Le origini
della famiglia Dattilo non ci sono note ancorchè
antichissima nel regno di Napoli al servizio dei
Normanni.
In un
diploma di Urbano II, stipulato in Castel Sant'Angelo
del 1094, Achille ed Ottone Dattilo
vennero insigniti del titolo di cavaliere di Cristo.
Ottone
fu vicario generale di Ruggero, lo seguì in Terra Santa,
come ricompensa ottenne i feudi di: Candida,
Carcabottaccia, Rovere, Petramala, Consa, S. Teodoro,
Belmonte, Santa Paola.
Pietro
Angelo, figlio di Ottone vestì l'abito
gerosolimitano.
Boemondo,
fratello di Pietro Angelo, sposò Caterina
Coscia.
Guglielmo, figlio di Boemondo e Caterina, fu vicario
generale di Guglielmo II; sposò Jiulia Azzia di Capua
con la quale ebbe undici figli i quali si diramarono in
tutta l'Italia ed in Francia; un ramo giunse nella
Calabria Citra non lontano da Cosenza.
Giovanni
Dattilo, nel 1270 possedette dei feudi nel circondario
di Altomonte (in provincia di Cosenza) e fu annoverato
tra i baroni del regno.
Gregorio,
dell'ordine di San Giovanni gerosolimitano fu priore di
Capua nel 1313.
Nicola
Maria Dattilo fu arcivescovo di Rossano dal 1386 al
1394 quando fu nominato vescovo di Tricarico; per la
seconda volta nominato arcivescovo di Rossano dal 1399
al 1403 quando fu deposto per ordine papa Bonifacio IX.
Autorizzò l'edificazione in terra di Spezzano (oggi
Spezzano Albanese) del monastero di San Giacomo
dell'ordine degli eremiti di Sant'Agostino, il cui
fondatore fu Nicola Grimaldi
di Tarsia.
Andrea
Dattilo fu il primo che si stabilì in Cosenza, fu regio
giudice, da un atto del 1448, stipulato dal notaio Lauro
Sisca, si evince che: originario del regio casale di
Spezzano (oggi Spezzano della Sila già Spezzano Grande)
ricoprì l'ufficio di sindaco e di mastrogiurato nel 1497
con Girolamo Dattilo.
Vincenzo
Dattilo, figlio di Andrea, fu pubblico e regio notaio;
nel 1490, con suo padre Andrea furono aggregati tra i
nobili del sedile; sposò Richetta
Migliarese come
risulta nei capitoli matrimoniali redatti dal notaio
Vincenzo
Donato; con Minicuccio Dattilo partecipò
al parlamento che gli
Aragonesi e gli
Angioini fecero
nel 1501, di esser tutti di un governo uniti per
servizio del re.
Giovanni,
fratello di Vincenzo, nel 1553 fu sindaco di Cosenza; fu
inviato dalla città come ambasciatore presso re Alfonso
e il Pontefice.
Vincenzo,
capitano, sposato con Isabella
de Donato
di Cosenza, figlia di Geronimo, capitano generale di
Corigliano su nomina del
principe di
Bisignano nel 1554, sposata in prime nozze
con Alfonso Bonconte; i capitoli matrimoniali con
Vincenzo furono stipulati il 9 febbraio del 1560.
Isabella fece testamento con atto stipulato il 22
febbraio 1574, notaio Antonio Zazzo di Cosenza: Isabella
de Donato, moglie del magnifico Vincenzo Dattilo di
Cosenza, abitante alla Motta, designa eredi i figli
magnifici Livia Bonconte,
Lucrezia,
Francesca,
Vittorio
e
Tarquinio Dattilo; vuole essere sepolta
nella chiesa di San Francesco
d'Assisi di Cosenza. Mario
Putaturo Donati
Viscido di Nocera, “Profili di storia
dell'ordinamento amministrativo della città di Cosenza e
delle istituzioni pubbliche dal XII al XIX secolo - Le
carte degli archivi gentilizi dei
Barracco
e dei Donati”, Rubbettino Editore 2000, pag. 24.
Clarice
Dattilo sposò Fabio
Sambiase, patrizio di Cosenza.
Eliadora
sposò Antonio Sambiase, patrizio di Cosenza.
Il Mgnifico
Ascanio,
in un atto del 1° ottobre 1553 vende a Nicola
Giudicendrea da Cosenza una casa con cortile, stalla e
orto avanti la casa e una bottega, site in Cosenza,
località Vallone ad una annua rendita di carlini venti
in favore del Monastero delle Vergini di Cosenza, per il
prezzo di ducati cento ottanta. Notaio Angelo Desideri,
Giudice Giuseppe Abate, entrambi di Cosenza.
