
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia Caselli |
A cura del dr. Giuseppe Pizzuti |
Arma:
d'azzurro al grifo d'oro sormontato da un lambello di quattro
pendenti di rosso.
Titoli:
patrizi Rossano, patrizi di Cosenza, nobili di Paola, nobili di
San Marco, baroni di Cervicati, baroni di Fellone, baroni di
Montediverno.
Dimore: Bisignano, Cervicati, Rossano, Cosenza e Roma. |

© Cosenza, stemma famiglia
Caselli |
Feudataria già ai tempi dei
Normanni, originaria di Rossano godette la nobiltà a
Paola, San Marco (oggi comune di San Marco Argentano), e
Cosenza dove fu tra le prime ad accedere al patriziato
di Cosenza.
Ruggero Casella, nel 1321, è elencato
tra i baroni del regno.
Luigi
Caselli fu uno dei maggiori sostenitori degli Angioini;
doganiere di Puglia per il re di Napoli
Renato d'Angiò; scoppiata la ribellione con a capo
il marchese di Crotone Antonio Centelles contro gli
Aragonesi, il barone Luigi si distinse per il suo
valore nelle battaglie nella valle del Crati e non solo
per poi perdere la vita negli scontri successivi.

Stemma Centelles con le insegne
ecclesiastiche di Girolamo, vescovo
della diocesi francese (oggi soppressa) di
Cavaillon dal 1597 al 1608
Arma Centelles:
fusato d'oro e di rosso. |
Pier
Leone, dottore in legge, fu rinomato
antiquario.
Troiano, dottore in legge; Baiulo e
Giudice nella città dell'Aquila.
Margheritone, fu cavaliere di Luigi III
d'Angiò-Valois
(1)
il quale da Cosenza il 28 maggio 1431 ordinava al suo
luogotenente Gaspare
Toraldo
di immettere Margheritone de Casello nel
feudo di Monte (Montediverno) in
territorio di San Marco, già appartenuto a suo padre
Giovannello e prima a
Guglielmotto
de Cervicatis; nella stessa data concedeva allo stesso
Margheritone e a Tommaso de Casello il
feudo
di Fellone poi denominato
Casello in territorio di San
Marco. Margheritone sposò Margherita
di Tarsia con la quale ebbe
Bernardino.
Giovanni Alessandro, fu cavaliere di
Carlo VIII re di Francia.
Un Caselli di Paola, del quale non conosciamo il nome,
cadde da una pianta di gelso rompendosi la testa, San
Francesco di Paola vedendolo moribondo lo prese in
braccio e lo portò in chiesa e lo mise a sedere sotto
l'Altare e gli fasciò la testa con delle pezze di lino,
subito dopo guarì.
Sertorio Caselli servì l'imperatore
Carlo V e morì alla rotta di Ravenna.
La famiglia da San Marco si trasferì a Cosenza e fu
aggregata al patriziato della Città a metà del
Cinquecento con Salvatore, possessore del feudo di
Casello nel 1543, e con Giovanni Battista, vivente a San
Marco nel 1553, che potrebbe essere identificato in
colui che fu ricevuto nell'
Ordine Gerosolimitano nell'anno 1541.
Bernardino,
di Rossano, per aver parteggiato per i francesi ai tempi
di re Luigi XII, con altri nobili fu privato dei suoi
beni dalla duchessa di Milano Isabella d'Aragona, figlia
di
re Alfonso II
d'Aragona e di Ippolita Sforza,
sposata al duca di Milano Gian Galeazzo Sforza,
estromesso dallo zio Ludovico Sforza alla guida del
ducato, il quale nell'abbandonare Milano per la Germania
lasciò tutti i feudi posseduti nel Regno di Napoli, tra
di essi Rossano, alla nipote Isabella.
Tommaso
Giovanni (1511 † 1571), del ramo di
Rossano, entrò nei Domenicani, fu vescovo di Oppido
(2)
dal 1548 al 1550 quando fu nominato vescovo di Cava
(3)
fino alla sua morte; partecipò al
Concilio di Trento.
Vittoria
Caselli sposò Pietro
Sersale, di Pompeo ed Elisabetta Sersale, gli portò
in dote il
feudo di Cervicati in territorio di San
Marco, dopo che per tre generazioni era stato dei
Caselli, successivamente lo comprò Flavio
Guzzolino. |

