
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia della
Gatta |
Arma:
d’azzurro al gatto passante d’argento sormontato
da un lambello a tre pendenti di rosso.
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© Stemma Famiglia della Gatta |
La famiglia della Gatta, Gatti o del Gatto,
originaria di Francia, passò nel Regno con
Carlo I d’Angiò,
diramandosi in molte città, tra le quali Barletta, Lucera, Nicotera,
Otranto, Reggio Calabria, Palermo, Viterbo e Napoli, ove fu
aggregata al Patriziato del
Seggio di Nido. |
Il
Casato fu insignito dei titoli di
Conti di Isola Fulcheria e di
Principi di Monasterace
(1654).
I della Gatta hanno posseduto numerosi feudi, tra i quali:
Aprigliano, Bardetto, Bombonetta, Castagneta, Castelcicala,
Castelpietro, Cellino, Chimisia, Conienta, Cupa del Principe,
Foresta, Fulcignano, Galatone, Isca, Montaldo, Montegiove,
Montepietro, Muro, Nicotera, Poggiardo, Poerio, Rocca, Sala,
Stara, S. Giorgio, Serrano, Soriano, Torre di Aira, Vernola,
Viterbo, Vitorchiaro. |
I PRINCIPALI RAPPRESENTANTI DEL CASATO |
Nel 1275 GIOVANNI della Gatta fu mutuatore
della città di Napoli.
MICHELETTO,
barone di
Bombonetta e valoroso capitano, fu inviato ad assediare
Messina per sedare i moti dei Vespri siciliani. Carlo I d’Angiò
sottovalutò la rivolta che fu appoggiata dai baroni siciliani e,
soprattutto, dal potente e numeroso esercito degli aragonesi. I
soldati di detto Micheletto in gran parte morirono o furono fatti
prigionieri ed egli, con pochi fedeli, riuscì a mettersi in salvo
nel castello di Matagrifone. |

La Flotta angioina all'assedio di
Messina |
CORRADO, Regio familiare, si trasferì in Napoli, ove
Carlo II d’Angiò
lo nominò governatore della città di Lanciano e S. Flaviano e,
infine, Podestà di Terracina.
FILIPPO fu capitano e governatore di Rocca d’Aspro, agli ordini del
Duca di Calabria.
Nel 1327 NICOLA, insieme a Nicola
Caracciolo, Angelo
di Somma, Giovanni
Barrile ed altri nobili, seguì il Duca di Calabria in Toscana.
Nel 1333 ROBERTO ebbe il cingolo militare da Roberto II d’Angiò.
Nel 1380 GIACOMO fu Abate e Canonico a Napoli.
RENZO,
patrizio del Seggio di Nido, è ricordato per aver provocato
nel 1380, insieme ai nobili del
sedile di Capuana, i
tumulti contro i mediani (la classe mediana o popolo grasso era
costituito da medici, letterati, giuristi, commercianti, ecc.)
degli altri Seggi. |
Nel 1417 ANTONELLO fu Conservatore dei regi Quinternioni e poi governatore della
Santissima Casa dell’Annunziata
di Napoli.
Nel 1419 GALEOTTO rese omaggio alla regina Giovanna II di Durazzo
dopo la sua incoronazione, insieme ad Angelo
Spina, Micone
Pignatelli, Talubardo
Vulcano, Nicolò
d’Afflitto, Enrico
Dentice, Pietro
Sersale ed altri nobili.
GATTO, abile condottiero di gente d’arme, partecipò valorosamente
alla
guerra d’Otranto contro i Turchi, guidati da Akmet Pascià.
PIETRO fu Vescovo di Sant’Agata dei Goti dal 1395 al 1423. |

© Casa SS. Annunziata in un dipinto
d'epoca

©
Napoli - Chiesa dell'Annunziata con
l'annessa Casa |

©
Sant'Agata dei Goti - Elenco Vescovi |

Sant'Agata dè Goti, Episcopio |

Stemma del vescovo Pietro della Gatta |
Antonia della Gatta sposò Giovanni Battista Sersale e
dall’unione nacque Cesare
Sersale (Napoli,
1576 † 1654), uno dei sette fondatori del
Pio Monte della
Misericordia in Napoli.
CARLO († 1656), generale di cavalleria, partecipò valorosamente alla
battaglia vittoriosa di Orbetello sotto le insegne di
Filippo IV d’Asburgo-Spagna;
al suo ritorno a Napoli, sbarcando sulla spiaggia di Santa Lucia, fu accolto e festeggiato come eroe dal vicerè Rodrigo Ponce de Leon, duca d'Arcos, e dai rappresentanti di
tutti i Sedili. Fu insignito, per i suoi merito, col titolo di
principe di Monasterace, titolo
ricaduto alla Corona, per estinzione avvenuta pochi mesi prima del ramo dei
Capece Galeota, nella persona di
don Mario. Sposò Beatrice
Caracciolo di Martina, la
quale nel 1647, durante la rivolta Masaniello, fu presa in ostaggio
affinchè il principe non prendesse le armi contro i rivoltosi. La
nobildonna fu rilasciata il 6.4.1648 e consegnata al marito nel
Castello del Carmine, ove Carlo risiedeva col grado di capitano
generale. Fu inviato contro il duca di Guisa che aveva occupato
Castellammare durante la rivolta e, ben presto, riuscì a liberarla.
Rese l'anima a Dio a Napoli nel 1656. |

©
Napoli - resti del Castello dello
Sperone |

©
Il principe Carlo della Gatta |
Altro CARLO nel 1656 fu archivista della
Regia Camera della Sommaria.
LUCA ANTONIO (Napoli, 1675 † 1747) nel 1723 fu Vescovo di Bitonto,
carica che tenne per 15 anni e poi di Melfi dal 1737. Fu giudice del
tribunale supremo della Santa Sede. |

©
Lapide del Vescovo Luca Antonio della
Gatta |

© Napoli - Il beato
Guido Maramaldo († 1391)
e il
principe Carlo della Gatta († 1636) |
GIULIO, deputato delle fortificazioni di Napoli, nel
1656 si trasferì a Torre del Greco diventando il capostipite del
nuovo ramo.
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Famiglie imparentate con Casa della Gatta:
d’Afflitto,
Bonito,
Brancaccio,
Capecelatro,
Cicala,
Como,
Coppola,
Franchi,
di Gennaro,
Gesualdo,
Giovine,
Grimaldi,
Muscettola,
Piscicelli,
Riccardi
(Laura della
Gatta del Sedile di Nido, sorella di Carlo principe
di Monasterace, sposò Giuseppe 1° Riccardi, figlio Giovanni
Andrea (†
8.9.1601), nobile napoletano e barone di Corsano e
Cercepiccola)
del Tufo,
Vulcano.
Memorie storiche a Napoli:
Chiesa di Santa Chiara e Basilica di S. Domenico
Maggiore. |
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