Il Magnifico
Pietro
Francesco da Cosenza, in un atto del 30
settembre 1557, cessionario del Magnifico Ascanio
Dattilo, si riceve da Nicola Giudiceandrea da Cosenza la
somma di ducati ottantadue a saldo del prezzo della
casa, bottega ed orto vendutigli da detto Magnifico
Ascanio, con precedente atto per mano dello stesso
notaro.
Nell'elenco
delle persone che sottoscrissero l'istrumento per la
venuta in Cosenza dei PP. Minori Osservanti di San
Francesco d'Assisi figurano Andrea e Giovanni
da Spezzano.

Cosenza, Convento di San Francesco di Paola |

Stemma famiglia Dattilo |
Pietro
Paolo, nel 1555, incantò le gabelle dei Dazi e del
Maldanaro grosso e minuto come risulta dal notaio
Francesco Sergio.
Fabrizio,
esercitò la professione di avvocato, nel 1558 fece parte
del parlamento di Cosenza.
Giulia,
sposata a Cesare
Ferrari
da Cosenza, il quale lascia erede universale sua moglie.
Atto del 26 giugno 1576, Notaio Pietro Plantedi da
Cosenza, Giudice Marco Gatti, entrambi da Cosenza.
Da un atto del 23 marzo 1623, Elisabetta de Massarijs
vedova del fu Rocco
Morelli
da Cosenza, vende al Capitolo Cosentino, rappresentato,
tra gli altri, dal Canonico e Camerario, don Pietro
Antonio
Vennere,
un anno censo di ducati cinque, per il prezzo di ducati
cinquanta, affiggendolo sopra una sua bottega con casa,
sita in Cosenza alla Piazza di San Tommaso. Detto prezzo
di ducati cinquanta viene pagato ad essa Elisabetta da
don
Muzio Dattilo da Cosenza, agente in nome
e per parte di
Serafina
Dattilo sua sorella, vedova del fu Achille
Tirelli....
.
Da un atto del 13 ottobre 1629, il Reverendo don
Muzio
Dattilo da Cosenza, quale procuratore del Capitano
Lorenzo Tirelli, vende al Capitolo Cosentino,
rappresentato, tra gli altri, dal Canonico Camerario don
Antonio
Quattromani,
un anno censo attivo di ducati tredici, per il capitale
di ducati centocinquanta, a detto Capitano dovuto da
Muzio Calendino da Cosenza, per il prezzo di ducati
centotrenta, che il Capitolo si obbliga a far pagare nel
termine di sei giorni dal Monte di Pietà di Cosenza, sul
deposito ivi fatto da Ginevra
Tosti
e da Clarice
Arnoni
per le messe funebri legate al Capitolo dai furono don
Muzio
Miceli
e Cola Toscani. Notaio Francesco Maria Scavello, Giudice
Giuseppe Scavello, entrambi di Cosenza.
Ippolito
Dattilo proveniente anch'esso dalla Presila, da Pedace,
dopo aver dimorato in Rovito si stabilì a Cosenza ove fu
aggregato alla seconda piazza delle famiglie nobili con
le famiglie:
Bombini, Spiriti, Poeta,
Caputo ed altre.
Raimondo
Dattilo, capitano, discendente da Ippolito,
gratificato da Carlo I, possedette la terra di Brugale
in Sicilia e la castellania di San Giorgio in Calabria.
Alfonso
Dattilo, capitano di fanteria in Francia e nelle
Fiandre, gli venne concesso dal re un vitalizio di 40
ducati al mese, per aver conquistato in battaglia sette
bandiere nemiche e gli fu accordato di poterle usare
nelle sue imprese(1).
Roberto
Dattilo, figlio di Alfonso; seguì il padre come maestro
d'armi, fu capitano di molte compagnie, per i servigi
prestati ottenne per sé e per i suoi successori da sua
Maestà Cattolica
Filippo IV il feudo di Santa Caterina col titolo di
marchese; fu maestro di campo del duca d'Alba; fu
Preside della città di Cosenza nel 1639 e nel 1642, e di
Catanzaro nel 1640 e nel 1647; fu nominato dalla
Repubblica di Genova Capitano Generale nella guerra col
Duca di Savoia per il Marchesato di Zuccarello. Sposò
Ippolita Barbiero di Torano, vedova di
Giovanni Dattilo;
ebbero per figli: Giulia,
la quale fondò il monastero di Gesù e Maria in Cosenza
ed inaugurato il 18 aprile 1621 facendovi nominare
abbadessa suor Margherita Nardi, stabilì la dote per
ciascuna claustrale di ducati 250, il monastero fu
soppresso nel 1809; fu educata alle lettere da Anselmo
Stocco, noto per essere stato implicato nella
congiura ordita da Tommaso Campanella, si salvò per
intercessione di Giulia e di suo padre Roberto presso
Carlo
Spinelli inviato del viceré
(2);
ebbe per fratelli, Alfonso
Junior e Francesco
Antonio, marchese di Santa Caterina, il quale fu
anch'esso maestro di campo; nel 1704 vendette il feudo
di Santa Caterina per 18.000 ducati a Paolo
Sambiase, duca di Malvito
(3).