Cosenza, Chiesa di San
Francesco d'Assisi |

Chiesa di San Francesco
d'Assisi, Sacrestia, stemmi Caselli e Firrao |
Muzio Caselli, giurista, agli inizi del Seicento fu Procuratore Generale
dello Stato di Bisignano, feudo della famiglia Sanseverino,
morto l'ultimo erede Niccolò Bernardino Sanseverino, 6°
principe di Bisignano senza lasciare eredi diretti, a
Muzio toccò tutelare gli interessi della Casata; si aprì
un contenzioso tra la nipote Giulia Orsini e
Luigi Sanseverino conte di Saponara che durò sino al
1622 quando Luigi ottenne la conferma e l'investitura di
7° principe di Bisignano ed erede sul restante
patrimonio, in quanto molti feudi, nel frattempo, furono
messi all'asta tra tutti ricordiamo il feudo di
Corigliano il quale fu aggiudicato ai Saluzzo,
mercanti genovesi.
Da un istrumento stipulato a Cosenza il 5 agosto 1643,
notaio Francesco Scavello della stessa città, si
ratifica da parte dell'erede di Muzio Caselli, chierico
Tommaso Caselli, nonchè degli eredi di Pietro
Cavalcanti, e cioè delle figlie Cassandra, Francesca e
Giulia...; nello stesso giorno dallo stesso notaio,
veniva stipulata la cessione, a favore di Tommaso Firrao
e Diana dello
Stocco, da parte del
chierico Tommaso Caselli del quondam
Salvatore (fratello ed erede di Muzio Caselli) dei
crediti vantati presso le figlie del quondam
Pietro Cavalcanti, e cioè Cassandra, moglie di Vincenzo
Sersale, Francesca, moglie di Angelo Cavalcante, e
Giulia, nubile.
Tommaso,
fu Sindaco dei Nobili di Cosenza nel 1673, come risulta
dall'atto del notaio Antonio Arcucci del 24 aprile 1673,
nel quale si stipula una convenzione, unitamente al
Sindaco degli Onorati di Cosenza, il notaio Giovan
Domenico d'Alessandro, con il tipografo Domenico Mollo: Sono venute in
conventione esse parti, che esso Domenico Mollo facesse
esercitare detta stampa et s'obligasse a tenere detti
caratteri ricivuti da detto quondam Giov. Battista Moio...
. Essi Sig.ri Sindici in detto nome promettono a detto
Domenico Mollo le franchezze di tomola di grano tre il
mese, et di più le franchezze della grassa per tutto il
tempo, che esso Domenico farà tenere et esercitare in
questa Città la detta stampa... esso Domenico promette
far stampare gratis tutte quelle scritture che
bisogneranno per servizi di essa fidelissima città.
Con istrumento del 7 settembre 1679, per notaio Giacinto
Crocco di Cosenza, venne stipulata la retrovendita di
censo, da parte di Lota
Sambiase, madre e tutrice di Muzio ed Antonio Caselli del
quondam Tommaso, a favore di Isabella Caracciolo e
Francesco Firrao, balii e tutori dei figli del quondam
principe di Sant'Agata Pietro Firrao.
In data 11 luglio 1681, a Cosenza, fu affrancato un
censo dovuto a Muzio ed Antonio Caselli, figli ed eredi
di Tommaso, ed alla loro madre Lota Sambiase, da parte
di Stefano
Donato di Cosenza,
procuratore di Isabella
Caracciolo,
vedova di Pietro Firrao e madre di Tommaso.
Muzio, nel 1699 successe a Pirro Schettini nella
presidenza dell'Accademia Cosentina, mandato che
durò fino al 1719, anno della sua morte, pubblicò
diverse opere letterarie
(4).
Cassandra,
sposò, nella seconda metà del Seicento, Pietro Telesio.
Nicolò,
vissuto nel Settecento, fu Canonico della Cattedrale di
Cosenza.

Uno dei tanti elogi scritti come
ringraziamento dai
nobili
le cui famiglie furono inserite
nell’opera del Castiglione Morelli. |

Cosenza, Palazzo
Caselli, cortile interno
|
Emanuele Caselli, con Domenico
Cavalcante, Sindaco dei nobili, Carlo
Contestabile Ciaccio, Francesco
Dattilo, Nicolò
Spiriti, Marcello
Firrao, Vincenzo
Telesio, Saverio
Scaglione, Ignazio Andreotti, Domenico
Pascale e Francesco
Castiglion Morelli, tutti nobili del Seggio di
Cosenza, con la riunione tenutasi il 24 giugno 1753,
nominarono Giuseppe Cavalcanti e Alfonso Firrao quali
membri dei nobili a formare il Catasto, unitamente ai
membri ecclesiastici e quelli del popolo e, ai
Governatori. |

