
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia Lannoy |
Arma:
d’argento ai tre leoni rampanti di verde, lampassati di rosso e
coronati all’antica, posti 2,1. |

© Sulmona, stemma famiglia Lannoy
con il collare dell'Ordine del Toson d'Oro. |
La famiglia Lannoy, della Noya o de Lanoya, prese il
nome dalla città francese di Lannoy; essendo vicina al
confine col Belgio, la famiglia si diramò ed ebbe un
ruolo di primo piano anche nella regione belga delle
Fiandre. |
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Gli esponenti della famiglia vennero nel Regno di Napoli
in diversi tempi; la prima fu Herodona di casa
Lannoy che fu maestra della duchessa di Calabria, Maria,
madre della regina
Giovanna I d’Angiò. Gilberto di Lannoy
fu inviato a Napoli dal duca di Borgogna a presentare la
collana del
Toson d’Oro al re
Alfonso I d’Aragona, nuovamente dal sovrano
istituita e ricambiò dando le insegne dell’Ordine
della Giara.
Nel 1501 Ridolfo di Lannoy fu
Gran Cancelliere del Regno di Napoli per il
re Lodovico (Luigi) XII di Francia; insieme a detto
Ridolfo venne nella capitale anche Giovanni de
Lannoy, valoroso capitano.
Il casato ottenne i titoli di: principi di Sulmona;
duchi di Boiano; conti d’Asti, di Venafro, di Potenza;
baroni di Prata e Campochiaro. Furono feudatari di
Capriata, Ortona à mare, Parete, Santa Maria
dell’Oliveto, Zurlano, e di altre terre.
Il personaggio più rappresentativo del casato fu
Carlo della Noya o Lannoy (Valenciennes, 1488
†
Gaeta, 1527), figlio secondogenito di Giovanni e
Filippa Lanna, generale dell’Imperatore
Carlo V d'Asburgo-Spagna dal 1521 e Vicerè di
Napoli dal 1522 al 1524, in seguito alla morte di don
Raimondo di Cardona.
Fu inviato in Lombardia per la guerra tra i francesi e
l’esercito imperiale che si concluse con la vittoriosa
battaglia di Pavia del 1525 e la cattura di
Francesco I re di Francia; quest’ultimo fu portato in
Spagna da don Carlo di Lannoy. Per i servigi resi, fu
nel 1526 ricompensato da Carlo V con il dono delle città
di Asti col titolo di conte, di Sulmona con il titolo di
principe, di Ortona à mare e la dogana delle pecore d’Abruzzo. |
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Don Carlo sposò donna Francesca di Monbel che era stata
balia e nutrice dell’imperatore Carlo V; rimasta vedova,
diede nel 1532 la contea di Asti al Sovrano in cambio
del ducato di Boiano, della contea di Venafro e delle
baronie di Prata e Campochiaro. Donna Francesca visse
prevalentemente nel castello di Venafro che apparteneva
ad Enrico
Pandone (1494 † 1528), conte di Venafro e duca di
Boiano, il quale si schierò con i francesi che nel 1528,
sotto il comando di Odet de Foix, visconte di Lautrec,
assediarono la città di Napoli. Gli invasori furono
sconfitti ed Enrico Pandone fu catturato a Venafro, dove
si era rifugiato nel suo castello; venne condannato, i
suoi beni confiscati, e fu decapitato nel dicembre dello
stesso anno in Napoli in Largo Castelnuovo. |

Castello di Venafro |

Castello di Venafro, stemma Lannoy |

Castello di Venafro |

Castello di Venafro |
I
predetti coniugi
generano cinque figli
maschi: Filippo, Ferrante, Clemente, Giorgio e Prospero.
Il primogenito Filippo (1514
†
1553) ereditò il principato di Sulmona, la contea di
Venafro e il feudo di Ortona à mare; fu generale della
cavalleria in Germania contro il duca di Sassonia; per
ricompensa ebbe una delle Compagnie di Cavalli ordinarie
del Regno che tenne nella sua dimora a Castel Capuano.
In seguito, il vicerè di Napoli
Pedro
Alvarez de Toledo volle riunire
tutti i Tribunali ed in cambio don Filippo ebbe il
palazzo in Napoli, poi passato ai
Ruffo
di Bagnara. Fu cavaliere dell’Ordine del Toson
d’Oro; sposò a Napoli,
in Castel Capuano alla presenza dell’imperatore Carlo V,
nel 1534 Isabella
Colonna, figlia di Vespasiano duca di Traetto e
conte di Fondi. |

Sulmona, atrio Palazzo
della SS. Annunziata, stemma con le insegne delle
famiglie Lannoy e Colonna |
Ferrante, fratello di Filippo, ereditò il titolo
di duca di Boiano che tenne fino al 1538; fu Generale
dell’esercito Imperiale. Dalla madre ereditò anche il
monumentale palazzo di Nola appartenuto alla famiglia
Orsini;
successivamente l'immobile passò a donna Ippolita
Castriota
Scanderbeg,
vedova di Clemente Lannoy, che lo vendette a Maria
Sanseverino dei Principi di Bisignano, vedova del
conte Enrico Orsini.
Giorgio, altro fratello di Filippo e Ferrante, fu
feudatario di Capriata, Zurlano, Santa Maria
dell’Oliveto e Parete; nel 1538 acquistò dal fratello
Ferrante il ducato di Boiano.
Altro fratello, Prospero, valoroso milite,
partecipò alla
battaglia di Lepanto del 1571.
Costantino († 1583), figlio del citato Giorgio duca
di Boiano, monaco benedettino a Monte Cassino, fu
Vescovo di Vico Equense dal 18 giugno 1582. |

Costantino de Lanoya,
Vescovo di Vico Equense |
Donna
Giovanna di
Lannoy
dei principi di Sulmona sposò Giovanni Lorenzo
Pappacoda
(† 1576)
marchese di Capurso.
Filippo III, figlio di Orazio e di Antonia
d'Avalos dei marchesi di Pescara, fu il
quinto principe di Sulmona e quarto conte di Venafro;
impalmò Porzia
de
Guevara, contessa di Potenza, dalla quale
ebbe Filippo che morì fanciullo, nel letto mentre
dormiva, colpito in testa da un pomo.
La duchessa Francesca Lannoy vendette nel 1607 la terra
di Guardialombardi, in
Principato ultra, a lei pervenuta nello stesso anno per
donazione fatta da sua madre Beatrice
Folliero, per ducati 49.000 a Ferrante
della Marra, il celebre genealogista autore
dell’opera “Discorsi delle famiglie estinte, forastiera,
o non…” del 1641 |
Continua nel sesto
volume in preparazione di "LA STORIA DIETRO
GLI SCUDI"
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