista, e Sforza. Salvatore con suo
fratello Francesco erano stati maestri d'armi, per i
meriti acquisiti nel loro maneggio ottennero, con
privilegio dato in Bruxelles il 31 maggio 1500 e
registrato in privileg. XXIV al foglio 132,
dall'imperatore Carlo V e dalla regina Giovanna sua
madre, ampissima lettera di familiarità, dichiarandoli
suoi commensali,
familiari e
domestici, e comandarono che i medesimi
godessero tutte le prerogative, che godevano i suoi
domestici, quantunque in atto non servissero. Francesco
(Scigliano, 14 aprile 1550 † Roma, 1° novembre 1559),
tra i rappresentanti di
Calabria Citra che
parteciparono alla
riconquista del
trono di Tunisi da parte dell'imperatore
Carlo V, come riporta Gustavo Valente, altri
rappresentanti furono: Ottavio
Monaco,
che vi morì; Proloisio
Quattromani;
Pietrantonio
Abenante;
dal feudatario di Fiumefreddo, di casa Alarcon Mendoza,
in memoria della cui condotta venne aperta una nuova
porta nelle mura della cittadina alla quale venne dato
il nome di Porta Goletta; dal marchese di Laino di casa
Cardenas;
Antonino Ponte da Casole (poi Casole Bruzio); il
cappuccino frà Bonaventura da Radicena, il duca di
Castrovillari. Inoltre partecipò all'impresa sul Danubio
affidata dal papa a Giovan Battista Savelli. Francesco
da giovane era stato avviato agli studi dal suo
congiunto Aurelio Gauderini che si trovava a Bologna, fu
anche poeta ed oratore celebre, le sue poesie furono
stampate per la prima volta a Roma nel 1549, la seconda
edizione fu stampata a Basilea nel 1559, la terza a Roma
nel 1574. Si fece sacerdote, dal 30 ottobre 1556 fu
vescovo di Massa e Populonia, morì a Roma e fu sepolto
nella chiesa della SS. Trinità dei Monti, l'iscrizione
sepolcrale voluta dai suoi nipoti ed eredi Jacovo,
Sforza e Giovan Battista recita: |
FANCISCO FRANCHINO COSENTINO
MASSE POPULONIAE EPISCOPO
PRUDENTI, ACRIQUE VIRO, ATQUE VENUSTO POETAE,
QUI PHAEBI, ET MARTIS CASTRA SECUTUS
RETTULIT AD PATRIOS BINA TROPHACA LARES
JACOBUS, SFORTIA, ET IO: BAPTISTA FRANCHINUS
HEREDES POSUERE MAESTISSIMI.
VIXSIT AN: LIX. |
Roma, lapide sepolcrale del vescovo Francesco Franchini.
Si ringrazia Padre Paul de la Moriniere, Rettore della
Trinità dei Monti, per averci concesso le immagini |
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I discendenti di Francesco, capitano sotto Carlo
V e vescovo, furono ascritti nel
libro degli Onorati della
Città Regia di Cosenza
redatto il 20 gennaio 1580
(1bis).

Francesco Franchini. Ritratto
custodito nella Pinacoteca Civica di Como
(1ter) |
Sansonetto,
colonnello, comandante di truppe dell'imperatore Carlo
V,
è citato nell'atto notarile di fondazione del Convento
di Sant'Agostino di Scigliano, costruito a spese
d'Università, stipulato il 17 settembre 1531, rogato dal
notaio apostolico Ambrosio Torquasi.
Tommaso,
è citato, tra gli altri, in un atto notarile del 26
agosto 1509 nel quale si stipulò una convenzione tra le
Città di Cosenza e di Scigliano. CarloV ritornando
vittorioso dall'Africa, nel mese di novembre del 1535,
passò per le montagne di Scigliano ed il suo esercito
alloggiò in Città dove fu accolto con segni di
particolare stima, l'anno successivo l'imperatore
confermò i privilegi della Città di Scigliano, con altro
privilegio dato nel Castello nuovo di Napoli il 26
novembre del 1536, molti cittadini furono decorati col
titolo di Nobiles et egregii viri,
tra di essi vi fu Tommaso Franchini.
In un atto
notarile del 25 gennaio 1551, il magnifico don Valerio
Telesio
da Cosenza si riceve dal magnifico Paolo
Franchini da Scigliano, residente a Terranova di
Calabria Ultra,
la cessione di un credito, a saldo di un debito di
ducati 117, tra i testimoni vi era il reverendo ser
Tomaso Telesio, canonico cosentino
(2).
Cesare,
prese parte al consiglio tenutosi in casa sua nel 1575,
alla presenza, tra gli altri, del Regio Governatore don
Emanuele di Vedoya, nel quale si decise di restaurare la
chiesa matrice di Diano, per le spese che occorrevano
l'Università promise i ricavi della gabella imposta
sopra la carne, con Regio Assenso., ed inoltre annui
ducati quaranta, da pagarsi sino al compimento dell'opera.pag.
29
Marco
Antonio,
fu capitano di fanteria, servì nelle guerre la
Repubblica di Venezia. Ebbe per moglie Minuzza
Tosto,
patrizia cosentina, il loro figlio Gian Simone fu
battezzato nella chiesa parrocchiale di Diano il 3
novembre 1571. |
_________________
Note:
(1)
-
La prima blasonatura come riportato nelle
“Imprese ovvero stemme delle famiglie italiane” di
Gaetano Montefuscoli, manoscritto custodito nella
Biblioteca Universitaria di Napoli; la seconda
blasonatura a cura di Umberto
Ferrari
in “Armerista Calabrese”, La Remondiniana, Bassano del
Grappa 1971, p. 31.
La terza blasonatura come riportato in:
https://araldicarutigliano.xoom.it/
(1bis) -
Davide
Andreotti, “Storia dei Cosentini”, Vol. II, Napoli 1869,
pagg. 282-283.
(1ter) -
Il ritratto faceva parte della collezione
di Paolo Giovio (Como, 1483 † Firenze, 1552),
storico, medico, museologo, dal 1528 vescovo di Nocera.
Di seguito il dipinto della villa denominata Il
Museo, costruita sulle rive lacustri di Borgo
Vico in Como, oggi custodito nella Pinacoteca Civica
della stessa città.

Firenze, sepolcro
monumentale del vescovo Paolo Giovio |

Sepolcro,
epitaffio |

Insegne
ecclesiastiche del vescovo Paolo Giovio |
(2)
- Vincenzo Maria Egidi in “Regesto delle pergamene
dell'Archivio Capitolare di Cosenza” a cura di Raffaele
Borretti, pag. 24.
_________________
Bibliografia:
- Francesco Antonio Accattatis “Storia di
Scigliano” 1749 Voll. I-II, manoscritto stampato a cura
di Isidoro Pallone, Editrice Casa del Libro, Cosenza
1965.
- Gustavo Valente “Storia della Calabria nell’età
moderna” Vol.I, Frama Sud 1980.
- Luigi Palmieri “Cosenza e le sue famiglie attraverso
testi atti e manoscritti” Tomo I, Pellegrini Editore
1999.
- Eugenio
Arnoni
“La Calabria illustrata Vol. IV Il Circondario di
Cosenza”, Edizioni Orizzonti Meridionali, Cosenza 1995.
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