Cosenza, Palazzo Caselli |
Roberto
Caselli, nel 1806, a seguito della fuga del re
Ferdinando IV in Sicilia, fu membro della
Deputazione Cosentina nel Governo Provvisorio; più tardi
accolse con la Deputazione il nuovo re
Giuseppe Bonaparte.
Pietro
(1776 † 1833), liberale e patriota, fece parte della
carboneria, sposò Carolina (1777 † 1843) dei baroni
Lupinacci,
di Stanislao e Caterina
Alimena,
ed ebbero per figlio, tra gli altri,
Luigi
(1815 † 1882) patrizio di Cosenza, barone di Casello,
socio della Reale Socità Economica della provincia di
Cosenza, ammesso nell'Ordine di Malta il 26 marzo 1846,
fu fregiato del
titolo di marchese
dal Sommo Pontefice Leone XIII con Breve
del 5 marzo 1879; fu Presidente del Consiglio Provinciale
di Cosenza nel 1853. Sposato il 15 luglio 1835 a
Caterina (1816) figlia del barone Gaetano
Pastore,
Tenente Generale dell'esercito napoletano, ebbero per
figli:
Filomena
(1855);
Francesco di
Paola (1852);
Elisabetta
(1841);
Carolina
(1836), sposata a Domenico De Luca; e per figlio maschio
Roberto (1838), sposato a Vittoria
Catanzaro, dalla quale rimase vedovo nel 1876, ebbero
per figli:
Luigi
(1873),
Maria Pia
(1870),
Eugenio
(1869), e
Caterina
(1866).
Rosa,
figlia di
Pietro,
il 28 giugno 1820 sposò Michele Lupinacci, figlio di
Ludovico e di Maria Gonzales
de Luna.
|

Cosenza, stemma Caselli |

Rossano Calabro, stemma
Caselli, anno 1736 |
_________________
Note:
(1) - Luigi III d'Angiò-Valois
(1403 † Cosenza, 15
novembre 1434), re titolare di Sicilia e successore
designato della regina di Napoli
Giovanna II d'Angiò-Durazzo che lo aveva
investito del titolo di erede al trono, 9° duca di
Calabria, alla quale premorì.
(2) - Oggi
Oppido Mamertina in provincia di Reggio Calabria.
(3) - Oggi
Cava dei Tirreni in provincia di Salerno.
(4) - Gustavo Valente
“Storia della Calabria nell'età moderna”, Vol. II, pagg.
155-156, Frama Sud, 1980. Ministero dell'Interno,
pubblicazione degli Archivi di Stato XI, Archivio di
Stato di Napoli, Archivi Privati, Vol. I seconda
edizione, Roma 1967, Archivio Sanseverino di Bisignano:
325-326-352.
_________________
Fonti bibliografiche:
- Francesco Bonazzi di Sannicandro,
“Famiglie nobili e titolate del Napolitano”, Napoli
1902.
- Berardo Candida Gonzaga, “Memorie delle famiglie
nobili delle provincie Meridionali d’Italia”, Napoli
1875.
- Francesco Bonazzi di Sannicandro, “Elenco dei
cavalieri del S.M. Ordine di S. Giovanni di
Gerusalemme”, Napoli 1897
- Luigi Palmieri, "Cosenza e le sue
famiglie attraverso testi atti e manoscritti",
Pellegrini Editore, 1999.
- Rosario Curia, “I Bisignano (famiglia
nobile della città omonima)”, collana studi e ricerche,
1992.
- Eugenio Arnoni, "La Calabria illustrata
Vol. III Cosenza", Edizioni Orizzonti Meridionali.
- Enciclopedia Treccani.
- Vittorio Spreti, "Enciclopedia storico-nobiliare
italiana", 1935
-
Fabrizio Castiglione Morelli "De Patricia
Consentina Nobilitate Monimentorum Epitome”, Venezia
1713.
- Luca Irwin Fragale, Microstoria e
araldica di Calabria Citeriore e di Cosenza. Da fonti
documentarie inedite, Milano, Banca CARIME, 2016.
- Domenico Puntillo, Cinzia Citraro "Historia Brutiorum
- Bernardino Bombini", Edizioni Prometeo, Castrovillari
2015.
- Franz von Lobstein “Settecento Calabrese”, Vol. III,
Napoli 1978.
- Gustavo Valente "Dizionario bibliografico biografico
geografico storico della Calabria" Vol.II, Frama Sud
1989.
- Roberto
Bilotti
e Giancarlo Gualtieri “S. Francesco di Paola, nel 50°
della proclamazione a protettore della Calabria
1962-2012”. Palazzo dei Bruzi Cosenza. |
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