Santa Caterina
Albanese (Cosenza) |
La famiglia
ha posseduto il feudo di Cavallerizzo (oggi frazione del
comune di Cerzeto) e di Mongrassano; nel 1676, il
citato Alfonso junior, fratello del marchese di Santa
Caterina, fu barone di Cavallerizzo e Mongrassano.
Giuseppe
Dattilo, dei marchesi di Santa Caterina, sposò Clara
Lucifero, unica figlia di Francesco, del ramo di
Milazzo, mastro giurato della città nel 1654 e 1655 ed
acclamato “Padre della Patria”, e di donna Antonia
Cappone
(4).
Carlo
Dattilo sposò Maria Cherubino di Rossano.
Mario
Dattilo; da un inventario del 1640 risultano registrati:
“un paramento di damasco rosso e amariglio (giallo) in
quarantacinque pezzi, quattordici quadri di paesaggi,
due quadri con la figure di Venere e gioielli”.
Flavia,
vedova del fu Giuseppe Pesco da Cosenza, tutrice e
curatrice di Gaetano e Dianora Pesco, vende al Convento
di San Francesco di Paola di Cosenza, dell'Ordine dei
Minimi, rappresentato da Procuratore frà Tommaso da
Zumpano, la Cappella con diritto di sepoltura sotto il
titolo di San Giovanni Battista, sita nella Chiesa di
detto Convento, tra la Cappella del SS. Crocifisso e
quella di Santa Maria del Carmine, per il prezzo di
ducati dodici e mezzo. Atto del 16 aprile 1683, Notaio
Giuseppe
Mazziotta
da Cosenza, Giudice Francesco Morelli da Cosenza.
Maria
Dattilo; dall'inventario della quadreria del 1764, vi
erano registrati: “otto quadri di imperatori senza
cornice, quattro quadri di imperatori romani senza
cornice, un ritratto della stessa Maria Dattilo,
diciannove quadri con diverse immagini e molti altri”(5).
Il marchese
Francesco Dattilo sposò donna Maria Rosa Catalano
Gonzaga, figlia di don Giuseppe, duca di Maierà,
portando una dote di 5000 ducati, come risulta dai
capitoli matrimoniali redatti dal notaio di Mongrassano
Domenico Capparelli il 27 novembre del 1774.
Saverio
Dattilo
fu delegato della Sila nel mentre era Preside di Cosenza
Finetti, è di questo periodo la pubblicazione del
controverso bando col quale si vietava di dissodare per
seminare per permettere la crescita del bosco; il bando
provocò la reazione degli abitanti dei Casali di
Cosenza; sposò Anna
Cavalcanti di Roberto, patrizio di
Cosenza, e di Saveria Cavalcanti.
Rosa
Dattilo sposò Pasquale
Monaco figlio del barone Giuseppe Antonio.
Enrichetta Dattilo, nel 1833, sposò Francesco
Guzzolino barone di Cervicati.
Mariantonia,
sorella di Enrichetta, sposò Luigi
Cosentini, figlio del barone Girolamo.
Nel 1871 vi fu la valutazione e divisione dell'eredità
dei defunti Giuseppe, Paolo, e
Francesco Dattilo, proprietari di numerosi fondi
rustici ed urbani siti nel territorio di Mongrassano.
Causa tra Eloisa Dattilo e Giuseppe Battaglia di
Acquappesa contro Angelo, Giovanni,
Laura, e Caterina Dattilo. Nell'anno 1900, fu
fatta la determinazione dei fondi e fabbricati siti in
Mongrassano appartenenti all'eredità di Angelo
Dattilo e dei miglioramenti apportati. Causa tra Dattilo
Arnide e Laregina Angela.
Archivio di Stato di Cosenza, perizie giudiziarie, anno
1871, B. 34, perizia 14; anno 1900, B. 67, perizia 43. |